Ha mangiato con la moglie una pizza poi l'ha uccisa quindi è uscito di casa per vedersi con l'amante e, una volta rientrato, ha preso il cadavere, lo ha nascosto e poi ha denunciato la scomparsa della moglie. È l'ipotesi investigativa che ha portato oggi all'arresto da parte dei Carabinieri di Renzo Dekleva, 54 anni, per l'omicidio aggravato e l'occultamento del cadavere di sua moglie, Lucia Manca, bancaria 52enne di Marcon (Venezia), scomparsa il 7 luglio scorso e il cui cadavere è stato poi trovato sotto un ponte a Cogollo del Cengio nel vicentino il 6 ottobre scorso e riconosciuto, grazie al Dna, solo il 27 settembre successivo.
Dekleva è stato bloccato, con un ordinanza del Gip di Venezia, mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro come informatore scientifico. Su di lui - secondo quanto si è appreso - grava un quadro probatorio pesante, anche se l'uomo non avrebbe fatto alcuna ammissione. Una indagine lunga e complicata quella che ha portato all'arresto di Dekleva, avviata dai Carabinieri, coordinati dalla Pm veneziano Francesca Crupi, dopo l'apertura di un fascicolo da parte del magistrato per sequestro di persona.
Una volta trovato e riconosciuto il corpo, l'inchiesta è diventata per occultamento di cadavere e quindi per omicidio quando è stata stabilita la morte violenta della donna uccisa per soffocamento. Su quei resti però erano stati trovati pochi elementi per risalire all'assassino; c'erano infatti solo gli slip della donna che il marito, peraltro, non aveva riconosciuto come quelli di Lucia. Ma probabilmente a dare un'accelerazione all'indagine è stato il ritrovamento di uno scontrino dell'autostrada A31 «dimenticato» da chi aveva occultato il cadavere sotto delle foglie, non lontano ad un cassone per i rifiuti.
Un luogo, quello dove era stato nascosto il corpo di Lucia, peraltro conosciuto da Dekleva che imboccava spesso la A31 per andare in montagna, a Folgaria, proprio con la moglie. Secondo il racconto del marito, Lucia sarebbe uscita di casa il 7 luglio per andare in banca prendendo l'autobus. Ma quella mattina non l'aveva vista nessuno.
Nel corso dell'indagine, le circostanze sulla scomparsa erano diventate per gli inquirenti sempre più sospette, così come il racconto sulla serata precedente alla sparizione. Si erano così susseguiti colloqui con Dekleva che, volta per volta, è caduto in contraddizione. Poi ci sono state le perquisizione in casa, nell'auto e il sequestro del Pc. Un'attività che ha fatto anche scoprire che l'uomo si spacciava per laureato in medicina quando non aveva in realtà mai finito gli studi universitari.
Quindi il ritrovamento del cadavere, lo scontrino, e una tempistica che avrebbe permesso il tragitto da Marcon a Cogollo prima della denuncia della scomparsa, suffragato da riscontri informatici e telematici che sono diventati tutti elementi di un quadro che ha permesso ai Carabinieri di incastrare Dekleva. Il movente dell'omicidio, per chiudere il cerchio, sarebbe da ricondurre all'esaurimento del rapporto con la moglie e la voglia di farsi una nuova vita.
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