LECCE - Muore di stenti l'ennesimo immigrato «invisibile». Garin Attaher, 49 anni, nigeriano, è deceduto ieri mattina. Aveva la scabbia, una malattia infettiva della pelle non mortale, ma altamente contagiosa.
Formalmente, era domiciliato nella struttura dei padri missionari comboniani di Cavallino, ma solitamente trascorreva la notte nella stazione di Lecce. Più volte cercato dagli assistenti sociali di Cavallino, non è stato mai rintracciato.
In particolare, il dirigente dei Servizi sociali, Luigi Immacolato, assieme all'assistente sociale, Marcella Minonne, si sono messi, in più momenti, sulle sue tracce. Dopo un primo sopralluogo dai comboniani, si sono recati in stazione ed hanno chiesto informazioni agli agenti di vigilanza. L'immigrato nigeriano non si trovava.
«Avevamo pure il suo cellulare - rivela il dottor Immacolato - ma non rispondeva mai. Il telefono era spento. Purtroppo, non siamo mai riusciti a metterci in contatto con lui per dargli una mano».
I due assistenti sociali avrebbero potuto salvargli la vita. Il loro ufficio, infatti, collabora con i servizi socio-sanitari della Asl che avrebbe garantito la guarigione della scabbia e, soprattutto, non gli sarebbe mancato un pasto caldo per sopravvivere.
Forse, si è lasciato morire. Nemmeno padre Gianni, uno dei comboniani, che lo ha ospitato le prime notti, lo ha più visto da allora. I tentativi di ricerca sono risultati vani. Non si hanno altre notizie prima della sua morte giunta ieri.
Garin Attaher era uno dei tanti «invisibili» che vivono in città. Che trascorrono le notti nelle fredde sale della stazione e, poi, di giorno, sono introvabili.
Sulla tragedia interviene il presidente provinciale di Futuro e libertà, Paolo Pellegrino. «La sua morte - dice - ci lascia attoniti perchè vuol dire che la comunità leccese ha ancora tanti passi in avanti da compiere in ordine all'inclusione sociale dei più deboli.
Non solo in Italia, ma anche a Lecce - sottolinea - gli immigrati rappresentano, ormai, una grande forza che contribuisce alla crescita dell'economia e meritano più attenzione e maggiore considerazione. Futuro e libertà - spiega - sin dalla sua costituzione, si sta battendo per la modifica della legge che attribuisce la cittadinanza. Chi nasce nel nostro Paese, a prescindere dalla pelle e dalla nazionalità può diventare cittadino italiano».
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