«Berlusconi? Politico dilettante in un Paese corrotto»
di Michele Bono
"Berlusconi era considerato da molti un dilettante in politica che ha conquistato la sua importante carica solo grazie alla sua notevole influenza sui media nazionali". Così recita testualmente il kit stampa della Casa Bianca fornito ai giornalisti americani in viaggio al seguito del presidente Bush.
Del Cavaliere l'opuscolo parla come di un uomo di volontà, leader controverso di un paese votato alla corruzione e al vizio, grande trasformista e opportunista di primo livello, visto che da ragazzo vendeva aspirapolvere ed i compiti che svolgeva per gli altri compagni di scuola, nonché organizzatore di spettacoli di marionette a pagamento,
Questo è il Presidente del Consiglio italiano che esce dall'ultimo G8 in Giappone. Un ragazzetto simpatico ed estroverso che grazie a furbizia e conoscenze giuste costruisce un impero tanto grande da diventare l'uomo più ricco del Paese, un commediante che si presenta ai summit internazionali dispensando pacche, sorrisi e battute.
Silvio Berlusconi tratta tutti come figliocci, organizza il G8 italiano nella sua villa alla Maddalena, è amico di Bush, amico di Putin, amico di Barroso, amico del mondo intero. Peccato che la controparte non ricambi con lo stesso calore, visto che l'entourage di Bush lo considera sostanzialmente un arrivista megalomane, la Merkel si oppone all'ingresso dell'Italia nel comitato europeo di gestione della complessa situazione iraniana e Barroso resta impietrito alle sue ridicole effusioni d'amore condite di gesti improbabili e chissà quali battutacce.
Intanto il Premier non riesce a sedersi davanti ad un microfono senza fare polemica. Appena un giornalista gli fa una domanda qualsiasi, fosse pure sul Milan, lui ne approfitta per scagliarsi contro "i magistrati comunisti che vogliono sovvertire la democrazia" e "l'opposizione giustizialista capitanata da Di Pietro". Il tutto mentre impazzano i gossip sulla poltrona più scottante del mondo, quella della bella Carfagna, che ancora non si è capito bene (o non si è voluto capire) per quale motivo si trovi dove è.
Per fortuna, però, almeno l'allarme della gaffe americana è rientrato immediatamente con un bel colpo ad effetto: Bush si è scusato sia con gli italiani, "popolo amico", sia con Berlusconi in persona, che sarcasticamente, a sua volta, ha glissato con una scrollata di spalle ed il solito sorrisetto: "l'Italia è un Paese che ama flagellarsi e illustrarsi malamente".
Di questo amore masochistico captato dal Presidente del Consiglio nessun italiano vero ha mai fiutato il pur minimo effluvio, come se dipingerci da buffoni fosse nel nostro Dna. La verità è invece tristemente un'altra: nei paesi in cui la stampa è veramente libera ed i giornalisti sono messi nelle condizioni di esprimersi la figura di un uomo come Berlusconi emerge chiaramente in ogni sua sfaccettatura senza alcuno sforzo bibliografico. Capire chi è il Cavaliere di Arcore è purtroppo molto più facile per uno straniero che per un cittadino italiano. Questo è il vero dramma.
Ma tanto che importa? Dopo barzellette e grandi risate, shopping in giro per Tokio ed affermazioni anti-comuniste, Berlusconi rientrarà nel suo feudo blindato. Allora, finalmente, si tornerà a parlare di gossip, di intercettazioni, di immondizia, di magistratura comunista, di Milan e di persecuzione politica. Insomma, del Bel Paese.
Dazebao
Questo è il Presidente del Consiglio italiano che esce dall'ultimo G8 in Giappone. Un ragazzetto simpatico ed estroverso che grazie a furbizia e conoscenze giuste costruisce un impero tanto grande da diventare l'uomo più ricco del Paese, un commediante che si presenta ai summit internazionali dispensando pacche, sorrisi e battute.
Silvio Berlusconi tratta tutti come figliocci, organizza il G8 italiano nella sua villa alla Maddalena, è amico di Bush, amico di Putin, amico di Barroso, amico del mondo intero. Peccato che la controparte non ricambi con lo stesso calore, visto che l'entourage di Bush lo considera sostanzialmente un arrivista megalomane, la Merkel si oppone all'ingresso dell'Italia nel comitato europeo di gestione della complessa situazione iraniana e Barroso resta impietrito alle sue ridicole effusioni d'amore condite di gesti improbabili e chissà quali battutacce.
Intanto il Premier non riesce a sedersi davanti ad un microfono senza fare polemica. Appena un giornalista gli fa una domanda qualsiasi, fosse pure sul Milan, lui ne approfitta per scagliarsi contro "i magistrati comunisti che vogliono sovvertire la democrazia" e "l'opposizione giustizialista capitanata da Di Pietro". Il tutto mentre impazzano i gossip sulla poltrona più scottante del mondo, quella della bella Carfagna, che ancora non si è capito bene (o non si è voluto capire) per quale motivo si trovi dove è.
Per fortuna, però, almeno l'allarme della gaffe americana è rientrato immediatamente con un bel colpo ad effetto: Bush si è scusato sia con gli italiani, "popolo amico", sia con Berlusconi in persona, che sarcasticamente, a sua volta, ha glissato con una scrollata di spalle ed il solito sorrisetto: "l'Italia è un Paese che ama flagellarsi e illustrarsi malamente".
Di questo amore masochistico captato dal Presidente del Consiglio nessun italiano vero ha mai fiutato il pur minimo effluvio, come se dipingerci da buffoni fosse nel nostro Dna. La verità è invece tristemente un'altra: nei paesi in cui la stampa è veramente libera ed i giornalisti sono messi nelle condizioni di esprimersi la figura di un uomo come Berlusconi emerge chiaramente in ogni sua sfaccettatura senza alcuno sforzo bibliografico. Capire chi è il Cavaliere di Arcore è purtroppo molto più facile per uno straniero che per un cittadino italiano. Questo è il vero dramma.
Ma tanto che importa? Dopo barzellette e grandi risate, shopping in giro per Tokio ed affermazioni anti-comuniste, Berlusconi rientrarà nel suo feudo blindato. Allora, finalmente, si tornerà a parlare di gossip, di intercettazioni, di immondizia, di magistratura comunista, di Milan e di persecuzione politica. Insomma, del Bel Paese.
Dazebao
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