(AGI) - Roma, 7 mag. - La cerimonia di consegna dei David di
Donatello si e' trasformata nel palcoscenico della gente dello
spettacolo per criticare i tagli al Fus e per lanciare un
messaggio di allarme al governo. Dopo la lettera dei
Centoautori letta ad inizio serata da Stefania Sandrelli,
praticamente tutti i personaggi che si sono succeduti sul palco accanto al presentatore Tullio Solenghi hanno detto parole in difesa dello spettacolo, denunciando i tagli dei fondi per la cultura.
Significativa la battuta di Valerio Mastrandrea: "Il
cinema non puo' essere nemico dei popoli, e' una risorsa".
Barbareschi ha parlato di necessita' di unione per creare una
lobby che difenda i lavoratori, fino a Tonino Guerra premiato
col David alla Carriera che in un lungo intervento ha detto ai
colleghi autori cinematografici: "Troviamo un altro modo di
combattere contro questa ignoranza, con meno clamore. Col
silenzio. Chi comanda - ha aggiunto Guerra - e' quasi sempre
ignorante". Le polemiche sui tagli al Fondo unico dello
spettacolo in parte coprono l'evento, ma il rusultato clamoroso non puo' passare in secondo piano: un film su una delle piu' tragiche pagine della nostra storia, la strage di Mazabotto, 'L'uomo che verra" di Giorgio Diritti e' il film dell'anno battendo i piu' accalmati e celebrati 'Baaria', 'Vincere', 'Mine vaganti' e 'La prima cosa bella'. Il solo Bellocchio si "consola" in parte col secondo premio piu' "pesante", il David di Donatello per la regia di 'Vincere', mentre niente gloria per 'Baaria' e "solo" importanti premi di consolazione per 'La prima cosa bella' (attori protagonisti) e per 'Mine vaganti' (migliori attori non protagonisti). (AGI)
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