Inizio di settimana tra le polemiche per il ministro del Welfare Elsa Fornero che dopo aver utilizzato l'inglese per invitare i giovani a «non essere troppo choosey (schizzinosi, ndr)» in tema di lavoro in un convegno a Milano, è stata contestata a Nichelino, vicino alla sua Torino, ed è costretta ad abbandonare la sala di un convegno.
Nella sede di Assolombarda al ministro era scappato l'invito ai giovani, poco felice in tempi di forte disoccupazione, su cui ha corretto però rapidamente il tiro, incalzata dalle domande dei giornalisti a margine del convegno. «I giovani italiani - ha spiegato il ministro - oggi sono disposti a prendere qualunque lavoro, tant'è che sono in condizioni di precarietà». «Nel passato - ha aggiunto - quando il mercato del lavoro consentiva cose diverse, qualche volta poteva capitare, ma oggi i giovani italiani non sono nelle condizioni di essere schizzinosi». Da chi è vicino al ministro arriva l'invito a «guardare la somma del ragionamento, alla sua coerenza complessiva». Nei suoi interventi, viene fatto notare, non sono infatti mancati continui riferimenti alla lotta alla precarietà come «preoccupazione principale» sua personale e del governo; impegno che, parallelamente a quello per facilitare l'accesso dei giovani, è un «elemento fondamentale della riforma del lavoro». Volontà testimoniata anche dall'aver puntato «i pochi soldi che ho», ha detto il ministro, su iniziative come i 232 milioni di nuovi incentivi per il lavoro di giovani e donne.
Il ministro ha anche ribadito la volontà di dialogare con tutti. Così, a proposito della manifestazione annunciata il prossimo 14 novembre dalla Cgil, Fornero si è detta disposta a scendere in piazza: «Se mi invitano, in piazza ci vengo anch'io», aprendo anche al dialogo sulla riforma del lavoro. «La mia porta al Ministero - ha detto - è sempre aperta, basta che si presentino in delegazione e non tutti insieme».
La frase sui giovani ha scatenato reazioni pressoché immediate. Per la Fornero vale il principio che «piuttosto che niente, meglio piuttosto», ha detto il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano. Più duro l'ex ministro alla solidarietà sociale e leader di Rc Paolo Ferrero, ha bollato l'uscita come un "insulto indecente". Il coordinatore vicario del Pid Pippo Gianni l'ha invitata ad "andare a casa", mentre la rete della sinistra diffusa Tilt ha accusato il ministro di "non conoscere per nulla la situazione di milioni di ragazze e ragazzi che ogni giorno si scontrano con un mercato del lavoro che offende la loro dignità, il loro impegno, le loro competenze". Secondo il Pdci, invece, il ministro "prende in giro una generazione", mentre il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha parlato di "tecnica dell'arroganza" adottata da Fornero, rea di "aver detto ai giovani arrangiatevi'".
Secondo la senatrice di Grande Sud Adriana Poli Bortone i giovani non sono schizzinosi ma «delusi dalle mancate risposte che noi politici e il governo non abbiamo saputo dare», mentre il responsabile lavoro dell'Idv, l'ex Fiom Maurizio Zipponi, ha accusato il ministro di «giocare sulla pelle dei giovani».
Ma dalle parole si è quasi passati alle vie di fatto ad un convegno in un circolo sociale a Nichelino, dove il ministro non è riuscito a intervenire in tema di riforma delle pensioni, a seguito di pesanti contestazioni, con fischi e slogan, da parte di esponenti di Cobas e Rifondazione Comunista, duramente condannati dal sindaco locale, Giuseppe Catizone. Il ministro ha quindi lasciato la sala, dicendosi «avvilita che venga negato il diritto di parola».
«Ho incontrato i lavoratori - ha spiegato prima di abbandonare il convegno - un migliaio di lavoratori dell'Alenia, non la pensavano certo come me, ma mi hanno ascoltata con rispetto». «Posso sopportare molte cose - ha concluso - ma non la prepotenza».
da lastampa.it
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