Milano - Il governo Berlusconi se ne va senza gloria, almeno a leggere le pagelle davvero impietose che la Stampa dedica oggi a ogni singolo ministro. Eccole, in sintesi.
Giulio Tremonti (Economia): ha distrutto la sua credibilità.
Franco Frattini (Esteri): la sua Italia non è più nemmeno una potenza intermedia.
Roberto Maroni (Interni): pessimi rapporti con i sindacati, l'opposizione l'ha spesso appoggiato perché era una spina nel fianco del Pdl.
Nitto Palma (Giustizia): non ha lasciato grandi tracce di sé. Angelino Alfano: le sue riforme sono rimaste tutte sulla carta o bocciate.
Ignazio La Russa (Difesa): il suo principale vanto i pannelli solari sui tetti delle caserme.
Umebrto Bossi (Riforme): ha perso consensi riuscendo a stento a tenere a freno la rabbia delle camicie verdi.
Paolo Romani (Sviluppo): sarà ricordato per aver continuato l'opera di difesa delle aziende di famiglia.
Maurizio Sacconi (Welfare): annunci, proclami ideologici, la criticatissima uscita sul rischio terrorismo.
Mariastella Gelmini (Istruzione): ha trasformato il ministero in un campo di battaglia.
Altero Matteoli (Infrastrutture): ha dovuto guidare un dicastero che senza soldi non può fare quasi nulla.
Raffaele Fitto (Regioni): l'unico che è riuscito a strappare una delega a Tremonti
Roberto Calderoli (Semplificazione): ha subito le ire dei comuni per i primi effetti del federalismo.
Renato Brunetta (Funzione pubblica): eccesso di zelo verbale e normativo.
Ferruccio Fazio (Sanità): nessuna riforma.
Giancarlo Galan (Beni culturali): è riuscito a litigare perv il festival di Roma e Pompei continua a crollare. Sandro Bondi: piazza al ministero figlio ed ex marito della compagna.
Saverio Romano (Agricoltura): più noto agli uffici giudiziari che al pubblico. Luca Zaia: le quote latte pesano ancora sulle casse pubbliche.
Annamaria Bernini (Ue): non tocca palla. Andrea Ronchi: liberalizza i servizi pubblici locali ma l'acqua è cassata dal referendum.
Stefania Prestigiacomo (Ambiente): budget ridotto dei due terzi, buona parte destinata al dissesto idrogeologico.
Michela Brambilla (Turismo): da ricordare il suo spot sull'Italia con Berlusconi testimonial.
Giorgia Meloni (Gioventù): vaso di coccio tra due vasi di ferro, Tremonti e Sacconi.
Mara Carfagna (Pari opportunità): ricorderemo una legge (stalking), una marcia indietro sui gay e un tentativo di dimissioni rientrate.
Elio Vito (Rapporti col Parlamento): un calvario.
Gianfranco Rotondi (Attuazione del programma): del programma pochissimo è stato fatto.
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