sabato 4 febbraio 2012
La città di Roma dopo una notata di fiocchi di neve
Non ci sono paragoni, la città eterna sotto questo manto di neve e' ancora più bella.
Gioiscono i bambini, si arrabiano i genitori che li devono accompagnare nei scivoli. Soffrono gli anziani, ma piace, piace tanto ai giovani.
giovedì 2 febbraio 2012
Addio Wislawa Szymborska; poetessa e grande testimone del presente
Aveva 88 anni ed è morta ieri sera a Cracovia Svelò l’emozione di un mondo salvato dalla meraviglia.
Nel discorso di accettazione per il premio Nobel, Wislawa Szymborska spiegò che cosa intendeva lei per «poeta»; un essere semiclandestino, inafferrabile, e proprio per questo, forse, insostituibile. Il poeta odierno, diceva, «è scettico e diffidente... nei confronti di se stesso. Malvolentieri dichiara in pubblico di essere poeta, quasi se ne vergognasse un po’»: perché non ci sono «professori di poesia», perché «il loro lavoro non è per nulla fotogenico», ma soprattutto perché i poeti posseggono due parolette: «non so». E’ morta ieri a Cracovia, a 88 anni. Era nata nel 1923 a Kornik, cittadina vicino a Poznan, e ha trascorso una lunga vita lontano dai riflettori. Sostanzialmente, scrivendo poesie. Minuta, i capelli candidi, il volto aguzzo e sorridente, l’abbiamo vista qualche volta in Italia, per esempio alla Fiera del libro di Torino. Non amava particolarmente i discorsi in pubblico.
La sua vita è stata forgiata dalle iniziali speranze per il comunismo alle precoci disillusioni, vivendo di nulla, per esempio di rubriche su un giornale che l’aveva licenziata quando lei stracciò la tessera del partito, standosene il più possibile appartata e riuscendo tuttavia a pubblicare le sue raccolte di versi. La sua non è una battaglia politica in senso stretto, nell’Europa dell’Est prima dell’89. E’ semmai una testimonianza. Appartiene alla generazione dell’esilio interno, come il praghese Holan o l’ungherese Kertész, Quando nel ‘96 ha ricevuto il Nobel, ha distribuito in aiuti e beneficenza il premio in denaro e da Cracovia si è trasferita a Zakopane, per difendersi dalla notorietà. In quel momento era già tradotta nelle principali lingue, anche in Italia da Scheiwiller, ma non era affatto nota. La prima volta in cui il suo nome era risuonato in Italia risale però al 1988, quando, ancora a Torino, un altro Nobel, il poeta russo esiliato in America Josif Brodskij, parlò di lei come di una delle grandi voci poetiche del Novecento non soltanto polacco (in Russia l’aveva tradotta l’Achmatova nel 1966). Poi la pubblicazione della raccolta Vista con granello di sabbia per Adelphi l’ha fatta diventare anche da noi un autore molto amato.
La sua poesia, in apparenza semplicissima, è in realtà insidiosa, niente affatto tranquillizzante. Antiplatonica, non crede in un mondo immutabile delle idee, anzi ad ogni verso ne svela l’inganno. La nostra esistenza, scrive, «è benvenuto e addio in un solo sguardo»: ci salva la meraviglia davanti alla realtà, il poter dire «tutto è mio, niente mi appartiene». Nel passaggio stretto della vita c’è una possibilità: la bellezza che va oltre il male, oltre la fine - ingiusta - della vita stessa. Sempre nel discorso del Nobel, aveva evocato l’intero universo, con le sue distanze abissali, le stelle infinitamente lontane, i pianeti «già morti o ancora morti», per ricordare che «il nostro stupore esiste per se stesso e non deriva da alcun paragone con alcunché, e poi perché il mondo, qualunque cosa ne pensiamo, questo smisurato mondo è stupefacente».
Si è parlato per lei di una sorta di «addomesticamento della morte». Una delle sue metafore preferite è quella delle nuvole, eternamente mutevoli e imprevedibili. «Non c’è vita/ che possa essere immortale/ se non per un momento». Parla del presente, tutto il resto è ipotesi, ricostruita dal passato o proiettata sul futuro. E lo fa con una dolcezza ironica.
La sua poesia «post-ideologica» ci parla dello stupore: il mondo non è affatto ovvio, si tratta di vedere i «miracoli», soprattutto quelli «alla buona», in base ai quali, per esempio, «le mucche sono mucche» e la frutta matura nel frutteto. Tra i suoi ammiratori il regista turco (e italiano) Ferzan Ozpetek ha raccontato una volta come il primo incontro con i suoi versi corrispose anche, magicamente, all’anteprima del suo film d’esordio, Il bagno turco «Quello che la Szymborska vuole salvare dal diluvio - dice il suo traduttore Piero Marchesani - non sono le grandi cose o i paroloni, ma «chiaroscuri e semitoni/ capricci, ornamenti e dettagli/ stupide eccezioni/ segni dimenticati innumerevoli varianti del grigio/ gioco per il gioco/ e lacrima del riso». La sua tranquilla e sorridente sapienza stoica può stare in un solo verso: «Tutto è mio, niente mi appartiene».
Via | La Stampa | MARIO BAUDINO
mercoledì 1 febbraio 2012
Egitto/Calcio 2012: Violenza tra tifoseria fa 73 morti; campionato sospeso
Cairo - Dramma dopo un'invasione di campo violenta a Port Said, dove i tifosi dell'Al Masr hanno inseguito i giocatori dell'Al-Alhy per picchiarli. I poliziotti erano in numero insufficiente e non sono stati in grado di gestire la guerriglia.
E' un vero e proprio bollettino di guerra quello che arriva dall'Egitto e per l'esattezza da Port Said. Durante la partita tra Al Masri e Al-Ahlyvinta dai padroni di casa 3-1, proprio i tifosi dell'Al Masr hanno invaso il campo.
Le ragioni vere non si capiscono, ma sarebbero riconducibili a mere motivazioni calcistiche e sembra che alcuni facinorosi abbiano voluto cercare lo scontro con i sostenitori avversari, visto che da sempre non scorre buon sangue tra i due gruppi. Da lì la situazione è degenerata, con violenti scontri tra le due fazioni, mentre i poliziotti, presenti in campo in numero insufficiente, si sono ritrovati a dover fronteggiare una guerriglia al di fuori della loro portata.
Mentre il pubblico lanciava fumogeni, bottiglie e pietre, molte persone sono state ferite gravemente, tanto che il bilancio è gravissimo: il Ministero della Sanità egiziano comunica cheil numero delle vittime accertate sarebbe di 73 e si parla di un migliaio di feriti. Per quanto riguarda i decessi, sono stati principalmente causati da traumi alla testa e soffocamento.
I giocatori, per sfuggire alla persecuzione, sono rientrati negli spogliatoi, ma anche lì la situazione non era tranquilla. Erano loro, infatti, il bersaglio iniziale della carica e una volta rientrati qualcuno ha testimoniato drammaticamente: "Lo spogliatoio si è trasformato in un obitorio".
"ECCO LA MIA PISTOLA": L'ULTIMO TWEET DI UNA 17ENNE PRIMA DI SUICIDARSI -FOTO
BELLAIRE (TEXAS) - Le centinaia di amici sui social network avevano deciso di ignorare le sue grida di aiuto, così una liceale texana ha deciso di togliersi la vita. "Finalmente ho una pistola", ha annunciato la 17enne Ashley Duncan ai suoi follower su Twitter, poi ha postato la fotografia della pistola e una serie di messaggi sempre più oscuri come "Non vale la pena di vivere se si sa come ci si sente a voler morire ogni minuto, secondo, giorno, settimana, mese e anno" o "un giorno finirà tutto e quello sarà il giorno più felice della mia vita".
Per capire il gesto della ragazza gli inquirenti hanno dovuto ricostruire gli ultimi giorni tramite i post lasciati sui social network. Pare che avesse rotto con un ragazzo ("Il mio cuore è spezzato e non voglio più fare affidamento su nessuno"), anche se questo non basta a spiegare come una delle studenti più popolari della Bellaire High School abbia deciso di farla finita in quel modo.
Ora tutti i suoi amici sono sotto choc e ammettono di aver preso molto sottogamba i vari messaggi lasciati dalla ragazza. Nel frattempo, a seguito dello sfogo della mamma di Ashley, disperata perché la figlia abbia preferito sfogarsi su internet piuttosto che parlarne con lei, sul web stanno girando moltissimi post e tweet che invitano gli altri giovani nelle condizioni di Ashley ad aprirsi e a parlarne con qualcuno "dal vivo", aldilà di internet.
Lucia Manca: Arrestato il marito "la uccise per andare dall’amante”
Ha mangiato con la moglie una pizza poi l'ha uccisa quindi è uscito di casa per vedersi con l'amante e, una volta rientrato, ha preso il cadavere, lo ha nascosto e poi ha denunciato la scomparsa della moglie. È l'ipotesi investigativa che ha portato oggi all'arresto da parte dei Carabinieri di Renzo Dekleva, 54 anni, per l'omicidio aggravato e l'occultamento del cadavere di sua moglie, Lucia Manca, bancaria 52enne di Marcon (Venezia), scomparsa il 7 luglio scorso e il cui cadavere è stato poi trovato sotto un ponte a Cogollo del Cengio nel vicentino il 6 ottobre scorso e riconosciuto, grazie al Dna, solo il 27 settembre successivo.
Dekleva è stato bloccato, con un ordinanza del Gip di Venezia, mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro come informatore scientifico. Su di lui - secondo quanto si è appreso - grava un quadro probatorio pesante, anche se l'uomo non avrebbe fatto alcuna ammissione. Una indagine lunga e complicata quella che ha portato all'arresto di Dekleva, avviata dai Carabinieri, coordinati dalla Pm veneziano Francesca Crupi, dopo l'apertura di un fascicolo da parte del magistrato per sequestro di persona.
Una volta trovato e riconosciuto il corpo, l'inchiesta è diventata per occultamento di cadavere e quindi per omicidio quando è stata stabilita la morte violenta della donna uccisa per soffocamento. Su quei resti però erano stati trovati pochi elementi per risalire all'assassino; c'erano infatti solo gli slip della donna che il marito, peraltro, non aveva riconosciuto come quelli di Lucia. Ma probabilmente a dare un'accelerazione all'indagine è stato il ritrovamento di uno scontrino dell'autostrada A31 «dimenticato» da chi aveva occultato il cadavere sotto delle foglie, non lontano ad un cassone per i rifiuti.
Un luogo, quello dove era stato nascosto il corpo di Lucia, peraltro conosciuto da Dekleva che imboccava spesso la A31 per andare in montagna, a Folgaria, proprio con la moglie. Secondo il racconto del marito, Lucia sarebbe uscita di casa il 7 luglio per andare in banca prendendo l'autobus. Ma quella mattina non l'aveva vista nessuno.
Nel corso dell'indagine, le circostanze sulla scomparsa erano diventate per gli inquirenti sempre più sospette, così come il racconto sulla serata precedente alla sparizione. Si erano così susseguiti colloqui con Dekleva che, volta per volta, è caduto in contraddizione. Poi ci sono state le perquisizione in casa, nell'auto e il sequestro del Pc. Un'attività che ha fatto anche scoprire che l'uomo si spacciava per laureato in medicina quando non aveva in realtà mai finito gli studi universitari.
Quindi il ritrovamento del cadavere, lo scontrino, e una tempistica che avrebbe permesso il tragitto da Marcon a Cogollo prima della denuncia della scomparsa, suffragato da riscontri informatici e telematici che sono diventati tutti elementi di un quadro che ha permesso ai Carabinieri di incastrare Dekleva. Il movente dell'omicidio, per chiudere il cerchio, sarebbe da ricondurre all'esaurimento del rapporto con la moglie e la voglia di farsi una nuova vita.
Giochi erotici con l’amante su Facebook: il martito la scopre, lei continua come se niente fosse
VITERBO - Insospettito dal comportamento della moglie, che di notte si alzava e passava ore davanti al computer, ha piazzato una telecamera e l'ha ripresa mentre si autoscattava foto hard e le 'condivideva' su facebook con il suo amante 'virtuale', molto più giovane di lei. Ed è scoppiato il finimondo. È accaduto a Montefiascone in provincia di Viterbo.
Scoperta la tresca, l'uomo ha affrontato la moglie, ma lei, anzichè fornire giustificazioni del suo comportamento, si è scagliata contro il consorte, reo di averla spiata, e l'ha preso a ceffoni. Le urla della coppia hanno richiamato alcuni famigliari della donna che abitano accanto, che sono intervenuti in sua difesa scatenando una propria rissa.
Il marito è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso cittadino, dove gli sono state diagnosticate contusioni guaribili in alcuni giorni. Poi si è recato nella sede della polizia postale e ha denunciato la moglie per lesioni e ha consegnato ai poliziotti le prove del 'tradimento'.
Grecia 2012: Se il terzo mondo già tra di noi, Argiris Panagopoulos
La Grecia precipita nel terzo mondo: i suoi bambini restano con lo stomaco vuoto, mentre i turisti che visitano il paese possono godersi a basso prezzo i souvlaki e le insalate greche al suono dei bouzouki. Le politiche di Papandreou, Papadimnos e della troika hanno fatto si che migliaia di bambini delle scuole elementari di Atene si ritrovano a stare in classe senza poter mangiare niente. In centinaia poi sarebbero costretti a restano a volte fino alla fine dell'orario prolungato, alle quattro di pomeriggio, con lo stomaco vuoto.
Nella foto: un bambino riceve cibo da una Chiesa Ortodossa ad Atene
Dopo le pressioni dei presidi delle scuole, delle associazioni di genitori e dei media, il ministero della Pubblica istruzione ha riconosciuto i casi di bambini malnutriti e ha annunciato ieri che dalla settimana prossima comincerà la distribuzione di «piccoli pasti» a 18 istituti che hanno sede nei quartieri più disagiati di Atene e nel suo hinterland. Il programma si estenderà in seguito ad altri quartieri abitati storicamente da operai e popolazione con bassi redditi, immigrati e zingari. I bambini vanno alle elementari dalle 8 fino alle 13 o alle 14. Ma possono fermarsi fino alle 16 su richiesta dei genitori. Solo che non sono previsti servizi di mensa. I bambini sono costretti così a portarsi il pranzo da casa.
Ogni pasto costerà al ministero tra 1 e 2 euro, mentre i ministeri della Sanità e della Pubblica Istruzione stanno tardivamente pensando di assistere direttamente le famiglie disagiate che lamentano problemi di malnutrizione per i loro bambini. La ministra della Pubblica istruzione ed ex Commissaria Europea Anna Diamantopoulou aveva negato ripetutamente che in Grecia potessero esserci bambini malnutriti, pero i presidi di tante scuole hanno smentito l'esponente socialista, chiedendo l'intervento delle autorità pubbliche.
Intanto, l'ondata di freddo che in questi giorni sta colpendo anche la Grecia, ha costretto molte scuole prive di riscaldamento a chiudere i battenti e a lasciare i bambini a casa. Tre senzatetto e un immigrato sono morti assiderati nelle strade. L'aeronautica militare ha mandato ieri delle coperte ai senzatetto di Atene. Nel frattempo gli speculatori sono tornati nelle borse, aspettando la conclusione delle trattative per il taglio del debito greco. O, meglio, del salvataggio delle banche. La borsa di Atene ha guadagnato ieri il 6,13%, grazie alle banche che hanno guadagnato il 17,25%.
Via | ilmanifesto