La guerra è un mostro senza occhi per questo schiaccia chiunque si avvicina troppo ad essa. Proprio così, quello che chiamiamo guerra è frutto delle menti malate, lo dicevano gli antichi e lo ripetono oggi vari uomini e donne che si riconoscono nei valori del pacifismo moderato: coloro che si oppongono alla guerra fin quando non sono finite le varie possibilità di dialogo e mediazione. In questo momento la Libia è in guerra, quella che sembrava una “passeggiata militare” delle potenze colonizzatrice rischia di diventare una guerra civile che se non dividere la Libia la rendere simile alla Somalia. Con tutti i mezzi che hanno non sono riusciti a far tacere le arme: un fallimento assurdo.
Scrivo queste righe per rendere omaggio al fotoreporter inglese Tim Hetherington, purtroppo morto oggi a Misurata, la citta dove si spara ad altezza d’uomo. Me dispiace, me dispiace tanto. Lo stesso si dica circa giovani arruolati nel sud dell’africa per combattere per Gheddafi. Ogni mezzo militar bombardato, ogni trincera, ogni caserma distrutta sono loro a morire… muoiono così, come bestie.
Ho avuto l’opportunità di scrivere che le guerra, spesso quelle sporche e sbagliate come questa in Libia, peggiorano la situazione che intendono risolvere. I volenterosi occidentali volevano un intervento veloce, una guerra facile come ricevere le caramelle ad una bambina, invece hanno trovato un Gheddafi, un osso duro da masticare, ed è guerra, si spara e si muore fin quando non si sa.
Le guerra non sono la risposta giusta alla sete di dignità, alla sete di democrazia e giustizia sociale. Non alla guerra, “mai più la guerra”, lo ha ripetuto più volte Giovanni Paolo II in occasione dell’intervento Nato nei Balcani. Purtroppo gli uomini hanno la memoria corta e prima di chiudere i conti con una guerra si impantano già in altre. Spesso ci si dimentica le conseguenze degli interventi militari in paesi lontani, basta pensare all’Iraq che finora lotta per non disintegrarsi in tanti piccoli califfati. Chi parla più dell’Iraq? Chi spiega come stanno le cose? Chi? Nessuno.
Chiudo queste righe tornando sulla triste scomparsa di Tim Hetherington, fotoreporter inglese di fama mondiale, che purtroppo è morto in Libia, in una guerra sbagliata che porterà ancora molte vite, anzi, in questo preciso momento ci sono persone che stanno perdendo la vita. E’ tempo di smetterla.
Peace!
Kingamba Mwenho
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