sabato 19 marzo 2011

Libia/Guerra: Manganelli, attenzione alta sugli obiettivi sensibili

Il capo della polizia, prefetto Antonio Manganelli, ha inviato una circolare a prefetti e questori perché sia innalzato il livello di attenzione sugli obiettivi sensibili, soprattutto alle frontiere. La circolare arriva dopo il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri al Viminale riguardo la situazione internazionale a seguito delle vicende della Libia.

Libia/Guerra: Caccia francesi su Bengasi; Guerra a qualunque momento!

Caccia bombardieri francesi Rafale sono sui cieli di Bengasi per ostacolare i movimenti delle truppe del Colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce la tv francese Bfm e lo confermano fonti militari di Parigi.

Secondo la stessa fonte, i Rafale sono al momento impegnati in una missione di ricognizione "sull'intero territorio libico". Il tipo di missione non e' vincolante. I Rafale, della Dassault, sono caccia bombardieri armati di ultima generazione, cui basta il via libera del comando per passare all'azione e iniziare i bombardamenti.

Libia/Guerra: Caccia francesi sul cielo di Bengasi; guerra in qualunque momento!

Caccia bombardieri francesi Rafale sono sui cieli di Bengasi per ostacolare i movimenti delle truppe del Colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce la tv francese Bfm e lo confermano fonti militari di Parigi.

Secondo la stessa fonte, i Rafale sono al momento impegnati in una missione di ricognizione "sull'intero territorio libico". Il tipo di missione non e' vincolante. I Rafale, della Dassault, sono caccia bombardieri armati di ultima generazione, cui basta il via libera del comando per passare all'azione e iniziare i bombardamenti.

Libia/Guerra: Flop al vertice di Parigi; Decisioni senza l’Unione africana, ma è GUERRA!

guerra in libia Hilary Clinton et Nicolas Sarkozy samedi sur le perron de l'Elysée guerraHillary Clinton e Nikolas Sarkozy durante il vertice di Parigi | Photo: P. VERDY/AFP

“Quando chi sta in alto parla di pace la gente comune sa che ci sarà la guerra. Quando chi sta in alto maledice la guerra le cartoline precetto sono già compilate.” Così Bertolt Brecht parlando della guerra, il male assoluto che colpisce soprattutto i più deboli a vantaggio dei poteri forti.

L’intervento militare dell’Occidente in Libia è questione di ore, di minuti forse anche di secondi. Tutto è preparato e a considerare la velocità di ogni movimento, si può anche desumere che tutto era già preparato. Parigi ha voluto un vertice per sancire l’ora d’inizio dei bombardamenti, e con molte probabilità del dispiego di uomini in terre libiche, ma per il “piacere” di molti africani ed arabi – contrari ad un intervento del genere -, nessun paese africano si è presentato.

In politica internazionale non esistono coincidenze, per cui questa assenza può essere interpretata come un dissenso della comunità politica africana in relazione all’intervento militare in Libia. Questa assenza è un segnale forte, del quale si denota una certa paura circa la possibilità che la situazione possa sfuggire di mano per via dell’intervento diretto dell’Occidente in una questione che si può risolvere diplomaticamente. Il fallimento dell’intervento potrebbe portare la Libia a diventare una nuova Somalia, uno Stato non Stato in preda ai poteri tribali e le milizie islamiche.

Per giustificare l’assenza della delegazione africana al vertice di Parigi sulla Libia, gli organizzatori hanno riferito che l’Unione Africana si è riunita a Noukachott, capitale della Mauritania, per cercare una soluzione diplomatica. Infatti il presidente sudafricano è stato incaricato ieri insieme ai presidenti di Mauritania, Repubblica democratica del Congo, Mali e Uganda di creare una missione di mediazione dell'Unione Africana per far fronte alla crisi libica. In ogni modo, il Presidente  dell’Unione Africana Jean Ping doveva essere presente al vertice, ma anche lui non si è presentato.

Mentre chiudo questo pezzo, aprendo dalle agenzie che gli attacchi alle forze di Gheddafi potrebbero cominciare appena finito il summit di Parigi. I primi a colpire potrebbero essere francesi, britannici e canadesi, seguiti da statunitensi e arabi, precisano. Come si evince da queste notizie, i paesi africani, nonostante condizionati dalle varie organizzazioni post-coloniali (i francofoni – sotto influenza di Parigi, gli anglofono, sotto l’influenza di Londra) non parteciperanno alle azioni militari contro la Libia.

Karl Kraus diceva che le guerre cominciano perché i diplomatici raccontano bugie ai giornalisti e poi credono a quello che leggono, e questa sembra essere la realtà di questa crisi.

Stiamo a vedere!

Kingamba Mwenho

Libia/Crisi: L’attacco a Gheddafi, l’esempio somalo e cosovaro!

libia - guerra per il petrolio, l'occidente vuole la sua parte Premesso che chiunque usi la violenza contro civili indifesi debba essere fermato, purtroppo questa non è la realtà libica. Analizzando le informazioni che arrivano dalla Libia si decanta più la propaganda anti-governo che le grosse TV internazionali mandano in onda che informazioni accurate circa lo sviluppo della situazione politico-militare in quel paese. Una prima vittima di questo conflitto è la verità, ed insieme a questa è il giornalismo di guerra.  A me pare che la maggiore parte dei giornalisti li presenti si ostini a non raccontare la verità. Se osservate ogni volta che c’è un collegamento noterete che stanno molto bene: puliti, rilassati e chi più ne ha più ne metta.

Cominciamo dall’inizio.

Giornali e catene televisive hanno parlato di migliaia di persone uccise durante le prime manifestazioni e durante i combattimenti di questi giorni, ma per ironia della manipolazione nessuna immagine per documentare tali affermazioni; hanno parlato di intensi bombardamenti contro le città controllate dai ribelli e spari contro i civili, anche qui nessuna immagine; abbiamo sentito della presenza di migliaia di mercenari, ma anche qui soltanto un filmato eseguito da un ribelle circa la cattura di un presunto mercenario, insomma: ma cosa sta succedendo in Libia?

Abbiamo visto che le manifestazioni sono passate da libere dimostrazioni pacifiche contro il regime di Gheddafi ad un tentativo di colpo di stato. A differenza dell’Egitto e della Tunisia, al terzo giorno di manifestazione i manifestanti erano già armati e non si contenevano, passarono subito all’attacco bruciando tutto quanto appartenesse al Governo. Si dimenticarono che caso prendessero il potere avrebbero bisogno di quelle strutture per potere gestire la popolazione senza dovere aspettare gli aiuti Occidentali.

Non bisogna essere un politologo per capire coloro che tentarono di prendere il potere con la forza dovrebbero essere considerati dei fuori legge: invece alcuni paese li hanno subito riconosciuti come i veri rappresentanti di un paese che non hanno nemmeno il controllo. Che dire?

Non trovo il senso dell’intervento anglo-francese in questo momento. Perdonatemi, non vedo altro che grossi interessi interessi oligarchici sotto ogni movimento e/o decisioni. Petrolio, basi militari, opportunismo. Guerre e morti ci sono in tanti paesi africani, cfr. Congo e Sudan, ma l’ONU non è riuscita a fare niente in tutto questo tempo, guarda caso per la Libia le cose si sono sbloccate in due giorni.

Pur di intervenire, perché bisogna chiudere il cerchio, si interverrà anche contro le truppe di Gheddafi ferme a terra (mi auguro osservando il cessar fuoco imposto dall’ONU). Questo intervento aprirà però la possibilità della prosecuzione della guerra, visto che nel frattempo staranno già riarmando i ribelli. Ricordatevi, se si riprenderanno i combattimenti  è perché l’Occidente lo vuole, lo vuole perché il petrolio di Bengasi è insufficiente. Ma questa possibilità aprirà nel paese una vera e propria guerra civile con conseguenze e risultati completamente imprevisibili. C’è anche il rischio di una “somalizzazione” del conflitto. La Somalia è tuttora uno Stato non Stato, e gran parte delle colpe ricadono all’Occidente.

Il petrolio libico è uno dei migliori al mondo: tutti vogliono controllarlo. Nell’attuale situazione, le oligarchie che premono sui governi ad agire contro Gheddafi si accontenteranno anche della divisione del paese. Si faranno due paesi: la Libia di Ghedaffi e Bengasi – uno stattarello controllato da poteri forti dell’Occidente…

Kingamba Mwenho

Matrimoni Gay: Il 53 % degli americani favorevoli

Cambiano i tempi, cambia la cultura, e soprattutto cambiano i gusti. Così per la prima volta nella storia degli Stati Uniti la maggioranza degli americani si è espressa a favore dei matrimoni gay. Queste informazioni provengono da un attendibile sondaggio condotto dal Washington Post insieme alla Abc, il cui risultato segna un evidente cambiamento in relazione alle libertà sessuali: il 53% dei cittadini statunitensi pensa che la legge dovrebbe consentire agli omossessuali di potere sposarsi.

Un risultato eclatante, considerando che sei anni fa, nel 2004, era favorevole solo il 32% della popolazione. Va però sottolineato che al momento il matrimonio tra persone dello stesso sesso è già legale in cinque stati: Massachusetts, New Hampshire, Vermont, Iowa, Connecticut e nel District of Columbia.

venerdì 18 marzo 2011

Champions League, ecco i sorteggi Inter, urna benevola: c'è lo Schalke


La finale di Champions League si terrà a Wembley il 28 maggio


Saranno i tedeschi dello Schalke 04 gli avversari dell'Inter nei quarti di finale di Champions League. Dal sorteggio, tenuto oggi nel quartier generale dell'Uefa a Nyon (in Svizzera), si è stabilito che l'Inter giocherà la gara di andata a San Siro il 5-6 aprile, il ritorno a Gelsenkirchen il 12-13 aprile.

Determinati anche gli accoppiamenti delle semifinali (26-27 aprile e 3-4 maggio), con la vincente del confronto fra Inter e Schalke che affronterà (giocando in casa la gara di andata) la vincente del derby inglese fra Chelsea e Manchester United. Dall'altra parte del tabellone dei quarti si giocheranno invece Real Madrid-Tottenham e Barcellona-Shakhtar Donetsk. La finale di Champions League si terrà a Wembley il 28 maggio, la scorsa edizione ha visto il trionfo dell'Inter.

QUESTI GLI ACCOPPIAMENTI:
Real Madrid - Tottenham
Chelsea - Manchester United
Barcellona - Shakhtar Donetsk
Inter - Schalke 04

I nerazzurri giocheranno la prima sfida dei quarti di finale in casa e la seconda in trasferta.

Questo il tabellone delle semifinali:
Inter Milan / Schalke 04 - Chelsea / Manchester United
Real Madrid / Tottenham Hotspur v Barcelona / Shakhtar Donetsk



con lastampa.it

I piaceri che allungano la vita: volontariato, figli, lavoro

Volontariato, figli, lavoro i piaceri che allungano la vita

LONDRA - Siete edonisti o eudemonisti? Niente paura, rifacciamo la domanda: per voi la felicità si traduce in una bella mangiata al ristorante, un bel film al cinema, la vittoria della squadra del cuore (per non parlare d'altro), oppure nell'allevare i figli, fare volontariato, svolgere un'attività che vi appassiona e magari è pure socialmente utile? Se appartenete al primo gruppo, non siete veramente felici; anzi, a forza di rincorrere un piacere materialistico, rischiate di essere spesso tristi e insoddisfatti. Se invece vi riconoscete nel secondo gruppo, non solo starete meglio di salute e di umore, ma conserverete anche un'estrema vivacità mentale fino ad età avanzata e vivrete più a lungo.

L'eudemonismo, secondo il vocabolario, è una dottrina che riconosce come legittima l'aspirazione dell'uomo alla felicità: diritto che per esempio la Costituzione americana sancisce ("the pursuit of happiness", il conseguimento della felicità) per tutti i cittadini degli Usa. Ma secondo studi emersi nell'ultimo decennio questa interpretazione del termine è fuorviante. Il nome deriva dal greco antico, "eudaimonia", che letteralmente vuol dire "essere con un buon (eu) demone (daimon)", intendendo quest'ultimo non nel significato negativo corrente, bensì come "genio, spirito guida". Aristotele affermava che gli esseri umani possono raggiungere lo stato di "eudaimonia" realizzando il proprio potenziale e vivendo in modo virtuoso: perciò,affermano i nuovi studi, pensava a qualcosa di assai diverso dalla felicità come viene oggi comunemente intesa.


Quest'ultima, un tempo terreno quasi esclusivo degli innamorati, è diventata oggetto di dotte ricerche: esiste perfino un "indice della felicità", per determinare dove si vive meglio non solo in base al reddito. Recenti studi in tale campo, chiamato dagli specialisti "psicologia positiva", cercano di riportare il concetto di felicità nei termini in cui lo intendeva appunto Aristotele. Uno studio dell'università inglese di Reading rivela che chi vive "virtuosamente", per dirla con il filosofo greco, vede le cose più positivamente di chi mette l'accento sulla ricerca del piacere. Un altro, condotto dalla San Diego University, osserva che tra il 1938 e il 2007 i sintomi di depressione, paranoia e psicopatologie sono costantemente aumentati tra gli studenti americani, spiegando il fenomeno con la crescente importanza data al materialismo, allo status, al denaro nel mondo occidentale.

Coloro che si dedicano ai familiari, al prossimo, al lavoro ben fatto, secondo statistiche citate in questi e altri studi, hanno mediamente una vita più lunga, una salute migliore (con meno probabilità di ammalarsi di disturbi cardiovascolari, osteoporosi, morbo di Alzheimer) e una felicità più piena, rispetto a chi rincorre un quotidiano piacere edonistico. Naturalmente non c'è niente di male a desiderare di essere felici, ammette il professor Richard Ryan, docente di psicologia alla Rochester University: "Ma concentrarsi troppo su se stessi può diventare un circolo vizioso, un peso psicologico", dice lo studioso al Wall Street Journal Europe, che ha dedicato una pagina al tema. Essere felici, insomma, non vuol dire essere continuamente euforici. Al contrario, il segreto di una contentezza a lungo termine potrebbe essere non pensare troppo alla felicità ("La felicità è come la salute", avvertiva Cechov, "quando la possiedi, non te ne accorgi"). E il tipico stress dell'uomo e della donna d'oggi, alla ricerca di un precario equilibrio tra lavoro, famiglia e impegni vari, potrebbe dunque contenere la chiave della felicità: "Concentratevi sui rapporti che contano e su un mestiere che amate", suggerisce il professor Ryan. Coltivate il vostro orticello, avrebbe riassunto Voltaire.

con repubblica.it

giovedì 17 marzo 2011

Buon compleanno Italia!

“Dietro a ogni articolo della nostra Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta”. Pietro Calamandrei

martedì 15 marzo 2011

Twitter is dowm… again 15/03/2011 – Save the Twitter service!

Twitter in dowm 15.03.2011

Grande Fratello: fuori Guendalina, Margherita a Nando: "Mi fai schifo"

Clamoroso al Grande Fratello. Guendalina Tavassi, una delle concorrenti più accreditate per la vittoria finale di questa undicesima edizione del reality, è stata eliminata. La mamma romana ha perso la sfida al televoto con Giordana e ha lasciato la Casa. Una notizia sicuramente molto forte, che ha sorpreso tutti gli altri inquilini. Più attesa invece la reazione di Margherita a cui è stato mostrato il video in cui Nando ha ammesso di averla tradita. La speaker varesina è esplosa come una furia travolgendo di insulti il ragazzo di Pomezia uscito in lacrime dalla Casa.


Margherita-Nando, l'amore che tradisce
Punto finale nella storia d'amore fra Margherita e Nando. Per la speaker varesina la fine è avvenuta nel modo più brutto. Il Grande Fratello ha mostrato alla ragazza le immagini del servizio de "Le Iene" dove il ragazzo di Pomezia ammetteva di aver avuto una relazione con lei solo per strategia e di averla tradita ripetutamente dalla sua uscita dalla Casa. Comprensibile la reazione di rabbia della ragazza che uscita dal Confessionale ha spinto sul divano Nando e lo ha ricoperto di insulti: «Mi fai schifo! Sei una m***! ». Quando lui si è alzato per tentare di replicare, la ragazza lo prende per il collo e lo spintona verso la porta: «Vattene via! Mi fai schifo! Non osare guardarmi in faccia! E io che non vedevo l'ora di baciarti! Mi fai schifo!». Il ragazzo, già non abilissimo nel parlare, incassa senza riuscire quasi ad aprire bocca e le poche cose che dice («Non so che dirti, non sono perdonabile, mi faccio schifo da solo, ci sono altre cose che ho detto, che so hanno colpito molto, mi hanno fregato») non fanno altro che ulteriormente far infuriare Margherita: « Non sono le Iene che ti hanno fregato, sei tu che fai schifo, sparisci dalla mia vita». Tocca poi ad Alfondo Signorini tirare giù la morale della scena vissuta: «E' quello che può capitare quando la popolarità ti travolge e non sai gestirla. Ricordatevelo ragazzi quando uscirete dalla Casa».

Guendalina-Remo, l'amore che rovina
Nel corso della settimana Guendalina ha scritto una lettera a Remo, l'ex compagno che aveva rivelato di aspettare un figlio da una sua nuova fiamma conosciuta da circa un mese: «Dovrei odiarti e disprezzarti per te, però, provo solo compassione sei semplicemente un vigliacco!». Ieri sera il faccia a faccia. Nel confronto Remo si difende: «Stai tranquilla, Gaia sta bene, le starò sempre vicino, e tu lo sai. La sta prendendo bene, meglio di quanto io credessi». Guendalina sembra avere solo un pensiero fisso: «Non mi interessa quello che vuoi dirmi, voglio sapere solo di mia figlia!», continua Guendalina. «Sei una grande mamma, vinci per lei», aggiunge Remo. «Tu ti fai un'altra famiglia grazie a me che sto qua – sottolinea ancora Guendalina -. Stai continuando a rovinare la vita di tua figlia, mentre io sono qui per lei!».

Andrea-Szilvia, l'amore che non si scioglie
«Non riesco a odiarla né ad avere rancore, forse sto ancora metabolizzando», esordisce Andrea quando gli mostrano l'intervista rilasciata da Szilvia a Verissimo. «Poteva pensarci prima», aggiunge il concorrente italo-giapponese. E' allora Davide a intervenire: «Forse Andrea era la persona giusta per lei, ma lei non è la donna giusta per lui». A consolare Andrea c'è anche la sorella Valentina che lo incontra attraverso una vetrata: «Metti da parte il cuore e focalizza tutto sul cervello, tutto ciò che dovrai affrontare lo affronterai fuori. Tira fuori la grinta, sii forte!».
Guendalina eliminata dal Grande Fratello
Erano tre le concorrenti a rischio eliminazione. E' uscita Guendalina, l'inquilina storica del Grande Fratello: dopo 147 giorni di permanenza, il 58% dei telespettatori votanti ha deciso che fosse giunta l'ora di vederla congedarsi dai suoi coinquilini e lasciare la Casa di Grande Fratello. Dopo aver ricevuto il verdetto in studio, dientro la solita grata, raggiunge la Casa e saluta i suoi compagni d'avventura tra le lacrime e lo stupore di tutti, in particolare di Andrea e Margherita. Proprio quest'ultima, prima ancora di sapere il verdetto, aveva promesso, in caso di vittoria finale, di lasciare una parte del montepremi a Guendalina.
Giordana e Biagio in nomination
I dieci concorrenti ancora in gioco hanno deciso di mandare al televoto Giordana e Biagio. Proprio i due inquilini che in settimana, e anche ieri sera, sono stati al centro di presunti "movimenti e toccatine" sotto le coperte, situazioni giudicate da molti un tentativo, andato abbastanza a vuoto, per acquisire un po' di attenzione


con lastampa.it

Gossip: Francesco Guccini si sposa

con corriere.it

Francesco Guccini

Francesco Guccini

 

Il Maestrone di Pavana si sposa. Anzi, si risposa. Francesco Guccini ha deciso di convolare a nozze con la compagna Raffaella Zuccari. Le pubblicazioni sono affisse a Palazzo d'Accursio e testimoniano che «gli sposi intendono contrarre matrimonio in Bologna». Entro metà agosto.

IL CANTAUTORE RISERVATO - La data infatti è top secret. «No comment», è la prima reazione di Guccini. «Sarà un omonimo», è la seconda. Difficile pensare che ci sia un altro Francesco Guccini nato il 14 giugno 1940 a Modena e residente a Bologna. Lui sorride e bofonchia, «chi lo sa, adesso vediamo». Tanto per non tradire la proverbiale riservatezza.

UN RAPPORTO CHE DURA DA ANNI - Il Maestrone e l'insegnante, dunque, si uniscono in matrimonio. Un rapporto che compie quest'anno (almeno ufficialmente) quindici anni. Lui, il cantautore e scrittore che tutti conoscono, quasi 71 anni, residente a Bologna anche se da anni abita a Pavana. Lei, dottore di ricerca in letteratura italiana all'Alma Mater e professoressa nelle scuole medie di Porretta e Gaggio. Un amore sbocciato nel '96 o giù di lì. A quella data risale infatti la canzone Vorrei, a lei dedicata.

LE PRIME NOZZE - Non è la prima volta che Guccini va a nozze. La prima volta risale al 1971 quando sposa, dopo alcuni mesi di convivenza, la storica fidanzata Roberta Baccilieri, per la quale aveva scitto Vedi cara. Con lei si immortalò a Santorini in una foto che fu poi usata per la copertina di Via Paolo Fabbri 43. Sei anni dopo si separa da Roberta e inizia a convivere con Angela, con cui nel '78 ha una bambina, Teresa, la Culodritto della canzone, che quattro anni fa si è laureata con una tesi sui fan di suo padre e di Robbie Williams. La fine dell'amore con Angela è in Farewell, del '93. Qualche anno ancora ed ecco comparire Raffaella al suo fianco. E ora le nozze.

Gossip e politica: Carfagna e Bocchino hanno una relazione

NAPOLI – «Della loro relazione lo sapevo da due anni e mezzo». Dopo mesi di rumors e voci di foto intime relative a una presunta liaison tra Italo Bocchino e Mara Carfagna è la stessa moglie del vicepresidente di Fli, Gabriella Buontempo, ad ammettere l'esistenza di una storia tra i due. «Roberto D'Agostino mi ha detto: 'Sai che gira voce di foto di tuo marito con la Carfagna, foto un po' intime?'. Io gli ho risposto: 'Se ci sono, pubblicale. Tanto non è che non lo so che lui ha questa relazione».

I VOTI - «Telecomandata», così la Buontempo definisce Mara Carfagna. Da chi sarebbe telecomandata? «Da mio marito», dice la consorte del politico campano: «Se non era per Italo – precisa - mica li prendeva tutti quei voti in Campania». Il riferimento in questo caso è alle scorse elezioni regionali in cui la ministra fu record woman di preferenze, con oltre 55mila voti. La Buontempo mette poi fine alle voci che da tempo circolano in merito ad una presunta relazione tra il marito e la ministra. Lo fa dalle pagine di Vanity Fair in edicola mercoledì. «Da più di due anni so che ha una relazione con Carfagna», dice.

E in risposta alle dichiarazioni dei giorni scorsi in cui il giornalista Roberto D'Agostino avrebbe «sussurrato» all'orecchio della Buontempo di essere in possesso di foto intime tra la ministra e il marito, la consorte, che vive ancora sotto lo stesso tetto con Bocchino, rivolgendosi all'indirizzo del giornalista lo invita, «se ci sono», a pubblicare gli scatti «compromettenti». Poi una stilettata al marito: «Purtroppo non l'ha gestita bene, perché questa storia la sapeva tutto il Parlamento e a un certo punto è arrivata anche al mio orecchio. Ho dovuto reagire: non mi va di passare per la scema del villaggio».

Italo e Mara Carfagna
Italo e Mara Carfagna

VACANZE IN TRE - In quanto alla storia amorosa tra Mara ed Italo la moglie tradita racconta con una punta di veleno: «Si presentava ovunque io andassi in vacanza», rivela. «E' andata addirittura dal mio parrucchiere», aggiunge. E prosegue: «Italo sostiene di averla troncata. Per carità, l'avrà troncata: lei si è fidanzata, ora dice che si sposa». Il matrimonio dovrebbe celebrarsi a giugno come annunciato dalla stessa ministra. Intanto da parte della Carfagna nessun replica. In una dichiarazione all'agenzia Asca, la ministra parla piuttosto delle celebrazioni dell'Unità d'Italia, il prossimo 17 marzo. «L'apporto delle donne all'avanzamento sociale e civile del nostro Paese – dice - è smisurato», citando al riguardo le 21 donne elette al Parlamento alle prime elezioni repubblicane del 1946.

A NOVELLA - Qualche settimana fa Gabriella era stata intervistata da Novella 2000. Al settimanale diretto da Candida Morvillo aveva detto: « Un marito in casa non lo trattieni: se vuole andarsene se ne va. Soprattutto se ha un'altra che è più giovane e che chiamano la "ministra più bella del mondo"».


con corriere.it

Giappone, nuova scossa di 6.4 gradi Fukushima, esplosi altri due reattori

MILANO- Una nuova forte scossa di terremoto si è aggiunta alle tante di assestamento registrate in questi giorni. Attorno alle 22,30 ora locale (le 14,30 in Italia) i sismografi hanno registrato un evento di magnitudo 6.4, inferiore ai 9 del sisma di venerdì scorso ma superiore per intensità a quello che ha colpito L'Aquila nel 2009, che fu di 5.9. La scossa è stata così forte da essere avvertita anche a Tokyo, dove diversi edifici hanno tremato. L'epicentro è stato nella prefettura di Shizuoka. Secondo le previsioni degli esperti, citati dalla tv pubblica e da altri network, non ci dovrebbe essere in questo caso un rischio tsunami.

L'AREA DI SICUREZZA - Nel frattempo, il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di quatto giorni fa, è «considerevolmente aumentato» e per questo motivo la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan, assicurando che il governo sta predisponendo tutti i necessari piani per l'assistenza della popolazione. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto un vero e proprio coprifuoco per motivi precauzionali, anche se pure per i residenti in quest'area non viene esclusa l'opzione dell'allontanamento.

Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine, ma le notizie che arrivano dal Giappone da questo punto di vista sono contraddittorie. L'attenzione resta alta e dall'estero si guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo: l'autorità francese per la sicurezza nucleare sostiene che il livello di rischio è a quota 6 della scala di riferimento internazionale Ines che arriva ad un massimo di 7 (quello, per intendersi, registrato in occasione dell'incidente di Chernobyl). La valutazione dell'Ispra, l'istituto italiano che si occupa anche di sicurezza nucleare, valuta invece a 5 tale livello. Le autorità giapponesi avevano invece sempre parlato di un livello 4.

«IMPOSSIBILE LAVORARE» - Il nodo riguarda la centrale di Fukushima, dove si sono registrate nuove esplosioni. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove secondo l'Agenzia atomica internazionale, la Aiea, si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, «il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione». I tecnici hanno cercato di fare il possibile per contenere i danni ma secondo quanto riferisce l'agenzia giapponese Kyodo, le radiazioni nella sala di controllo della centrale di Fukushima sono troppo elevate perche« gli esperti della Tepco vi possano lavorare.

NUOVE ESPLOSIONI - Intanto è salito a quattro il numero delle esplosioni verificatesi all'interno dell'impianto. Dopo i reattori 1 e 3, interessati da scoppi venerdì e sabato, anche il numero 2 e il numero 4 - dove si è sviluppato anche un incendio che ha favorito la fuoriuscita di radiazioni, secondo quanto rivelato dall'Aiea -, hanno registrato deflagrazioni tra lunedì e martedì. Benchè il reattore numero quattro fosse fermo per lavori di manutenzione quando venerdì scorso l'area è stata investita dal terremoto, secondo il capo portavoce del governo giapponese, Yukio Edano, «il combustibile nucleare spento si è surriscaldato, generando idrogeno e innescandone l'esplosione».

ACQUA DALL'ELICOTTERO - L'Aiea ha detto che l'esplosione nel reattore 2 «potrebbe aver compromesso l'integrità della sua principale struttura di contenimento». Secondo l'agenzia, le strutture di contenimento dei reattori 1 e 3 sembrano intatte nonostante le esplosioni. Il danno riguarda la struttura in cemento armato che protegge il contenitore di acciaio (vessel) all'interno del quale si trovano le barre di combustibile. «Al momento, a quanto risulta, sarebbero ancora intatti tutti e tre i vessel che contengono il combustibile», ha spiegato Stefano Monti, direttore dell'Unità metodi di sicurezza dei reattori dell'Enea. I reattori delle centrali Fukushima Daini, Onagawa, e Tokai sono invece in condizioni stabili e sicure, ha detto l'Aiea. Intanto Tepco, l'operatore della Fukushima Daiichi, ha detto che si sta valutando la possibilità di versare acqua da un elicottero sulla vasca di combustibile nucleare esausto del reattore numero 4, ormai esposta all'aria aperta. Infatti potrebbe essere addirittura in ebollizione il combustibile nucleare esaurito custodito nel bacino di stoccaggio presente all'interno del reattore numero quattro, almeno secondo quanto reso noto dalla Tepco, la società che gestisce l'impianto, citata dall'agenzia di stampa Kyodo. Stando a fonti della compagnia, a causa dell'ebollizione il livello dell'acqua potrebbe dunque abbassarsi, rendendo più grave il pericolo di fusione del nocciolo.

COMBUSTIBILE IN EBOLLIZIONE - Sono dunque quattro su sei i reattori dell'impianto nei quali si sono verificate esplosioni. Nei due rimasti fino ad ora indenni, ha rivelato lo stesso Edano, si è registrato un lieve aumento della temperatura. In precedenza il governo giapponese, le cui dichiarazioni erano state riprese dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, aveva annunciato che era stato estinto l'incendio scoppiato nello stesso reattore per il surriscaldamento del combustibile esaurito, che generando idrogeno aveva portato a un'ennesima esplosione.

IL LIVELLO DI RADIOATTIVITA' - Edano ha spiegato che il livello delle radiazioni è attualmente di 30 millisievert tra i reattori numero due e tre, di 400 millisievert nei pressi dello stesso reattore tre e di 100 vicino al reattore quattro. Una singola dose di 1.000 millisievert, cioè di un sievert che è l'unità di misura della radioattività, può causare malori temporanei quali nausea e vomito; una di 5.000 millisievert è in grado di uccidere entro un mese circa la metà di coloro che l'hanno ricevuta. Livelli anomali di radioattività sono inoltre stati registrati a Tokyo, ma un rappresentante dell'amministrazione metropolitana, Sairi Koga, ha precisato che non sono considerati tali da nuocere al corpo umano. Fonti municipali hanno riferito in effetti che in mattinata sono stati rilevati 0,809 microsievert in città: dunque una quantità di radiazioni superiore alla norma ma non particolarmente elevata, sebbene comunque venti volte superiore a quella che si era registrata il giorno prima. Per comprenderne l'entità, basti pensare che una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di 20 microsievert. Invece livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma sono stati registrati a Maebashi, città situata circa 100 chilometri a nord di Tokyo e quindi più vicina alla zona della centrale di Fukushima, che dalla capitale dista 250 chilometri.

RISCHIO DANNI PER LA SALUTE - Le radiazioni dovute all'incidente nel reattore n.4 della centrale di Fukushima, in Giappone, potrebbero essere «dannose per la salute» della popolazione ha spiegato successivamente da Parigi il ministro degli Esteri giapponese, Takeaki Matsumoto, durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione del G8. «L'incendio si è verificato nel reattore numero 4. La radiottività presente potrebbe risultare dannosa per la salute delle persone», ha aggiunto Matsumoto.

MARINAI USA - Paura anche tra i militari Usa che stanno soccorrendo la popolazione in Giappone. Altri soldati sono stati esposti a bassi livelli di radiazioni e sono stati sottoposti a processi di decontaminazione dopo aver consegnato cibo, acqua e coperte alle vittime di terremoto e tsunami. L'esercito ha anche detto che sta mandando altre navi al largo della costa occidentale invece che su quella orientale. Questo per evitare i rischi di grandi detriti sparsi nell'oceano dallo tsunami della settimana scorsa e per restare lontani dal rilascio di radiazioni dai reattori nucleari danneggiati.

LO STOP AI VOLI - Intanto alcune grandi compagnie aeree stanno decidendo di interrompere i propri voli per Tokyo per evitare di esporre il personale alle radiazioni. Lufthansa ha deciso di deiviare gli aerei su Nagoya e Osaka. I voli, inoltre, fanno scalo a Seul, per cambiare equipaggio, ed evitare che lo staff debba pernottare in Giappone; lo ha spiegato un portavoce della compagnia. E anche l'Air China, la compagnia di bandiera cinese, ha deciso di cancellare alcuni voli verso il Giappone, anche se si tratta di una decisione solo transitoria, seppure nata dallo stesso presupposto di Lufthansa, ovvero dalla volontà di non lasciare i velivoli parcheggiati di notte in Giappone. Non cambia invece i propri programmi, almeno per ora, Alitalia: l'amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, ha spiegato che «ad oggi i nostri voli sono regolari e tutti pieni». L'unica misura precauzionale, ha precisato, riguarda per il momento i piloti che volano verso il Giappone: «Viaggiamo con il doppio equipaggio per tornare senza dover pernottare in Giappone». Alitalia gestisce 14 voli la settimana verso Tokyo Narita, 10 da Roma e 4 da Malpensa, mentre sono 4 i voli settimanali verso Osaka.

IL BILANCIO DELLE VITTIME - Nel frattempo, <span>è salito a oltre seimila il numero dei morti e dispersi provocati dal sisma e dal successivo tsunami.</span> Secondo i dati forniti da Tokyo e altre undici prefetture, i morti accertati sono 2.722 mentre i dispersi riconosciuti sono 3.742; i feriti sono oltre 1.892.

Redazione Online

15 marzo 2011

Corriere.it/

Il terremoto in Giappone è colpa dell'uomo. Le prove

di affaritaliani

Il terremoto che ha colpito il Giappone di magnitudo 8,9 ha provocato un enorme tzunami con onde alte oltre 10 metri e la preoccupante esplosione del reattore N°1 della centrale nucleare di Fukushima. Il sisma è stato uno dei più devastanti negli intimi 150 anni (il più tremendo si verificò nel maggio del 1960 in Cile quando la terra tremò ad un magnitudo 9.3) e ha provocato uno spostamento dell'asse terrestre pari a 10 cm, portando all'aumento della rotazione della terra di un microsecondo (un milionesimo di secondo). Ma cosa sta succedendo al nostro pianeta? Siamo sicuri che sia tutto solo un fattore naturale e che l'uomo non centri nulla?

Tra le mille ipotesi fatte c'è chi sostiene che la causa del terremoto sia di natura umana. E che sia stato proprio l'uomo a causare il sisma. Come? Attraverso i test nucleari.

LE PROVE- Dagli anni 50 Stati Uniti, Russia, Cina e India hanno iniziato ad effettuare test nucleari e forti terremoti, superiori al magnitudo 7.0 della scala Richter, sono succeduti alcuni giorni dopo questi test, sarà solo casualità?

Sappiamo benissimo che la crosta terrestre è in continuo movimento e le placche tettoniche che sfregano le une sulle altre provocano naturalmente vulcani e terremoti ma rimane il dubbio sul perché, tutti i terremoti avvenuti dopo esperimenti nucleari, siano sempre stati a un magnitudo pari o superiore allo 6.0 della scala Richter.

Nel 1974 il Dottor Matsushita, scienziato del National Center of Atmosferic Research, scoprì che dopo questi test nucleari la ionosfera e il campo magnetico terrestre venivano disturbati per un periodo da dieci giorni a due settimane portando addirittura ad oscillazioni dei poli terrestri.
Lo scienziato fu subito messo a tacere dal governo degli Stati Uniti e gli fu impedito di continuare le sue ricerche in merito nascondendo tutte le prove che egli aveva rilevato.


Ecco la tabella con le varie date dei test e i relativi terremoti:
 

tabella



Ad esempio, il 5 aprile 2009 la Corea del nord lancio il suo primo missile atomico di media gettata, il giorno successivo, il 6 aprile un forte terremoto di magnitudo pari a 5,9 della scala Richter colpì l'Aquila mietendo centinaia di morti.


IL TERREMOTO IN GIAPPONE- Adam Kadmon, l'uomo del Mistero, ci ha parlato già di queste "coincidenze" da molto tempo, ora che abbiamo davanti agli occhi questi dati e questa evidenza crediamo che non ci siano molti dubbi a riguardo. Secondo la sua teoria i potenti stanno cambiando il nostro clima, la nostra terra e stanno distruggendo tutto negando l'evidenza.

Il terremoto in Giappone è colpa dell'uomo. Ecco le prove!

Il terremoto che ha colpito il Giappone di magnitudo 8,9 ha provocato un enorme tzunami con onde alte oltre 10 metri e la preoccupante esplosione del reattore N°1 della centrale nucleare di Fukushima. Il sisma è stato uno dei più devastanti negli intimi 150 anni (il più tremendo si verificò nel maggio del 1960 in Cile quando la terra tremò ad un magnitudo 9.3) e ha provocato uno spostamento dell'asse terrestre pari a 10 cm, portando all'aumento della rotazione della terra di un microsecondo (un milionesimo di secondo). Ma cosa sta succedendo al nostro pianeta? Siamo sicuri che sia tutto solo un fattore naturale e che l'uomo non centri nulla?

Tra le mille ipotesi fatte c'è chi sostiene che la causa del terremoto sia di natura umana. E che sia stato proprio l'uomo a causare il sisma. Come? Attraverso i test nucleari.

LE PROVE- Dagli anni 50 Stati Uniti, Russia, Cina e India hanno iniziato ad effettuare test nucleari e forti terremoti, superiori al magnitudo 7.0 della scala Richter, sono succeduti alcuni giorni dopo questi test, sarà solo casualità?

Sappiamo benissimo che la crosta terrestre è in continuo movimento e le placche tettoniche che sfregano le une sulle altre provocano naturalmente vulcani e terremoti ma rimane il dubbio sul perché, tutti i terremoti avvenuti dopo esperimenti nucleari, siano sempre stati a un magnitudo pari o superiore allo 6.0 della scala Richter.

Nel 1974 il Dottor Matsushita, scienziato del National Center of Atmosferic Research, scoprì che dopo questi test nucleari la ionosfera e il campo magnetico terrestre venivano disturbati per un periodo da dieci giorni a due settimane portando addirittura ad oscillazioni dei poli terrestri.
Lo scienziato fu subito messo a tacere dal governo degli Stati Uniti e gli fu impedito di continuare le sue ricerche in merito nascondendo tutte le prove che egli aveva rilevato.

Ecco la tabella con le varie date dei test e i relativi terremoti:

tabella

Ad esempio, il 5 aprile 2009 la Corea del nord lancio il suo primo missile atomico di media gettata, il giorno successivo, il 6 aprile un forte terremoto di magnitudo pari a 5,9 della scala Richter colpì l'Aquila mietendo centinaia di morti.

IL TERREMOTO IN GIAPPONE- Adam Kadmon, l'uomo del Mistero, ci ha parlato già di queste "coincidenze" da molto tempo, ora che abbiamo davanti agli occhi questi dati e questa evidenza crediamo che non ci siano molti dubbi a riguardo. Secondo la sua teoria i potenti stanno cambiando il nostro clima, la nostra terra e stanno distruggendo tutto negando l'evidenza.

Con Affaritaliani

Borse, Tokyo provoca effetto domino Piazze europee e Wall Street a picco

Il terremoto del Giappone incide sull'andamento dei mercati di tutto il mondo a cominciare dall'Asia. Il Nasdaq brucia i guadagni del 2011 e la reazione di Wall Street trascina a fondo tutti i listini del Vecchio continente. In forse l'aumento dei tassi ventilato da Bce per aprile

Borse, Tokyo provoca effetto domino Piazze europee e Wall Street a picco

MILANO - La Borsa di Tokyo trascina verso il basso i mercati del Vecchio Continente. Sulla scia della piazza asiatica, che ha visto l'indice Nikkei piombare a picco del 10,55%, le Borse mondiali hanno seguito con ribassi a catena. L'ultima in ordine di tempo è Wall Street, che procede in forte calo. Prima di stabilizzarsi intorno a un -2%, il Dow Jones è arrivato a perdere il 2,45% a 11.699,81 punti, il Nasdaq il 2,89% a 2.623,19 punti, lo S&P 500 il 2,76% a 1.261,03 punti. Il Nasdaq ha di fatto bruciato i guadagni 2011.

A ruota della Borsa Usa, tutti i maggiori mercati registrano pesanti cali: a Milano il Footsie-Mib accelera i ribassi al 3,05%. La flessione più pesante coinvolge Francoforte che cede il 5%, Parigi il 4%, Londra il 2,6%. A zavorrare gli indici è l'aggravarsi della crisi alle centrali nucleari giapponesi danneggiate dal cataclisma della scorsa settimana

Il dramma del Giappone si è fatto sentire anche sugli altri mercati della regione asiatica, che invece ieri avevano in molti casi segnato recuperi. La cinese Shanghai ha chiuso al meno 1,41%, Hong kong con un -2,86%, Seul -2,40% E un pesante contraccolpo si profila anche oltre atlantico, dove i contratti Futures sui maggiori indici di Wall Street segnano netti ribassi, quelli sul Dow Jones un -1,90%, i Futures sul Nasdaq -2,12%.

Ripiegano, ma non crollano i prezzi del petrolio: a Londra il barile di Brent si attesta a 111,9 dollari, mentre questo segmento vede notizie contrastanti. Un possibile rallentamento della ripresa

globale dovuto al Giappone frenerebbe la domanda di greggio, ma proprio oggi l'Aie ha ritoccato al rialzo le previsioni sul fabbisogno globale mentre la produzione della Libia appare quasi arrestata del tutto. Infine l'euro segna un lieve calo sul mercato dei cambi, a quota 1,3884 dollari.

Un altro effetto della crisi giapponese potrebbe essere il congelamento dei tassi nell'Ue annunciato come probabile dalla Bce per il mese di aprile. I tassi di mercato monetario, infatti, a causa della catastrofe, puntano decisamente in basso. "Le aspettative stanno cambiando, i tassi stanno scendendo rapidamente, basta guardare il future dell'euribor a 3 mesi, il 4 di marzo viaggiava a 1,38 oggi all'1,28", commenta un operatore. Significativa anche la flessione dell'eonia/swap, il principale indicatore delle aspettative di politica monetaria. Il tasso a tre settimane, quindi per una scadenza coincidente con la prossima riunione della bce, oggi quota lo 0,694% da 0,722%, quello a 4 settimane è sceso da 0,739 a 0,715. Sull'interbancario il tasso euribor a tre mesi è sceso da 1,174% a 1,167%.


di repubblica.it

Caso Schulz/Ricordo: La figuraccia di Berlusconi al Parlamento europeo

Questo video, tratto dal film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio "Quando c'era Silvio", ripropone la famigerata performance di Silvio Berlusconi al parlamento di Strasburgo, il 2 luglio 2003, in occasione della cerimonia di insediamento del semestre italiano di presidenza dell'Unione Europea. Il filmato si apre con l'intervento di Martin Schulz, della Spd tedesca, che sottolinea la sua preoccupazione per la presenza della Lega al governo, chiede a Berlusconi di portare finalmente in porto le leggi sul processo europeo, sul mandato di cattura, sul riconoscimento dei documenti, aggiungendo anche che il presidente del Consiglio italiano siede su quella poltrona solo grazie alle lungaggini burocratiche delle sue vicende giudiziarie. La replica di Berlusconi all'europarlamentare tedesco è, allo stesso tempo, furiosa e penosa, e non si limita alla frase indecente su cui si sono concentrate quasi tutte le cronache: "So che c'è in Italia un produttore che sta girando un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto". Più delle parole, però, a colpire sono i gesti e le espressioni di Berlusconi, decisamente nervoso e in difficoltà di fronte a domande "scomode" che in Italia non gli vengono quasi mai rivolte. Come ha riassunto bene lo stesso Schulz, "quando il premier italiano viene contraddetto perde ogni contegno"

lunedì 14 marzo 2011

Economia e lavoro: Lasciate la pigrizia, rischiate È nella crisi che si innova

Ci sono periodi in cui sembrano arrivare solo sciagure e pericoli. Come oggi, in cui è in atto una grave recessione, il Mediterraneo è in fiamme e c'è perfino una catastrofe in Giappone. Soprattutto sul piano economico la gente comune, io, voi, milioni di altre persone non possiamo fare nulla, solo aspettare che agiscano in modo saggio i potenti e lamentarci se ci deludono? Non credo. Guardiamo a ciò che è successo nel passato. Il miracolo economico italiano degli anni Cinquanta e Sessanta è avvenuto perché gli operai, gli impiegati, i commercianti, i contadini si sono trasformati in imprenditori, hanno inventato prodotti utili per tutti e li hanno venduti in Italia e all'estero. Pensiamo alla Vespa, alla Lambretta, alla Topolino, agli elettrodomestici, all'oreficeria, ai mobili, alle piastrelle. Un altro esempio: nella metà degli anni Settanta, durante il blocco petrolifero e il terrorismo, poche persone, anziché lamentarsi, si sono inventate «Mulino bianco». E, alla fine di questo decennio, i nostri tessutai, i nostri stilisti hanno creato abiti stupendi e hanno conquistato il mercato mondiale della moda. Lo Stato non ha fatto niente, i politici non si erano nemmeno accorti di quanto stava succedendo.

Io penso che il pericolo maggiore oggi sia la caduta dello slancio vitale, della volontà di fare e dell'impegno della classe dirigente. Molti imprenditori si sono dedicati alla finanza, molti gruppi industriali non hanno più il coraggio di innovare, di cercare strade nuove, anzi ne hanno paura, fanno solo quello che i loro pavidi uomini di marketing gli dicono che è «sicuro». Ma il grande imprenditore — e io ne ho conosciuti tanti — non fa quello che è «sicuro», inventa ciò che piacerà, plasma il gusto del consumatore. A volte ho l'impressione che alcuni gruppi industriali abbiano una dirigenza fatta più di finanzieri e di contabili che di imprenditori. E non scelgono come collaboratori le personalità più creative, più audaci, più capaci di inventare ma quelle più conformiste.
È però sbagliato rimproverare solo costoro o i politici inetti e litigiosi perché ciascuno di noi, individualmente preso, può contribuire allo sviluppo buttando via la pigrizia, scrollandosi di dosso le abitudini, accettando il rischio, cercando strade diverse, viaggiando nel mondo globalizzato per scoprire nuove occasioni. È nei momenti di crisi che si deve seminare, e sono sicuro che molti lo stanno già facendo e raccoglieranno i frutti nei prossimi anni.



con corriere.it

La crisi economica vista da un sindacalista bancario

banche rapinano_rubano_cittadini1 Inizio questo intervento in maniera inconsueta. Un indovinello: “su di un albero ci sono dieci uccelli. Un cacciatore spara, ne colpisce 3, quanti ne rimangono?”

Qualcuno risponderà 7, altri diranno “nessuno”, poiché “lo sparo ha spaventato i superstiti che, lesti-lesti, sono volati via”.
Qual è la risposta giusta? 

Entrambe potrebbe esserlo.

Dipende dall'approccio interpretativo rispetto alla comprensione della domanda.

E’ altrettanto evidente che i responsi sarebbero ambedue errati nel caso in cui il quesito sottintendesse alcuni elementi non palesi, non tenuti in debita considerazione nell’esercizio della logica.

Trasducendo la metafora comprenderete meglio ciò che intendo.

L'attuale contingenza, angosciosa, rappresenta una preoccupazione che varie fazioni di pensiero tentano disperatamente di arginare. Ciascuno degli attori, convinto delle proprie ragioni, elabora ragionamenti fondati su parametri culturali e ideologici del tutto diversi tra di loro, a volte addirittura contrapposti.

banche rapinano_rubano_cittadini L’unico elemento che accomuna le parti in causa è, purtroppo, una grave carenza. TUTTI QUANTI IGNORANO (alcuni, ahimè, volutamente) la VERA RADICE del male, per cui la questione si traduce in un FALSO PROBLEMA. Ecco il motivo dell’inefficacia di qualunque decisione venga messa in campo.
Da qui in poi il mio scopo è quello di mostrarvi tale RADICE.

«Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi E NON I CAPI DEL GOVERNO, controllano la situazione, dato che la mano che dà sta’ al di sopra della mano che riceve. Il denaro non ha madrepatria e i finanzieri non hanno patriottismo, né decenza. IL LORO UNICO OBBIETTIVO E’ IL PROFITTO».

Sapete chi pronunciò tali illuminate -e illuminanti- parole? Fu Napoleone Bonaparte, nel 1815! Ciononostante esse sono d’una sconcertante attualità.
La cosiddetta CRISI, da tutti noi chiaramente percepita, non è altro che un fantasma, uno spettro. Tra poco mi spiegherò meglio.

Il pianeta è ben saldo nelle mani di alcuni poteri segreti che ne gestiscono le sorti. La leva principale da essi utilizzata per gestire il turpe meccanismo della dominazione è l'egemonia monetaria, economica e finanziaria.

Nessun individuo può affrancarsi dall'incontrastabile influenza di tali strumenti, e la vita di ogni essere umano ne è pesantemente subordinata.

IL VERO GOVERNO è molto ben dissimulato e riesce a perpetrarsi nei secoli alimentando l’ignoranza dei popoli sulle vere cause che ne hanno prodotto la storia.
A tale proposito cito la chiarissima affermazione di Honoré de Balzac: «Sono due storie. La storia ufficiale, menzognera, la storia AD USUM DELPHINI [*], ovvero quella che ci viene insegnata e conosciamo; e poi c’è la storia segreta, DOVE SI TROVANO LE VERE CAUSE DEGLI AVVENIMENTI. UNA STORIA VERGOGNOSA».

Le fondamenta di un tale “castello degli spettri” sono fabbricate con un materiale altrettanto illusorio: IL DENARO.

Il denaro non è altro che una convenzione strumentale, dogmaticamente inculcata nel tempo al fine di radicare nella mente collettiva un solido sistema di credenze, assai utile a irreggimentare il gregge umano. In questo modo viene reiterata da tempi lontani una scellerata truffa basata sul debito.

Tra i molti sistemi allestiti nel tempo, il SISTEMA-DEBITO E’ CERTAMENTE IL PEGGIORE. Da esso derivano le molte forme della moderna schiavitù, alcune delle quali attengono alle tutele di competenza delle organizzazioni sindacali. La facciata democratica, penzolante come una carota dinnanzi ai nostri paraocchi, confonde la percezione collettiva cosicché, inorgogliti da falso senso di libertà, accettiamo e giustifichiamo anche le innumerevoli bastonate.

Certamente, l’allevatore mantiene la mandria in discrete condizioni ma, giusta la minima sufficienza per poterla sfruttare al meglio; è ovvio che egli non ha interesse a custodirla come un improbabile buon samaritano.

Chi non dispone a sufficienza di questo “NULLA” chiamato denaro, è bollato, catalogato quale signor “nessuno”; egli potrebbe tranquillamente morire di fame, o di stenti, in strada o sotto un ponte, tra l’indifferenza generale.

1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 ... in questo istante, in qualche parte del mondo, muore un bambino, a causa della mancanza di cibo. Ogni sette secondi questo si ripete, ogni giorno, per 365 giorni all’anno.

L’Essere Umano, se non è ben integrato nella schiavitù monetaria del lavoro, fondata sul denaro-nulla, VALE MENO di quel pezzo di carta che gli è indispensabile per SOPRAVVIVERE.

IL NULLA determina il valore della Vita. E’ questo che ci vantiamo di definire CIVILTA? Non credete anche voi che siamo tutti quanti vittime di una stupefacente illusione collettiva?

A corredo della credibilità di tali grevi affermazioni vi rammento il funzionamento del "sistema-debito".
Le tre chiavi del “castello degli spettri” si chiamano:  1) SOVRANITA’ MONETARIA; 2) SIGNORAGGIO BANCARIO; 3) DEBITO E SCHIAVITU’.


1) Sovranità monetaria,
ergo, il potere di emettere il denaro e i suoi surrogati.

Sempre più spesso sento parlare di “Sovranità Popolare”. In molti si riempiono la bocca di sciocchezze proclamando la sovranità del nostro popolo. Ma di quale sovranità possiamo davvero disporre se addirittura ci viene negata quella primaria? Qual è?

Rispondete a questa domanda
: “Chi detiene effettivamente, in barba a quanto inciso col sangue della resistenza nella nostra costituzione, il monopolio di battere moneta?

Di certo non il popolo e tanto meno lo Stato che lo dovrebbe rappresentare. Il condizionale è d’obbligo: DOVREBBE RAPPRESENTARE.

I veri sovrani sono alcune entità private, NON ELETTE, munite di poteri superiori a quelli degli Stati pseudo-sovrani. I governi sono servi e si limitano a recepire le volontà dei loro padroni e a riversarla sotto forma di leggi sui propri cittadini o, meglio, sudditi dei sudditi.

La leva viene agita attraverso le banche centrali, PRIVATE ASSOCIAZIONI che emettono moneta senza alcuna copertura, creandola letteralmente dal nulla.
Agli Stati pseudo-sovrani è fatto divieto di battere moneta. Essi hanno sottoscritto accordi in tal senso: un oltraggio alla costituzione e ai diritti del proprio Paese. La legittima sovranità, conquistata dai nostri padri e madri, e dai nostri nonni e nonne, i quali non hanno esitato in molti casi a sacrificare la vita stessa per donarci libertà e sovranità, CI VIENE NEGATA PER MEZZO DI UN TERRIFICANTE INGANNO.


2) Signoraggio bancario

Anticamente era il “signore” che esercitava la sovranità monetaria, perciò emetteva, o “batteva”, moneta. Egli, il signore, si serviva di tale diritto essendo proprietario del metallo nobile adoperato per il conio. Furbescamente, egli usava “inquinare” le monete preziose con una certa percentuale di metallo vile, al fine di lucrare sulla differenza di valore. In questo modo il signore traeva profitto dal suo “diritto di signoraggio”.

Al presente, il diritto di signoraggio è esercitato dalle BANCHE CENTRALI. Meno di trenta centesimi è il costo di produzione; la cifra apposta sulla banconota costituisce, per contro, il prezzo di vendita della stessa. Un bel ricarico, non c’è che dire … e noi che ci lamentiamo del bottegaio sotto casa!

Il denaro, così PRODOTTO EX-NIHILO (dal nulla per diritto Divino) a un mero costo tipografico, senza alcuna copertura che ne garantisca il valore intrinseco, viene poi prestato agli Stati al prezzo nominale; et voilà, il gioco è fatto!

Anzi, no. Non è ancora finita; la RENDITA DA SIGNORAGGIO è accresciuta dagli interessi, che le banche centrali ricaricano sul valore di facciata, o valore nominale.

Il tutto pare essere ESENTASSE. Qualora ciò fosse vero, considerando soltanto l'Italia, si quantificherebbe l'evasione fiscale in centinaia di miliardi di euro.


3) Debito e schiavitù

Per mezzo di quanto sopra chiarito, il mondo viene indebitato e, conseguentemente, reso schiavo.
In che modo?

L’emissione di denaro-nulla è SEMPRE gravata da debito-effettivo
. Infatti, gli Stati pseudo-sovrani in cambio debbono emettere e consegnare titoli del debito pubblico, per un ammontare pari al valore facciale del prestito monetario maggiorato degli interessi, rigorosamente stabiliti dalla banca centrale stessa. Questo è il vero COSTO DEL DENARO, espressione ripetuta come il refrain d'una triste canzone nazionale.

Gli Stati, in cambio di carta straccia, indebitano i propri cittadini consegnandoli di fatto nella mani dei macellai usurocrati. Infatti, chi detiene la proprietà dei Titoli di debito di uno Stato si impossessa della ricchezza del Paese. Sappiate che, se l’Europa non è ancora andata in default, e se il sitema-euro -pur traballando- sta ancora in piedi, è perché la Cina sta acquistando grandi fette del debito europeo, oltre che di quello Americano.

Questo fatto mi preoccupa ancor più del fallimento degli Stati Europei. Comprendete cosa intendo?

La connivenza politica permette di drenare la ricchezza prodotta col nostro lavoro, col nostro sacrificio quotidiano. Illusi di contribuire al benessere e alla ricchezza del Paese, al contrario, non siamo altro che ghiotto e ottuso alimento per il sistema.

Come avviene il drenaggio?
Le tasse. L’imposizione fiscale è lo strumento di deflusso della ricchezza che noi tutti produciamo giorno dopo giorno.
Vi siete mai chiesti perché l’imposizione fiscale cresce vergognosamente, mentre i servizi a beneficio della collettività vengono via-via a essere tagliati e sacrificati adducendo giustificazioni insensate e assolutamente intollerabili?

Il debito che cresce esponenzialmente a causa della ricapitalizzazione (interessi sugli interessi ad - libitum) costringe il complice ministro dell’economia a dirottare le risorse laddove il sovrano impone. Le tasse crescono e i servizi spariscono poco alla volta.

Tutto ciò si esprime in un grafico a curva ascendente che evidenzia l’ineluttabilità del collasso, prima, e del crollo sistemico, poi.

Sapendo tutto questo, ora, riuscite a intuire come si trasformerebbe, magicamente, la vita di tutti noi se decidessimo di liberarci dalla schiavitù monetaria?

Immaginate: se un solo Stato trovasse il coraggio di fare ciò, non credete che anche gli altri seguirebbero a ruota?

Il mondo, allora, diverrebbe davvero un bel posto per viverci! Tutto questo si potrebbe realizzare in pochissimo tempo, se solo lo volessimo.

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UTOPIA? NO, GIUSTIZIA!

Ricordate la promessa fatta ai nostri iscritti con l’ultimo congresso del 2009?
VALORIZZARE IL LAVORO
PER RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
PER USCIRE DALLA CRISI
PER RILANCIARE IL PAESE.

A leggere i numeri del Paese, 2 anni dopo, qualche interrogativo sono costretto a pormelo. Soprattutto mi chiedo se sia possibile mantenere tali promesse con una politica costantemente difensiva, volta a rintuzzare le difficoltà derivanti dalla schiavitù, o se invece non sia giunta l’ora di gonfiare il petto e orientare tutte le nostre energie verso il tentativo di spezzare le catene.

Di tanto in tanto mi sovviene il ricordo di Giulio Pastore, che onorò la mia bella Valsesia con la sua permanenza, e mi domando come egli si comporterebbe oggi, al posto nostro. Dentro di me, è forte la convinzione che, senza alcuna esitazione, ci prenderebbe per mano per condurre la SUA Cisl verso nuovi ambiziosi lidi. I tempi lo impongono, lo dobbiamo ai nostri iscritti, e non solo.

Ovviamente attendo una risposta dal tavolo dirigenziale di questo Consiglio Generale, e consegno al suo presidente copia di questo documento da allegare agli atti.
Vi interessa, invece, la mia risposta all’indovinello iniziale?

Un attimo prima di premere il grilletto, il cacciatore comprese di essere lui stesso la causa prima del problema. Scelse di non sparare, e gettò il fucile per sempre.
Grazie.

Fonte: Wikipedia  [*] Ad usum delphini. La frase nasce in Francia, dove veniva stampigliata sulla copertina dei testi classici (greci e latini) destinati all'istruzione del figlio del Re Luigi XIV ed erede al trono, detto Delfino (o Gran Delfino). Tali testi venivano epurati dei passaggi ritenuti più scabrosi o comunque inadatti alla giovane età del Delfino. La collezione di libri ad usum Delphini comprende 64 volumi stampati tra il 1670 e il 1698 per ordine del precettore del Gran Delfino, il duca di Montausier, e sotto la supervisione di Bossuet e Huet.

Significato attuale.
Oggigiorno la frase viene utilizzata per indicare l'edizione di un testo semplificato perché sia adatto alla limitata (per età o per cultura) capacità di apprendimento di una persona.

Fra le altre interpretazioni dispregiative citiamo quella che vede la frase come simbolo di tutte le manipolazioni di notizie o altre informazioni intese a compiacere un dato soggetto o a nascondere delle verità scomode per la parte in causa. Un ulteriore utilizzo della frase, molto meno ricorrente dei precedenti, è registrato in documenti clinici e referti di esami medici relativi ad un paziente le cui gravi condizioni fisiche e/o psichiche sconsigliavano la comunicazione diretta di notizie relative ad un ulteriore peggioramento; i documenti e i referti "addomesticati" per il paziente in oggetto riportavano la dicitura "copia a.u.d.". Oggi la giurisprudenza in ambito medico ha di fatto reso non legale la redazione di documenti a.u.d.

Relazione di Danilo Perolio
Segretario Responsabile FIBA/CISL Territoriale di Vercelli al Consiglio Generale U.S.T. CISL VERCELLI
Vercelli, lunedì 21 febbraio 2011

FIBA/CISL
Federazione Italiana Bancari Assicurativi
Sindacato Territoriale
Via Paggi,1 – 13100 Vercelli (Vc)

Con Criticamente.it

domenica 13 marzo 2011

“Sono venuto per servire”, un libro di Loris Mazzetti Don Andrea Gallo

Loris Mazzetti Don Andrea Gallo "Drogati di merda". Così Don saluta i suoi ragazzi che gestiscono l'osteria marinara A' Lanterna in via Milano dove si mangia un pesce da favola. "Solo io li posso chiamare così". Nel saluto c'è tutto l'affetto del mondo per i suoi giovani, per i tanti che sono passati dalla comunità di San Benedetto al Porto, che lui ha aiutato a uscire dal tunnel della droga e del malaffare.

Don lo avevo incontrato altre volte, durante un dibattito o un suo intervento in qualche mia trasmissione. Le sue parole mi hanno sempre affascinato, non sono mai buttate al vento, hanno sempre un senso, ti rimangono dentro, ti fanno pensare.

Quando è stato ospite a Che tempo che fa, mentre Fazio lo intervistava, io ero seduto dietro la scena, seguivo la ripresa attraverso un monitor di servizio, ascoltandolo pensavo: "Peccato che Don sia un prete, se fosse un politico, avremmo trovato il nostro leader". È facile fare il rivoluzionario con il fucile in mano, anche se a volte è inevitabile, soprattutto quando si lotta contro il dittatore o l'usurpatore.

Di Andrea Gallo conosco quasi tutto e mi sono reso conto, studiando la sua vita, che è quella di un grande rivoluzionario non solo per il bene che fa, ma per la forza della sua parola, l'esempio dato dal suo modo di vivere, per la capacità di rendere semplice tutto quello che è complicato.

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Libano: Imponente manifestazione per il disarmo di Hezbollah

disarmare_l_hezbollah_libano_beirut Beirut - Circa 300mila persone provenienti dalle aree cristiane e sunnite del Paese si sono radunate in piazza dei Martiri a Beirut per dando vita ad una grande manifestazione per chiedere il disarmo del movimento sciita Hezbollah.

Il movimento Hezbollah è accusato di essere al servizio dell’Iran, questo considerando il proprio comportamento politico e militare, ed è implicato nelle varie guerre che il paese ha intrapreso nonché nella morte dell’anteriore Primo ministro Rafīq al-Ḥarīrī.

Al megaraduno, convocato dalla coalizione di governo sostenuta da Stati Uniti e Lega Araba, ha parlato il premier uscente Saad Hariri: “Vogliamo un Libano dove nessuno al di sopra dello Stato abbia il monopolio delle armi”.

Free Ride/Sci e Snowboard: Con la tavola giù dalla montagna

Lo sport tra coraggio e pazzia, potrebbe essere questa la definizione dell’evento che vede la partecipazione di ragazzi e ragazze amanti e praticanti  (professionali) dello Sci e dello Snowboard.  Mitch Toelderer e Stefan Hausl sono stati incoronati “Re della montagna” dopo la tappa austriaca del tour mondiale della specialità.

Israele non può più pretendere che non esista il conflitto mediorientale

c'era-una-volta-la-palestina-insediamentiwest Il massacro di una famiglia di coloni israeliani vicino Nablus, in Cisgiordania, segna la crisi del coordinamento di sicurezza tra Israele e l’ANP ed accresce il rischio che i territori palestinesi scivolino in una situazione di conflitto – scrive il giornalista israeliano Aluf Benn.***

Il massacro della famiglia Fogel ha portato a conclusione la tregua di cui Israele ha goduto negli ultimi due anni. Il terrorismo palestinese ha colpito ancora, nel punto più sensibile della Cisgiordania: la “madre” di tutti gli insediamenti isolati, su un crinale oltre Nablus, e i suoi abitanti radicali, famigerati per i loro rapporti violenti con i loro vicini palestinesi. Nessun posto è più emblematico del conflitto, e della frizione nei territori palestinesi, di Itamar.

Chi ha pianificato ed eseguito l’attentato ha cercato di scuotere lo status quo, che ha operato a vantaggio di Israele. La quiete ha permesso agli israeliani su entrambi i lati della Linea Verde di vivere felicemente e fingere semplicemente che non esistesse alcun conflitto. I palestinesi e i coloni erano percepiti dagli israeliani come questioni di pubbliche relazioni, come fastidi nei rapporti con gli Stati Uniti e con l’Europa, non come problemi chiave che dovevano essere affrontati. Tutto questo ora è cambiato.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu sabato ha cercato di utilizzare questi omicidi come uno strumento per allentare la pressione internazionale su Israele. Ha accusato l’Autorità Palestinese di istigazione alla violenza e la comunità internazionale di ipocrisia, ma i suoi commenti non hanno ottenuto quasi nessuna attenzione in un mondo tormentato dallo tsunami in Giappone, dalla guerra civile in Libia e dal prezzo del petrolio alle stelle.

Netanyahu cerca di isolare l’attacco e di impedire che esso scateni una terza intifada, ma la sua missione sembra impossibile. Egli si trova ad affrontare forze molto forti che aspirano al conflitto. In molti paesi occidentali, gli attivisti stanno celebrando la Settimana dell’Apartheid di Israele, mentre si stanno diffondendo su Facebook gli appelli a organizzare proteste di massa nei territori e davanti alle ambasciate israeliane di tutto il mondo questo martedì. Gli organizzatori stanno cercando di imitare le rivolte verificatesi nel mondo arabo negli ultimi mesi, e se ci riusciranno, rischiano di ricevere una risposta molto più dura di quanto non si aspettino da parte di Israele.

Un attacco a un insediamento, ed in particolar modo a Itamar, evoca sempre il timore di attacchi di vendetta da parte dei coloni contro i palestinesi. Le Forze di Difesa Israeliane dovrebbero raddoppiare gli sforzi per tenere separate le due parti.

Ma i coloni e i loro sostenitori nel governo hanno anche obiettivi politici. Essi cercheranno di utilizzare gli omicidi per ridurre al minimo il prestigio del ministro della Difesa Ehud Barak, per spingere Netanyahu a rinnovare le attività edilizie negli insediamenti più grandi, e per impedire la prevista evacuazione degli avamposti illegali. Un certo grado di autocontrollo da parte dei coloni e la rinuncia a compiere evidenti attacchi di rappresaglia aiuteranno il governo ad appoggiare le loro richieste. Netanyahu ha chiesto loro di ridurre le loro aspettative, ma tali richieste hanno un prezzo.

Il coordinamento di sicurezza tra Israele e l’Autorità Palestinese, che ha contribuito molto alla relativa calma degli ultimi anni, è ora in crisi. Netanyahu ha accusato l’ANP di istigazione alla violenza, mentre il presidente palestinese Mahmoud Abbas non ha condannato l’attacco nei toni che avrebbe gradito Netanyahu.

Nell’attuale clima di diffidenza e di accuse ai massimi livelli, le forze in campo faticheranno a fidarsi reciprocamente. Tutte queste forze stanno spingendo per un ritorno a un conflitto violento nei territori, mentre la comunità internazionale è impegnata altrove e poco disposta a calmare la situazione.

Aluf Benn è corrispondente diplomatico del quotidiano israeliano ‘Haaretz’; segue la politica estera israeliana ed il processo di pace israelo-palestinese dal 1993

Original Version: Israel can no longer pretend there’s no Mideast conflict / medarabnews.com

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Economia e lavoro

Continua lo strazio. E continua l'immagine di un'amministrazione pubblica più agile nelle parole che nei fatti. Dopo aver procrastinato diverse volte l'annuncio delle date, il Concorso del Comune di Roma incontra l'ennesimo, funesto rinvio. Il ridicolo non è un cliché, né lo si vuole far indossare forzatamente alla macchinosa burocrazia. Lo suggeriscono i fatti, non chi li racconta.

La presentazione delle domande per 1995 posti scadeva nel lontano 25 marzo 2010. Si ritenne ragionevole che per stilare una lista fossero sufficienti 9 mesi, per cui si annunciò che il 17 dicembre sarebbero state rese note le date. Ma dopo 9 mesi non vi fu travaglio e si optò per un periodo di affannosa elaborazione dei dati. Si pensò dunque che le date sarebbero uscite oggi, 25 febbraio 2011. Ma 11 mesi dalla scadenza per la presentazione delle domande sono davvero misera cosa ed ecco dunque il nuovo rinvio.

Adesso il Comune di Roma annuncia che il calendario delle selezioni verrà reso noto venerdì 17 giugno. Vale a dire: un anno e 3 mesi dalla chiusura del bando. Va da sé che, quand'anche questa data si dovesse rivelare quella giusta, si porrebbero comunque interrogativi sui tempi delle selezioni. Qualcuno, forse, spera solo che il "titolo" di candidato sia un bene ereditabile…


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Economia: Lavoro per laureati: Michelin assume in tutto il mondo job news, lavoro 2011, stage 2011

L'azienda Michelin, il celebre produttore di pneumatici, ricerca brillanti laureati e neolaureati da inserire in azienda. Secondo quanto scritto sul sito corporate, in Italia i settori in cui l'azienda presenta maggiori possibilità di inserimento sono Produzione, Qualità, Supply Chain, Ambiente e Prevenzione, Progettazione Impianti, Finanza e Controllo di Gestione, Marketing e Vendite.

Le posizioni aperte per laureati e neolaureati riguardano sia la sede italiana che le altre sedi dislocate in tutto il mondo. I requisiti desiderati dall'azienda francese riguardano la formazione che deve essere di tipo tecnico-scientifico e comprendere lauree di tipo ingegneristico ed economico conseguite con il massimo dei voti. Completano il profilo del candidato ideale una buona conoscenza di lingue straniere quali l'inglese e/o il francese.

Non solo, per Michelin oltre al curriculum sono importanti alcune doti individuali tra cui la propensione ai rapporti interpersonali e buone doti di gestione da applicare in ambito tecnico. Michelin inoltre prevede percorsi di stage per neolaureati utile sia per l'impresa che per lo stagista: infatti, mentre l'azienda osserva il candidato in un contesto operativo, il giovane neolaureato valuta il clima e il carattere aziendale. Lo stage è un'occasione formativa eccezionale perché consente a ciascun candidato di poter fruire di un percorso di formazione su misura oltre che strettamente operativo. Tale percorso, intervallato da incontri con il "gestionnaire di carriera" ovverosia un supporto interno all'azienda che aiuta il candidato a costruire la propria carriera, consente allo stagista di gettare le basi per l'acquisizione di una propria professionalità.

Per entrare a far parte della realtà aziendale di Michelin è necessario accedere al sito internet dell'azienda e inviare una candidatura spontanea agli indirizzi presenti nella sezione "Lavora con Noi", oppure presenziare ai Career Day ai quali l'azienda partecipa per mostrare la sua offerta.


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Modello CUD: che cosa è, cosa contiene e la mancata consegna commercialista, job news, normativa e riforme

Il modello CUD è la certificazione unica dei redditi dell'anno precedente (CUD 2011 relativo ai redditi dell'anno 2010) e viene consegnata dai datori di lavoro o enti pubblici o privati ai propri dipendenti (o ai percettori di redditi assimilati a quello dipendente, art. 50 del TUIR), dall'ente pensionistico ai propri pensionati, entro il 28 febbraio di ogni anno o entro 12 giorni dalla richiesta in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

Il modello può essere rilasciato in forma cartacea, in duplice copia, e firmato dal datore di lavoro. Può essere altresì rilasciato in formato elettronico (come ad esempio via email, comunicata dal dipendente), a patto che il datore si accerti che il destinatario abbia gli strumenti necessari per ricevere e, soprattutto, stampare il modello CUD per utilizzarlo per i successivi adempimenti quali la eventuale comunicazione della scelta dell'8 per mille o della scelta del 5 per mille, la eventuale presentazione della dichiarazione dei redditi utilizzando il modello 730 o il modello Unico.

Il datore di lavoro (o l'ente pubblico, privato o pensionistico) agisce in qualità di sostituto di imposta ed, in riferimento al reddito percepito dal dipendente (o assimilato al dipendente o pensionato), applica l'imposizione fiscale prevista dal TUIR (Testo Unico delle imposte sui Redditi, D.P.R. 917/86), trattenendo l'Irpef sia mensilmente nelle buste paga emesse durante l'anno, sia normalmente in sede di conguaglio nell'ultima busta paga emessa nell'anno (dicembre o l'ultimo mese del rapporto). Inoltre il datore di lavoro, sempre mensilmente ed in busta paga, trattiene anche la contribuzione previdenziale a carico del lavoratore (es. contributi Inps) e la versa all'ente previdenziale con il modello F24. E leggendo il CUD è possibile controllare il suo operato.

Di seguito analizziamo più nel dettaglio, cosa contiene il modello CUD con particolare riferimento alle voci rilevanti ai fini fiscali e previdenziali del modello. Analizziamo, poi, nello specifico il modello dell'anno 2011, con particolare riferimento ai punti principali del modello ed al sistema di calcolo incrociato che determina le cifre di questi punti. Approfondiamo infine, i casi di esonero dalla presentazione della dichiarazione dei redditi (730 o Unico) a seguito della consegna del CUD da parte del datore ed il caso in cui, invece, il datore di lavoro non consegna nei termini il modello CUD.
Cosa contiene il modello CUD

Il modello CUD è quindi un riepilogativo dell'operato del sostituto imposta e certifica per ogni anno i dati fiscali del dipendente, cioè le ritenute Irpef, gli addizionali regionali e comunali e le detrazioni operate dal sostituto di imposta. Certifica il TFR accantonato ed aggiornato con il calcolo dell'anno. Ed infine certifica i dati previdenziali ed assistenziali del dipendente cioè l'imponibile previdenziale ed i contributi previdenziali versati. Vediamo nel dettaglio l'approfondimento generale sul contenuto di questo modello per capire cos'è il CUD.


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Economia: Inventarsi un lavoro: come le idee possono portare soldi consigli utili

"Bisogna inventarsi il lavoro". Una frase sempre più ricorrente in tempi di crisi. Sfruttare le proprie passioni per guadagnare è un ottimo business. E' così che nascono gli imprenditori.

Molti ragazzi riparano biciclette o se ne fanno regalare di vecchie rimettendole a nuovo e rivendendole: basta procurarsi i pezzi dai ferrivecchi. Ciclisti provetti addirittura si fanno pagare per collaudarle. Per contro le ragazze invece si dedicano alla bigiotteria, vendendo i loro ornamenti fatti a mano; o al make-up, offrendo le loro competenze estetiche agli interessati.

Chi bazzica molto sul web si propone come animatore di chat o moderatore di forum. Ma c'è anche chi si offre alle aziende come "navigatore": lo scopo è quello di scovare notizie simpatiche o siti da segnalare ai motori di ricerca. Gli "infoprodotti" invece sono la risorsa dei consulenti: chi è pratico di un dato settore mette a disposizione un blog che aggiorna regolarmente con consigli dell'esperto, per interessare un pubblico disposto all'acquisto di un e-book che tratti specificatamente l'argomento.

Se poi i bambini sbrigano commissioni per pochi spiccioli, c'è chi ne fa un mestiere: è il caso della cinese Chen Xiao (nella foto), che vende il suo tempo per svolgere faccende altrui. Con una tariffa a "8 minuti" che le permette di guadagnare anche 100 euro in un giorno porta a spasso un cane, reca oggetti alle persone, addirittura chiede scusa per conto terzi. Da una semplice idea ha messo su un negozio on-line in pieno stile e-bay. Potenza dell'immaginazione.

Economia: e-commerce, il futuro è il social shopping. Groupon & company

Il nuovo modo di fare acquisti online fa leva sull'intelligenza collettiva. Tutto questo grazie alle piattaforme di social commerce, soprattutto se integrate a Facebook

Secondo uno studio recentemente pubblicato, i media sociali su Internet hanno una crescente influenza sul comportamento dei consumatori. Siti di comparazione di prezzi, forum di discussione, social network come Facebook: il social shopping è diventato una modalità di acquisto consolidata tra gli utenti di internet, che si affidano sempre di più ai consigli dalla comunità nel basare la propria scelta di acquisto.

Data questa tendenza, i rivenditori online si stanno pian piano adeguando, aggiungendo l'aspetto social nella loro strategia di marketing. Un vantaggio anche per le imprese locali che beneficiano di nuove aree di vendita dedicate al social shopping, un esempio il sito City Deal, recentemente acquisiti da Groupon, ideatori di questo business model, leader negli Stati Uniti.

Una nuova spinta verso il social commerce è stata data dall'ultima piattaforma presentata ad aprile da Facebook, Open Graph. In pratica ogni sito può incorporare dei social plugins ( Like Button, Recommendations) che permettono agli utenti di interagire su Facebook senza dover effettuare il login. Un esempio? Il bottone Like visibile già su molti siti di e-commerce.

Cosa si intende per Social Shopping?

Il social shopping è la fusione fra social media ed e-commerce, un'evoluzione dell'e-commerce. Praticamente prende gli aspetti chiave dei social network - contatti, gruppi, voto, commenti, discussioni - e li fa convergere in una delle attività preferite al mondo, lo shopping.
Molti siti permettono agli utenti di creare liste della spesa personalizzate e di condividerle con i loro amici. Altri puntano sulla interazione fra gli utenti, sullo scambio di informazioni e di raccomandazioni, difficili di solito da ottenere direttamente dal personale addetto alle vendite. Un contesto sociale online dove si massimizza la capacità del consumatore di influenzare negli acquisti i futuri acquirenti.

Quali sono i benefici del social shopping?

Il social shopping batte lo shopping online vecchio stile perché porta ogni tipo di prodotto in un posto solo. Non si spreca più tempo in giro saltando da un sito all'altro alla ricerca di oggetti difficili da trovare.
Il social commerce ha alcuni vantaggi anche quando andate a fare la spesa in un negozio reale: potete facilmente confrontare i prezzi, e scoprire le opinioni di altri acquirenti sul prodotto che vi interessa.
Infine, sopra ogni cosa, è un passatempo divertente.

Qualche esempio?

Molti sono i siti, ognuno con la propria caratteristica. Ecco alcuni esempi made in USA più utilizzati.

ThisNext: gli utenti possono sfogliare i prodotti segnalati, aggiungerli alle loro liste dei desideri, raccomandare o scoprire dove comprarli, creare liste a tema.
Kaboodle: permette agli utenti di creare liste dei desideri con foto e collegamenti a prodotti in vendita online.

Economia: Rischio caro-greggio su bollette dopo innalzamento prezzo del petrolio

ROMA - Il caro greggio, legato anche alla crisi libica che ha gia' spinto la benzina ai massimi, non tarderà a ripercuotersi anche sulle bollette della luce e del gas. Gia' per aprile gli esperti tariffari di Nomisma Energia stimano infatti - secondo quanto riferito all'ANSA - un rincaro del 2% per il metano e dell'0,8% per l'elettricita'. Un aumento che, se sara' confermato dall'Authority per l'energia nel consueto aggiornamento trimestrale atteso a fine marzo, si tradurrebbe in un aggravio di quasi 25 euro su base annua della spesa di ogni famiglia (+21,2 euro per il gas, +3,2 euro per la luce).

''Dopo le fiammate del prezzo della benzina, tornato ai massimi di luglio 2008, stanno arrivando le stangate sulle tariffe elettriche e del gas'', spiega Davide Tabarelli, esperto di Nomisma Energia, sottolineando che se le previsioni trovassero conferma nell'aggiornamento tariffario dell'Autority, si tratterebbe del secondo aumento trimestrale consecutivo per il gas e del primo rincaro delle bollette elettriche da oltre due anni. Nel prossimo trimestre aprile-giugno - spiega Tabarelli - le bollette del gas sono attese registrare un incremento del 2% a 76,5 centesimi al metro cubo che per una famiglia tipo (1.400 metri cubi consumati in un anno) si tradurrebbe in un aggravio di 21,2 euro su base mensile. Una stima che - aggiunge - e' basata sul ''calcolo automatico e fissato dalle regole dell'Autorita'''. Sul fronte della luce per la quale le stime ''sono piu' difficili'', le previsioni lasciano ipotizzare - prosegue - un rincaro dello 0,8%. Vale a dire un aumento a 15,7 centesimi al chilowattora che per la stessa famiglia tipo (225 chilowattora consumati in un mese ed una potenza impegnata di 3 chilowatt) significherebbero un aumento della spesa annua di poco piu' di tre euro. Gli attesi rincari dovrebbero essere i primi di una lunga serie, fa notare l'esperto di Nomisma Energia spiegando che si attende un trend rialzista ''che continuera' per tutto il 2011'' per ''i meccanismi, regolatori o di mercato, con i quali vengono trasferiti ai consumatori finali i maggiori costi del petrolio''. L'Italia ''e' tra i paesi piu' esposti alle dinamiche internazionali del petrolio, e lo si vede proprio nelle bollette, con il prezzo del gas che di fatto, con un ritardo di nove mesi, e' ancorato a quello del barile. Ed e' anche la fonte piu' usata nella generazione elettrica''.

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