giovedì 29 settembre 2011

VENERDÌ 30 SETT. 2011| "KIZOMBA ROMANA - DOLCI EMOZIONI" | CAFE CRETCHEU |

Kizomba a Roma - Zouk in Roma - Imparare la kizomba ✮ KIZOMBA ROMANA - DOLCI EMOZIONI ✮
KIZOMBA VS ZOUK VS KUDURO VS SALSA

IL VENERDI' 30 SETTEMBRE APERTURA UFFICIALE CON Kizomba Romana al Cafè Cretcheu.

=> Dalle 23:00 - Lezioni GRATIS di Kizombaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Si segue una serata di musica a 360°.

Il Cafè Cretcheu, in via Ancona 13, 00198 Rome - Piazza Fiume/Porta Pia

L'entrata è gratis!

Link dell’evento - http://www.facebook.com/event.php?eid=136082836413742

VENERDÌ 30 SETTEMBRE | "KIZOMBA ROMANA - DOLCI EMOZIONI" | CAFE CRETCHEU |

Kizomba a Roma - Zouk in Roma - Imparare la kizomba ✮ KIZOMBA ROMANA - DOLCI EMOZIONI ✮
KIZOMBA VS ZOUK VS KUDURO VS SALSA

IL VENERDI' 30 SETTEMBRE APERTURA UFFICIALE CON Kizomba Romana al Cafè Cretcheu.

=> Dalle 23:00 - Lezioni GRATIS di Kizombaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Si segue una serata di musica a 360°.

Il Cafè Cretcheu, in via Ancona 13, 00198 Rome - Piazza Fiume/Porta Pia

L'entrata è gratis!

Link dell’evento - http://www.facebook.com/event.php?eid=136082836413742

mercoledì 28 settembre 2011

Milan 2 – 0 Viktoria Plzen: Ibra e Cassano; il Milan va sul 2-0

GLI ALTRI RISULTATI - Doppietta di Messi nel 5-0 del Barcellona!

  • -Le FOTO della partita di San Siro!
  • -Le FOTO più belle della CHAMPIONS LEAGUE!
  • -GRUPPO H - La classifica, il calendario e i risultati
  • FINE' FINITAAAAAAAA!!! Il Milan supera 2-0 il Viktoria a San Siro grazie alle reti di Ibrahimovic - su calcio di rigore - e di Cassano. Rossoneri a quota 4 punti in classifica come il Barcellona, anche se gli azulgrana hanno una migliore differenza reti. Successo importante per il Milan che può dire di avere ufficialmente ritrovato lo Zlatan Ibrahimovic dei tempi migliori.
  • 90CAMBIO NEL VIKTORIA - Fuori Kolar, dentro Darida...
  • 89TAIWO DALLA DISTANZA!!! Il sinistro del nigeriano si perde sul fondo: ma San Siro apprezza e applaude il tentativo...
  • 87ECCO IL CAMBIO - Fuori Abate, che ha un problema di natura muscolare (già in dubbio durante il riscaldamento), dentro il giovanissimo De Sciglio...
  • 86KOLAAAAAAAR!!!!! Destro dalla distanza del centrocampista del Viktoria: Abbiati c'è!!!
  • 85RISCHIA IL MILAN NEL FINALE!!! Sugli sviluppi di un cross dalla sinistra, Duris per poco non beffa Abbiati per il gol che avrebbe riaperto la partita... Provvidenziale Thiago Silva che mette in angolo...
  • 84E' pronto a fare il suo ingresso in campo il giovane De Sciglio...
  • 83CI PROVA AQUILANI!!! Destro dai 25 metri dell'ex centrocampista della Juventus: conclusione che non inquadra la porta...
  • 82Cross di Horvath dalla destra per il nuovo entrato Duris... Colpo di testa dello slovacco che però si perde a lato...
  • 80Scende bene Fillo sulla destra, il cross del nuovo entrato però è controllato da Nesta, che libera l'area rossonera non senza qualche difficoltà...
  • 78CAMBIO NEL MILAN - Fuori Antonini, che evidentemente non se la sente di rischiare, dentro Taiwo...
  • 76Brutto fallo di Duris ai danni di Nocerino: a piedi uniti e completamente in ritardo. Ci stava sicuramente un cartellino!
  • 75Crampi per Antonini, che però sembra comunque in grado di restare in campo...
  • 74CAMBIO NEL VIKTORIA - Fuori Pilar, gran bel primo tempo poi si è spento, dentro Fillo...
  • 72IBRAHIMOVIC parte in contropiede a velocità supersonica: lo svedese si allunga un po' troppo il pallone nell'ultimo controllo e vanifica una bella occasione per il gol del 3-0... C'erano liberissimi Cassano ed Emanuelson ai suoi lati...
  • 70CAMBIO NEL MILAN - Fuori Seedorf, che prima di lasciare il campo cede la fascia di capitano a Nesta, dentro Aquilani...
  • 69CAMBIO NEL VIKTORIA - Fuori Bakos, dentro Duris. Tatticamente non cambia nulla: un attaccante per un altro attaccante...
  • 68ANCORA IBRAAAAA!!! La sovrapposizione è di Thiago Silva, ma il passaggio illuminante nello spazio è sempre dello svede: il difensore brasiliano arriva sul fondo e crossa con il mancino... Il Viktoria si salva in calcio d'angolo!
  • 66CASSANOOOOOOOOO!!!!! GOOOOOL!!!!! GOOOOL!!!!! RADDOPPIO DEL MILAAAAAAN!!!!!! Grande palla in profondità di Ibrahimovic per Cassano, che arriva davanti a Cech e lo batte con uno splendido cucchiaio... Primo gol in Champions League con la maglia del Milan per Cassano!
  • 64Prova a fare tutto da solo Ibrahimovic che ne supera tre, entra in area ma che è però fermato poco prima di calciare in porta...
  • 62ALLA RICERCA DEL RADDOPPIO IL MILAN, che adesso sta chiudendo il Viktoria nella sua metà campo...
  • 60SBANDA LA DIFESA DEL MILAN!!! HORVATHHHH!!! Sinistro da dentro l'area del capitano del Viktoria (ci prova praticamente sempre lui!): Abbiati si distende sulla sua destra e tiene lì la sfera!
  • 58AZIONE STRAORDINARIA DEL MILAN con Ibrahimovic (palleggio e lancio in profondità) e Seedorf, tocco volante di prima per Cassano: FantAntonio salta un uomo e calcia dal limite... Conclusione di poco alta sopra la traversa!
  • 56Comincia a scaldarsi Aquilani...
  • 55Quasi un gesto di reazione di Ibrahimovic ai danni di Cisovsky proprio sotto gli occhi dell'arbitro, che però chiude un occhio...
  • 54Esultanza rabbiosa di Ibrahimovic che non giocava dallo scorso 9 settembre...
  • 53GOOOOOL!!!! GOOOOOL!!!! GOOOOOL!!!! GOOOOOL!!!! IBRAHIMOVIC!!!!!! Destro incrociato di potenza da parte dell'attaccante svedese che spiazza Cech e porta in vantaggio il Milan!!! Terzo gol stagionale per Ibra che aveva segnato contro l'Inter in Supercoppa e contro la Lazio in campionato!
  • 53IBRAHIMOVIC SUL DISCHETTO.....
  • 52RIGORE PER IL MILAAAAAAN!!!! GRANDISSIMA GIOCATA DI IBRAHIMOVIC su passaggio di Seedorf: scavetto spalle alla porta con Cisovsky che ferma la magia dello svedese con la mano! Inutili le proteste dei giocatori del Viktoria...!!!!
  • 50HORVATH!!! Sinistro dalla distanza del capitano del Viktoria che cerca la porta dai 30 metri: conclusione completamente fuori misura...
  • 49Ibra nello stretto per Cassano... Ma FantAntonio si aiuta con il braccio nello stop e Meyer assgna una punizione in favore del Viktoria...
  • 47SUBITO MILAN PERICOLOSO!!!! Occasione confusa dei rossoneri che portano alla conclusione EMANUELSON: sinistro da dentro l'area... Altissimo!!!!
  • 46VIA AL SECONDO TEMPO!!!!
  • -CLICCA QUI - Il Barcellona sta vincendo contro il Bate, anzi sta stra-vincendo...
  • -SBARCA IN ITALIA EUROSPORT PLAYER!! Tutti i programmi di Eurosport ed Eurosport 2 in DIRETTA WEB!! L'abbonamento costa solamente 4,90€ al mese… Informati e iscriviti: EUROSPORT PLAYER!!
  • -Qui su Yahoo! Eurosport trovate risultati, calendari e classifiche di tutti i maggiori campionati d'Europa e non solo!! CLICCA QUI e scopri come stanno andando...
  • -Vuoi seguire passo passo tutti gli aggiornamenti di Eurosport in ambito televisivo e web?Clicca qui e diventa fan di Eurosport Italia su Facebook!
  • INTTermina in questo istante il primo tempo a San Siro fra Milan e Viktoria: squadre a riposo sul risultato di 0-0... Il Milan crea tanto, ma è davvero troppo lezioso là davanti. E i cechi non stanno a guardare: Abbiati ha corso più di un brivido... E i rossoneri tornano negli spogliatoi tra i fischi di San Siro.
  • 45AMMONITO HORVATH che interviene con la gamba altissima su Cassano: giallo che ci sta, ma nel gesto del capitano del Viktoria non c'era assolutamente cattiveria...
  • 44SEEEDOOOOORF!!!! PALLA GOL PER IL MILAAAAN!!!! Destro da posizione defilata del centrocampista olandese: conclusione a lato, anche se non di molto!!!!!
  • 43PRIMO AMMONITO DELLA PARTITA! Il giallo è mostrato a PETRZELA che interrompe con il braccio una ripartenza di Emanuelson...!!!
  • 41Limbersky calcia dalla lunghissima distanza: nessun problema per Abbiati... Allegri perplesso in panchina: la sua squadra è troppo leziosa in attacco, mentre in difesa balla decisamente troppo...
  • 39OCCASIONISSIMA PER IL VIKTORIA!!!! HORVATH!!!! Assist perfetto di Bakos per il suo capitano che apre troppo il piattone dal limite dell'area solo davanti ad Abbiati: conclusione a lato...!!! MA CHE RISCHIO CORSO CHE HA CORSO IL MILAN!!!!
  • 38Fermato Antonini per una posizione di fuorigioco che sembra va non esserci sugli sviluppi di una bella palla in profondità di Seedorf...
  • 37SINISTRO DI IBRAHIMOVIC da dentro l'area!!!! Altra bella parata di Cech, che sembra avere un conto in sospeso con l'attaccante svedese...
  • 35IBRAHIMOVIC, sempre lui, attivissimo lo svedese!!! Palla dentro per Cassano dopo un bel suggerimento in profondità di Seedorf: l'ultimo passaggio di Ibra non è però perfetto...
  • 33UN MIRACOLO DI CECH SALVA IL VIKTORIA!!!! Seedorf per Abate che mette in mezzo un pallone splendido... Cassano prova ad arrivarci di testa, ma sfiora soltando con il pallone che arriva invece ad IBRAHIMOVIC... Controlo e destro potente da pochi metri: MIRACOLO DI CECH!!!!!
  • 31JIRACEEEEEEK!!!!! MILAN SPACCATO IN DUE.... Da un doppio errore di Abate e Seedorf, il Viktoria riparte velocemente in contropiede (specialità della casa) con JIRACEK, che si fa 30 metri palla al piede e poi calcia dal limite... Conclusione a lato, ma il Milan rischia più del dovuto!
  • 29Ibra cerca sempre di inventare (passaggi in profondità a premiare i movimenti dei compagni), ma la difesa del Viktoria è attenta. E Van Bommel si arrabbia: l'olandese, ma anche Allegri dalla panchina, vorrebbe più circolazione di palla...
  • 27Antonini va in difficoltà quando Pilar scende dalla sua parte: il numero 6 del Viktoria è il giocatore qualitativamente più dotato della formazione ceca...
  • 25SEMPRE MILAN A SAN SIRO!!! Ibra inventa per Cassano che scarica su Emanuelson: chiude bene la difesa del Viktoria, fin qui davvero molto attenta!
  • 23Cerca Emanuelson il triangolo nello stretto con Ibrahimovic, ma il pallone dell'olandese non è preciso...
  • 22ANCORA CASSANOOOO!!! Destro dal limite dell'area di FantAntonio che stasera sta provando con buona continuità la soluzione verso la porta: conclusione centrale, e nessun problema per Cech!
  • 21Manovra il Milan. Fraseggio tra Ibra e Abate, ma il Plzen intercetta e, dopo un breve inserimento di Cassano, libera verso la metà campo rossonera
  • 19Viktoria Plzen ancora in avanti. Jiracek penetra all'interno della difesa rossonera, serie di retropassaggi e Horvath che prova a concludere! Palla deviata in calcio d'angolo
  • 18Riparte il Milan. Cross morbido dalla tre quarti di Seedorf per Cassano, che però viene pescato in fuorigioco dall'assistente dell'arbitro
  • 17Due corner per il Plzen; sugli sviluppi del secondo, Jiracek prova la conclusione dalla distanza, ma il pallone sfila al lato del palo
  • 16SALE IL VIKTORIA!!! PILAR calcia dalla distanza: Abbiati sicuro...!
  • 15GRANDE IDEA di CASSANO per Ibrahimovic che sale in cielo ma è anticipato dall'ottima chiusura di Cisovsky!
  • 14Colpo di testa di VAN BOMMEL da dentro l'area: conclusione alta sopra la traversa sugli sviluppi di un bel cross dalla trequarti di Abate...
  • 13CON IBRA IN CAMPO E' TUTTO UN ALTRO MILAN: ha ragione Allegri quando dice che senza lo svedese il Milan perde quasi metà del suo potenziale offensivo...
  • 11ANCORA MILAN IN ATTACCO!!! CASSANOOOOOO!!!!! Destro dal limite dell'area di FantAntonio su suggerimento di Abate: Cech si salva in angolo!!!
  • 11MAGIA DI IBRAHIMOVIC per Cassano: chiuso dall'ottimo intervento di Bystron...
  • 10Seedorf in profondità per IBRA... Che si allunga come può, ma non riesce a controllare il suggerimento del suo compagno...
  • 9Si chiude bene adesso il Viktoria: Seedorf porta palla a centrocampo a testa alta. Ma Ibrahimovic e Cassano sono fermi perchè ben controllati dalla difesa avversaria...
  • 7Avvio di gara a ritmo altissimo a San Siro: dopo il primo brivido, il Milan ora comanda il gioco e con Cassano ha anche sfiorato il gol del vantaggio...
  • 5MILAN VICINISSIMO AL GOOOOOL!!! Ibrahimovic scappa via sulla destra al proprio marcatore diretto, uno sguardo al centro e palla splendida per CASSANO: destro al volo, ma grande parata di Cech!!!
  • 3SUPER MIRACOLO DI ABBIATI!!!!! Pilar scappa via sulla sinistra ad Abate, arriva sul fondo e crossa verso il centro: BAKOS si coordina e in tuffo di testa costringe ABBIATI alla grande parata!!!!!
  • 1Emanuelson nello spazio per Abate, che arriva sul fondo e crossa al centro: esce bene Cech...
  • 1SI PARTE!!!!! Del Milan il primo possesso palla...
  • -GRUPPO H: calendario e risultati
  • -I due capitani, Seedorf e Horvat, sono a colloquio con il direttore di gara...
  • -Arbitrerà il tedesco Meyer...
  • -ECCO L'INGRESSO IN CAMPO DELLE DUE SQUADRE!!!! Ah, l'inno della Champions League: che emozione....
  • -QUALCHE PROBLEMA PER ABATE - Il terzino rossonero ha avuto un problema alla coscia destra durante il riscaldamento, ma la sua presenza stasera non è in pericolo...
  • -ABATE IN NAZIONALE? Non è ancora ufficiale, ma il terzino rossonero con tutta probabilità verrà convocato da Prandelli per il prossimo impegno della Nazionale...
  • -CHAMPIONS LEAGUE - Calendario e risultati...
  • -MILAN (4-3-1-2) – Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Antonini; Van Bommel, Seedorf, Nocerino; Emanuelson; Ibrahimovic, Cassano
  • -FORMAZIONI UFFICIALI - Allegri recupera Ibrahimovic e lo getta immediatamente nella mischa dal primo minuto al fianco di Cassano, uomo fondamentale per il Milan in questo inizio di stagione. Emanuelson vince il ballottaggio con Aquilani e si piazza sulla trequarti: Seedorf scala a centrocampo dove giocherà con Van Bommel e Nocerino. In difesa ci sono Abate, Nesta, Thiago Silva e Antoni... In porta ovviamente Abbiati...
  • -Abbiamo già parlato a lungo della partita nel pre-gara in CHAT: ora è il momento di giocarla...
  • -Buonasera amici di Yahoo! Eurosport, un cordiale saluto da parte di Andrea Tabacco! Non perdete la diretta scritta di Milan-Viktoria Plzen, gara valida per la seconda giornata delle fase a gironi della Champions League!!! Calcio d'inizio previsto per le 20:45!!!

lunedì 26 settembre 2011

"Gaddafi's billions" Where is money of Libyans? | Sarkozy | Obama | Cameron

Central Bank of Libya, the rebels captured the Transitional National Council, announced the sale of 29 tons of gold. The bank undertook these measures to "provide citizens with wages." The new head of the Central Bank Ghassem Azzoz also poined out that the bank's assets were fully preserved during the war, nothing has been stolen! Nothing! And nothing has been removed!


It is striking that as it turned out, "the corrupt tyrant" (as the "revolutionaries" had to admit, and this is worth a lot) was not tempted even by a gram of gold owned by the people. Not a gram!

However, knowing about the Colonel what we, friends of Libya, learned about him over the past six months, there's nothing strange about it. Another thing is surprising. So let's talk about it.

About a week ago, the so-called self-styled "friends of Libya" met in Paris to decide that once the capital of Libya Tripoli had been seized - it is a separate story by whom! - the Libyan people's money can be "unfreeze" and passed to the "democrats." Who are the "democrats" and why for the sake of "democracy" they had to kill thousands of Libyans - is also a separate story!

In brief, in Paris they began to count and...

When calculations were done, it turned out that on the frozen Libyan accounts there were only 15 billion. Out of the 89 or 130 ...

Stop, the West mentioned also 170 billion! And claimed that the "tyrant" ( "what a bastard!" screamed all the politicians and everybody in the West, just to defame the lion of the desert! ) stole the money from the Libyan people!

Western politics and Margelov who joined them started feeling uncomfortable, they had a talk behind closed doors and solemnly announced that they found other ten billion. 25 altogether! Out of 170 billion, frozen in March!

Western politics and Margelov who joined them started feeling uncomfortable, they had a talk behind closed doors and solemnly announced that they found other ten billion. 25 altogether! Out of 170 billion, frozen in March!

Moreover, even this amount was delivered to the "new" authorities of Libya not in the currency (the accounts were in dollars, euro, pounds and, in theory, were supposed to be returned in cash ) but they came in boxes with newly printed Libyan dinars. From London - as much as 40 tons!


Read more : I can not be silent! I can stop to cry! [libyasos] --libyasos.blogspot.com/2011/09/rape-of-libya-i-can-not-be-silent.html

Se le cazzate vanno più veloci dei neutrini

‎"Ogni mattina, un neutrino si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della luce. Ogni mattina, la luce si sveglia e sa che dovrà arrivare al Gran Sasso prima del neutrino. Ogni mattina, non importa che tu sia neutrino o luce, ti toccherà ascoltare le minchiate della Gelmini che si è laureata a 732 km da casa e non riesce ad uscire dal tunnel.”

le cazzate del momento-neutrini-gelmini-obama Autore sconosciuto

Intervista con Samih Sawiris: "Servono 20 anni per una vera democrazia in Egitto". C’è il caos!

Si stava meglio quando si stava peggio. Questa vecchia massima può costituire il riassunto dell’attuale situazione dell’Egitto, sette mesi dopo la caduta di Mubarak. A quanto pare la rivoluzione è stata precoce, visto che ha trovato una classe politica inadeguata ed una società civile inesistente perché destrutturata. Così, in questo momento di profonda crisi economico-finanziaria a livello globale, le preoccupazioni degli imprenditori egiziani si moltiplicano e sono in grado di togliere il sonno anche a chi, come il Ceo di Orascom Hotel & Development, Samih Sawiris, non ha certo problemi di liquidità.

orascon-Samih Sawiris-crisi-egitto Samih Sawiris

Sulla crisi globale e sull’attuale situazione politico-sociale dell’Egitto, Samih non ha mezze parole: “E’ una catastrofe. I governi hanno sperperato soldi che non avevano e adottato politiche inadeguate. C’è bisogno di una nuova classe politica, onesta. Circa l’Egitto, c’è da dire che ci "Servono 20 anni per una vera democrazia".

La crisi economica appare infinita. Di chi è la colpa?
"E’ una grandissima catastrofe. Dobbiamo essere onesti: ci sono politici che, anno dopo anno, hanno amministrato in nome della corruzione, spendendo i soldi delle popolazioni senza neppure spiegare in che modo. Il deficit veniva finanziato con i nostri risparmi fino a che sono finiti i soldi".

Il presidente americano Obama ha deciso di inserire una supertassa per le persone più abbienti. E’ una soluzione?
"Un governo, se vuole toccare l’imposizione fiscale, deve contemporaneamente affrontare tutti gli altri problemi del Paese. Un semplice atto simbolico come l’aumento della tassazione alle persone più abbienti non solo non basta ma è anche controproducente. Togliere ai ricchi per dare ai poveri è una decisione che suona bene e che conquista i titoli dei giornali. Ma non risolve il problema di fondo".

Come si deve intervenire?
"E’ necessario un progetto di ampio respiro, completo. Altrimenti rischi solamente di inimicarti chi ha di più, il quale potrebbe perfino arrivare a decidere di non investire più, di non aprire una nuova attività, con tutte le conseguenze immaginabili. Questo è quello che non mi piace di una decisione del genere. Ci vuole un piano di lungo periodo, non può essere una buona idea semplicemente togliere qualcosa a chi ha di più. I governi devono imparare a incoraggiare le persone più abbienti. Potrebbero dire loro: “Se non investi, ti alzo di un punto percentuale l’imposizione fiscale”. Credo possa essere un’intelligente soluzione. Questo significherebbe incoraggiare a far circolare i capitali così da creare nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro".

E’ possibile trovare una via d’uscita a questa crisi?
"No, penso non sia realistico pensare che i soldi spesi nella convinzione che li avremmo guadagnati, torneranno indietro. Quanto fatto dalla Grecia è esemplare: si è fatta prestare soldi da tutto il mondo per continuare gli sprechi, raddoppiare gli stipendi degli impiegati governativi, assumere cinque persone per fare lo stesso lavoro così che una sola di queste fosse produttiva e le altre quattro solo un costo inutile. Fino a che il governo ha detto: “Abbiamo speso troppo e ora non possiamo più pagare”. Non solo: si è ritrovato nell’impossibilità di restituire i prestiti".

Come si può uscire da questa situazione?
"E’ necessario un nuovo gruppo di politici, davvero onesti, che abbiano il coraggio di andare davanti al popolo per dire, senza mezzi termini: “Abbiamo speso tutti i vostri soldi senza realizzare alcunché di produttivo e ora siete costretti a pagare”. In molti casi le banche hanno preso i nostri soldi e li hanno prestati al governo nella convinzione che non sussistessero rischi di investimento. I governi li hanno spesi in modo stupido, non per realizzare nuove imprese o per generare nuova ricchezza ma per pagare stipendi, stipendi e ancora stipendi. Così non ne sono rimasti abbastanza per restituire il debito".

Italia ed Europa, in questi giorni, guardano alla Cina. Pechino ci salverà?
"E’ come sperare che arrivi Babbo Natale e ci riempia di bellissimi regali senza chiedere nulla in cambio… Non credo proprio che la Cina sia Babbo Natale. Non vi daranno mai dei soldi senza la certezza di avere un tornaconto, questo è sicuro. Non dimentichiamoci poi che questi soldi sono di tanti poveri cinesi che lavorano tre volte più di quanto non lavoriamo noi e guadagnano dieci volte meno. Non penso che la Cina acquisterà bond italiani. E se lo facesse, si tutelerebbe non poco. La Cina è una nazione pragmatica, non è così stupida da investire in bond correndo il rischio di ritrovarsi a mani vuote tra cinque anni".

A sette mesi dalla rivoluzione che ha portato alla destituzione di Mubarak, qual è la reale situazione dell’Egitto?
"Abbiamo rimosso un dittatore per ritrovarcene 18 milioni… Tutti pensano di conoscere cosa è meglio per il paese e sono convinti di avere il diritto di imporre le proprie idee a tutti gli altri. E’ una continua anarchia e comincia ad esserci qualche giovane, per la strada, che si chiede: 'Perché abbiamo rimosso il faraone? Ora ce ne serve uno nuovo'".

L’Egitto è pronto per una vera democrazia?
"Credo il popolo egiziano sia pronto per la democrazia ma non certo per una democrazia completa, europea. E’ impossibile pensare di implementarla in un solo anno. Credo il processo sia iniziato e proceda nella giusta direzione ma ci vorranno molti anni. Forse tra vent’anni potremo avere una democrazia di stampo europeo. Non serve avere fretta: per 6mila anni l’Egitto non ha conosciuto una vera democrazia! Solo chi non conosce e non rispetta la Storia può pensare di realizzare una vera democrazia in 12 mesi dopo che per 6mila anni non ci siamo riusciti. E’ ridicolo".

Via |Tgcon | Gabriele Russo | Edizione Ecumene24

Fidel Castro a Barack Obama, basta con stupidaggini davanti all’ONU

Il ritorno del “barbudo”. E’ tornato in grande stile, Fidel Castro, il leader della rivoluzione cubana dato per morto alcuni giorni fa. Questa volta si è scagliato contro Barack Husseim Obama, definendo "stupidaggini" le sue parole davanti all'assemblea generale dell'Onu qualche giorno fa.

Onu- Castro a Obama, dice stupidagginiFidel Castro a Barack Obama, basta con le stupidaggini davanti all’ONU

Con grande ironia, Fidel ha chiesto: "Chi ha capito le stupidaggini del presidente degli Stati Uniti di fronte all'assemblea generale?" Una domanda assai loquace, tipica di un uomo adulto nella politica e che ormai non si lascia trascinare da incantatori di serpenti, come è l’ultimo Barack Obama. L’intervento completo è pubblicato sul sito www.cubadebate.cu

Castro si è anche scagliato contro le operazioni della Nato in Libia, definendo tale intervento come un "crimine mostruoso", quanto un "genocidio".

Ecco di seguito il testo integrale dell’intervento leader cubano.

 

Chávez, Evo y Obama (Primera Parte)

Hago un alto en las tareas que ocupan la totalidad de mi tiempo en estos días, para dedicar unas palabras a la singular oportunidad que ofrece para la ciencia política el sexagésimo sexto período de la Asamblea General de Naciones Unidas.
El acontecimiento anual demanda un singular esfuerzo de los que asumen las más altas responsabilidades políticas en muchos países. Para estos, constituye una dura prueba; para los aficionados a ese arte, que no son pocos ya que a todos afecta vitalmente, resulta difícil sustraerse a la tentación de observar el interminable pero instructivo espectáculo.
Existen, en primer lugar, infinidad de temas peliagudos y conflictos de intereses. Para gran número de los participantes es necesario tomar posición sobre hechos que constituyen flagrantes violaciones de principios. Por ejemplo: ¿qué posición adoptar sobre el genocidio de la OTAN en Libia? ¿Desea alguien dejar constancia de que bajo su dirección el gobierno de su país apoyó el monstruoso crimen realizado por Estados Unidos y sus aliados de la OTAN, cuyos sofisticados aviones de combate, con o sin piloto, llevaron a cabo más de veinte mil misiones de ataque contra un pequeño Estado del Tercer Mundo que cuenta apenas con seis millones de habitantes, alegando las mismas razones que ayer se utilizaron para atacar e invadir Serbia, Irak, Afganistán y hoy amenazan con hacerlo en Siria o cualquier otro país del mundo?
¿No fue precisamente el Gobierno del Estado anfitrión de la ONU quien ordenó la carnicería de Vietnam, Laos y Cambodia, el ataque mercenario de Bahía de Cochinos en Cuba, la invasión de Santo Domingo, la “Guerra Sucia” en Nicaragua, la ocupación de Granada y Panamá por las fuerzas militares de Estados Unidos y la masacre de panameños en El Chorrillo? ¿Quién promovió los golpes militares y los genocidios en Chile, Argentina y Uruguay, que costaron decenas de miles de muertos y desaparecidos? No hablo de cosas ocurridas hace 500 años, cuando los españoles iniciaron el genocidio en América, o hace 200 cuando los yanquis exterminaban indios en Estados Unidos o esclavizaban africanos, a pesar de que “todos los hombres nacen libres e iguales” como decía la Declaración de Philadelphia. Hablo de hechos ocurridos en las últimas décadas y que están ocurriendo hoy.
Estos hechos no pueden dejar de recordarse y repetirse cuando tiene lugar un acontecimiento de la importancia y el relieve de la reunión que se realiza en la Organización de Naciones Unidas, donde se pone a prueba la entereza política y la ética de los gobiernos.
Muchos de ellos representan a países pequeños y pobres necesitados de apoyo y cooperación internacional, tecnología, mercados y créditos, que las potencias capitalistas desarrolladas han manejado a su antojo.
A pesar del monopolio desvergonzado de los medios masivos de información y los métodos fascistas de Estados Unidos y sus aliados para confundir y engañar a la opinión mundial, la resistencia de los pueblos crece, y eso puede apreciarse en los debates que se están produciendo en Naciones Unidas.
No pocos líderes del Tercer Mundo, pese a los obstáculos y las contradicciones indicadas, han expuesto con valentía sus ideas. Las propias voces que emanan de los gobiernos de América Latina y el Caribe no contienen ya el acento lacayuno y bochornoso de la OEA, que caracterizó a los pronunciamientos de los Jefes de Estados en décadas pasadas. Dos de ellos se han dirigido a ese foro; ambos, el presidente bolivariano Hugo Chávez, mezcla de las razas que integran al pueblo de Venezuela y Evo Morales, de pura estirpe indígena milenaria, vertieron sus conceptos en esa reunión, uno a través de un mensaje y el otro a viva voz, respondiendo al discurso del Presidente yanki.
Telesur transmitió los tres pronunciamientos. Gracias a eso pudimos conocer desde la noche del martes 20 el mensaje del Presidente Chávez, leído detenidamente por Walter Martínez en su programa Dossier. Obama pronunció su discurso la mañana del miércoles como Jefe de Estado del país anfitrión de la ONU, y Evo pronunció el suyo en las primeras horas de la tarde de ese propio día. En aras de la brevedad tomaré párrafos esenciales de cada texto.
Chávez no pudo asistir personalmente a la cumbre de Naciones Unidas, tras 12 años de lucha sin descanso un solo día que puso en riesgo su vida y afectó su salud y hoy lucha abnegadamente por su plena recuperación. Era difícil sin embargo que su mensaje valiente no abordara el tema más álgido de la histórica reunión. Lo transcribo casi íntegramente:
“Dirijo estas palabras a la Asamblea General de la Organización de las Naciones Unidas, […] para ratificar, en este día y en este escenario, el total apoyo de Venezuela al reconocimiento del Estado palestino: al derecho de Palestina a convertirse en un país libre, soberano e independiente. Se trata de un acto de justicia histórico con un pueblo que lleva en sí, desde siempre, todo el dolor y el sufrimiento del mundo.
“El gran filósofo francés Gilles Deleuze, […] dice con el acento de la verdad: “La causa palestina es ante todo el conjunto de injusticias que este pueblo ha padecido y sigue padeciendo.” Y también es, me atrevo agregar, una permanente e indoblegable voluntad de resistencia que ya está inscrita en la memoria heroica de la condición humana. […] Mahmud Darwish, voz infinita de la Palestina posible, nos habla desde el sentimiento y la conciencia de este amor: ‘No necesitamos el recuerdo/ porque en nosotros está el Monte Carmelo/ y en nuestros párpados está la hierba de Galilea./ No digas: ¡si corriésemos hacia mi país como el río!/ ¡No lo digas!/ Porque estamos en la carne de nuestro país/ y él está en nosotros.’
“Contra quienes sostienen, falazmente que lo ocurrido al pueblo palestino no es un genocidio, el mismo Deleuze sostiene con implacable lucidez: ‘En todos los casos se trata de hacer como si el pueblo palestino no solamente no debiera existir, sino que no hubiera existido nunca. Es, cómo decirlo, el grado cero del genocidio: decretar que un pueblo no existe; negarle el derecho a la existencia’.”
“…la resolución del conflicto del Medio Oriente pasa, necesariamente, por hacerle justicia al pueblo palestino; este es el único camino para conquistar la paz.
“Duele e indigna que quienes padecieron uno de los peores genocidios de la historia, se hayan convertido en verdugos del pueblo palestino; duele e indigna que la herencia del Holocausto sea la Nakba. E indigna, a secas, que el sionismo siga haciendo uso del chantaje del antisemitismo contra quienes se oponen a sus atropellos y a sus crímenes. Israel ha instrumentalizado e instrumentaliza, con descaro y vileza, la memoria de las víctimas. Y lo hace para actuar, con total impunidad, contra Palestina. De paso, no es ocioso precisar que el antisemitismo es una miseria occidental, europea, de la que no participan los árabes. No olvidemos, además, que es el pueblo semita palestino el que padece la limpieza étnica practicada por el Estado colonialista israelí.”
“…una cosa es rechazar al antisemitismo, y otra muy diferente aceptar pasivamente que la barbarie sionista le imponga un régimen de apartheid al pueblo palestino. Desde un punto de vista ético, quien rechaza lo primero, tiene que condenar lo segundo.”
“… el sionismo, como visión del mundo, es absolutamente racista. Las palabras de Golda Meir, en su aterrador cinismo, son prueba fehaciente de ello: ‘¿Cómo vamos a devolver los territorios ocupados? No hay nadie a quien devolverlos. No hay tal cosa llamada palestinos. No era como se piensa que existía un pueblo llamado palestino, que se considera él mismo como palestino y que nosotros llegamos, los echamos y les quitamos su país. Ellos no existían.’”
“Léase y reléase ese documento que se conoce históricamente como Declaración de Balfour del año 1917: el Gobierno británico se arrogaba la potestad de prometer a los judíos un hogar nacional en Palestina, desconociendo deliberadamente la presencia y la voluntad de sus habitantes. Hay que acotar que en Tierra Santa convivieron en paz, durante siglos, cristianos y musulmanes, hasta que el sionismo comenzó a reivindicarla como de su entera y exclusiva propiedad.”
“Al concluir la Segunda Guerra Mundial, se exacerbaría la tragedia del pueblo palestino, consumándose la expulsión de su territorio y, al mismo tiempo, de la historia. En 1947 la ominosa e ilegal resolución 181 de las Naciones Unidas recomienda la partición de Palestina en un Estado judío, un Estado árabe y una zona bajo control internacional (Jerusalén y Belén). Se concedió, […] el 56% del territorio al sionismo para la constitución de su Estado. De hecho, esta resolución violaba el derecho internacional y desconocía flagrantemente la voluntad de las grandes mayorías árabes: el derecho de autodeterminación de los pueblos se convertía en letra muerta.”
“…contra lo que Israel y Estados Unidos pretenden hacerle creer al mundo, a través de las transnacionales de la comunicación, lo que aconteció y sigue aconteciendo en Palestina, digámoslo con Said, no es un conflicto religioso: es un conflicto político, de cuño colonial e imperialista; no es un conflicto milenario sino contemporáneo; no es un conflicto que nació en el Medio Oriente sino en Europa.
“¿Cuál era y cuál sigue siendo el meollo del conflicto?: Se privilegia la discusión y consideración de la seguridad de Israel, y para nada la de Palestina. Así puede corroborarse en la historia reciente: basta con recordar el nuevo episodio genocida desencadenado por Israel a través de la operación ‘Plomo Fundido’ en Gaza.
“La seguridad de Palestina no puede reducirse al simple reconocimiento de un limitado autogobierno y autocontrol policiaco en sus ‘enclaves’ de la ribera occidental del Jordán y en la franja de Gaza, dejando por fuera no solo la creación del Estado palestino, sobre las fronteras anteriores a 1967 y con Jerusalén oriental como su capital, los derechos de sus nacionales y su autodeterminación como pueblo, sino, también, la compensación y consiguiente vuelta a la Patria del 50% de la población palestina que se encuentra dispersa por el mundo entero, tal y como lo establece la resolución 194.
“Es increíble que un país (Israel) que debe su existencia a una resolución de la Asamblea General, pueda ser tan desdeñoso de las resoluciones que emanan de las Naciones Unidas, denunciaba el padre Miguel D’Escoto cuando pedía el cese de la masacre contra el pueblo de Gaza, a finales de 2008 y principios de 2009.”
“Es imposible ignorar la crisis de Naciones Unidas. Ante esta misma Asamblea General sostuvimos, en el año 2005, que el modelo de Naciones Unidas se había agotado. El hecho de que se haya postergado el debate sobre la cuestión palestina, y que se le esté saboteando abiertamente, es una nueva confirmación de ello.
“Desde hace ya varios días Washington viene manifestando que vetará en el Consejo de Seguridad lo que será resolución mayoritaria de la Asamblea General: el reconocimiento de Palestina como miembro pleno de la ONU. Junto a las Naciones hermanas que conforman la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América (ALBA), en la Declaración de reconocimiento del Estado palestino, hemos deplorado, desde ya, que tan justa aspiración pueda ser bloqueada por esta vía. Como sabemos, el imperio, en este y en otros casos, pretende imponer un doble estándar en el escenario mundial: es la doble moral yanqui que viola el derecho internacional en Libia, pero permite que Israel haga lo que le dé la gana, convirtiéndose así en el principal cómplice del genocidio palestino a manos de la barbarie sionista. Recordemos unas palabras de Said que meten el dedo en la llaga: ‘Debido a los intereses de Israel en Estados Unidos, la política de este país en torno a Medio Oriente es, por tanto, israelocéntrica.’”
“Quiero finalizar con la voz de Mahmud Darwish en su memorable poema: ‘Sobre esta tierra hay algo que merece vivir: sobre esta tierra está la señora de la tierra, la madre de los comienzos,/ la madre de los finales. Se llamaba Palestina. Se sigue llamando Palestina./ Señora: yo merezco, porque tú eres mi dama, yo merezco vivir.’”
“Se seguirá llamando Palestina: ¡Palestina vivirá y vencerá! ¡Larga vida a Palestina libre, soberana e independiente!
“Hugo Chávez Frías
“Presidente de la República Bolivariana de Venezuela”.
Cuando la reunión se inició en la mañana siguiente sus palabras estaban ya en el corazón y la mente de las personas allí reunidas.
El líder bolivariano nunca fue enemigo del pueblo judío. Hombre de particular sensibilidad, detestaba profundamente el brutal crimen cometido por los nazis contra niños, mujeres y hombres, jóvenes y ancianos en los campos de concentración donde también fueron víctimas de atroces crímenes e intento de exterminio los gitanos, que nadie sin embargo recuerda y nunca se mencionan. Igualmente cientos de miles de rusos perecieron en esos campos de exterminio como raza inferior en el concepto racial nazi.
Cuando Chávez regresó a su país, procedente de Cuba, la noche del jueves 22 de septiembre, se refirió con indignación al discurso pronunciado por Barack Obama en las Naciones Unidas. Pocas veces lo escuché hablar con tanto desencanto sobre un líder al que trataba con determinado respeto, como una víctima de la propia historia de la discriminación racial en Estados Unidos. Nunca lo consideró capaz de actuar como lo habría hecho George Bush y conservaba un recuerdo respetuoso de las palabras intercambiadas con él en la reunión de Trinidad y Tobago.
“Ayer estuvimos oyendo un conjunto de discursos, anteayer también, allá en Naciones Unidas, discursos precisos como el de la presidenta Dilma Rousseff; discurso de alto valor ético como el del presidente Evo Morales; un discurso que pudiéramos catalogar como un monumento al cinismo, el discurso del presidente Obama, es un monumento al cinismo que su propia cara delataba, su propia cara era un poema; un hombre llamando a la paz, imagínate tú, Obama llamando a la paz, ¿con qué moral? Un monumento histórico al cinismo el discurso del presidente Obama.
“Discursos precisos, orientadores, estuvimos oyendo: el del presidente Lugo, el de la presidenta argentina, fijando posiciones valientes ante el mundo.”
Cuando se inició la reunión de Nueva York la mañana del miércoles 21 de septiembre, el Presidente de Estados Unidos, –tras las palabras de la Presidenta de Brasil que inició los debates, y después de la presentación de rigor– ocupó el podio e inició su discurso.
“En siete décadas, ―comenzó diciendo― cuando la ONU impidió que hubiese una Tercera Guerra Mundial, seguimos en un mundo marcado por el conflicto y plagado de pobreza; cuando proclamamos nuestro amor por la paz y odio por la guerra, sigue habiendo convulsiones en el mundo que nos ponen a todos en peligro.”
No se sabe cuál sería el momento en que según Obama, la ONU impidió una Tercera Guerra Mundial.
“Asumí el cargo en un momento de dos guerras para Estados Unidos, una guerra contra el extremismo, que nos llevó a la guerra; en primer lugar, Osama Bin Laden y su organización Al-Qaeda seguían libres. Hoy establecimos una nueva dirección, al final de este año las operaciones militares en Iraq van a terminar, vamos a tener relaciones normales con un país soberano, miembro de la comunidad de naciones. Esa alianza se fortalecerá con el fortalecimiento de Iraq, de su fuerza de seguridad, de su gobierno, de su pueblo y también de sus aspiraciones.”
¿De qué país está realmente hablando Obama?
“Al poner fin a la guerra en Iraq, Estados Unidos y sus aliados comenzarán la transición en Afganistán; tenemos un país en Afganistán que puede asumir la responsabilidad del futuro de su país, a medida que lo hacen vamos sacando nuestras propias fuerzas y vamos construyendo una alianza solidaria con el pueblo afgano. No debe haber duda, entonces, de que la ola de la guerra está revirtiéndose.
“Asumí el poder cuando miles de estadounidenses servían en Afganistán y en Iraq, al final de este año ese número va a reducirse a la mitad y seguirá disminuyendo. Esto es fundamental para la soberanía, tanto de Iraq como de Afganistán y también esencial para el fortalecimiento de la ONU y de Estados Unidos, cuando construimos nuestra propia nación; además, estamos saliendo de allí con una posición fuerte. Hace 10 años había una herida abierta y hierros retorcidos, un corazón roto en el centro de esta ciudad; hoy cuando se levanta una nueva torre simboliza la renovación de Nueva York; hoy Al-Qaeda tiene más presiones que nunca, su liderazgo ha sido degradado, Osama Bin Laden, un hombre que mató miles de personas de docenas de países, ya no pondrá en peligro la paz del mundo.”
¿De quién fue aliado Bin Laden, quién realmente lo entrenó y armó para combatir a los soviéticos en Afganistán? No fueron los socialistas, ni los revolucionarios en ninguna parte del mundo.
“Esta década ha sido muy difícil, […] pero hoy estamos en la encrucijada de la historia, con la oportunidad de movernos de manera decisiva hacia la paz, para hacerlo debemos volver a la sabiduría de los que crearon esta institución. Las Naciones Unidas y su Carta, insta a que nos unamos para mantener la paz y la seguridad internacionales.”
¿Quién tiene bases militares en todas partes del mundo, quién es el mayor exportador de armas, quién posee cientos de satélites espías, quién invierte más de un millón de millones de dólares anuales en gastos militares?
“Este año ha sido un momento de grandes transformaciones, más naciones han avanzado para mantener la paz y la seguridad y más individuos están reclamando su derecho a vivir en paz y en libertad.”
Cita luego los casos de Sudán del Sur y Costa de Marfil. No dice que en el primero, las trasnacionales yanquis se lanzaron sobre las reservas petroleras de ese nuevo país, cuyo presidente en esa propia Asamblea de la ONU, dijo que era un recurso valioso, pero agotable y proponía el uso racional y optimo del mismo.
Tampoco expresó Obama que la paz, en Costa de Marfil, fue alcanzada con el apoyo de los soldados colonialistas de un eminente miembro de la belicosa OTAN que acaba de lanzar miles de bombas sobre Libia.
Menciona poco después a Túnez, y atribuye a Estados Unidos el mérito del movimiento popular que derrocó al gobierno de ese país, un aliado del imperialismo.
Más asombroso todavía, Obama pretende ignorar que Estados Unidos fue el responsable de que en Egipto se instalara el gobierno tiránico y corrupto de Hosni Mubarak, que ultrajando los principios de Nasser, se alió al imperialismo, arrebato a su país decenas de miles de millones y tiranizó a ese valeroso pueblo.
“Hace un año, ―afirma Obama― Egipto había tenido un presidente durante casi 30 años. Durante 18 días los ojos del mundo estaban centrados en la plaza Taghir, donde los egipcios de todas las partes de la sociedad, jóvenes, niños, mujeres, hombres, musulmanes y cristianos, demandaban sus derechos universales. Vimos en esos manifestantes la fuerza de no violencia que nos ha llevado de Nueva Delhi a Selma y vimos que el cambio llegó a Egipto y al mundo árabe por medios pacíficos.”
“Día a día frente a las balas y a las armas el pueblo libio no renunció a su libertad, y cuando fueron amenazados por esa atrocidad que hemos visto mucho en los últimos siglos, la ONU respetó su Carta, el Consejo de Seguridad autorizó las medidas necesarias para evitar una masacre en Libia. La Liga Árabe exigió esta intervención, hubo una alianza y una coalición para evitar el avance de las fuerzas de Gaddafi.”
“Ayer los líderes de una nueva Libia tomaron su lugar aquí, con nosotros, y esta semana las Naciones Unidas y Estados Unidos están abriendo su nueva embajada en Trípoli.
“He aquí cómo la comunidad internacional debe funcionar, y debería funcionar: las naciones que se unan para buscar la paz y la seguridad y los individuos que exigen sus derechos.
“Todos nosotros tenemos la responsabilidad de apoyar a la nueva Libia, el nuevo gobierno libio que enfrenta transformar esta promesa en una bendición para todos los libios.”
“El régimen de Gaddafi acabó, Gbagbo, Ben Ali, Mubarak, ya no están en el poder. Osama Bin Laden se ha ido, y la idea de que el cambio solamente puede llegar por la violencia ha sido enterrado junto con él.”

Observen la forma poética con que Obama despacha el asunto de Bin Laden, cualquiera que haya sido la responsabilidad de este antiguo aliado, ejecutado con un disparo en el rostro delante de su esposa y sus hijos, y lanzado al mar desde un portaaviones, ignorando costumbres y tradiciones religiosas de más de mil millones de creyentes y principios jurídicos elementales establecidos por todos los sistemas penales. Tales métodos no conducen ni conducirán jamás a la paz.
“Algo está pasando en nuestro mundo, —prosigue respecto a Libia― la manera como las cosas han sido es como será en el futuro. La mano de la tiranía ha terminado, los tiranos han sido ignorados y el poder lo tiene ahora el pueblo. Los jóvenes rechazan la dictadura, rechazan la mentira de que algunas razas, algunos pueblos, algunas etnias no merecen la democracia.
“La promesa en papel de que todos nacemos libres y con el mismo derecho cada vez está más cerca de ser realidad […] La medida del éxito es si las personas pueden vivir en una libertad, dignidad y seguridad sustentable, y la ONU y sus miembros deben hacer lo necesario para apoyar estas aspiraciones básicas, y tenemos más trabajo que hacer en este sentido.”
De inmediato la emprende contra otro país musulmán donde como es conocido, sus servicios de inteligencia junto a los de Israel, asesinan sistemáticamente a los científicos más destacados de la tecnología militar.
Acto seguido amenaza a Siria, donde la agresividad yanqui puede conducir a una masacre mucho más espantosa que la de Libia: “Hoy, hombres, mujeres y niños han sido asesinados y torturados por el régimen de Siria; miles han sido asesinados, muchos durante el período sagrado del Ramadán; miles han atravesado la frontera de Siria.
“El pueblo sirio ha mostrado dignidad y valentía en su búsqueda de justicia, protestando pacíficamente y muriendo por los mismos valores que esta institución defiende. Ahora bien, la cuestión es sencilla: ¿Vamos a apoyar al pueblo sirio o vamos a apoyar a sus opresores? La ONU ya ha aplicado sanciones a los líderes sirios. Apoyamos la transferencia de poder que responda al deseo del pueblo sirio, y muchos se nos han unido en este esfuerzo; pero por el bien de Siria y la paz y seguridad del mundo debemos hablar con una sola voz: no hay excusa para la acción. Ha llegado el momento para que el Consejo de Seguridad sancione al régimen de Siria y apoye al pueblo sirio.”
¿Ha quedado acaso algún país excluido de las amenazas sangrientas de este ilustre defensor de la seguridad y la paz internacional? ¿Quién concedió a Estados Unidos tales prerrogativas?
“En la región, debemos responder a los llamados por el cambio. En Yemen, mujeres, niñas, hombres se han reunido en las plazas, todos los días, con la esperanza de que su determinación y el derrame de su sangre lleve a un cambio. El pueblo estadounidense apoya esas aspiraciones. Debemos trabajar con los vecinos y los socios en el mundo para buscar un camino que lleve a una transición pacífica del gobierno de Saleh, y que haya elecciones libres y justas lo más pronto posible.
“En Bahrein se han tomado medidas para la reforma en la rendición de cuentas. Estamos contentos con ello, pero se requiere mucho más. Somos amigos de Bahrein, y seguiremos exigiéndoles al gobierno y a los opositores que busquen un diálogo significativo que llegue a cambios pacíficos y cumpla los deseos del pueblo. Creemos que el patriotismo de Bahrein puede ser mayor que el sectarismo que le separa; es difícil, pero se puede lograr.”
No menciona en absoluto que allí se encuentra una de las mayores bases militares de la región y que las transnacionales yanquis controlan y disponen a su antojo de las mayores reservas de petróleo y gas de Arabia Saudita y los Emiratos Árabes.
“Creemos que cada nación debe tener su propio camino para lograr satisfacer las aspiraciones de los pueblos. No podemos estar de acuerdo con todos aquellos que se expresan políticamente, pero siempre vamos a estar defendiendo los derechos universales que fueron apoyados por esta Asamblea, derechos que dependen de elecciones libres y justas, gobiernos transparentes y que rindan cuentas, respeto por los derechos de las mujeres y las minorías, justicia igual y justa. Eso merece nuestro pueblo. Estos son los elementos de la paz que pueden durar.”
“…Estados Unidos va a seguir apoyando a las naciones que van hacia la democracia con mayor comercio e inversión, para que la libertad sea seguida por la oportunidad. Continuaremos nuestro compromiso con los gobiernos, pero también con la sociedad civil, estudiantes, empresarios, partidos políticos, la prensa, los medios.
“Hemos condenado a los que violan los derechos humanos e impiden que lleguen a esos países. Castigamos a los que violan esos derechos, y siempre vamos a servir como una voz de aquellos que han sido silenciados.”
Después de esta larga perorata, el insigne Premio Nobel entra en el espinoso tema de su alianza con Israel que por cierto, no figura entre los privilegiados poseedores de uno de los más modernos sistemas de armas nucleares y medios capaces de alcanzar objetivos distantes. Conoce perfectamente bien cuan arbitraria e impopular es esa política.
“Sé que esta semana hay un tema que es fundamental en este sentido, para estos derechos. Es una prueba para la política exterior de Estados Unidos cuando el conflicto entre Israel y palestinos continúa. Hace un año estuve en este podio e insté para que hubiese una Palestina libre. Creí entonces, y lo creo hoy, que el pueblo palestino merece su Estado, pero también dije que una paz genuina solo puede lograrse entre israelíes y palestinos mismos. Un año después, a pesar de muchos esfuerzos de Estados Unidos y otros, las partes no han podido salvar sus diferencias. Ante este estancamiento he planteado una nueva base de negociaciones, lo hice en mayo último. Esa base es clara, es conocida para todos: los israelíes deben saber que cualquier acuerdo debe tener garantías para su seguridad; los palestinos deben conocer las bases territoriales de su Estado. Yo sé que muchos han estado frustrados por la falta de avances, y yo también lo he estado y lo estoy. La cuestión no es la meta que buscamos, sino cómo logramos esa meta.”
“La paz exige mucho trabajo, la paz no va a llegar por resoluciones ni declaraciones ante la ONU, si fuese tan fácil ya se hubiera logrado. Los israelíes y los palestinos deben sentarse, y van a vivir juntos, son ellos los que deben buscar una solución viable en sus fronteras, deben buscar una solución sobre Jerusalén, sobre los refugiados. La paz depende del acuerdo entre aquellos que deben vivir juntos después que culminen nuestros discursos, mucho después de que nosotros hayamos votado.”
Se extiende a continuación en una larga perorata para explicar y justificar lo inexplicable y lo injustificable.
“…No hay duda al respecto de que los palestinos han visto esto retrasado por demasiado tiempo, y es justamente porque creemos tanto en las aspiraciones del pueblo palestino que Estados Unidos ha invertido tanto tiempo y tanto esfuerzo en construir un Estado palestino y negociaciones que puedan cumplir esta meta del Estado palestino; pero hay que entender esto también, Estados Unidos hizo un compromiso con la seguridad de Israel, es esencial; nuestra amistad es profunda y duradera con este Estado israelí.”
“El pueblo judío ha formado un Estado exitoso y merece reconocimiento y relaciones normales con sus vecinos, y los amigos de los palestinos no le hacen ningún favor al ignorar esta verdad.
“…cada lado tiene aspiraciones legítimas, y eso es parte de lo que hace la paz, algo tan difícil, y el plazo final solamente podrá romperse cuando cada parte aprenda a estar en los zapatos del otro, cada parte pueda ver el mundo a través de los ojos del otro. Eso debemos alentarlo, debemos promover esto.”
Mientras tanto, los palestinos permanecen desterrados de su propia patria, sus casas son destruidas por monstruosos equipos mecánicos y un muro odioso, mucho más alto que el de Berlín, separa a unos palestinos de otros. Lo mejor que podía haber reconocido Obama es que los propios ciudadanos israelíes están ya cansados del derroche de recursos invertidos en la esfera militar, que los priva de paz y de acceso a los medios elementales de vida. Igual que los palestinos, ellos están sufriendo las consecuencias de esas políticas impuestas por Estados Unidos y los elementos más belicosos y reaccionarios del Estado sionista.
“A medida que hacemos frente a estos conflictos y a estas revoluciones debemos reconocer y recordar que […] la paz verdadera depende de crear la oportunidad que hace que la vida valga la pena ser vivida, y para ello debemos confrontar enemigos comunes de la humanidad: las armas nucleares, la pobreza, la ignorancia y la enfermedad.”
¿Quién entiende este galimatías del Presidente de Estados Unidos ante la Asamblea General?
Acto seguido postula su ininteligible filosofía:
“Para hacer frente a la destrucción mundial debemos luchar por un mundo sin armas nucleares; en los últimos dos años comenzamos a andar ese sendero. Desde la Cumbre en Washington muchas naciones han comenzado a garantizar asegurar su material nuclear contra los posibles terroristas.”
¿Puede haber terrorismo mayor que la política agresiva y belicosa de un país cuyo arsenal de armas nucleares podría destruir varias veces la vida humana en este planeta?
“Estados Unidos va a continuar trabajando para prohibir la prueba de materiales nucleares y de los materiales para estas armas nucleares”, nos sigue prometiendo Obama. “Hemos comenzado, entonces, a avanzar en el sentido correcto. Estados Unidos está comprometido a cumplir con sus obligaciones; pero cuando cumplimos con nuestras obligaciones esperamos que las instituciones también ayuden a limitar la expansión de estas armas […] Irán no ha podido demostrar que su programa de armas nucleares es pacífico.”
¡Vuelve con la matraquilla! Pero esta vez Irán no está sola; la acompaña la República Democrática de Corea.
“Corea del Norte todavía tiene que tomar medidas para reducir sus armas y reducir su beligerancia contra el Sur. Hay un futuro de muchas oportunidades para los pueblos de esas naciones si sus gobiernos cumplen con sus obligaciones internacionales; pero si continúan en el sendero fuera del derecho internacional, deben sentir mayores presiones de aislamiento, por eso es que nuestro compromiso hacia la paz y la seguridad exigen que esto se haga de esta manera.”

Continuará mañana.

Fidel Castro Ruz

Septiembre 25 de 2011

7 y 36 p.m.

Chi sono i veri mercenari in Libia di Amedeo Ricucci

Almeno 40 incursori delle SAS inglesi e altrettantilegionari francesi. Più un centinaio di istruttori egiziani, una ventina forniti dal Qatar e dagli Emirati Arabi Uniti, una dozzina di bulgari e, dulcis in fundo,una decina di italiani. In tutto 300 uomini, forse di più. Sono questi i numeri reali, stimati al ribasso, delle forze speciali “alleate” che stanno aiutando iribelli libici ed hanno già avuto un ruolo determinante nella conquista di Misurata, Zintan, Zawiya, e Tripoli. A rivelarli è un rapporto appena uscito del Royal United Services Institute (RUSI) di Londra, che conferma le indiscrezioni già uscite sulla stampa internazionale ma aggiunge, oltre ad una analisi militare assai accurata, tutta una serie di dettagli nuovi e per certi versi inquietanti.

Da cui  si evince che i veri mercenari presenti in Libia non sono quelli reclutati da Gheddafi – alla prova dei fatti ne hanno ucciso o catturato poche centinaia – bensì quelli messi in campo dalla Nato, in palese contrasto con  la risoluzione 1973 dell’Onu, che autorizzava sì’ l’intervento “umanitario” in Libia ma vietava espressamente l’uso di forze di terra e l’occupazione militare del territorio.
Secondo il RUSI il ruolo delle forze speciali alleate è stato esteso, massiccio e determinante.

Innanzitutto nell’addestramento dei ribelli all’uso dei più sofisticati sistemi d’arma, ma anche nel coordinamento delle operazioni sul terreno, nel lavoro di intelligence e infine nell’infiltrazione in zone sotto il controllo dei lealisti. La presa di Tripoli, in particolare, sarebbe stata preparata per quattrolunghi mesi dalle SAS inglesi; e senza questo aiuto, sottolinea il RUSI,  difficilmente si sarebbe realizzata nei tempi brevi e nelle modalità poco cruente con cui è avvenuta.

Dal Rapporto risulta infine che le Sas inglesi erano attive a Bengasi già dal 23 febbraio, il che vuol dire una settimana dopo l’inizio della rivolta e un mese prima che la Nato decidesse ufficialmente di intervenire. Insomma, pare proprio che i ribelli abbiano avuto dei “padrini” assai premurosi, e da subito. Forse ancor prima che diventassero dei ribelli.

Via | amedeoricucci.it |

Saccheggio o rivoluzione mondiale di Luis Britto García

1- I paesi egemonici hanno avuto, hanno, e avranno un altro metodo che non sia l’intervento militare per affrontare la loro stessa crisi e dei paesi periferici? La costruzione di armi muove l’industria. Il reclutamento di mercenari occupa e allontana i marginali. La distruzione dei paesi per dividersi le risorse anima l’assalto finanziario.

2- Sarà sufficiente la guerra infinita per salvare l’imperialismo? La spesa in armi spezza le economie. Il deficit si mischia con tagli della spesa sociale che fomentano la sollevazione interna. L’economia dei casinò delle borse conduce da una crisi all’altra. La continua aggressione esterna impantana gli imperi in guerre che non possono vincere contro culture che non capiscono. Il saccheggio e spreco di idrocarburi finirà una volta esauriti. L’attuale stile della civiltà non sopravviverà all'esaurimento della fonte del più del 90% del consumo energetico. La corsa per il petrolio, acqua e biodiversità porta allo scontro tra le grandi potenze e alla Guerra Mondiale.

3- L’attentato contro la Libia modifica questo panorama? Bombardamenti filantropici della NATO aprono la strada ad un’umanitaria coalizione di saccheggiatori che include speculatori finanziarie dell’autocrazia petrolifera del Qatar, ex funzionari di Gheddafi, fondamentalisti sunniti, yihadisti, gruppi tribali e pedine di Al Qaeda. Questa benevola compagnia ha iniziat uccidendo il suo primo capo, Younis. Non sembrano le basi per costruire una pace duratura né una vittoria veloce che quelle infinitamente ritardate in Afghanistan e in Iraq. Gli USA hanno armato in Afghanistan i talebani, adesso i loro peggiori nemici. Nove anni di demolizione dell’Iraq si sono conclusi con la conquista del governo da parte degli sciiti favorevoli all’Iran, il primo rivale degli USA nella regione. A forza di bombe, l’Alleanza Atlantica apre la strada in Libia a gran parte dei suoi nemici. Ogni alleato degli USA diventa vittima o nemico.

4- Basterà non fare nulla perché l’Impero si fermi? In una intervista tv realizzata a marzo del 2007, l’ex comandante della NATO, il generale Wesley Clark, rivela che poche settimane dopo l’11 settembre, cominciava l’invasione in Afghanistan, uno dei segretari che lavorava direttamente con il Segretario Rumsfeld e il sottosegretario Wolfwits, mostrò delle carte dell’ufficio del Segretario della Difesa dicendo: "Questa è una memoria che descrive come invaderemo 7 paesi in 5 anni.Cominciando dall’Iraq, Siria, Libano, Libia, Somalia e Sudan per finire con l’Iran"(Generale Wesley Clark: piano degli Stati Uniti nel 2007 per invadere 7 paesi, tra questi la Libia, www.foroperu.com 13-08-2011)

5- Il ladrocinio contro la Libia migliorerà la sorte delle autocrazie petrolifere di Bahrein, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar, dalle potenze che hanno omesso l'uso del veto contro l'intervento, consumatori di idrocarburi? Le compagnie imperiali manterranno alti i prezzi, perché da questi dipendono guadagni esorbitanti. Le autocrazie petrolifere sono utili come pedine contro i paesi dell’OPEP ancora indipendenti. Man mano che saranno sottomessi, le autocrazie petrolifere del Golfo diverranno inutili, l’oro nero sarà pagato sempre di meno e i loro popoli affamati le faranno cadere. La Russia e la Cina sono state escluse dalla divisione del petrolio libico. Ben presto saranno escluse dal petrolio mondiale.

6- Il saccheggio calmerà la turbolenza globale? Se il bottino non è sufficiente per le grandi potenze, meno arriverà al popolo. La recessione aumenterà la disoccupazione, questo peggiorerà la discriminazione contro gli immigrati, la crisi alimentare farà aumentare il costo della vita, la decisione dei governi di versare il peso della crisi sui lavoratori li porterà alla fame, questi continueranno sotto le bandiere dell’indignazione, liberandosi del neoliberalismo e facendo cadere le autocrazie conservatrici come quelle di Tunisia e Egitto.

7- Basterà una crisi terminale del capitalismo e un’ondata di ammutinamenti e di agitazione popolare per far esplodere una rivoluzione internazionale? Le forze sociali si dissipano senza macchine o di progetti capaci di canalizzarle. Durante l’ecatombe neoliberale, partiti e intellettuali prima rivoluzionari, si sono concessi al Pensiero Unico e hanno abdicato la conduzione della potente commozione che oggi scuote il pianeta. Urge la costituzione o ricostituzione di progetti rivoluzionari e di partiti radicali disposti a compierlo. Solo questo ci separa da una Rivoluzione Mondiale.

Via CEPRID | Trad. VANESA | Voci Dalla Strada

Related Posts with Thumbnails