(AGI) - Roma, 31 mar. - Incontro oggi a Roma tra Patrizia
Mirigliani, organizzatrice del concorso di Miss Italia, e
Giuseppe Bellandi, sindaco di Montecatini Terme, una delle
localita' che potrebbero ospitare le finali. L'incontro si e'
svolto negli uffici della Miren, a piazzale Flaminio. Il
sindaco era accompagnato dall'amministratore del Teatro Verdi
di Montecatini, Marco Cardelli, e dal responsabile di Miss
Italia in Toscana, Jerry Stefanelli. "Sono stato favorevolmente
colpito da questa visita e dall'illustrazione dei vari temi che
mi e' stata fatta. La mia citta' -ha detto il primo cittadino-
merita un evento come questo ed e' sicuramente dotata di tutte
le strutture necessarie per organizzarlo. Abbiamo percio' il
dovere, e anche l'entusiasmo, di provare a realizzare il
progetto, anche se dovremo ben valutare la situazione. Avere
Miss Italia e' un sogno per tutti. Siamo percio' onorati che la
nostra candidatura, insieme ad altre, sia in prima fila".
"Nell'incontro con il dott. Bellandi - e' stato il commento di
Patrizia Mirigliani - abbiamo riscontrato una grande
professionalita' e propositi molto concreti. Dobbiamo ora
interpellare i rappresentanti di altre localita' che si sono
proposte, ma fin da ora posso dire che questi colloqui offrono
a Miss Italia apprezzamenti e riconoscimenti di grande
soddisfazione". (AGI)
giovedì 31 marzo 2011
MISS ITALIA: ANCHE MONTECATINI GIOCA LE SUE CARTE PER LA FINALE =
TRASPORTI: COMUNE MILANO, DOMANI SOSPESO ECOPASS PER SCIOPERO =
(AGI) - Milano, 31 mar. - Sospensione dell'Ecopass e
liberalizzazione dei turni dei taxi. Questi i provvedimenti
dell'Amministrazione comunale di Milano a fronte dello sciopero
nazionale dei mezzi pubblici. Domani, quindi, l'applicazione
del provvedimento Ecopass sara' sospesa per l'intero arco della
giornata. Il Comune ha inoltreautorizzato la liberalizzazione
dei turni di servizio taxi, solo per il carico nella citta' di
Milano, dalle ore 9:00 alle 24:00. (AGI)
Mi5/Car
POSTE MOBILE: SI ALLEA CON CINESE ZTE E LANCIA NUOVO TABLET PC
(AGI) - Milano, 31 mar. - Poste, attraverso il suo operatore
virtuale PosteMobile, si allea con la cinese Zte e punta su un
tablet per far crescere ulteriormente la propria base clienti e
il numero di persone che utilizzano i suoi servizi attraverso
smartphone e cellulari. L'ultimo frutto della rinnovata intesa
fra l'azienda italiana e il gruppo cinese da 10,6 miliardi di
fatturato nel 2010 e' il Pm1152 Tabula, un tablet pc touch
screen che sara' venduto a 349 euro e che, per chi
contestualmente attivera' una carta sim di PosteMobile, avra'
anche un anno di navigazione in internet gratis. Punto forte
del terminale sara' 'PosteMobile Store', l'applicazione che
consente di accedere ai servizi Semplifica, che danno la
possibilita' di associare la sim al proprio strumento
BancoPosta, sia conto corrente che Postepay, per realizzare
transazioni, pagare bollettini e ricaricare la propria carta di
credito. "Nell'ottica dell'innovazione, i nostri clienti
troveranno integrato nel tablet anche il 'PosteMobile Store',
la nostra prima applicazione mobile che facilita sempre di piu'
l'accesso e l'utilizzo dei servizi di mobile payment e mobile
banking", ha spiegato Daniela Manuello, responsabile marketing
di Poste Mobile. Il tablet arriva dopo un anno di forte
crescita per PosteMobile, che nel 2010 ha raggiunto 1 milione e
690mila sim attive (+57% sul 2009) e ha realizzato un fatturato
di 172,9 milioni di euro, con ben 42 milioni di euro transati
attraverso i propri servizi in mobilita' nell'ultimo trimestre
del 2010. Per quanto riguarda i terminali, invece, lo scorso
anno sono stati venduti 124mila pezzi, con un obiettivo di
300mila per il 2011. (AGI)
SUD AFRICA,34.000 PANNELLI SOLARI IN BARACCOPOLI DURBAN
(AGIAFRO) - Pretoria, 31 mar. - Il ministro dell'Energia
sudafricano, signora Dipuo Peters, ha riconfermato l'impegno
delle autorita' di Pretoria nello sviluppo delle energie
rinnovabili e lo ha fatto in occasione dell'inaugurazione del
programma che prevede l'installazione di 34.000 pannelli solari
termici per il riscaldamento dell'acqua nella baraccopoli di
Weldbedacht, nei pressi della citta' sud-orientale di Durban.
"I circa 50 milioni di cittadini sudafricani", ha detto Peters,
"devono sapere che per avere una cosa semplice, come l'acqua
calda, e' necessario evitare il ricorso all'elettricita, per
risparmiare cosi' sulle emissioni di Co2'. (AGIAFRO)
Camera, nuova bagarre. Maggioranza battuta Respinto il processo verbale sulla seduta di ieri Fini colpito da giornale lanciato da deputato Pdl
ROMA - L'Aula della Camera respinge a parità di voti il processo verbale della seduta di ieri e scoppia la bagarre. Tanti ministri sono arrivati di corsa per votare ma i loro voti non sono bastati. La seduta è sospesa.
Quando Fini aveva aperto la votazione, ai banchi del governo con qualche sottosegretario c'erano solo i ministri Vito e Brunetta. La votazione resta aperta a lungo per permettere a tutti di votare; a un certo punto, di corsa, entrano in Aula i ministri Fitto, Gelmini, Romano, Romani, Meloni, Alfano e Prestigiacomo. All'opposizione che protesta per la lunghezza dell'apertura della votazione Fini obietta che "tutti i presenti in aula hanno diritto di votare".
Alla fine la votazione viene chiusa e il pari determina la bocciatura del verbale. Qui scoppia la bagarre. I ministri Prestigiacomo, Alfano e Brambilla si girano verso il presidente Fini con in mano le schede di votazione mentre dai banchi della sinistra gridano "Buffoni, buffoni". Dai banchi del Pdl parte un lancio di oggetti, vola un voluminoso fascicolo di emendamenti che non colpisce nessuno. Fini cerca di calmare i ministri, ma è inutile. Alfano lancia in aria la sua scheda, e Fini sospende la seduta. Dai banchi del Pdl gli gridano "Dimissioni, dimissioni", e mentre lascia l'Aula un deputato del Pdl gli tira un giornale che colpisce in pieno il presidente della Camera che punta con il dito il parlamentare.
Con la bocciatura del processo verbale viene dato mandato ai deputati segretari di stilarne uno nuovo, che deve essere nuovamente votato dall'Assemblea.
FINI COLPITO DA GIORNALE LANCIATO DA PDL - Il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato tirato addosso da un deputato del Pdl mentre lasciava l'Aula di Montecitorio dopo la bocciatura del processo verbale. Il giornale ha colpito in pieno il presidente della Camera, che ha individuato il "lanciatore", con il quale ha avuto uno scambio di battute. Nel frattempo, dai banchi del Pdl in tanti gridavano a Fini "Dimissioni, dimissioni".
ALFANO GETTA TESSERA CONTRO IDV. DI PIETRO, SI DIMETTA - Un gesto di stizza e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, entra - dopo La Russa - nel mirino delle opposizioni. Alla chiusura del voto sul processo verbale Alfano, secondo quanto riferito dal leader dell'Idv, ha infatti gettato la sua tessera della Camera contro i banchi dell'Italia dei Valori. "E' stato un gesto irresponsabile, immorale, illegittimo da parte del portantino di Berlusconi", ha detto Di Pietro davanti alle telecamere e mostrando tra le mani la tessera di Alfano. "Lo denuncerò al presidente della Camera" aggiunge Di Pietro stigmatizzando "lo spregio e il disprezzo del ministro nei confronti del Parlamento". Disprezzo tale che, conclude Di Pietro, "mi fa chiedere le immediate dimissioni del ministro".
REGUZZONI, FINI SIA PRESIDENTE SUPER PARTES - "Il presidente della Camera dovrebbe essere super partes. E' invece oggi Fini mi ha tolto la parola per accelerare le votazioni. Io era andato dal segretario generale a dire che volevo parlare prima che lui aprisse le votazioni". Il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni, commenta così il voto di oggi in Aula che ha visto il governo andare sotto. "Fini - aggiunge Reguzzoni -ha fatto finta di non vedere i quattro ministri che stavano votando non consentendogli di terminare la procedura del voto. Io non voglio fare polemiche, ma capisco che con questo atteggiamento di Fini gli animi si surriscaldino...".
SANZIONI LA RUSSA DOPO GIUNTA REGOLAMENTO - L'Ufficio di Presidenza della Camera ha rinviato una decisione sulla sanzione da irrogare al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per il suo comportamento di ieri in Aula dopo che la Giunta per il regolamento esprimerà in merito un parere. La Giunta è convocata per le ore 16. Questa decisione è stata assunta in quanto, viene spiegato, non esistono precedenti di sanzioni disciplinari irrogate a Montecitorio nei confronti di ministri.
L'unico membro del governo che fino ad oggi aveva ricevuto sanzioni per un suo comportamento alla Camera era stato il Verde Paolo Cento, al tempo dei fatti sottosegretario all'Economia. Tuttavia, non c'é analogia con La Russa: Cento era infatti solo sottosegretario ed aveva commesso i fatti per i quali era stato sanzionato non dai banchi del governo ma da quelli da deputato. In quel caso, ai colleghi della Lega che avevano innalzato un cartello con la scritta "Bertinotti l'Africano", contro l'allora presidente della Camera, Cento aveva risposto con un altro cartello, con su scritto "Fateve 'na canna''. L'ufficio di presidenza è riconvocato dopo che la Giunta per il Regolamento avrà espresso il proprio parere, presumibilmente intorno alle 18. A quel punto verranno visionati i filmati della seduta di ieri e i Questori avanzeranno una proposta di sanzioni, che potrebbero essere non solo per La Russa ma, spiega il vicepresidente Maurizio Lupi (Pdl), "anche per tutti gli altri che in Aula ieri hanno mantenuto il comportamento sconveniente a cui tutti abbiamo assistito". Inizialmente i Questori avevano proposto di far riunire nuovamente l'ufficio di presidenza martedì prossimo, ma l'opposizione ha chiesto ed ottenuto che tutto si facesse oggi.
FINI CHIEDERA' INFORMATIVA MINISTRO INTERNO - Il presidente della Camera chiederà al ministro dell'Interno di venire a riferire su quanto è avvenuto ieri pomeriggio davanti a Montecitorio, quando i manifestanti sono letteralmente arrivati a un passo dal portone dell'ingresso principale: Gianfranco Fini ha accolto la richiesta in tal senso avanzata oggi nell'ufficio di presidenza della Camera. L'unico precedente di manifestanti arrivati così vicini all'ingresso della Camera risale al 1992; si trattava di una manifestazione di giovani di destra, e in quel caso l'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino venne a riferire a Montecitorio.
Libya/War: Ugandan protesters in support of Libyan President Moammar Gadhafi
Ugandan protesters shout slogans in support of Libyan President Moammar Gadhafi as they display banners with his image, at the Pan African Freedom Square in Uganda capital Kampala, Tuesday March 29, 2011.
A woman shouts slogans in support of Libyan President Moammar Gadhafi as she carries his photo, at the Pan African Freedom Square, in Uganda capital Kampala Tuesday March 29, 2011. Police in Uganda say they stopped supporters of Libyan leader Moammar Gadhafi from marching toward and possibly attacking U.S. and other embassies in Kampala. A group of several hundred Africans from countries like Kenya, Somalia, and Tanzania held an anti-U.S. rally where they held signs like "Down with America" and "Down with Obama." (AP Photo/Stephen Wandera)
A man holding a placard shouts slogans in support of Libyan President Moammar Gadhafi, at the Pan African Freedom Square, in Uganda capital Kampala Tuesday March 29, 2011. Police in Uganda say they stopped supporters of Libyan leader Moammar Gadhafi from marching toward and possibly attacking U.S. and other embassies in Kampala. A group of several hundred Africans from countries like Kenya, Somalia, and Tanzania held an anti-U.S. rally where they held signs like "Down with America" and "Down with Obama." (AP Photo/Stephen Wandera)
mercoledì 30 marzo 2011
Immigrazione: Naufraga gommone, bambino tra i morti
A bordo si trovavano nigeriani ed eritrei. Le vittime sarebbero almeno 11. Solo 6 i superstiti
MILANO - Mentre la politica discute della gestione dell'emergenza immigrati a Lampedusa e della distribuzione dei profughi nel resto d'Italia, arriva la notizia di un altro gommone carico di migranti nigeriani ed eritrei affondato nel Canale di Sicilia. Undici persone, tra le quali un bambino, sono morte. Soltanto sei i superstiti, che sono stati soccorsi da una motovedetta della Guardia Costiera, dopo un primo intervento di un peschereccio, forse egiziano. A causare il naufragio sarebbe stata la fine del carburante: in balia delle onde, ad un certo punto il natante si è rovesciato.
con corriere.it
[Esplora il significato del termine: Immigrazione, Mantovano si dimette Stato-Regioni: «Profughi in tutta Italia»] Immigrazione, Mantovano si dimette Stato-Regioni: «Profughi in tutta Italia»
ROMA - Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha deciso di rassegnare le dimissioni, in polemica con la gestione della politica dell'immigrazione del governo, in particolare in relazione alla gestione della tendopoli di Manduria. Una scelta analoga è stata presa anche dal sindaco della cittadina pugliese, Il sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, del Pdl. Per dare più forza al proprio gesto, Tommasino ha deciso di consegnare la sua rinuncia alla fascia di primo cittadino direttamente nelle mani dello stesso Mantovano. Il sindaco si trovava a Roma per incontrare il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, proprio per discutere dei problemi legati alla presenza sul territorio della tendopoli per immigrati.
LA DECISIONE - La scelta di abbandonare la squadra di governo è stata presa da Mantovano dopo la notizia che la prima nave passeggeri che trasferirà gli immigrati da Lampedusa porterà a Taranto, e poi a Manduria, oltre 1.400 persone, secondo quanto annunciato dallo stesso Silvio Berlusconi durante la sua trasferta a Lampedusa. Peccato che nei giorni scorsi Mantovano, nel consiglio comunale a Manduria, avesse annunciato - su indicazione del ministro dell'Interno, Roberto Maroni -, che la tendopoli allestita nella cittadina pugliese avrebbe ospitato al massimo 1.500 immigrati irregolari. Ad oggi risultano essere oltre 1.300 gli immigrati assistiti a Manduria e con i 1.400 in arrivo si raggiungerebbe già quota 2.700. La Puglia ospita già tre centri per richiedenti asilo e due Centri di identificazione ed espulsione.
«PROFUGHI IN TUTTA ITALIA» - In serata è arrivata dall'incontro tra governo e Regioni la notizia di un impegno di solidarietà per la distribuzione dei profughi, stimati «fino a 50mila», in tutto il territorio nazionale, con la sola esclusione dell'Abruzzo. E' stata inoltre ipotizzata l'istituzione di una cabina di regia nazionale coordinata dal governo con Regioni ed enti locali con la copertura da parte del governo di tutte le risorse finanziarie necessarie a gestire l'emergenza. Questi punti chiave sono emersi nella seduta straordinaria della Conferenza unificata straordinaria con all'ordine del giorno proprio l'emergenza immigrazione. «Il Governo si impegna a collocare i Cie equamente sul territorio nazionale, considerando che alcune Regioni ospitano già queste strutture» ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «In queste settimane - ha spiegato il presidente della giunta dell'Emilia Romagna - sono state dette molte cose sbagliate e la gestione di Lampedusa è stata inadeguata. Con questa intesa diciamo che c'è l'impegno di solidarietà per affrontare l'emergenza profughi che riguarda tutto il Paese. C'è un coordinamento tra enti locali e governo per definire un percorso che assicura che a tutte le Regioni sia stata assegnata una quota di profughi e c'è la messa a disposizione di risorse da parte del Governo per assicurare la collocazione in case famiglie dei minori non accompagnati». Errani ha poi aggiunto che «occorreva ricorrere all'articolo 20 del testo unico sull'immigrazione che assicurava un permesso provvisorio ai migranti per gestire l'emergenza».
«SPERO CHE LE RITIRI» - Quanto alle dimissioni di Mantovano, il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, ha espresso la speranza «che siano dimissioni simboliche, che siano dimissioni di denuncia». «Mantovano - ha aggiunto - è la persona più adatta a valutare l'eccessivo numero di immigrati». Il ministro della Difesa ha spiegato ai giornalisti a Montecitorio che è necessario ascoltare le parole di Mantovano: «Se lui dice così, e cioè che il numero di immigrati trasferiti a Manduria è eccessivo io sono propenso ad ascoltarlo».
«VITTIME DEL VOTO DI SCAMBIO» - «Le dimissioni di Mantovano e del sindaco di Manduria, - ha commentato Alberto Losacco, parlamentare pugliese del Pd - sono la prova delle finzioni e delle fratture in un governo che ha svenduto il Sud alla Lega in cambio del voto sul processo breve». I due, secondo Losacco, sono vittime di un «voto di scambio». «Mantovano, forse in un sussulto di dignità - ha aggiunto Livia Turco -, si è dimesso perché ha capito che il piano del governo Berlusconi è quello di spostare gli immigrati da Lampedusa alla tendopoli di Manduria».
Scontro Fini-La Russa Sospesa la seduta
ROMA -Momenti di tensione davanti Montecitorio dove il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, è stato duramente contestato da un gruppo di manifestanti del popolo Viola e del Pd che si erano radunati davanti a Montecitorio per un sit in contro la legge sul processo breve. La Russa è uscito dalla Camera e si è avvicinato ai manifestanti che l'hanno raggiunto gridandogli: "Vergogna, mafiosi, fascista" e gli hanno tirato delle monetine. La Russa è stato protetto da un cordone di carabinieri che lo hanno fatto rientrare a Montecitorio. Duramente contestato anche il sottosegretario Daniela Santanché apostrofata con "bugiarda"
SCONTRO CON LA RUSSA, FINI SOSPENDE SEDUTA - Il presidente della camera Gianfranco Fini ha sospeso la seduta della Camera dopo un violento scontro con il ministro della Difesa La Russa. Il capogruppo del Pd Dario Franceschini stava contestando l'operato del ministro della Difesa rispetto alla manifestazione davanti Montecitorio quando La Russa gli ha fatto segno con la mano di stare zitto, avvicinando il dito al naso, e mandandolo platealmente a quel paese. Mentre in Aula si scatena la bagarre, il presidente Fini invita il ministro ad "avere un atteggiamento rispettoso verso l'assemblea". La replica non si fa attendere: il ministro gli batte scherzosamente le mani e gl fa il segno di stare zitto. A quel punto Fini chiede rispetto per la presidenza, e La Russa sembra urlargli "ma che fai". E sembra mandare a quel paese anche lui. Il presidente sospende la seduta, ha un altro scambio di battute con la Russa che, mentre in Aula, dall'opposizione, gli urlano "fascista, fascista", tira in aria i fogli che ha davanti. Fini esce dall'emiciclo esclamando: "fatelo curare".
LA RUSSA CHIAMA FINI; NON TI HO OFFESO, CHIEDO SCUSA - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha telefonato al presidente della Camera Gianfranco Fini per scusarsi per quanto avvenuto oggi in Aula. Il titolare della Difesa, a quanto si apprende, ha spiegato al presidente della Camera di non aver mai voluto offenderlo, ma di aver rivolto il suo gesto al capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini.
LA RUSSA, FUORI CAMERA MANIFESTAZIONE PREMEDITATA - "Si tratta di una contestazione premeditata contro la maggioranza, gli organi costituzionali e la libertà del Parlamento". Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, chiedendo la parola in aula e parlando della manifestazione fuori Montecitorio, dove il titolare della Difesa è stato contestato. Il ministro della Difesa chiede di prendere la parola, volendo "informare l'aula di un fatto grave. Sono stato avvisato da componenti del governo, tra cui la Santanché - dice - che mi hanno detto che era diventato non solo impossibile, ma pericoloso, uscire dal Parlamento. Sono andato a verificare e ho visto che a due metri dal portone d'ingresso di Montecitorio c'era uno schieramento di qualche centinaio di persone appositamente convenute con intento offensivo, intimidatorio e violento". Parole, quelle di La Russa, contestate dall'opposizione: "C'eravate? - dice il ministro rivolgendosi ai banchi dell'opposizione - quello che sta avvenendo fuori non so se sia frutto della vostra predicazione, ma non si è mai vista una cosa del genere fuori dal Parlamento. Mi sono anche meravigliato che le persone fossero arrivate così vicino e colgo l'occasione per ringraziare le forze dell'ordine presenti".
PRIMA IL 'VAFFA' DEL MINISTRO, POI FINI, CURATELO - Curatelo", sibila lasciando l'aula di Montecitorio il Presidente della Camera Gianfranco Fini all' assistente del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Poco prima il ministro si era rivolto alla terza carica dello Stato - riferiscono i presenti in aula - levando il braccio ed esclamando "ma vaffa...". E Fini, prima di sospendere la seduta: "Non le consento di insultare la presidenza della Camera". Più tardi, riferiscono ancora fonti parlamentari, La Russa spiegherà che non aveva inteso insultare il presidente della Camera ma che il suo gesto era rivolto a Dario Franceschini. Da registrare - sempre secondo quanto riferisce chi era in aula - anche la dura reprimenda del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto al sottosegretario alla Attuazione del Programma Daniela Santanché, rea di aver 'incendiato' gli animi invitando il ministro ad uscire nella piazza dove poi è stato contestato.
L'Aula della Camera ha approvato l'inversione dell'ordine del giorno proposta dal Pdl per passare all'esame del testo sul processo breve. La proposta è passata per 15 voti di scarto.
RESPINTA SOSPENSIVA OPPOSIZIONE, VIA A ESAME - L'Aula della Camera ha respinto la questione sospensiva presentata dall'opposizione sul testo relativo al processo breve con 290 voti a favore e 306 contrari. L'Assemblea ora passa all'esame del provvedimento. Contro la richiesta di inversione dell'ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Dopo la proclamazione del risultato, dai banchi dell'opposizione si è urlato "vergogna, vergogna!".
SIT-IN BERSANI E PD DAVANTI ALLA CAMERA ALLE 18 - Immediata reazione del Pd alla "forzatura" della maggioranza in aula sul processo breve. Il segretario Pier Luigi Bersani ha infatti lanciato per oggi pomeriggio alle 18 un sit-in davanti a Montecitorio. Al presidio saranno presenti, oltre a Bersani, il vicesegretario Enrico Letta, la presidente Rosy Bindi, e i capigruppo di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.
'LAMPEDUSA USATA PER TOGLIERE ATTENZIONE QUA' - "Abbiamo capito stamattina a cosa serve il viaggio di Berlusconi a Lampedusa: serve a togliere i riflettori da qua, dove per salvare una sola persona si buttano a mare centinaia di processi". Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, commentando la decisione della maggioranza in aula alla Camera sul processo breve.
OPPOSIZIONI PROTESTANO, TEMPI DIBATTITO STROZZATI - I deputati dell'opposizione che compongono il Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti (Pd), Federico Palomba (Idv), Lorenzo Ria (Udc) e Angela Napoli (Fli) protestano in Aula contro la maggioranza per aver "strozzato oltremodo i tempi del dibattito sul testo per la prescrizione breve". Gli esponenti del centrosinistra raccontano che solo ieri sera tardi è stata anticipata la riunione del Comitato dei Nove e che quando si sono presentati, il relatore Maurizio Paniz, non c'era. E' arrivato poco prima che si dovesse andare in Aula e così la discussione sulle proposte di modifica presentate in Comitato dei Nove non c'é stata". "Capisco - spiega uno di loro - che Paniz fosse ad una trasmissione tv a quell'ora, ma i tempi parlamentari non possono essere soffocati solo per consentire alla maggioranza di fare un blitz sull'ennesima legge ad personam per il premier". A rispondere alle critiche dell'opposizione non è Paniz, seduto in Aula ai banchi dei relatori, ma il vicepresidente della Commissione Fulvio Follegot della Lega: "Non c'é stata alcuna anomalia, gli emendamenti sono stati esaminati e tutto si é svolto secondo le regole".
CASINI AD ALFANO, TRADISCE TUO IMPEGNO SU RIFORME - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, critica la decisione della maggioranza di chiedere un'inversione dell'ordine del giorno dei lavori dell'Aula per far approvare subito il testo sulla prescrizione breve e si rivolge direttamente al Guardasigilli Angelino Alfano ricordandogli che si era impegnato a sgombrare il campo dalle leggi 'ad personam' per aprire un dialogo con le opposizioni sulla 'riforma epocale della Giustizia'. "Ha ancora un senso il dibattito politico in questo Paese? - chiede Casini ad Alfano - Si era impegnato a togliere di mezzo provvedimenti minimali e ad personam in cambio di un dialogo sulle riforme e invece ecco spuntare come funghi, nel giro di una settimana, proprio quei provvedimenti che servono solo a placare le ossessioni giudiziarie del premier. E' davvero una vergogna!". Casini se la prende anche con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aveva assicurato la sua presenza nelle Aule giudiziarie per difendersi dai suoi processi e che invece punta comunque a queste misure ad personam che potrebbero salvarlo dai procedimenti che lo riguardano. "E poi - conclude rivolgendosi alla maggioranza nel suo complesso - voi fate questa forzatura proprio nel giorno in cui il presidente della Camera, dimostrando senso delle Istituzioni, ha deciso di far votare l'Aula sul conflitto di attribuzioni".
ALFANO, OGGI A ODG CAMERA INDIGNAZIONE PROGRAMMATA - "Sapete cosa c'era al primo punto dell'ordine del giorno alla Camera se non si fosse votata l'inversione degli argomenti in discussone? La legge comunitaria che contiene la norma sulla responsabilità civile dei magistrati. Anche in quel caso l'opposizione si sarebbe scandalizzata. Quindi possiamo dire che oggi all'ordine del giorno c'era un'indignazione programmata". Così, con una battuta, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha risposto, in Transatlantico, ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dure critiche riservate dall'opposizione alla decisione di far votare in Aula l'anticipazione al primo punto dell'ordine del giorno dei lavori, la norma sul processo breve.
LEGA: SI' INVERSIONE ODG, ATTACCA CONSULTA - La Lega "si associa" la richiesta del Pdl di invertire l'ordine del giorno dell'Aula della Camera per passare subito all'esame del ddl sul processo breve, che contiene il taglio della prescrizione per gli incensurati. Lo annuncia Luciano Dussin che si lancia in una filippica contro i magistrati e la Corte costituzionale, fermato solo dal ministro Roberto Calderoli, che lo ha raggiunto al banco e, tra le urla delle opposizioni che gli gridavano "servo, servo!", gli ha detto di smettere toccandolo sul braccio. "In Puglia dove controllate i giudici, questi hanno rottamato 11mila intercettazioni salvando Vendola e i vostri. E attacca, chiedendo l'intervento del presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale: "ha stabilito, contro la nostra legge, che non si possono rimpatriare gli immigrati indigenti... ma allora chi comanda in Italia?".
In precedenza i deputati dell'opposizione avevano abbandonato la riunione del Comitato dei Nove della Commissione Giustizia per protesta contro la decisione della maggioranza di "strozzare i tempi del dibattito sul testo per la "prescrizione breve". "Loro vogliono strozzare al massimo i tempi del dibattito su questo provvedimento - spiega il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - perché vogliono votare al massimo entro domani il testo. Ma questo è un blitz inaccettabile e noi in Aula daremo battaglia.
COMITATO 9, NO A PROSCIOGLIMENTO PER TENUITA' REATO - Il Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera ha dato parere negativo all'emendamento presentato dall'opposizione al testo sulla prescrizione breve che prevedeva di dare la possibilità al magistrato di pronunciare sentenza di proscioglimento in caso di tenuità del reato e di lievi conseguenze penali. Per la complessità della materia e per le polemiche che ne sono nate, la maggioranza ha deciso di non inserire questa misura nel provvedimento che dovrebbe essere già da oggi all'esame dell'Aula di Montecitorio. Molto probabilmente questa norma, proposta dal Pd, diventerà oggetto di un provvedimento 'ad hoc'.
Dal Comitato dei Nove hanno ricevuto parere positivo solo alcuni emendamenti per lo più proposti dal relatore Maurizio Paniz. Si tratta di proposte di modifica che puntano a cambiare il nome del provvedimento: non ci sarà più il riferimento alla "ragionevole durata dei processi" come elemento essenziale del titolo. Il capo dell'ufficio giudiziario che dovrà fare la segnalazione contro il magistrato 'lumaca' dovrà trasmetterla direttamente al Guardasigilli e al Consiglio superiore della magistratura. Non ci sarà più l'obbligo di inoltrarla al Procuratore generale della Corte di Cassazione. Per quanto riguarda la durata del primo grado del processo, fissata nel provvedimento a 3 anni, si sta studiando la possibilità di dare più tempo, prima di fare la segnalazione per il ritardo, per procedimenti penali particolarmente complessi.
Rinnovabili: Italia ai vertici mondiali per gli investimenti privati
MILANO – L'Italia è la prima nazione al mondo in cui la produzione di energia solare ha raggiunto la parità di prezzi rispetto alle altre fonti di energia. Grazie agli incentivi, ovviamente. È uno dei dati contenuti nel rapporto 2010 sugli investimenti in energia rinnovabile nei Paesi del G-20 presentato da Pew Charitable Trusts, organizzazione americana no-profit di informazione sull'energia pulita, dati raccolti e riesaminati dalla società di ricerche di mercato Bloomberg New Energy Finance. L'Italia nel 2010 è stata capace di porsi al quarto posto mondiale, dietro Cina, Germania e Stati Uniti, come capacità di attirare investimenti privati nel settore delle rinnovabili, scalando in un solo anno ben quattro posizioni. Sono stati ben 13,9 i miliardi di dollari (pari a 10,45 miliardi di euro, a un cambio euro/dollaro medio del 2010 di 1,33) che sono stati investiti da privati sul suolo italiano nelle rinnovabili, con solare (6,47 miliardi di euro) ed eolico (3,38 miliardi) a spartirsi la quasi totalità della torta. In un solo anno gli investimenti in questo settore sono cresciuti del 124%, continua l'analisi presentata in anteprima a Corriere.it da Phyllis Cuttino, direttore del programma energia pulita di Pew.
INCENTIVI - Dati che per il 2011 vengono ora posti sotto un enorme punto interrogativo, dato il taglio agli incentivi per il fotovoltaico annunciati dal governo italiano, ma che, dopo le grandi proteste non solo da parte degli operatori del settore e dopo il disastro nucleare di Fukushima che ha costretto il governo ad annunciare a una moratoria di un anno al programma di rilancio atomico nazionale, sono in corso di revisione. La diminuzione degli incentivi, effettuata anche in Francia e Germania, ha messo in allarme l'industria mondiale del fotovoltaico già alla fine dello scorso anno – prima dell'ulteriore taglio agli incentivi italiani. Infatti il 2012 Solar Industry Outlook del PV Group annunciava che, poiché la Germania da sola nel 2010 valeva il 54% del mercato mondiale del fotovoltaico, seguita a distanza dall'Italia al secondo posto, il taglio degli incentivi o un tetto all'installazione di fotovoltaico in Germania avrebbe provocato un buco nello sviluppo di questo mercato, a meno che il resto dei principali Paesi non avessero aumentato del 100% nel 2012 rispetto a due anni prima la crescita delle installazioni fotovoltaiche. Una previsione in linea con quella di altri analisti finanziari. Dati e analisi di pochi mesi fa, ma che ora Fukushima fa apparire già obsoleti, anche se nessuno è in grado oggi di prevedere lo sviluppo futuro del mercato.
INVESTIMENTI - Tornando al rapporto Pew, nel 2010 grazie all'investimento di 243 miliardi di dollari (circa 183 miliardi di euro, +630% rispetto al 2004) nel mondo sono stati aggiunti 40 gigawatt eolici e 17 solari, portando il totale mondiale di generazione di energia pulita a 388 GW, e di questi 16,7 GW sono in Italia. Pur se gli investimenti nel settore solare sono cresciuti globalmente del 53% nell'anno appena trascorso, l'eolico rimane il campo preferito dagli investimenti privati nei Paesi del G-20 (48%), mentre il solare segue con il 34%.
con corriere.it
Lezioni di sesso sul tetto dell'università
Una coppia dà sfogo alla passione in cima a uno storico palazzo del campus dell'Università della California
Una coppia dà sfogo alla passione in cima a uno storico palazzo del campus dell'Università della California
Una delle foto incriminate |
MILANO - Le istantanee della «lezione» di sesso sul tetto dell'ateneo diventano virali e finiscono in un vortice di polemiche: sabato pomeriggio, in pieno giorno, due giovani studenti hanno dato ampio sfogo ad ardenti istinti sessuali in cima ad uno storico palazzo del campus dell'Università della California del Sud, a Los Angeles. A quanto sembra, inconsapevoli di essere osservati e fotografati da decine di curiosi sotto di loro. Indignati, ovviamente, i responsabili universitari. Nel frattempo è stata aperta un'inchiesta interna, mentre il protagonista, un membro di una nota confraternita, dovrà rispondere del rendez-vous a luci rosse. Insomma, lo scandalo è servito.
CLAMORE - Primavera: il risveglio dei sensi, verrebbe da dire. Già, perché quelli espressi da due studenti della University of Southern California (Usc) hanno un che di plateale. Le immagini che riprendono la giovane coppia intenta a fare sesso (in svariate posizioni da quel che sembra di capire), ci hanno messo poco a fare il giro dei social network e finire ben presto anche sui siti e sulle tv nazionali. Insomma, l'insolita vicenda ha causato grande clamore. Le foto, una decina in tutto, sono state cliccate centinaia di migliaia di volte nelle ultime ore. Il luogo scelto per qualche momento di intimità è stata la Waite Phillips Hall, un palazzo di 12 piani all'interno del campus. L'incontro ha avuto luogo sabato scorso in pieno giorno, sotto gli occhi di un centinaio di studenti che erano arrivati per assistere ad un «evento filantropico». Ma che si sono ritrovati con un'esibizione hot sopra le loro teste: per godere della reciproca compagnia la coppia ha infatti preferito restare sul bordo dell'edificio.
CONFRATERNITA - Il giornale universitario Daily Trojan, che ha lanciato la storia, riferisce che il ragazzo nelle foto appartiene alla confraternita Kappa Sigma della USC, mentre la ragazza non sarebbe una studentessa dell'Università. L'associazione di studenti non ha affatto gradito lo spettacolo a luci rosse sul tetto dell'ateneo e deciso di sospendere il loro membro per «comportamento disdicevole», «non degno della Kappa Sigma e di un gentiluomo». Il giovane, scrive il blog Gawker, già in passato aveva fatto parlare di sé per uno scandalo a sfondo sessista: avrebbe spedito mail nelle quali descriveva le donne come «oggetti» e «obiettivi». Per ora non è chiaro chi abbia scattato le foto, probabilmente da un edificio di fronte, pubblicandole poi su Facebook. L'università ha dichiarato di aver avviato un'inchiesta interna, non escludendo provvedimenti disciplinari.
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Precari della scuola: assunzioni per 50mila. Una sentenza obbliga lo Stato
I Ministri Mariastella Gelmini e Giulio Tremonti sono pronti ad assumere cinquantamila insegnanti precari. Uno scherzo di qualche buontempone su internet? Una folgorazione sulla via di Damasco? No semplicemente una sentenza del Tribunale di Genova che prevede un risarcimento a favore di 15 precari, l'ultima di altre sentenze analoghe del passato: quanto basta per far propendere i due per il 'male minore' di assumere una parte dei centocinquantamila precari della scuola pubblica italiana. Considerando che secondo alcune stime ci vorranno trent'anni per assumerli tutti, un piccolo passo avanti
Sciopero venerdì 1 aprile: Da domani sera sciopero treni Venerdì stop bus, tram e metro
ROMA - Sciopero nazionale di 24 ore il 31 marzo e il primo aprile nel trasporto pubblico locale e ferroviario. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl,Uiltrasporti, Ugltrasporti, Orsa Trasporti, Faisa e Fast per il mancato rinnovo del contratto nazionale scaduto da oltre dueanni e per i tagli al trasporto pubblico locale.
Il 31 marzo si fermeranno tutti gli addetti ai bus cheeffettuano i servizi extraurbani mentre il 1 aprile la protesta interessera' il personale di bus, metro e tram dei servizi urbani, secondo modalita' stabilite da citta' a citta'. Gli addetti al trasporto ferroviario ed ai servizi e attivita'accessorie si fermeranno dalle 21 del 31 marzo alla stessa ora del 1 aprile.
Le Ferrovie informano che cancellazioni e limitazioni di corse saranno possibil, a partire dalla serata di domani, giovedì 31 marzo, e di venerdì 1 aprile, a causa dello sciopero. Durante lo sciopero, assicura Fs, circolerà comunque il 73% degli oltre 520 treni a lunga percorrenza previsti in orario e tutti i treni regionali necessari a garantire la mobilità nelle fasce di maggiore domanda, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 del 1 aprile.
Il programma completo dei treni nazionali in circolazione, messo a punto da Ferrovie dello Stato, è consultabile sul sito www.ferroviedellostato.it nonché al numero verde gratuito 800 892021, attivo dalle 14 di oggi 30 marzo fino alle 9 del 2 aprile. Durante lo sciopero, dal quale è escluso il personale di Trenitalia della Sardegna, sarà assicurato il collegamento tra Roma città e l'aeroporto internazionale di Fiumicino con il servizio Leonardo Express o con pullman sostitutivi. Informazioni potranno essere assunte anche presso le biglietterie e gli uffici di assistenza delle stazioni ferroviarie, nelle agenzie di viaggi convenzionate con Trenitalia, consultando il notiziario web, Fs News e ascoltando la web radio del Gruppo Fs: Fs News Radio.
Italia low-cost, ma solo online
MILANO - E se il carovita si battesse sul web? Quando l'inflazione in ascesa a causa dell'aumento dei prezzi delle commodities – petrolio in primis – si mangia una parte del nostro stipendio tra il carburante per l'automobile e i consumi domestici, la parola d'ordine è diversificare. Non gli investimenti, non si tratta di capire come gestire i propri risparmi. Ma come comprare a minor prezzo. La ricetta? Diversificare i canali d'acquisto. In altri termini affidarsi ad Internet, la nuova frontiera dello shopping low-cost, che proietta l'Italia – in genere parca di formule a buon mercato e regina del life-style e dei prodotti di nicchia – sul podio tra i Paesi europei più economici per gli acquisti online.
I PRODOTTI - Il price Index online, il primo rilevatore europeo di questo genere, restituisce all'Italia la cartolina di un Paese competitivo sulla leva del prezzo. Comprare tramite il sistema Paypal, con carte di credito o prepagate è conveniente se ci si mette davanti al pc e si decide di acquistare l'ultimo libro di Coelho, l'ultimo album degli U2 (ma espressamente in cd, i dvd sono invece più cari rispetto alla media europea), i prodotti alimentari (certo non quelli a breve scadenza, altrimenti la tempistica della spedizione potrebbe risultare determinante) e persino l'automobile. Semaforo rosso – quindi occhio al portafogli – se si opta per l'acquisto di giocattoli per i figli, prodotti cosmetici oppure per gli ultimi ritrovati tecnologici della telefonia mobile. Sono i settori merceologici in cui altri Paesi europei e soprattutto gli Stati Uniti sono maggiormente convenienti rispetto all'offerta tricolore.
LA RICERCA - Se anche il Parlamento europeo – nella direttiva per i diritti dei consumatori – si spende per un incremento dei consumi online è il segnale che comprare sul web è in teoria conveniente, al netto dei costi di spedizione da ponderare attentamente. Il price Index – indicatore elaborato da Kelkoo, la più grande piattaforma di e-commerce e advertising d'Europa (nel 2008 è stata venduta da Yahoo a Jamplant, fondo di private equity) – è stato ottenuto incrociando più di mille prezzi per dodici categorie di prodotti in undici nazioni europee (assumendo come benchmark gli Stati Uniti, pionieri nell'e-commerce). Alimentari, cosmetici, automobili, giocattoli, prodotti di telefonia mobile, dvd, libri, cd, elettrodomestici, consolle e giochi, prodotti informatici. Complessivamente Gb e Germania sono le regine dello e-commerce low-cost, seguite dall'Italia e dalla Svezia. Ma «il vero potenziale dello shopping online risulta ancora inespresso – rileva Pierpaolo Zollo, country manager Kelkoo Italia – anche se stiamo entrando in un nuovo mondo di confronto di prezzi internazionali con il 33% dei consumatori che nei prossimi 12 mesi prenderà in considerazione l'idea di fare acquisti oltreconfine». Bypassando il digital divide (in alcune zone la banda larga è ancora un'illusione) e superando il timore delle truffe.
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Tirocini retribuiti a Roma con il progetto Pica
In occasione dell'anno europeo delle attività di volontariato, Roma Capitale e il Ministro della Gioventù hanno ideato il progetto PiCA rivolto a giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni (non compiuti) i quali avranno la possibilità di svolgere dei tirocini retribuiti della durata di 6 mesi presso dipartimenti e strutture partner di Roma Capitale. I posti a disposizione sono 189 suddivisi in 36 percorsi di cittadinanza attiva nelle seguenti aree: -assistenza e solidarietà -ambiente -patrimonio artistico e culturale -educazione e promozione culturale -sviluppo e tutela del territorio -cooperazione e sviluppo locale -informatica -protezione civile -sicurezza Per partecipare alle selezioni basta inviare la propria candidatura entro il 6 aprile 2011; è possibile candidarsi per un solo percorso ma se non dovesse esser raggiunto il limite massimo di partecipanti in un altro progetto il bando prevede la possibilità di essere nuovamente inseriti nella graduatoria. Per ulteriori informazioni visita il sito www.pica.comune.roma.it con http://www.vivalowcost.com/lavori-e-diritti.html |
Risparmiare: Una Vita Low Cost: manuale di sopravvivenza metropolitana
-Il consumismo? Un vecchio cappotto ormai troppo largo (o troppo stretto) chiuso nell'armadio. E con cosa ci vestiamo allora? Beh una speranza ce la da la filosofia del low cost- Esordisce con queste parole Marco Mengoli, autore di "Una vita low cost", un manuale ironico ma molto veritiero sul vivere low cost che insegna a districarsi in questa crisi economica senza fine. L'autore si definisce un devoto del risparmio e ha deciso di racchiudere in un manuale tutte le azioni che gli hanno permesso di ridurre le spese. Ma il libro non è solo un ricettacolo di buone idee. Nelle pagine di "Una vita low cost" lo scrittore si chiede spesso se la moderna filosofia del risparmio e del low cost offra davvero la possibilità di mantenere inalterati i consumi pur riducendo le spese o se si tratta di una semplice esca per attirare i compratori. La risposta a questa domanda è il libro stesso, nel quale vengono passati in rassegna un po' tutti gli ambiti della vita che possono avere una loro versione low cost, dalla spesa al supermercato ai viaggi fino a lambire ambiti quali la religione e l'amore. Una lettura piacevole e a tratti anche surreale, un vademecum per provare, con il sorriso sulle labbra, a vivere senza sperperare. con vivalowcost.com |
Fare marketing con budget ridotto: strategie low cost
Per le piccole medie imprese o microimprese farsi conoscere è spesso un'operazione molto costosa. con vivalowcost.com |
Distributori di benzina low cost: la mappa delle pompe bianche regione per regione
Risparmi dai 6 agli 8 centesimi al litro che significa 4 euro su un pieno (50 litri). Sono i distributori di benzina low cost. Non hanno un logo, non ci sono costi di marketing o pubblicità. Si tratta di impianti di distribuzione di proprietà di piccoli imprenditori che applicano la logica del discount anche sulla benzina. Le cosiddette "pompe bianche" senza insegna.
Le pompe bianche sono distributori indipendenti, non correlati alle marche tradizionali delle compagnie petrolifere. Sono ancora pochissime in Italia, solo il 4% sulla rete di distribuzione nazionale. Ma l'obiettivo è arrivare al 10% su scala nazionale e portare avanti la liberalizzazione del settore.
Ed è nel Lazio che le "pompe bianche" sono più diffuse e riscuotono consensi.
Vediamo la mappa delle "pompe bianche" su Roma: l'Ewa di via della Pineta Sacchetti a Roma, Indipendente di via Appia Pigniatelli, D'Amico sulla Tiberina, Sette Petroli su via Aurelia al km 45,273.
La lista completa delle "pompe bianche" in tutta Italia è stata pubbliata qualche anno fa da Federconsumatori.
Volano i prezzi della benzina, 1,6 euro la verde al Sud
Eni e Tamoil hanno raggiunto 1,603 al litro , mentre il diesel
è tornato vicino a quota 1,5 euro
ROMA
Nuovi piccoli rialzi alla rete carburanti con la verde che al Sud supera 1 euro e 6o centesimi. Si registra questa mattina in tutto i lpaese un nuovo ritocco al rialzo di 0,5 centesimi per Q8 sul prezzo raccomandato di benzina e diesel. Il prezzo medio della verde, secondo quanto rileva "Staffetta quotidiana"', si attesta a 1,550 euro al litro; mentre il prezzo medio del gasolio è a 1,465 al litro.
Si tocca un livello record dei prezzi al Sud, che fanno registrare punte massime per la verde ampiamente oltre la soglia di 1,6 euro/litro, con Eni e Tamoil che hanno raggiunto 1,603 , mentre il diesel è ormai tornato vicino a quota 1,5 euro/litro. A livello Paese, oggi la media dei prezzi praticati della benzina (in modalità servito) va dall'1,556 euro/litro degli impianti TotalErg all'1,565 dei punti vendita Q8 e Shell (le no-logo a 1,488 euro/litro). Per il diesel si passa invece dall'1,464 euro/litro delle stazioni di servizio Esso all'1,470 rilevato negli impianti Q8 (le no-logo a 1,404). Il Gpl, infine, si posiziona tra lo 0,783 euro/litro registrato nei punti vendita Eni allo 0,799 euro/litro degli impianti Tamoil (0,773 euro/litro le no-logo).
Tecnologia: I 20.000 opinion leader di Twitter
Le élites contano. Anche nel mondo frammentato dei social network e dell'informazione digitale. E' quanto rivela uno studio su Twitter realizzato da Cornell University e Yahoo! Research, secondo cui la metà dei messaggi pubblicati sul sistema di microblogging è generato da appena ventimila utenti. Che, detti così, non sembrano pochi. Ma in rapporto ai quaranta milioni di user vantati da Twitter nel periodo preso in considerazione dallo studio (oggi sono almeno cinque volte di più), rappresentano appena lo 0,05% della popolazione. con lastampa.it |
Auto: prende il via il progetto Solar Energy Mobility
(Teleborsa) - Roma, 30 mar - Trasformare l'energia solare in energia elettrica in grado di alimentare direttamente il primo sistema di mobilità sostenibile all'interno di un quartiere fieristico. E' questo il risultato dell'innovativo progetto SEM - Solar Energy Mobility, realizzato presso la Nuova fiera di Roma da Green Utility, joint venture tra SECIT SpA (società del Gruppo Gesenu), Solon AG (società tedesca leader nel fotovoltaico) e un team di giovani imprenditori esperti di energia.
Il nuovo sistema, si legge in una nota è attivo da oggi, ed è stato presentato in occasione della III edizione di ECOPOLIS, manifestazione dedicata alle migliori pratiche per l'ambiente urbano e le città sostenibili, alla presenza dei diretti interessati: Marco Mattei, Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile della Regione Lazio, Antonello Aurigemma, Assessore alla Mobilità di Roma Capitale e Marco Visconti, Assessore all'Ambiente di Roma Capitale.
Grazie alla partnership operativa di Investimenti Spa con Green Utility, società ideatrice del progetto, ed Enel Spa, il personale e gli ospiti della Fiera di Roma potranno spostarsi all'interno del complesso espositivo utilizzando veicoli elettrici alimentati ad energia fotovoltaica. Il sistema prevede un'area di circa 4.000 mq, coperta da pensiline fotovoltaiche destinate a parcheggio, dotata di un sistema di ricarica con energia prodotta dall'impianto fotovoltaico stesso, unitamente ad un innovativo accumulatore di energia elettrica, prodotta da un impianto fotovoltaico a inseguimento biassiale (mover) di circa 10 kWp.
Il nuovo sistema di mobilità sostenibile, unito all'impianto fotovoltaico a thin film, tra i più grandi d'Italia installato sui tetti del quartiere espositivo, realizzato da Green Utility e funzionante già dal 2008, contribuirà a fare di quello romano uno dei poli fieristici all'avanguardia in Europa sotto il profilo della sostenibilità, con 1,757 MW installati e 1.466 tonnellate di CO2 evitate.
"In un mondo che vede nella diffusione dei veicoli elettrici un'opzione da privilegiare e sviluppare nei prossimi anni", afferma Silvio Gentile, Amministratore Delegato di Green Utility, società del Gruppo GESENU, "il sistema di ricarica costituisce la problematica maggiore: il progetto SEM costituisce una valida risposta a queste esigenze".
L'investimento di oltre 10 milioni di euro è interamente sostenuto da Green Utility attraverso uno dei primi esempi italiani di project financing nel settore fotovoltaico.
"La partnership per realizzare questo progetto con Fiera di Roma, Investimenti Spa ed Enel", dichiara Carlo Noto La Diega, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Green Utility e Amministratore Delegato di GESENU spa "costituisce un modello di sviluppo che coniuga innovazione e sostenibilità, in linea con quanto sancito dalla Commissione europea con l'obiettivo vincolante del 20% della produzione totale di energia da fonti rinnovabili entro il 2020".
"La rivoluzionaria 'stazione di rifornimento elettrico' della Fiera di Roma è basata su un innovativo accumulatore di energia fotovoltaica", come afferma Pietro Pacchione, Chief Operations Officer di Green Utility, "in grado di ricaricare tramite colonnine dedicate, i veicoli elettrici in tempi brevi e senza creare sollecitazioni alla rete elettrica nazionale".
L'energia elettrica prodotta dalle pensiline fotovoltaiche, pari a circa 295.000 kWh/anno, sarà in grado di abbattere 206 tonnellate di CO2/anno (pari al consumo di circa 100 famiglie), quantità che verrebbe immessa nell'atmosfera se si utilizzassero fonti tradizionali.
Fanno parte del progetto anche veicoli elettrici per il trasporto di persone e un parco di 10 biciclette elettriche a pedalata assistita, ricaricabili esclusivamente mediante l'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici presenti in Fiera. Tali mezzi verranno utilizzati per i movimenti interni al polo fieristico.
E' previsto inoltre che i visitatori delle fiere che raggiungeranno il quartiere fieristico con un mezzo elettrico, per un anno a partire da oggi, potranno ricaricare gratuitamente il loro mezzo e parcheggiare all'interno del recinto. "Per Investimenti Spa - dichiara il Presidente Lorenzo Tagliavanti - salvaguardare l'ambiente e consumare in modo intelligente è un imperativo e il progetto che vede oggi la sua realizzazione rappresenta un'ulteriore, ma non ultima, tappa della nostra sensibilità verso la sostenibilità ambientale."
As Roma: ok accordo, tra 20 giorni firma
Stampa Gb lancia allarme, club rischia esclusione da coppe
(ANSA) - ROMA, 30 MAR - L'As Roma e' americana e tra venti giorni verra' firmato l'accordo che sancira' il passaggio del club giallorosso dalla famiglia Sensi alla cordata statunitense capitanata da Thomas DiBenedetto. La stampa Gb lancia l'allarme: cosi' il club giallo-rosso rischia l'esclusione dalle competizioni europee. Titolo pesante in borsa (-4,6%).Crisi: ok asta Btp 9,173 mld euro
Bene tassi e domanda
(ANSA) - ROMA, 30 MAR - Il Tesoro italiano ha collocato oggi 9,173 miliardi di euro tra Btp a 3 e 10 anni e CCTeu con scadenza 2017, quasi il massimo ammontare previsto di 9,25 miliardi. I rendimenti dei titoli hanno segnato un calo, tranne che per il Btp triennale per il quale il tasso medio e' stato del 3,24% (+13 centesimi sull'ultima asta) e la domanda ha superato di 1,30 volte l'offerta. Per i CCT (1,458 miliardi) il tasso medio e' stato del 2,33% (-23 cent) con una domanda superiore di 1,64 volte l'offerta.lunedì 28 marzo 2011
Libia/Sviluppo: Le grandi risorse d’acqua invidiate dall’Occidente; Un fiume artificiale!
Nessuno ha notato che quel pazzo ha costruito un ENORME CONDOTTO DI ACQUA DOLCE fino alla regione di Bengasi?
Stavano aspettando che finisse?
Il Progetto Grande Fiume Artificiale Libico, 1 Settembre 2010…
Nel 1960 durante un’esplorazione petrolifera nel profondo sud del deserto Libico, vaste riserve di acqua di alta qualità furono scoperte sotto forma di falde acquifere. …
…In Libia ci sono quattro grandi bacini sotterranei, e cioè il bacino di Kufra, il bacino di Sirte, il bacino di Morzuk e quello di Hamada, di cui i primi tre messi insieme contengono una riserva di 35.000 chilometri cubi di acqua. Queste vaste riserve offrono una quantità quasi illimitata di acqua per il popolo libico.
Il 1 ° settembre segna l'anniversario della apertura della fase principale del Progetto Grande Fiume Artificiale Libico. Questo schema acquifero incredibilmente enorme e di successo e` praticamente sconosciuto in Occidente, tuttavia rivaleggia e addirittura supera tutti i nostri progetti di maggior sviluppo. Il leader dei cosiddetti paesi avanzati, gli Stati Uniti d'America si rifiuta di riconoscere il Fiume Artificiale Libico. L'Occidente si rifiuta di riconoscere che un paese piccolo, con una popolazione non più di quattro milioni di persone, possa costruire qualcosa di così grande senza prendere in prestito un solo centesimo da parte delle banche internazionali.
Il popolo della Libia, sotto la guida del loro leader, il Colonnello Muammar Gheddafi, ha avviato una serie di studi scientifici sulla possibilità di accedere a questo vasto oceano di acqua dolce. In principio si era presa in considerazione l’idea di sviluppare nuovi progetti agricoli vicino alle sorgenti d’acqua, nel deserto. Tuttavia, ci si rese conto che in scala necessaria a fornire i prodotti per l’autosufficienza, ci sarebbe voluta un’enorme organizzazione di infrastrutture. Oltre a questo, sarebbe stata necessaria una maggiore ridistribuzione della popolazione della fascia costiera. L’alternativa fu quella di “portare l’acqua alla gente”.
Nell’ottobre del 1983, fu creata l’ Autorità del Grande Fiume Artificiale e investita della responsabilità di prendere acqua dalle falde acquifere, nel sud, e convogliarla con i mezzi più economici e pratici per l’uso, prevalentemente per l’irrigazione, nella fascia costiera libica.
Nel 1996 il Progetto Grande Fiume Artificiale aveva raggiunto una delle sue fasi finali, lo sgorgare d’ acqua dolce non inquinata nelle case e nei giardini dei cittadini della capitale della Libia, Tripoli. Louis Farrakhan, che prese parte alla cerimonia di apertura di questa importante fase del progetto, descrisse il Grande Fiume Artificiale come “un altro miracolo nel deserto”. Parlando alla cerimonia di inaugurazione ad un pubblico che includeva libici e molti ospiti stranieri, il Colonnello Gheddafi disse che il progetto “ era la più grande risposta all’America…che ci accusa di avere a che fare con il terrorismo”.
Il Grande Fiume Artificiale, il più grande progetto di trasporto d’acqua mai intrapreso, e` stato descritto come “ottava meraviglia del mondo”. Trasporta più di cinque milioni di metri cubi al giorno alle aree costiere attraverso il deserto, incrementando enormemente la quantità di terra coltivabile. Il costo totale del grandioso progetto dovrebbe superare i 25 miliardi di dollari (USA).
Composto da una rete di tubi interrati per eliminare l’evaporazione, di quattro metri di diametro, il progetto si estende per 4.000 km all’interno del deserto. Tutto il materiale è progettato e prodotto localmente. Acqua sotterranea è pompata da 270 pozzi profondi centinaia di metri in serbatoi che alimentano la rete. Il costo di un metro cubo di acqua è pari a 35 centesimi. Il metro cubo di acqua desalinizzata è di $ 3,75. Gli scienziati stimano la quantità d’acqua equivalente al flusso di 200 anni di acqua del fiume Nilo.
L’obiettivo del popolo libico arabo, incarnato nel progetto del Grande Fiume Artificiale, è quello di rendere la Libia una fonte di ricchezza agricola, in grado di produrre cibo ed acqua adeguati al proprio fabbisogno e di dividerli con i Paesi confinanti. In breve, il Fiume è letteralmente il “buono pasto” per l’autosufficienza della Libia.
Autosufficienza?!? Non è assolutamente ammissibile. Ai bankster non piace per niente.
Questo progetto è stato in opera per molti anni. Ne avevate mai sentito parlare? Noi no, fino ad oggi.
“Acqua Fossile” Sotterranea in Esaurimento, National Geographic, Maggio 2010. La Libia dà il via al Grande Fiume Artificiale, di Marcia Merry, pubblicato nell’ Executive Intelligence Review, Settembre 1991 .
Una cerimonia di gala si è svolta in Libia a fine agosto, in cui i leader libici hanno “aperto il rubinetto” del Grande Fiume Artificiale, il progetto di conduttura/viadotto d’acqua progettato per portare milioni di litri d’acqua da sotto al deserto del Sahara, a nord fino alla regione del Bengasi, sulla costa mediterranea. L’inaugurazione ha segnato la fine della Fase 1 del progetto, che si prevede sarà completato nel 1996.
In base al gigantesco sistema, l’acqua viene pompata da falde acquifere sotto il Sahara, nella zona meridionale del Paese, dove risorse idriche sotterranee si estendono fino all’Egitto ed al Sudan. Poi l’acqua viene trasportata dalle condutture in cemento armato fino alle destinazioni a nord. La costruzione della la prima fase cominciò nel 1984 e costò circa 5 miliardi di dollari. Il progetto completo potrebbe ammontare a 25 miliardi di dollari. Esperti sud coreani di costruzioni costruirono le enormi condutture in Libia, utilizzando alcune delle tecniche più moderne. La prodezza ingegneristica prevede la raccolta di acqua da 270 pozzi nella zona centro-est della Libia, ed il loro trasporto attraverso circa 2.000 km di condotti fino al Bengasi ed il Sirte. Il nuovo “fiume” trasporta 2 milioni di metri cubi di acqua al giorno. Al suo completamento, il sistema coinvolgerà 4.000 km di tubature, e 2 acquedotti di circa 1.000 km. A partecipare alle celebrazioni d’apertura del fiume artificiale sono stati dozzine di capi di stato arabi ed africani e centinaia di altri diplomatici e delegazioni straniere. Tra di essi vi erano il presidente egiziano Hosni Mubarak, re Hassan del Marocco, il capo del Sudan, gen. Omar El Beshir, ed il presidente del Gibuti Hassan Julied.
Il colonnello Muammar Gheddafi ha detto ai partecipanti: “Dopo questo risultato, le minacce americane contro la Libia raddoppieranno…. Gli Stati Uniti inventeranno scuse, [ma] la vera ragione sarà quella di fermare questo risultato, per mantenere il popolo libico oppresso”. Gheddafi ha presentò il progetto davanti alla folla esultante quale dono al Terzo Mondo.
Mubarak parlò alla cerimonia e sottolineò l’importanza regionale del progetto. Gheddafi ha fatto appello ai contadini egiziani affinché andassero a lavorare in Libia, dove ci sono solo 4 milioni di abitanti. La popolazione dell’Egitto è di 55 milioni di abitanti, sovraffollati in zone ristrette lungo il fiume Nilo e la regione del delta. Negli ultimi 20 anni, i progetti idrici di miglioramento previsti per l’Egitto, che potrebbe fornire più acqua e più ettari di terreni agricoli e residenziali, sono stati ripetutamente sabotati dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, e gli interessi finanziari anglo-americani alle loro spalle.
Nel 1970, Gheddafi espulse molte famiglie egiziane dalla Libia, ma negli ultimi mesi i due paesi sono diventati nuovamente uniti. Ci sono piani di costruire una ferrovia per facilitare i viaggi da uno all’altro. C'è anche una commissione permanente tra il Sudan e la Libia per l’integrazione dell’attività economica.
Oltre il 95% della Libia è occupato dal deserto, e le nuove risorse idriche possono creare migliaia di ettari di terre agricole irrigate. Al momento, circa l’ 80% della produzione Agricola del paese viene dalle regioni costiere, dove le falde acquifere locali sono state eccessivamente sfruttate, e vi sono infiltrazioni di acqua salata. Il Grande Fiume Artificiale risolverà questo problema. L’acqua che ora scorre sopperirà ai bisogni domestici ed industriali del Bengasi e del Sirte. Ma i funzionari libici hanno in mente di utilizzare l’ 80% del flusso complessivo per irrigare vecchie fattorie, e bonificare alcune terre deserte. Poiché il 20% delle importazioni della Libia sono prodotti alimentari, le forniture espanse di acqua sono un mezzo per raggiungere una maggiore autosufficienza. Il Progetto del Grande Fiume Artificiale ed i suoi obiettivi vanno contro gli schemi di controllo idrico sanciti dalla Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale. Queste istituzioni hanno bloccato i lavori si altri “grandi progetti” come il Canale di Jonglei – l’enorme fossato progettato come canale diritto sul Nilo Bianco superiore, nel Sudan meridionale. Il Canale di Jonglei, rimasto incompiuto ed abbandonato, al momento, avrebbe prosciugato paludi, aiutato l’agricoltura, i trasporti, le risorse energetiche e la sanità, ed ampliato il flusso del fiume Nilo fino all’Egitto. La Banca Mondiale e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti stanno supportando un “Summit sull’acqua nel Medio Oriente” che avrà luogo in Turchia il prossimo novembre, con lo scopo di promuovere solo progetti politicamente favoriti come gli impianti di desalinizzazione in Arabia Saudita, e le carenze d’acqua altrove.
I circoli di Londra e Washington furono furiosi per l’inaugurazione del nuovo progetto idrico libico. Il Financial Times londinese mosse critiche al progetto da Angus Henley del londinese Middle East Economic Digest. Il canale, disse, è il “progetto prediletto di Gheddafi. Egli vuole essere visto come qualcosa di diverso dal flagello d’occidente”. Il Financial Times chiamo` il progetto “l’utopia” di Gheddafi, affermando che i critici possono provare ammirazione per l’ingegneria coinvolta, “Ma considerano il sogno come un monumento alla vanità, che ha poco senso economico in un paese dove il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite considera il 94.6% del territorio una landa desertica desolata”.
Se è stata la vanità a motivare il progetto, almeno quella del capo di stato libico viene incanalata verso la produttività, in questo caso, che è più di quello che si può dire dei leader della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
La mappa etnica della Libia da Arthur Zbygniew
Fonte/4.03.2011: Coorrichards-blog.blogspot.com
Trad. Comerdonchisciotte.org
A cura di FEY