Man mano che affluiscono i dati dalle 5.308 sezioni delle nove province siciliane, Rosario Crocetta allunga su Nello Musumeci. La distanza tra il candidato di Pd, Udc, Api e Psi è di circa il 6% sull'esponente della Destra, sostenuto da Pdl e Pid.
Dietro ai due principali sfidanti si colloca il grillino Giancarlo Cancelleri, che sorpassa Gianfranco Micciché (Grande Sud, Pds, Fli, Mps). Intorno al 5-6% Giovanna Marano, la candidata di Idv, Federazione della sinistra e Verdi. Degli altri 5 candidati, l'unico a superare l'1% è Mariano Ferro (Forconi).
Sui dati pesa un forte astensionismo: soltanto il 47,4% degli aventi diritto è andato alle urne, contro il 66,68% del 2008. La maggioranza dei siciliani ha disertato il voto, come non era mai accaduto dal '48 ad oggi. Dal 2001, quando si svolsero le prime elezioni dirette del governatore, il dato piu' basso di affluenza si è registrato nel 2006, con il 59,16%. Chiunque sarà il vincitore di queste elezioni (il primo non democristiano o ex democristiano), nessuno avrà una maggioranza all'Assemblea regionale dove saranno eletti 89 deputati, oltre al presidente della Regione.
La legge elettorale siciliana dà alla coalizione vincente la possibilità di attingere dal cosiddetto listino fino a un massimo di 8 deputati, qualora la coalizione stessa non elegga nella quota proporzionale 54 parlamentari. Stavolta i nomi del listino saranno utilizzati tutti (nel 2008 Raffaele Lombardo non vi fece ricorso perché ottenne oltre il 65%) ma probabilmente non basteranno neanche a raggiungere la maggioranza di 46 deputati. I dati reali ridimensionano di molto un exit-poll che ieri sera dava in testa (a Palermo) il candidato del Movimento 5 Stelle, addirittura al 25-27%. L'ottima performance di Cancelleri, invece, conferma fin quasi ai decimali le previsioni di Beppe Grillo, che alla vigilia del voto aveva parlato di un risultato del 15% per il suo movimento.