Anche la Legione Straniera è in azione in Libia per aiutare le milizie del Consiglio nazionale transitorio a chiudere la partita contro i lealisti che resistono a Sirte e Bani Walid e ieri, a sorpresa, hanno scatenato un blitz nel quartiere di Abu Salim a Tripoli.
La presenza di unità di forze speciali al fianco degli insorti libici (inviate dai singoli Stati e non dalla Nato) non è certo un mistero ma sembra avere proporzioni maggiori rispetto alle poche decine di incursori dei quali riferì in settembre un rapporto del Royal United Services Institute di Londra. Secondo quanto riferito al Sole 24 Ore da alcune fonti, in Libia sono operativi almeno una quarantina di incursori del 9° reggimento Col Moschin con missioni di ricerca degli obiettivi, affiancamento dei miliziani e il loro addestramento all'impiego di armi pesanti come i missili anticarro. Un contributo di rilievo, passato finora sotto silenzio alla stregua dei bombardamenti dei jet e del ruolo dell'intelligence che, da quanto è emerso ieri da fonti del Copasir, ha confermato che Gheddafi si nasconde nel Sud protetto dai tuareg, utilizza sosia per depistare le ricerche e potrebbe ancora controllare armi chimiche.
La Francia ha schierato in Libia oltre 200 militari incluse forze speciali incaricate di armare e addestrare i ribelli e individuare e distruggere gli obiettivi più importanti dei lealisti, specie nel deserto del Fezzan dove nei mesi scorsi un team di incursori francesi venne dato per disperso e dove ora questi uomini sarebbero impegnati nella caccia a Gheddafi. La componente francese più numerosa è però costituita da 150 militari della Legione Straniera originari in buona parte del Maghreb e dal Sahel. Soldati francesi che, per non dare nell'occhio, operano privi di uniforme e impiegano le stesse armi dei miliziani e ai quali sarebbe ora affidata la missione di imprimere una svolta all'assedio di Bani Walid dove, come a Sirte, le forze lealiste hanno inferto sonore sconfitte alle truppe del Cnt. Significativo anche lo sforzo britannico con un centinaio di soldati delle forze speciali e altrettanti contractor, ex militari di Sua Maestà arruolati dai governi di Qatar ed Emirati Arabi Uniti per addestrare e affiancare gli insorti.
Dopo sette mesi per gli specialisti europei la missione non sembra ancora conclusa per l'accanita resistenza dei lealisti e l'emergere di nuove minacce. Nel giorno in cui l'Eni ha ripreso le forniture di gas all'Italia attraverso il gasdotto Greenstream, il portavoce di Gheddafi, Moussa Ibrahim, ha esortato ieri i lealisti a distruggere «le condotte di gas e petrolio che riforniscono i Paesi colonizzatori della Nato».
Via | Il Sole
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