MILANO - Basta camminare per via Da Verrazzano, che corre parallela al mare,
tra cielo e pineta, e le loro voci ti arrivano addosso. Quella del trans Ana
Paula, che quando non si vende a qualche cliente, prega la Madonna nella sua
casa piena di rosari e altarini, e perfino la suoneria del cellulare è una
melodiosa Ave Maria: «Ormai non respiriamo più, polizia e carabinieri ci stanno
addosso in continuazione, abbiamo paura di mettere il naso fuori di casa». E
quella di Karol, pure lui trans brasiliano, che di giorno fa la parrucchiera,
di notte la donna a pagamento, e racconta del suo colpo di fulmine con un
italiano: «È stato amore a prima vista, ci siamo fidanzati dopo un'ora e siamo
rimasti fidanzati anche quando lui ha scoperto che non ero donna... ». Ma c'è
anche la voce di Terzino Giorgini, 74 anni, che quando non lavora nel suo
ristorante, si trasforma in una sorta di accigliato custode della moralità di
paese, guidando cortei e presidi, girando di notte, da anni in crociata contro
le falene trans: «Non ce l'ho con loro, in casa facciano quello che vogliono,
ma in strada no, ci sono i bambini, i giardini privati, d'estate i turisti». E
c'è un sindaco, Fabrizio Matteucci, molto piddì e un po' sceriffo, che per
spaventare clienti e lucciole si inventò anni fa di avere nel cassetto foto
compromettenti scattate in strada: «Era un bluff, venni inquisito dal garante
della privacy e poi assolto: però la cosa funzionò come deterrente».
Lido di Classe non è naturalmente Sodoma, ma una località balneare del
Ravennate che d'estate fa il pieno di turisti. L'etichetta di paese più «tra(n)
sgressivo» del mondo se la ritrova appiccicata da anni. Da quando, seguendo
chissà quali invisibili flussi, molti viados si concentrarono tra questi
vialetti. «In certi periodi - raccontano - si è arrivati anche a 100-150 trans
su poco più di 400 residenti, anche se adesso sono diminuiti». In questo
microcosmo, dove legalità, integrazione e perbenismo fanno spesso a pugni, si
sono calate nei mesi scorsi le telecamere di «Mtv», raccogliendo voci e volti
che verranno proposti in settimana all'interno delle «News» (Guarda il video di
tre minuti-1 - Guarda l'estratto della puntata-2)
Un paese spaccato. Tra gente che protesta contro i trans. Ma anche gente che
protesta contro chi protesta contro i trans: «C'è troppa intolleranza nell'aria
- dice Valentina Bellotti, che lavora per una coop che fa prevenzione sanitaria
alle prostitute -: manca qualsiasi mediazione sociale, non c'è mai stato un
vero confronto con i trans». C'è gente che per strada si scansa alla vista di
Ana o Dany o Jennifer: «Però di notte sono in tanti a cercarle, etero e gay...
», sogghigna Giulio, titolare del sexy shop. «Per non parlare di quelli che
speculano sui trans, facendo loro pagare affitti d'oro (e spesso in nero) per
pochi metri quadri» aggiunge Omero Canali del Comitato civico, da tempo in
rotta con lo zoccolo duro guidato da Giorgini.
LIDO DI CLASSE (Ravenna)Ora, in questa domenica di ottobre con la nebbia a
mezz'aria, di viados in giro ce ne sono pochi. «Molti stanno pensando di
andarsene» dice Nadia, parlando sottovoce, quasi avesse paura. La chiama
«normalizzazione»: controlli in strada, arresti, multe. Il sindaco Matteucci la
definisce invece ripristino della legalità: «La presenza dei trans è fortemente
diminuita. Nelle case? Non è mia competenza». A suonare i campanelli ci pensano
i vigili urbani: controlli periodici per verificare la regolarità dei contratti
d'affitto e dei permessi di soggiorno. «I risultati sono buoni», dice il
comandante Stefano Rossi. Sul muretto del lungomare hanno appeso una lettera.
C'è scritto: «Stiamo assistendo a un pessimo film western con i "buoni" a
cavallo del perbenismo e i "cattivi" viziosi». C'era una volta Bocca di Rosa...
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