martedì 4 maggio 2010

[ZI100504] Il mondo visto da Roma

Campagna annuale di donazioni 2010 - In cerca dei 2.600...

Se dividiamo la somma che è necessario raccogliere nell'ambito dell'edizione di ZENIT in italiano (130.000 euro) tra i 40.000 lettori privati, si ottiene un contributo annuale di 3,25 euro per ciascuno. Sarebbe il costo di 3 quotidiani!

Sappiamo che in pratica è impossibile ricevere 3,25 euro da ciascuno dei 40.000 lettori privati in italiano, però per raggiungere la meta forse è possibile ricevere 50 euro da 2.600 di voi!
Puoi far parte del "gruppo dei 2.600" che inviano 50 euro?
Come già hanno fatto molti lettori, puoi coprire i 50 euro per tre, cinque o più persone che non possono farlo?

Per favore pensaci!
Invia la tua donazione oggi stesso!
Per inviare donazioni: http://www.zenit.org/italian/donazioni.html

Grazie!


ZENIT

Il mondo visto da Roma

Servizio quotidiano - 04 maggio 2010

Santa Sede

Ostensione della Sindone

Notizie dal mondo

Italia

Segnalazioni

Interviste

Documenti


Santa Sede


Dolore del Papa per l'attentato di domenica a Mosul
Il Cardinale Delly invoca "preghiera e perdono"
ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso il proprio dolore per l'ennesima ondata di violenza che si è abbattua sull’Iraq.

In un telegramma a firma del Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa si è detto “profondamente rattristato per la tragica perdita di vite e per i feriti” causati dall’attentato che il 2 maggio ha fatto strage su un convoglio di autobus che ogni mattina porta gli studenti universitari di Qaraqosh, una località quasi totalmente cristiana, all'università di Mosul.

Quattro persone sono morte e 171 sono rimaste ferite nell'attacco. Ogni vettura trasportava circa 50 studenti di età compresa tra i 18 e i 26 anni.

Nel pregare per le vittime e le loro famiglie, secodo quanto riferito dalla Radio Vaticana, Benedetto XVI ha ribadito la “sua vicinanza spirituale alle comunità cristiane dell'Iraq” e rinnovato “il suo appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché mantengano salde le vie della pace e respingano tutti gli atti di violenza che hanno causato così tante sofferenze”.

In alcune dichiarazioni all'agenzia Fides, il Cardinale Emmanuel III Delly, Patriarca caldeo di Baghdad, ha detto: “Siamo scioccati da questo evento che ha colpito giovani innocenti cristiani: due esplosioni per un atto di violenza brutale, che solo per grazia di Dio non è diventato una strage molto più estesa. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, esprimiamo le più sincere condoglianze a quanti hanno perso i loro cari”.

Il porporato ha poi invocato “riposo eterno delle anime delle vittime e preghiamo per tutti i feriti, molti dei quali sono gravi, e per la consolazione dei loro parenti. La nostra reazione oggi è quella della preghiera e del perdono. Siamo tutti fratelli e figli di Dio, e il popolo dell’Iraq è chiamato a fare propria questa verità”.

“Preghiamo perché il Signore illumini la mente e il cuore di nostri governanti e di quanti si macchiano di queste violenze, perché possano convertirsi alla pace e alla riconciliazione. La nostra risposta cristiana alla violenza che subiamo ogni giorno – ha concluso il Cardinale - è e sarà sempre questa, nella certezza che il Signore resta accanto a noi e si manifesta nella vicinanza, nell’affetto e nell’aiuto che ci mostrano tutti i cristiani del mondo”.



Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Apprezzamento del Papa per il ruolo svolto dall'ex rabbino di Roma
In un messaggio per i 95 anni di Elio Toaff

di Jesús Colina

ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha riconosciuto il ruolo decisivo svolto dall'ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff, in favore del dialogo tra ebrei e cristiani in un messaggio di auguri per i suoi 95 anni.

La lettera, racchiusa tra due versi tratti dal Salmo 24 (“Il Signore è il mio pastore, nulla mi manca”), è stata letta da monsignor Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, durante la solenne cerimonia tenuta a Roma, lunedì 3 maggio, in occasione della serata inaugurale della Fondazione Elio Toaff per la cultura ebraica.

Toaff è stato rabbino capo di Ancona, durante la Seconda Guerra Mondiale, periodo nel quale ha rischiato in diverse occasioni di perdere la vita per mano dei nazisti ed ha combattuto sulle montagne tra le file della Resistenza.

Nella lettera il Papa ha sottolineato come “il Signore abbia rinfrancato l'anima Sua, guidandoLa per il giusto cammino, anche nella valle più oscura, nell'ora della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico”.

Nel 1946 è stato nominato rabbino capo di Venezia e nel 1951 ha assunto lo stesso incarico a Roma.

“Il Signore – continua il Santo Padre –, nei suoi misteriosi disegni, ha voluto che Ella sperimentasse in maniera singolare la sua salvezza, divenendo un segno di speranza per la rinascita di molti Suoi fratelli”.

E' stato rabbino della Città eterna fino al 2001, quando all'età di 86 anni ha annunciato la sua rinuncia all'incarico passando il testimone al rabbino Riccardo Di Segni.

Come leader religioso della comunità ebraica romana, è stato un importante promotore del dialogo con il mondo cristiano. Il 10 ottobre 1958, in occasione della morte di Papa Pio XII, Toaff affermò: "Più che in ogni altra occasione, abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare la grande compassione e la grande generosità di questo papa durante gli anni della persecuzione e del terrore, quando sembrava non ci fosse per noi più alcuna speranza".

Il “sogno” della sua vita (come ha confessato lui stesso) si è realizzato il 13 aprile 1986, quando Giovanni Paolo II, in risposta a un suo invito, visitò la Sinagoga di Roma. Era la prima volta che un Pontefice, dopo l'apostolo Pietro, metteva piede in un tempio ebraico.

Il rapporto di Toaff con Giovanni Paolo II si mantenne stretto fino alla morte del Papa polacco. Toaff è una delle tre persone nominate nel testamento spirituale di Giovanni Paolo II, assieme al segretario don Stanislao Dziwisz e a Joseph Ratzinger, suo successore.

Benedetto XVI ricorda, in particolare, “il Suo impegno per la promozione di relazioni fraterne tra cattolici ed ebrei, e la sincera amicizia che La legò al mio venerato predecessore, il Papa Giovanni Paolo II”.

“'Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni'. Shalom!”, conclude il Papa.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Benedetto XVI in Portogallo: un viaggio dall'accento mariano
Padre Federico Lombardi rivela alcuni dettagli della visita papale
di Carmen Elena Villa

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il mondo della cultura, i membri del clero e la pastorale sociale saranno i tre incontri particolari che Papa Benedetto XVI presiederà nel suo viaggio in Portogallo, dall'11 al 14 maggio.

Lo ha confermato questo martedì mattina padre Federico Lombardi S.I, portavoce della Santa Sede, presentando il programma del 15° viaggio apostolico fuori dall'Italia che realizzerà il Pontefice.

Nella visita, che avrà un accento spiccatamente mariano, il Papa celebrerà i dieci anni della beatificazione dei pastorelli Jacinta e Francisco Marto, che insieme alla cugina Lúcia dos Santos furono i primi testimoni delle apparizioni della Madonna di Fatima nel 1917.

Benedetto XVI sarà il terzo Papa a visitare il Santuario di Fatima, dopo il viaggio di Paolo VI (1967) e le tre visite di Giovanni Paolo II (1982, 1991 e 2000).

Per padre Lombardi, Fatima è "un santuario mariano in cui ci sono stati degli eventi di cui Benedetto XVI si è occupato in modo molto approfondito, personalmente, anche proprio dal punto di vista della teologia e della spiritualità", visto che l'allora Cardinale Ratzinger elaborò un ampio documento commentando questo fatto quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, testo pubblicato il 26 giugno 2000.

"E, naturalmente, Fatima è un luogo in cui lo sguardo si allarga per una meditazione sulla storia", ha aggiunto padre Lombardi.

Il portavoce della Santa Sede si è anche riferito all'enfasi che questo viaggio darà al mondo del clero e alla celebrazione dei Vespri con sacerdoti, religiosi, seminaristi e diaconi nella chiesa della Santissima Trinità di Fatima che si realizzerà il 12 maggio, così come all'incontro con i Vescovi del Portogallo che avverrà a Lisbona.

"Siamo a un mese della conclusione dell'Anno Sacerdotale e il contesto è molto adatto", ha commentato.

Benedetto XVI arriverà al Santuario mariano il pomeriggio del 12 maggio. Lì ricorderà l'attentato subito da Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981.

Eventi importanti si svolgeranno anche a Lisbona e Porto. Il tema del viaggio sarà "Insieme a te, camminiamo nella speranza".

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


La Messa del Papa a Lisbona dovrebbe riunire 160.000 persone
Il Patriarca sottolinea l'importanza della presenza fisica dei cattolici
LISBONA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Circa 160.000 persone sono attese nel Terreiro do Paço e nelle zone circostanti in occasione della Messa che Benedetto XVI presiederà a Lisbona l'11 maggio.

La commissione organizzatrice della Messa ha confermato che non sono previste restrizioni di accesso ai partecipanti alla celebrazione, informa l'Agenzia Ecclesia.

La Messa conterà sulla presenza di 3.000 volontari. Sono previsti spazi per persone con difficoltà a muoversi (1.500 posti nella Piazza del Municipio, dove passerà la papamobile), per giovani e bambini (accanto all'altare).

Intorno al Terreiro do Paço ci saranno dei maxischermi e degli altoparlanti, per garantire la possibilità di accompagnare la cerimonia a coloro che non troveranno posto nello spazio della celebrazione.

Padre Mário Rui, responsabile della commissione, ha detto che attualmente i costi relativi alla Messa di avvicinano allo "zero", grazie alle donazioni di imprese e privati, oltre ai proventi della vendita del merchandising.

Nell'offertorio dell'11 maggio verranno raccolte le donazioni che i presenti vorranno offrire per far fronte alle spese, stimate nell'ordine dei 200.000 euro.

Le circa 300 parrocchie della Diocesi di Lisbona hanno ricevuto un foglietto con informazioni sul programma di Benedetto XVI per l'11 maggio.

Il testo include un messaggio del Cardinal-Patriarca di Lisbona, monsignor José Policarpo, che ha invitato i cattolici ad essere fisicamente presenti alle varie iniziative, soprattutto alla Messa nel Terreiro do Paço.

"Chi può venga a Lisbona a pregare con lui. Lisbona sarà pronta ad accogliervi. Seguire via televisione non è la stessa cosa. Il Pontefice ha bisogno di sentirci con lui, uniti a lui, come membri della Chiesa", ha scritto il porporato.

Nel corso della celebrazione eucaristica, il Papa potrebbe usare dei paramenti confezionati appositamente per l'occasione. Anche se dal Vaticano arriveranno in Portogallo le vesti liturgiche che userà durante le cerimonie, l'organizzazione a Lisbona ha deciso di far confezionare dei paramenti speciali "in base alla misura e ai gusti del Papa".

Il responsabile delle cerimonie pontificie, monsignor Guido Marini, "ha visto e approvato i paramenti", ha segnalato monsignor Carlos Azevedo, coordinatore della commissione organizzatrice del viaggio del Papa in Portogallo. Il loro utilizzo dipende solo dallo "stato del tempo" e dal "peso dei paramenti".

Il presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), monsignor Jorge Ortiga, Arcivescovo di Braga, ha affermato che la visita del Papa in Portogallo sarà per la Chiesa locale "un grande aiuto spirituale e allo stesso tempo ecclesiale".

In un video consultabile sul portale ufficiale della visita (http://www.bentoxviportugal.pt/), il presule osserva che la Chiesa cattolica in Portogallo "vive questo momento con grande gioia" e chiede ai portoghesi di ricevere il Papa "in festa", ma anche di prepararsi ad accogliere il messaggio che porterà.

"Vogliamo camminare con lui, nel sentimento interno, nella preghiera e nell'apertura a tutto ciò che ci comunicherà, soprattutto nei momenti più significativi della sua visita", ha riferito monsignor Ortiga.

"Vogliamo saper meritare questa visita del Santo Padre, dandogli affetto e dedizione e in particolare accogliendo il messaggio che ci rivolgerà", ha aggiunto.

Twitter è la nuova realtà che la preparazione della visita di Papa Benedetto XVI in Portogallo vuole lanciare. Basta collegarsi a http://twitter.com/bentoxvi_pt e si potranno trovare tutte le notizie collegate al Pontefice.

Tutti i giorni verrà pubblicato un pensiero di Benedetto XVI su temi collegati all'attualità: la questione europea, chi è Dio, che cos'è l'amore, cosa pensa il Papa del peccato, che cos'è la confessione.

E' stata anche lanciata la pagina della visita del Papa su Facebook: http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=111487195535141&ref=ts.



Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Cordoglio di Benedetto XVI per la morte del Cardinale Luigi Poggi
Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso il proprio cordoglio per la morte, all'età di 92 anni, del Cardinale Luigi Poggi, del Titolo di San Lorenzo in Lucina, Archivista e Bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa.

Il porporato è morto questo martedì mattina nella sua casa di Roma.

In un telegramma inviato ai fratelli del Cardinale, Giovanni e Tina Poggi, il Pontefice esprime la sua "viva partecipazione al lutto che colpisce i familiari e quanti conobbero e stimarono il compianto porporato".

Il Cardinale Poggi, ricorda il Papa, è stato "per tanti anni solerte collaboratore della Santa Sede, in particolare come Nunzio Apostolico in vari Paesi e come Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, rendendo ovunque una apprezzata testimonianza di fervoroso zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo".

Benedetto XVI eleva quindi "fervide preghiere di suffragio perché il Signore, auspice la Vergine Maria, lo accolga nel gaudio e nella pace eterna".

Conclude quindi il suo messaggio inviando "di cuore ai congiunti e a quanti condividono il dolore per la sua dipartita una speciale confortatrice benedizione apostolica".

Il Cardinale Poggi era nato a Piacenza il 25 novembre 1917 ed era stato ordinato sacerdote il 28 luglio 1940.

Il 3 aprile 1965 Papa Paolo VI lo aveva nomina Arcivescovo titolare di Forontoniana. Aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il 9 maggio dello stesso anno.

Nel 1994 Papa Giovanni Paolo II lo aveva creato Cardinale nel Concistoro del 26 novembre. Da quell'anno al 1998 era stato Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

Con la sua morte, il Collegio cardinalizio ha 179 porporati: 109 elettori, 70 non elettori.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Il Codice di Diritto Canonico disponibile in cinese
Sulla pagina web del Vaticano
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Dopo il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato su Internet il 18 marzo, tocca ora al Codice di Diritto Canonico essere disponibile in caratteri cinesi tradizionali sulla pagina web del Vaticano.

Lo ha annunciato "L'Osservatore Romano" nella sua edizione del 1° maggio.

Nei prossimi mesi, il Vaticano ha anche previsto di pubblicare in cinese i documenti del Concilio Vaticano II.

In questo momento, la Bibbia, il Catechismo della Chiesa Cattolica, alcune Costituzioni (Dei Verbum, Gaudium et spes), Dichiarazioni (Nostra aetate, Dignitatis humanae) e Decreti (Ad gentes, Christus Dominus) del Concilio Vaticano II sono già disponibili in lingua cinese.




Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Ostensione della Sindone


Due milioni di visitatori per la Sindone a Torino
Parla il presidente del Comitato dell'Ostensione, l'assessore Fiorenzo Alfieri

di Silvia Gattas

ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Un pellegrino speciale, il Papa, e due milioni di visitatori per la Sindone a Torino. La previsione è del comitato dell’Ostensione, che si dice soddisfatto per come sta procedendo l’affluenza dei fedeli in coda per vedere e venerare il Lenzuolo, che secondo la tradizione cristiana, avvolse il corpo di Gesù crocifisso.

"Avevamo due obiettivi: sfondare i due milioni di visitatori e garantire l’accoglienza ai pellegrini in visita a Torino. Entrambi sono stati raggiunti", ha detto a ZENIT il presidente del Comitato dell'Ostensione, l'assessore Fiorenzo Alfieri.

"L'obiettivo dei due milioni di visitatori è stato ampiamente raggiunto – ha sottolineato - e anzi sarà superato. Ci sono delle giornate di affluenza con oltre 50mila fedeli al giorno. Le prenotazioni sono già a 1 milione e 800mila persone, a cui si vanno ad aggiungere i 70mila di ogni settimana che arrivano senza prenotazione. Quindi abbiamo superato i due milioni di visite".

Per quanto riguarda i costi, l'assessore Alfieri ha precisato che "questa è un'Ostensione in tempi di crisi economica" e "abbiamo avuto la metà dei finanziamenti dell'ultima Ostensione avvenuta nel 2000".

"Abbiamo avuto circa 5 milioni di euro - ha spiegato - di cui un milione dalla Regione Piemonte, un milione dal Comune, 750mila euro dalla Provincia, 250mila euro dalla Conferenza episcopale italiana, 1,2 milioni dalla Fondazione della cassa di risparmio e il resto dalla Compagnia di San Paolo".

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Notizie dal mondo


India: quando la Bibbia trasforma la vita
Lo studio della Scrittura promuove un maggiore impegno dei fedeli
ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Lo studio della Bibbia sta trasformando la vita dei cristiani nell'India nord-orientale e sta portando ad azioni pratiche.

Parlando all'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), padre Thomas Manjaly, professore di Bibbia all'Oriens Theological College di Shillong, ha detto che la Scrittura è fondamentale per i cattolici che vivono nello Stato indiano del Meghalaya.

"La Bibbia occupa un posto molto importante nella vita della Chiesa nel nord dell'India - ha spiegato -. Una delle ragioni principali è la forte influenza protestante nella regione".

Più del 70% degli abitanti del Meghalaya è cristiano, e per padre Manjaly circa il 60% dei cristiani del nord-est dell'India è costituito da protestanti.

"Hanno sviluppato una cultura biblica che è entrata nelle comunità cattoliche, il che è molto positivo", ha sottolineato.

Lo studio della Bibbia è fondamentale per un movimento di piccole comunità cristiane sviluppatesi nelle parrocchie cattoliche negli ultimi 15 anni.

"Ha aiutato le persone a impegnarsi maggiormente con la Parola di Dio", ha detto il sacerdote. "Ascoltano la Bibbia in piccoli gruppi, la sentono spiegare e poi pregano".

Questi gruppi, ha rimarcato, aiutano i fedeli ad applicare la Bibbia alla propria vita e mettono in pratica ciò che hanno studiato.

La Bibbia, centro della casa

Le famiglie cattoliche, ha proseguito il presbitero - che ha ringraziato per il significativo aiuto economico che ACS fornisce ai programmi biblici diocesani -, onorano la Bibbia riservandole un posto speciale nella casa, dove diventa il centro di una sorta di tempio.

Questo "insediamento" della Bibbia, ha ricordato, è compiuto da un leader della comunità locale, da un catechista o da una suora che fa visita alla famiglia.

La cerimonia prende la forma di un breve servizio di preghiera preparato dalla Chiesa nella lingua locale. Padre Manjaly, membro della Pontificia Commissione Biblica vaticana, ha anche spiegato come sia comune per le famiglie leggere insieme la Bibbia.

"Alcune persone in casa possono non saper leggere, così qualcuno che lo sa fare legge per tutta la famiglia".

La Bibbia sta anche aiutando a promuovere una moderna forma di adorazione.

"Fino all'ultimo quarto del secolo scorso avevamo inni nella lingua locale Khasi, traducendo quelli portati dai missionari tedeschi e italiani", ha osservato padre Manjaly.

"Si è poi tentato di comporre inni in lingua Khasi usando musica Khasi - presi dai testi della Scrittura -, così ora non c'è musica italiana, tedesca o spagnola, ma la nostra musica".

I nuovi inni, ha concluso, si basano soprattutto sul Vangelo - le parabole, o i brani che raccontano la vita di Gesù -, sulle lettere di San Paolo e sui Salmi.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


La Chiesa in Spagna attende e sostiene Papa Benedetto XVI
Afferma il Cardinale Rouco alla Plenaria della Conferenza Episcopale

di Nieves San Martín

MADRID, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Intervenendo all'Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Spagnola svoltasi a fine aprile, il Cardinale Antonio María Rouco Varela si è riferito al prossimo viaggio di Benedetto XVI in Spagna e al suo significato.

Il porporato ha espresso l'unione dei Vescovi al Papa in questo momento di difficoltà per i casi di abusi sui minori e ha promesso misure di prevenzione.

Parlando del viaggio del Papa a Santiago de Compostela, in programma per il 6 novembre, ha detto: “Benedetto XVI ha affermato di recarsi a Santiago da pellegrino, ma è la prima volta che il Papa va a Santiago in occasione di un Anno Santo”.

Ciò “contribuirà senz'altro a ravvivare la consapevolezza del senso giacobeo della nostra storia ecclesiale e anche generale. La Spagna non si comprende senza Santiago e senza la tradizione giacobea”.

Il 7 novembre, Benedetto XVI consacrerà poi a Barcellona il tempio espiatorio della Sagrada Familia, capolavoro di un architetto geniale, il servo di Dio Antoni Gaudí (1852-1926). “I lavori avanzano con un buon ritmo”, ha affermato il Cardinale Rouco.

“La consacrazione della Sagrada Familia da parte del Papa ci permetterà di riflettere su alcuni aspetti di grande rilevanza per l'oggi della nostra Chiesa. Dal punto di vista della Dottrina Sociale della Chiesa, ci ricorda la necessità di continuare a proporre la concezione naturale e cristiana del matrimonio e della famiglia come base della convivenza sociale giusta, visto che questa è l'ambito in cui la persona deve essere convocata alla vita e quello che le permette di configurare la sua identità personale in modo conforme alla sua dignità e alle corrispondenti esigenze psicologiche ed educative”.

Il Cardinale Rouco ha quindi affermato che “ci duole l'anima per i gravi peccati e delitti commessi da alcuni fratelli nel sacerdozio e da alcuni religiosi che hanno abusato di minori tradendo la fiducia riposta in loro dalla Chiesa e dalla società”.

“Hanno agito così anche alcuni laici con cariche ecclesiali – ha aggiunto –. Devono sicuramente rispondere dei propri atti davanti a Dio e davanti alla giustizia umana”.

“Noi, come altri episcopati, abbiamo predisposto e, secondo le necessità, predisporremo con più attenzione i mezzi adeguati a prevenire e correggere casi di questo tipo, di modo che nessuno possa pensare che il servizio sacerdotale o la vita consacrata sia compatibile con il fatto di commettere tali crimini”.

Per il porporato, “è intollerabile mancare così gravemente alla castità, alla giustizia e alla carità abusando di un'autorità che avrebbe dovuto essere posta proprio al servizio di queste virtù e della testimonianza dell'amore di Dio che da essa promanano”.

Allo stesso modo, ha sottolineato che i Vescovi spagnoli sono con Benedetto XVI, “ed è con lui anche la stragrande maggioranza del popolo fedele”.

“Si è cercato di macchiare la sua figura per far credere alla gente che gli abusi sono stati frequenti tra i sacerdoti e i religiosi, e senza che i Vescovi o il Papa agissero a dovere”.

Dobbiamo proprio a questo Pontefice, ha ricordato, “le disposizioni volte a prevenire e correggere gli abusi nel campo menzionato e in altri ambiti della vita della Chiesa”.

Riferendosi al X Congresso Eucaristico Nazionale, in programma a Toledo dal 27 al 30 maggio, il Cardinale Rouco ha osservato che i Vescovi rifletteranno sul loro servizio di magistero e accompagnamento pastorale in questo periodo di crisi economica, “che tanto preoccupa i pastori della Chiesa per le sue implicazioni morali e per le conseguenze sulla vita quotidiana di molti fratelli”.

Quanto alla famiglia, ha segnalato che “non sembra che la situazione sia migliorata”.

Presto, ha ricordato, si compiranno cinque anni dalla nuova regolamentazione del matrimonio nel Codice Civile, “che ha smesso di riconoscere e di difendere il matrimonio nella sua specificità propria in quanto consorzio di vita tra un uomo e una donna”.

Anche se non è ancora entrata in vigore, è stata poi approvata di recente “una nuova legge sull'aborto, che nella pratica lascia senza protezione legale la vita dei concepiti, e rappresenta quindi un gravissimo passo indietro verso l'abisso della cultura della morte”.

Tra gli altri argomenti che verranno affrontati nel corso del Congresso, ha concluso il porporato, figura anche “la traduzione della terza edizione del Messale Romano”.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Stati Uniti: negli istituti cattolici ci sono più possibilità di diplomarsi
Il 99,1% degli alunni consegue il titolo
WASHINGTON, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Gli alunni dei centri cattolici di insegnamento superiore hanno più probabilità rispetto ai loro coetanei che studiano in altri istituti di diplomarsi e arrivare all'università, ha rivelato uno studio recente.

Il Rapporto Statistico Annuale sui centri di insegnamento cattolici 2009-2010 è stato reso pubblico dall'Assocazione Nazionale di Educazione Cattolica.

Una dichiarazione dei Vescovi degli Stati Uniti ha diffuso i risultati del rapporto mercoledì scorso.

Lo studio mostra che i centri di istruzione secondaria cattolici ottengono una percentuale di diplomati del 99,1%. Gli istituti religiosi non cattolici hanno una percentuale del 97,9%, quelli privati non confessionali del 95,7% e gli istituti pubblici del 73,2%.

Allo stesso modo, gli alunni degli istituti cattolici hanno più probabilità (84,7%) di frequentare gli studi universitari di 4 anni. Hanno il doppio della possibilità di frequentarli rispetto ai diplomati degli istituti pubblici (44,1%).

"Questo rapporto dimostra l'eccellenza dei centri cattolici", ha detto Marie Powell, direttrice esecutiva del Segretariato per l'Educazione Cattolica della Conferenza Episcopale. "Gli istituti cattolici presentano un record notevole circa il diploma dei loro studenti e la loro preparazione agli studi post-secondari".

"La loro efficacia nell'educare gli studenti, anche di ambienti difficili, è stata citata regolarmente nei rapporti pubblicati negli ultimi 25 anni. La comunità cattolica può essere molto orgogliosa del suo sostegno a questi centri educativi".

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


"Premio Interreligioso Isaia" al Cardinale Kasper
Per il suo prolungato impegno nel dialogo tra ebrei e cattolici
WASHINGTON, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il Cardinale Walter Kasper ha ricevuto il Premio Interreligioso Isaia (Isaiah Interreligious Award) del Comitato Ebraico Americano (American Jewish Committee, AJC) il 29 aprile scorso a Washington.

Il presidente della Commissione pontificia per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo è stato premiato nel gala annuale dell'AJC, celebrato giovedì sera all'Hotel Grand Hyatt, dopo la riunione annuale del Comitato, che ha riunito leader di tutto il mondo.

Il premio viene conferito per il "suo prolungato impegno nel dialogo tra ebrei e cattolici" e per la sua "leadership" nel "progresso della comprensione tra queste due fedi".

"Sono profondamente emozionato - ha dichiarato il Cardinale Kasper - per questo importante riconoscimento e non posso fare altro che esprimere la mia sentita gratitudine all'AJC per l'onore che mi ha riservato, come tedesco, come teologo cattolico e come presidente della Commissione pontificia per le Relazioni Religiose con l'Ebraismo".

"Sono profondamente grato per aver potuto contribuire a promuovere le relazioni tra le nostre due comunità e al processo di guarigione delle profonde ferite ereditate dal passato", ha aggiunto.

Il Cardinale Kasper, di 77 anni (è nato nel marzo 1933) e presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è stato una persona "chiave" nelle relazioni del Vaticano con gli ebrei negli ultimi decenni, spiega l'AJC.

Per il Cardinale, ad ogni modo, non è stato tanto un "dovere", quanto un "incarico che implica un impegno personale gratificante".

Ha avuto una "funzione centrale" nello stabilimento di relazioni bilaterali - iniziate da Giovanni Paolo II - tra il Gran Rabbinato di Gerusalemme e la Santa Sede, afferma l'AJC.

Per il rabbino David Rosen, direttore dell'AJC per gli affari interreligiosi, "il Cardinale Kasper ha emesso dichiarazioni estremamente importanti sulla Chiesa cattolica e l'ebraismo, si è opposto fermamente a ogni proselitismo nei confronti degli ebrei ed è stato un campione nella lotta contro l'antisemitismo e l'antiebraismo".

Il Cardinale ha dichiarato che cattolici ed ebrei sono "impegnati, sia gli uni che gli altri, in una visione del mondo senza antisemitismo e senza anticattolicesimo".

"Noi ci sforziamo - ha aggiunto - di far sì che il mondo si muova, lavorando per il bene dei nostri figli e dei figli dei nostri figli affinché atrocità come l'Olocausto non possano accadere mai più".

Quest'anno, l'AJC ha concesso anche il Premio Jan Karski al Ministro spagnolo Miguel Ángel Moratinos per il suo coraggio morale e la sua lotta all'antisemitismo, e il Premio alla Leadership al senatore statunitense Robert Menéndez per il suo lavoro in difesa di Israele.



Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Attentato mortale in una chiesa del Messico
Nell'Arcidiocesi di Xalapa

CITTA' DEL MESSICO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Mediante un comunicato reso noto il 30 aprile scorso, l'Arcidiocesi di Xalapa, nello Stato messicano di Veracruz, ha deplorato l'attentato avvenuto la settimana scorsa nella parrocchia dello Spirito Santo, che ha provocato un morto e un ferito grave.

Il comunicato di padre José Juan Sánchez Jácome, direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Xalapa, informa che “il giorno 27 aprile, verso le 17.15, il tempio parrocchiale dello Spirito Santo [...] è stato disonorato da un atto criminale in cui è risultato gravemente ferito Gabriel Flores Vázquez e in cui purtroppo è morto il signor Florentino Carmona Méndez, che era sagrestano di questo tempio parrocchiale”.

“Tutto sembra indicare che Gabriel Flores Vázquez, di 30 anni, non avesse alcun legame con la suddetta parrocchia, anche per il suo domicilio familiare, ma si trovasse nel tempio al momento in cui è stato fortemente colpito, con il risultato di gravi ferite al corpo e alla testa che ne hanno provocato il ricovero”, rivela il comunicato.

“Dal canto suo, il signor Florentino Carmona Méndez, di 67 anni, è morto verso le 22.00 dello stesso giorno per le ferite riportate. L'aggressore o gli aggressori non sono stati identificati”.

“Il corpo del signor Florentino è stato vegliato nel tempio parrocchiale dello Spirito Santo, e il 29 aprile si è svolta un'Eucaristia alle 8.00 per chiedere al Signore di riceverlo nel suo Regno glorioso e per supplicarLo di rafforzare spiritualmente i suoi familiari e amici”.

L'Arcidiocesi esprime la propria fiducia “nelle autorità di polizia e ministeriali che stanno indagando su questo caso deplorevole” e spera che “i fatti vengano presto chiariti”.

Nel comunicato si esprime anche “il nostro affetto e la nostra solidarietà a padre Luis Acosta Méndez, parroco della chiesa dello Spirito Santo, così come a tutta la comunità parrocchiale di fronte a questo fatto che costerna noi tutti. Allo stesso modo, esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia del signor Florentino Carmona Méndez e chiediamo al Signore la guarigione di Gabriel Flores Vázquez”.

“Le famiglie delle vittime e la comunità parrocchiale dello Spirito Santo, con il suo pastore alla guida, ringraziano per l'immediata mobilitazione sia delle autorità statali e municipali che della Croce Rossa, della Sicurezza Sociale e del Centro di Specialità Mediche”, conclude il comunicato.



Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Italia


"Mistica e profezia": plenaria dell'Unione delle Superiore Generali
A Roma dal 7 all'11 maggio, si riuniscono 900 religiose da 75 Paesi diversi

ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Evangelizzare con l'obiettivo di illuminare di luce profetica le tenebre di oggi. E' questo l'impegno al centro dell’assemblea plenaria dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali (Uisg), che si terrà dal 7 all’11 maggio a Roma.

L’incontro, al quale prenderanno parte 900 Superiori generali provenienti da 75 Paesi, ha come tema: “Conosco bene la fonte che scaturisce e scorre, benché sia notte”, ispirato da uno scritto di San Giovanni della Croce.

In occasione della presentazione della plenaria, avvenuta questo mercoledì presso la sede della Radio Vaticana, suor Amelia Kawaji, Superiora generale delle Mercedarie missionarie di Berriz, ha spiegato che l'Uisg è un organismo ecclesiale di diritto pontificio, eretto nel 1965, cui fanno riferimento 1.900 congregazioni di diritto diocesano e pontificio, per un totale di oltre 750 mila suore in tutto il mondo.

Presentando il tema dell'assemblea, secondo quanto riferito da L'Osservatore Romano, la presidente, suor Maureen Cusick, Superiora generale delle Suore di nostra Signora di Sion, ha notato che “questi sono tempi bui. Sentiamo dire che l'oscurità sta coprendo la terra. I terremoti distruggono migliaia di vite e di case, la cenere vulcanica oscura i cieli, il petrolio inquina i mari...".

“Dobbiamo confrontarci con i simboli del negativo – ha aggiunto –: la crisi economica deprime i popoli, il terrorismo sfida le nostre società. Peggio ancora, abbiamo ascoltato le vicende degli abusi commessi all'interno della nostra Chiesa: abusi di bambini, di giovani, di adulti vulnerabili; abusi che vengono da un potere inteso in senso clericale”.

Le religiose, ha continuato suor Cusick, non vogliono venire meno al loro ruolo profetico nella storia, per “annunciare una visione del mondo basata sul Vangelo, su un messaggio di misericordia e compassione. Prendiamo sul serio il nostro ruolo profetico nella Chiesa come donne consacrate, per portare la Parola di Dio a coloro che si trovano ai margini della società e anche ai margini della Chiesa”.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Messa secondo il rito straordinario in latino a Bologna
Celebrata dal Cardinale Carlo Caffarra


di don Alfredo Morselli

BOLOGNA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Il Cardinale Carlo Caffara, Arcivescovo di Bologna ha celebrato, domenica 2 maggio, la Santa Messa gregoriana, conosciuta anche come Messa di San Pio V, oppure Messa tridentina: si tratta dell'antica forma del rito romano che ha riacquistato pieno diritto di cittadinanza nella Chiesa, dopo il Motu Proprio Summorum Pontificum, promulgato da Benedetto XVI.

L’Arcivescovo è stato accolto, sulla porta della chiesa parrocchiale di S. Maria della Pietà, dai quattro sacerdoti da lui stesso incaricati di celebrare la S. Messa gregoriana ogni domenica e in tutte le feste di precetto.

La chiesa era gremita di fedeli, circa quattrocento. Un dato questo significativo legato a un evento trascurato dai media locali.

Caffarra è stato infatti il primo Cardinale Vescovo residenziale italiano a celebrare secondo la forma antica del rito romano, da quando è entrata in vigore la riforma liturgica.

Numerosi i sacerdoti e i religiosi presenti. Il Cardinale Caffarra è entrato benedicendo i fedeli, mentre la schola intonava il Christus vincit a quattro voci. Il poporato si è poi recato in sacrestia per indossare i preziosi paramenti sacri settecenteschi conservati con cura dal parroco don Tiziano Trenti.

Ha quindi avuto inizio la processione introitale: l’Arcivescovo ha intonato il Vidi aquam e ha proceduto all'aspersione dei fedeli; quindi, commosso, ha scandito le parole che hanno dato l'inizio a tante Messe per oltre 15 secoli: Introibo ad altare Dei.

La schola, formata da membri della associazione Cenacolo della SS.ma Trinità di Rimini, nel frattempo, ha intonato il Salve festa dies e il Kyriale I Lux et origo, raccomandato per il tempo pasquale.

Molto attesa l'omelia, che non ha trattato problematiche particolari inerenti all'applicazione del motu proprio. Questo approccio è indice di una impostazione che sicuramente è cara al Pontefice: la Messa tridentina deve essere una Messa normale, a fianco del nuovo rito, per cui non c'è altro da fare che spiegare il Santo Vangelo.

"Cari fratelli e sorelle – ha esordito l'Arcivescovo –, il processo intentato a Gesù non si è concluso colla condanna a morte emessa da Pilato. Anzi, esso accade anche oggi, sotto i nostri occhi, e ciascuno di noi ne è coinvolto”. 

L’aula in cui si svolge – ha continuato - è “il mondo: la storia cioè e la vita degli uomini. Quale è la materia del contendere? Se Cristo sia credibile nella sua 'pretesa' di essere l’unico salvatore; se Cristo alla fine ha ricevuto o non il riconoscimento della sua giustizia da parte di Dio; se l’ultima parola la dirà il 'principe di questo mondo'".

La celebrazione ha avuto poi il suo corso, senza fretta: le parole scandite con devozione, i canti gregoriani e polifonici, il profumo dell'incenso... ecco il suppositum su cui la grazia ha potuto agire e creare un memorabile evento.

Il Cardinale Caffarra, che è già intervenuto nella sua diocesi proibendo la Comunione in mano nei luoghi in cui sarebbe stata più facile la dissacrazione delle Sacre Specie, si è sicuramente rallegrato nel vedere tantissimi giovani comunicarsi devotamente in ginocchio.

Al termine della Messa l’Arcivescovo si è intrattenuto con i presenti, complimentandosi con i ministranti (di Rimini e di Bologna) e con il coro: "Bravi, ottima esecuzione: veramente chi canta come voi prega due volte".

Dopo la celebrazione, un gruppo di fedeli e alcuni sacerdoti che avevano partecipato al rito, si sono ritrovati per una agape fraterna presso la parrocchia di Stiatico, dove la S. Messa gregoriana viene celebrata anche nei giorni feriali. Pieni di sentimenti di ringraziamento al Signore, si sono messe in cantiere nuove iniziative.

Tra le considerazioni emerse nella discussione, è stata espressa da parte di tutti la stima per un umile Pastore, che, dopo 40 anni che non celebrava la Messa di San Pio V, pur tra gli impegni del governo della Diocesi, la visita pastorale e mille udienze, ha trovato il tempo di ristudiare la Messa antica come se fosse un seminarista.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Segnalazioni


"I Venerdì di Propaganda": la sindone e il ritratto di Cristo
Il 7 maggio prossimo alla Libreria Internazionale Paolo VI di Roma

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Venerdì 7 maggio prossimo alle ore 17.30 nell’ambito de “I Venerdì di Propaganda: temi e autori”, presso la Libreria Internazionale Paolo VI in via di Propaganda 4 a Roma, la dott.ssa Barbara Frale converserà sul tema della Sacra Sindone presentando il suo ultimo volume “La sindone e il ritratto di Cristo” edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

Il ritratto di Cristo, di antichissime origini bizantine, secondo la tradizione ne tramanda la vera fisionomia ed è sempre stato legato a regole fisse che non si potevano cambiare. Ma da cosa deriva questa lunga tradizione?

I documenti rimandano a un ritratto primigenio che non era un dipinto ma piuttosto un’impronta su stoffa. Dunque la sindone di Torino può avere dettato le regole con cui si dipinsero le prime icone di Gesù.

Questo è l’argomento di grande attualità ed interesse che l’autrice del volume proporrà in questo incontro di venerdì 7 maggio.

Barbara Frale è laureata in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico ed ha conseguito il dottorato in Storia all’università “Ca’ Foscari” di Venezia. Dopo un triennio di specializzazione sui documenti antichi latini e greci presso la Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, dal 2001 è Officiale dell’Archivio Segreto Vaticano.

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Interviste


Padre Jerzy Popiełuszko, simbolo della Polonia e dell'Europa
Il redattore di "Niedziela" parla del prete degli operai ucciso dal regime comunista

di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- E’ stato il sacerdote degli operai e del sindacato. Si è battuto coraggiosamente, praticando la carità del Vangelo, per difendere i diritti umani contro un regime dispotico, violento e assassino.

Le sue prediche accendevano i cuori e pur essendo mite e buono, faceva paura al regime.

Per metterlo a tacere, fu prima minacciato, poi coinvolto in un incidente stradale da cui uscì miracolosamente illeso, mentre il 19 ottobre 1984, venne rapito e ucciso da parte di tre funzionari del ministero dell'interno.

Il suo corpo fu ritrovato il 30 ottobre 1984 nelle acque della Vistola vicino a Włocławek.

Stiamo parlando di padre Jerzy Popiełuszko, ucciso a soli 37 anni dal regime comunista. Ai suoi funerali parteciparono più di 400.000 persone. Diciassette milioni di persone hanno visitato la sua tomba, ogni 19 ottobre si tiene una veglia di 24 ore per ricordarlo.

Eroe nazionale polacco è stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica come martire e verrà beatificato a Varsavia, domenica 6 giugno 2010, nella piazza intitolata al Maresciallo Piłsudski.

In merito alla sua storia e alle vicende della Polonia negli anni Ottanta il regista Radaf Wieczynski ha diretto un film “Popiełuszko” che è ancora in distribuzione in alcune sale italiane.

In occasione della beatificazione di padre Jerzy Popiełuszko, il settimanale cattolico “Niedziela” ha preparato un CD (in polacco) intitolato “Padre Jerzy Popiłuszko. Martire per la fede e per la Patria”. Un CD che racconta in forma teatrale la vita e l’opera del cappellano di “Solidarność”, diretto da don Ireneusz Skubiś Skubiś, redattore capo di “Niedziela”, e Ksawery Sokołowski, con Marian Florek (attore) in cooperazione con Anna Przewoźnik dallo Studio della Radio di “Niedziela”.

Il CD, che dura circa 30 minuti, può essere usato nella catechesi a scuola o negli incontri in parrocchia e contiene anche la canzone di Marcin Styczeń dedicata a padre Popiełuszko e intitolata: “Era pronto per tutto”.

Per conoscere la natura profonda della fede cattolica dei polacchi e le implicazioni di martiri del nostro tempo come padre Popiełuszko, ZENIT ha intervistato don Mariusz Frukacz, sacerdote dell’arcidiocesi di Czestochowa, giornalista e redattore del settimanale cattolico “Niedziela” nonché corrispondente di KAI (Agenzia Cattolica di Informazioni).

Chi è stato padre Jerzy Popiełuszko? Quali erano le sue virtù eroiche e perchè verrà beatificato?

Frukacz: Padre Jerzy Popiełuszko ucciso 1984 è stato vicario nella parrocchia di San Stanislao Kostka a Varsavia. Negli anni 80 del XX secolo è stato il pastore dei lavoratori e il cappellano di “Solidarność”. Nella sua vita ma anche nel suo insegnamento, soprattutto durante le Messe per la Patria, ha rappresentato la fedeltà totale al Vangelo di Cristo, all’insegnamento della Chiesa, in modo particolare nelle sue omelie ricordava i pensieri e le idee del Servo di Dio cardinale Stefan Wyszyński, “Primate del Millennio” e maestro di Giovanni Paolo II.

Padre Popiełuszko ha promosso il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e della dignità delle persone umane, tutto alla luce del Vangelo. Per la Polonia e per il mondo intero ha praticato e testimoniato le virtù del coraggio, della fedeltà a Dio, alla Croce di Cristo e al Vangelo, amore per Dio e per la Patria. Ha rappresentato il patriottismo in senso cristiano, come virtù culturale e sociale. La sua beatificazione è un esempio per i sacerdoti, alla luce della sua totale fedeltà a Cristo. Inoltre rappresenta il simbolo delle vittime del regime comunista, così come San Massimiliano Kolbe è stato il simbolo delle vittime dell’ideologia nazista. Nazismo e comunismo hanno perseguitato il popolo e la fede del popolo polacco. Per questo motivo nei tempi odierni abbiamo bisogno di testimoni della fede come Popiełuszko.

Padre Popiełuszko era il cappellano di Solidarność. Come si distingue la sua opera di sacerdote da quella di attivista politico?

Frukacz: Padre Popiełuszko era un sacerdote che portava sempre con sé le parole prese dal profeta Isaia e dal Vangelo di Luca: “mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”. Questa frase si trova sul santino stampato in occasione della sua ordinazione sacerdotale.

Come cappellano di “Solidarność” è stato sempre con i lavoratori durante gli scioperi, aiutava le famiglie dei lavoratori perseguitati e imprigionati. Padre Popiełuszko non era un attivista politico nel senso comune della parola, ma ricordava sempre che l’azione politica deve servire al bene comune, deve riconoscere la dignità delle persone umane e rispettare i diritti umani. In questo senso possiamo dire che padre Popiełuszko volendo realizzare la sua vocazione sacerdotale di servire l’umanità ha partecipato intensamente alla vita sociale. La finalità delle sue azioni non era di carattere politico riduttivo o particolare.

Come hanno fatto Solidarność, il Pontefice Giovanni Paolo II e sacerdoti come Popiełuszko a sconfiggere il potente regime sovietico?

Frukacz: “Solidarność” non è stato solo un sindacato dei lavoratori. Si è costituito fin dal principio come un movimento nazionale di 10 mila persone. E' stato il primo movimento in cui la Chiesa cattolica e il mondo degli operai si sono uniti insieme. Dobbiamo ricordare che per l’ideologia comunista l’operaio è la persona che non crede e nel nome dell’ideologia materialista deve stare lontano dalla fede e dalla Chiesa cattolica. ‘Solidarność’ già nel momento della sua nascita avvenuta nel 1980, ha rappresentato il contrario della filosofia marxista e dell’ideologia comunista. Chiesa cattolica e operai erano coerentemente e solidamente insieme.

Per comprendere meglio le ragioni della sconfitta del potente regime comunista e sovietico dobbiamo guardare al grande e importante ruolo svolto da Giovanni Paolo II. Tutto ebbe inizio nel primo viaggio di Giovanni Paolo II, avvenuto nel 1979. E’ stato il primo viaggio del Papa slavo in un paese dell’Europa centrale ed orientale. Profetiche le invocazioni e le preghiere che Giovanni Paolo II pronunciò nella Piazza della Vittoria (oggi Piazza di Piłsudski) “che lo Spirito Santo scenda su questa terra e la faccia cambiare”. L’anno dopo è nata “Solidarność”.

Bisogna anche ricordare la VI Giornata Mondiale della Gioventù nell’agosto del 1991 a Jasna Góra e a Czestochowa. E' stata la prima Giornata della Gioventù con la partecipazione dei giovani dell’Europa Orientale. Il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa il 15 agosto e tre giorni dopo il dispotico regime sovietico è caduto.

Personalmente penso anche che dobbiamo guardare al ruolo del cardinale Stefan Wyszyński, Primate della Polonia, imprigionato dal regime comunista negli anni 1953-56.

E’ stato il cardinale Wyszyński ad organizzare i “Voti di Jasna Góra” nel 1956, la Novena in occasione dei mille anni del Cristianesimo in Polonia (1957-1966). Erano anni durissimi, in cui sembrava impossibile sopravvivere al dominio sovietico. Eppure Wyszyński riuscì ad organizzare e garantire l’attività religiosa e sociale dei fedeli in Polonia. E’ stato lo stesso cardinale Wyszyński a rafforzare e diffondere la cosiddetta “Teologia della Nazione” per rafforzare l’identità cattolica dei polacchi.

Quanto è contata la fede cattolica del popolo polacco nella sconfitta del comunismo?

Frukacz: Come ho già spiegato per il popolo polacco la fede ha la sua importanza anche nella vita sociale. Non è una cosa privata. La fede ha una sua dimensione sociale e nazionale. Per noi Maria Madonna Nera di Czestochowa è la Regina della Polonia. Per noi la fede è collegata con il vero patriottismo, cioè l'amore per Dio e per la Patria. Nelle bandiere polacche tante volte si può vedere la frase “Dio, Onore, Patria”. Penso che questa identità e questa pratica religiosa abbiano alimentato la forza spirituale che ha sconfitto il comunismo. Vorrei ricordare che il regime marxista-leninista è stato contro Dio (ateo) e contro la Nazione (internazionalismo comunista). Dobbiamo anche ricordare che anche Gesù amava la sua Patria e piangeva sulle sorti di Gerusalemme.

In Italia c’è un film che racconta la storia di padre Popiełuszko. Lo ha visto? Può fornirci qualche ragione per convincere le persone ad andarlo a vedere?

Frukacz: Giovanni Paolo II ha detto che grazie al sangue versato da padre Popiełuszko, noi polacchi siamo in Europa. Il film su padre Popiełuszko ricorda non soltanto la vita del sacerdote martire, ma anche i valori cristiani e sociali di cui abbiamo bisogno non soltanto in Polonia ma soprattutto in Europa. Padre Popiełuszko è la persona che si è inserita nella storia della Polonia e dell’Europa. Penso che questo film rappresenti la figura di padre Popiełuszko così come era, in maniera affascinante e vera.





Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su


Documenti


Auguri di Benedetto XVI al rabbino Elio Toaff per i suoi 95 anni
Relazioni fraterne tra cattolici ed ebrei
CITTA' DEL VATICANO, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il messaggio autografo che Benedetto XVI ha inviato al rabbino emerito di Roma Elio Toaff, in occasione  del suo novantacinquesimo genetliaco. Il testo è stato letto da monsignor Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, durante la solenne cerimonia tenuta a Roma, lunedì 3 maggio, in occasione della serata inaugurale della Fondazione Elio Toaff  per la cultura ebraica.




* * *

 

All'illustrissimo Signore Rabbino emerito  Rav Elio Toaff

Il Signore è il mio pastore  non manco di nulla  Anche se vado  per una valle oscura non temo  alcun male, perché tu sei con me (Salmo 23)

Nella felice ricorrenza del Suo 95° genetliaco desidero unirmi a quanti si rallegrano con Lei per i doni che la misericordia dell'Altissimo Le ha elargito in un'esistenza lunga e feconda di bene.

Penso, con le espressioni del Salmo, a come il Signore abbia rinfrancato l'anima Sua, guidandoLa per il giusto cammino, anche nella valle più oscura, nell'ora della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico.

Il Signore, nei suoi misteriosi disegni, ha voluto che Ella sperimentasse in maniera singolare la sua salvezza, divenendo un segno di speranza per la rinascita di molti Suoi fratelli.

Mi è specialmente caro ricordare il Suo impegno per la promozione di relazioni fraterne tra cattolici ed ebrei, e la sincera amicizia che La legò al mio venerato predecessore, il Papa Giovanni Paolo ii.

Il mio augurio è che si compiano per Lei le parole conclusive dello stesso Salmo: «Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni». Shalom!

Dal Vaticano, 3 maggio 2010

Invia ad un amico | stampa questo articolo | commenta questo articolo

torna su



Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails