Di qualche giorno fa orami l'incontro di Napolitano con una rappresentanza di giovani nati o cresciuti in Italia, con genitori di origine straniera. Non era la prima volta se non sbaglio, ma ha avuto un diverso impatto sull'opinione pubblica, o comunque se ne è parlato di più. Credo che la novità sia stata che nell' incontro il Presidente Napolitano abbia messo l'accento con forza su come essi siano portatori di una ricchezza più profonda di quanto numeri o statistiche possano rilevare. Credo poi che la maggiore attenzione discenda anche dalla tempistica scelta. Non credo sia un caso aver voluto incontrare queste ragazze e ragazzi in una fase tanto delicata nella vita politica ed economica del Paese. La scelta del momento e il taglio innovativo dato nell’approcciare la questione le ha assegnato una forte centralità nell’agenda politica .
Sicuramente è da apprezzare il taglio che ha evitato una lettura solamente quantitativa del fenomeno migratorio, preferendo invece parlare di come questi giovani “contribuiscano all’energia vitale” che rende più forte il nostro Paese. Considerandoli in primis un arricchimento sotto il profilo culturale e sociale. Non solo una risorsa ma una opportunità da coltivare. Importanti per dinamizzare la nostra società e renderla più coesa . Positivo anche che si sia evitato l’equivoco di parlare solo di immigrazione a ragazzi che si sentono italiani . Saggiamente il Presidente ha invece affrontato la grande questione della nuova società italiana che essi rappresentano e di come da essi si debba ripartire per dare prospettiva e serenità all’Italia. Una grande nazione come la nostra deve tornare a considerare i propri giovani cittadini la priorità. Una risorsa indispensabile su cui investire per valorizzarne le potenzialità e i talenti , troppo spesso mortificati dalle condizioni famigliari o da situazioni che nulla hanno a che fare con le loro capacità e meriti.
Forte e chiara è stata l’esortazione alla politica affinché si faccia carico di rimuovere questi ostacoli affinché anche il figlio di una donna delle pulizie possa aspirare a diventare Presidente dell’organismo di controllo della Borsa, come fu per Guido Rossi. Il merito come strumento di affermazione anche per i tanti giovani artisti, scrittori, ricercatori di origine straniera che quotidianamente rendono più ricca la cultura italiana, innovandola e aprendola a nuove influenze. In questa ottica va colta la citazione fatta dal Presidente nell’accenno a un brano della scrittrice italo somala Igiaba Scego, recentemente premiata con il prestigioso premio Mondello per la letteratura italiana. Essa rappresenta una sintesi naturale di questo mix di culture e identità ed è al momento stesso esempio di una trasformazione nella società italiana già in corso da anni ma che stenta a essere narrata nella sua normalità. A volte nel tentativo di raccontare questa trasformazione si scelgono “scorciatoie”. Si prendono a simbolo alcuni famosi sportivi, in altri casi invece si utilizza un approccio riduttivo e avvilente, che pur con intenti condivisibili, presenta i migranti e i loro figli soprattutto per la loro indiscutibile utilità al sistema economico, quasi fossero “un male necessario”. Non basta ! Non è cosi che si può pensare di costruire il senso di appartenenza a una comunità. Dovremo invece riprendere a raccontare di queste persone anche a partire dal contributo che quotidianamente danno nelle scuole, nella musica, nel cinema , in letteratura o nelle professioni. Dire come siano ormai parte fondamentale di quella “energia vitale” che ha reso l’Italia un paese amato e apprezzato in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico e culturale. Patrimonio che ieri come oggi si arricchisce dall’incontro di popoli e culture.
Questa implicita esortazione fatta dalla più alta carica dello Stato alla politica, non è più eludibile. Questo ci dice il grande applauso con cui piazza San Giovanni ha accolto il passaggio di Bersani sulla necessità di riconoscere la cittadinanza a quei ragazzi nati o cresciuti in Italia ci dice questo. Averlo poi ribadito anche in occasione della dichiarazione di voto per la fiducia a Monti è un segnale importante di attenzione e comprensione di quella esortazione.
I tempi sono quindi maturi per riconoscere a questi “nuovi italiani” la cittadinanza e la possibilità di votare alle elezioni amministrative come già accade diffusamente in Europa, con l’obiettivo di costruire una convivenza civile basata su una effettiva reciprocità di diritti e doveri. Idee che nella campagna L’ITALIA SONO ANCH’IO hanno trovato forma e concretezza nelle due proposte di Legge di iniziativa popolare a sostegno delle quali il Forum immigrazione del PD ha raccolto migliaia in tutta Italia. Una mobilitazione che è una opportunità da cogliere per incontrare centinaia di migliaia di nostri concittadini a cui raccontare una Italia nuova che già esiste ma che spesso è ignorata.
Di Marco Pacciotti