Cairo - La seconda udienza del processo all'ex presidente egiziano Hosni Mubarak è stata anche l'ultima aperta alle telecamere. Dal 5 settembre, infatti, il giudice ha deciso che l'assise si terrà a porte chiuse. Un punto a favore dell'ex rais, apparso anche questa volta in barella nella gabbia degli imputati, che però è stato subito annullato dalla decisione della corte del Cairo di accorpare il processo a Mubarak a quello del suo famigerato ex ministro dell'Interno Adly. Fuori dal tribunale non sono mancati gli scontri tra i sostenitori dell'ex presidente e gli oppositori del vecchio regime. "La nostra voce - spiega un nostalgico del rais - vuole ribadire che non critichiamo né la polizia, né l'esercito e le loro decisioni. Abbiamo dei valori a cui teniamo molto: non siamo quelli di piazza Tahrir, e noi abbiamo ragione". "Noi vogliamo - replica un giovane manifestante - che Mubarak sia condannato a morte, con tutto il suo gruppo e Habib el Adly. Vogliamo che sia fatta giustizia per i nostri martiri e non accetteremo nessun'altra decisione che non sia la pena di morte". Mubarak è imputato per l'uccisione di circa 850 manifestanti durante la rivolta che ha portato alla sua deposizione, e per corruzione.
Con TMNews
lunedì 15 agosto 2011
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