AVETRANA (TARANTO) - Il sindaco di Avetrana, Mario de Marco, ha disposto con
ordinanza la chiusura per la giornata di domani di alcune strade di accesso
alle abitazioni delle famiglie Scazzi e Misseri. Il provvedimento è stato preso
in previsione dell'arrivo di autobus dalla Basilicata e dalla Calabria di
turisti che intenderebbero vedere da vicino la casa in cui viveva Sarah Scazzi
e il garage di casa Misseri nel quale è stata uccisa. E' prevedibile che
l'afflusso di turisti riguarderà anche la zona di campagna nella quale si trova
il pozzo in cui per 42 giorni è rimasto nascosto il cadavere di Sarah.
dell'inviato Matteo Guidelli
TARANTO - Quando l'hanno convocata nella caserma di Manduria la sera del 15
ottobre, Sabrina Misseri ha capito prima di tutti che i suoi tentativi di
depistare le indagini e i suoi "atteggiamenti fortemente sospetti" - come li
definisce nell'ordinanza il gip - che per 50 giorni hanno tenuto lontano da lei
le attenzioni degli inquirenti, non erano riusciti ad evitarle di finire in
carcere con l'accusa di aver aiutato il padre Michele ad uccidere la cugina
Sarah: quando i carabinieri, al termine dell'interrogatorio le hanno detto che
l'avrebbero portata in cella, si è limitata a rispondere con un laconico "tanto
lo sapevo". Una mezza ammissione di colpa, secondo chi indaga, che
confermerebbe come Sabrina abbia avuto un ruolo decisivo nell'omicidio della
quindicenne di Avetrana. Ma anche un crollo psicologico che in qualche modo le
avrebbe consentito di alleggerirsi la coscienza a tal punto da farla cadere in
un sonno pesante, appena salita nell'auto che da Manduria l'ha condotta nel
carcere di Taranto. Della colpevolezza di Sabrina, capace di muoversi con
estrema malizia davanti a decine di telecamere, è convinto il gip Martino
Rosati, che nell'ordinanza con cui ha confermato il carcere parla dei suoi
comportamenti poco credibili e, soprattutto dei tentativi di depistare le
indagini. Come quando sul suo telefono appare un sms che sembrerebbe inviato da
Sarah e che la Misseri potrebbe aver fatto vedere alla madre della quindicenne,
Concetta. "Ci sono tutta una serie di comportamenti della Misseri che appaiono
fortemente sospetti, in senso favorevole all'accusa" scrive il giudice Martino
Rosati nell'ordinanza. Ad esempio, prosegue, "proprio sul suo telefono, già il
1 settembre, perviene da un'utenza rimasta anonima un sms dal testo - 'mamma
sto bene non ti preoccupare' - suscettibile di indirizzare le indagini verso la
fuorviante ipotesi dell'allontanamento volontario". Ma non è questo il solo
tentativo di sviare le indagini: nell'interrogatorio dell'8 settembre, quando
fu sentita come teste, afferma il Gip, Sabrina "adombra sospetti sul padre di
Sarah, adducendo che alcune persone glielo avevano descritto come uno che
'allungava le mani' alle donne, nonché indicandolo come persona con amicizie
poco raccomandabili". E cerca di accusare anche la badante rumena del nonno
della quindicenne. "Comportamenti tali, per lo meno - conclude il giudice - da
indirizzare le indagini verso false piste". Ed inoltre Sabrina non è riuscita a
spiegare la telefonata fatta al padre alle 14.55 del 26 agosto, venti minuti
dopo il delitto (che per l'accusa sarebbe stato commesso tra le 14.28 e le
14.35) e dunque quando Michele "era impegnato nelle attività di occultamento
del cadavere". Una telefonata, si legge nell'ordinanza, "che Mariangela
Spagnoletti afferma di non ricordare e che, se ciò fosse vero, potrebbe pure
legittimare" la possibilità che sia stata fatta da Sabrina "nei brevi momenti
in cui si è staccata dall'amica, che l'attendeva in macchina, per andare a
parlare in casa della zia e quindi al riparo di orecchi indiscreti". Che
Sabrina non solo non sia colpevole, ma che non sia neanche quella "mente
diabolica" descritta dai giornali, ne sono convinti invece i legali Vito Russo
e Emilia Velletri, che non hanno ancora deciso quale strategia difensiva
adottare e dunque se ricorrere per Cassazione oppure se impugnare l'ordinanza
davanti al tribunale del Riesame. "Prima studieremo gli atti e poi decideremo",
dicono, sottolineando però che dal loro punto di vista l'ordinanza "appare
lacunosa in alcuni punti" e delinea per la ragazza un ruolo meno pesante di
quanto descritto dai giornali e dalle tv. "Non è certo contenta di quanto ha
scritto il giudice - affermano - si era illusa di poter uscire dal carcere
anche se noi ce l'aspettavamo e l'avevamo preparata". Certo non si è persa
d'animo: dopo aver appreso di dover rimanere in carcere ha chiesto agli
avvocati che gli portassero un libro. Ma non uno qualunque, uno "per ridere,
qualcosa che mi faccia sorridere". Alla fine la scelta dei legali è finita su
"Cado dalle Nubi" del comico pugliese Checco Zalone. Chissà se la farà ridere
abbastanza.
DIFENSORI SI ACCUSANO, ORDINE VALUTA MISURE
dell'inviato Paolo Melchiorre
Nel caos di telecamere, fotografi e microfoni per la vicenda di Sarah Scazzi,
qualcosa nel meccanismo deontologico che deve regolare l'attività forense
potrebbe essersi inceppato. E' quanto vuole accertare l'Ordine degli avvocati
di Taranto, il cui consiglio ha deciso di convocare per la prossima settimana i
tre legali che difendono, con ruoli distinti, i due indagati per l'omicidio
della quindicenne di Avetrana, Michele Misseri e sua figlia Sabrina. Gli
avvocati sono Vito Russo ed Emilia Velletri, che assistono Sabrina Misseri, e
Daniele Galoppa, difensore del contadino reo confesso del delitto. L'Ordine li
sentirà singolarmente per avere chiarimenti sul comportamento deontologico dei
tre legali, dopo aver acquisito peraltro una serie di filmati su dichiarazioni
rilasciate in pubblico sempre in relazione all'inchiesta sull'uccisione di
Sarah. Nei giorni scorsi tra Russo e Galoppa, in particolare, le accuse
reciproche non sono certo mancate. Il primo ha adombrato ai microfroni il
sospetto che la lunga confessione di Michele Misseri, compresa quella nella
quale chiama in correità la figlia Sabrina per la partecipazione all'omicidio,
sia stata in qualche modo ispirata e guidata dal suo difensore. Di contro, e a
distanza di poche ore, Galoppa ha segnalato dinanzi alle telecamere la presenza
'sospetta' di Russo, la mattina del 15 ottobre, nelle vicinanze del garage di
casa Misseri nel quale erano in corso rilievi da parte dei carabinieri con lo
stesso contadino reo confesso. 'Sospetta', spiegò Galoppa, perché Russo più
tardi venne chiamato ad assistere Sabrina Misseri nell'interrogatorio nella
caserma dei carabinieri di Manduria (Taranto) conclusosi col fermo della
ragazza. A tutto questo si sono aggiunte negli ultimi giorni voci non
controllate sui motivi delle eccessive presenze degli stessi legali in
trasmissioni televisive che trattavano la vicenda Scazzi. A rafforzare le
intenzioni dell'Ordine degli avvocati di vederci chiaro nei comportamenti dei
suoi iscritti è arrivato anche un 'fuori programma' di Russo in una pausa di
una sua partecipazione a 'Matrix' su Canale 5. Mentre dallo studio centrale
stavano per collegarsi con gli ospiti, Russo ha simulato un gesto volgare che è
stato visto e segnalato dai telespettatori a 'Striscia la notizia', che ieri
sera ha mandato in onda il filmato. In una vicenda così tragica che ha colpito,
con motivazioni opposte, due famiglie imparentate tra loro, e che ha scatenato
un caos mediatico ancora non sopito a 56 giorni dalla scomparsa di Sarah e a 15
giorni dal ritrovamento del suo corpo, sembra proprio che in qualche
circostanza si sia andati oltre i limiti. Spetterà ora all'Ordine degli
avvocati capire se e perché tutto questo sia accaduto.
PAESE CERCA RIABILITARE MICHELE, 'CUGINA COLPEVOLE'
dell'inviato Roberto Buonavoglia
Chi è il mostro: Sabrina o suo padre Michele? E chi, tra i due, è più mostro
dell'altro? Ad Avetrana il dibattito è aperto. In molti dicono di voler
dimenticare in fretta, perché sconvolti, il delitto della povera Sarah Scazzi,
ma basta entrare in un bar, varcare la soglia di un ristorante o affacciarsi in
un panificio per sentire clienti e gestori discutere animatamente della tragica
fine della quindicenne, uccisa dallo zio Michele e dalla cugina e amica del
cuore Sabrina Misseri. Nessuno sembra parlare più di Sarah e del dolore dei
suoi genitori, Concetta e Giacomo, che nel pomeriggio hanno visitato per la
prima volta il terreno agricolo su cui si trova il pozzo-cisterna nel quale il
corpo della loro bambina è stato nascosto per 42 giorni. Ormai tutti conoscono
i particolari del delitto che hanno seguito in tv con la stessa ossessione che
solitamente si riserva ad una telenovela. E anche come accade per le soap
opera, anche qui ci sono il buono e il cattivo. Con il passare dei giorni,
nell'immaginario collettivo, tra i due il più 'buono' è zio Michele che ha
compiuto il delitto non più, come si diceva dopo la sua prima confessione,
'perche' è un mostrò, ma solo perché ha voluto assecondare la figlia Sabrina.
Nessuno lo chiama più 'l'orco di Avetranà; nessuno ora crede che lui abbia
potuto abusare sessualmente del cadavere della nipotina. La cattiva,
ovviamente, è Sabrina che ha tradito la fiducia della cuginetta che la adorava
come una sorella, che pendeva dalle sue labbra, e che chiedeva di essere
adottata dalla sua famiglia. Inutile dire che in paese la soddisfazione è tanta
ora che Sabrina è stata smascherata ed è in cella da una settimana. Gli
aggettivi malevoli nei suoi confronti si sprecano. "Perché - dice Maria, 80
anni, cliente del panificio 'Due raggi di sole' - lei ha preso in giro tutti:
voi giornalisti che le avete dato spazio, la zia Concetta che le aveva affidato
la sua bambina, e tutti noi che le abbiamo creduto". "Ora - ribatte Antonella,
nel bar 'La Parigina' - Sabrina sconti le sue colpe in carcere perché ha
distrutto due famiglie e ne ha approfittato per andare in tv recitando di
essere molto preoccupata per il rapimento della cuginetta". Nessuno perdona a
Sabrina le lacrime e i pianti sollecitati dalle dirette tv, la richiesta a
microfoni accesi dell'ergastolo per il padre Michele, e l'invito rivolto al
genitore di aver il coraggio di scontare tutta la pena in carcere "perché -
diceva - sarebbe un codardo se si suicidasse". Neppure la mamma di Sarah,
Concetta Serrano Spagnolo, è disposta a perdonare Sabrina. Concetta e suo
marito Giacomo - dice chi li ha incontrati oggi - sono distrutti dal dolore e
stanno molto male. "Sono sconcertati e sotto choc", dice il loro avvocato
Nicodemo Gentile, che oggi ha incontrato la mamma, il papà e il fratello di
Sarah, Claudio. "La famiglia - aggiunge il legale - é consapevole che,
evidentemente, c'é un coinvolgimento di Sabrina ma sa anche che c'é incertezza
sul presunto ruolo di Cosima", sorella di Concetta.
La mamma di Sarah al suo legale ha detto che "vuole sapere tutta la verità
sulla dinamica dei fatti, sui comportamenti e suoi ruoli che ogni suo parente
ha avuto nel delitto". Vuole capire se la sorella Cosima sapeva che la figlia e
il marito avevano ucciso la sua bambina mentre tentavano di darle una lezione.
"Concetta - sottolinea il legale - aspetta in modo logorante che si faccia
chiarezza". Chiarimenti che chiedono anche da casa Misseri dove la mamma di
Sabrina stamattina ha incontrato il sindaco di Avetrana, Mario De Mauro, al
quale ha giurato che la figlia "é innocente, che il delitto è stato compiuto
dal marito Michele che ha perso la testa". La donna rilancia i soliti
interrogativi per riaprire il giallo. Ma ad Avetrana la gente ha le idee chiare
su Michele e soprattutto su Sabrina. E non vuole più sentire parlare di giallo.