Poeta, lessicografo, saggista e biografo sono solo alcuni dei meriti con i quali viene ricordato Samuel Johnson; ma la sua attività fu anche e forse soprattutto quella di critico letterario.
Nasce il 18 settembre 1709 in Inghilterra a Lichfield (Staffordshire). Nel 1764 fonda il celebre circolo letterario, "The Club", il quale diverrà poi "Literary Club". Tra i membri originari del Club vi sono Oliver Goldsmith e
Edmund Burke; successivamente il circolo accoglie l'attore David Garrick oltre a James Boswell. Queste personalità e quelle che vengono a comprendersi nel corso degli anni, testimoniano quanto l'immagine di Samuel Johnson spiccasse nell'ambito letterario e sociale dell'epoca. In questo periodo tra le amicizie di Johnson vi è anche la scrittrice di romanzi Fanny Burney.
Per problemi economici Johnson è costretto ad abbandonare Oxford senza conseguire la laurea, tuttavia gli verranno assegnati importanti dottorati dalla stessa Università di Oxford oltre che dal Trinity College di Dublino.
La sua carriera inizia come insegnante e prosegue come giornalista, avvicinandosi però a un possibile crollo economico e psicologico. Si schiera contro l'indipendenza delle colonie americane ma anche contro gli abusi del governo inglese in Irlanda.
Come scrittore otterrà fama con l'adattamento di due satire di Iovenalis: "London" (1738) e "La vanità dei desideri umani" (1749, The vanity of human wishes). Tuttavia la sua fama è perlopiù legata al "Dizionario della lingua inglese" (Dictionary of the English language, 1747-1755), primo e allora unico nel suo genere, costruito sulle sue vastissime letture e quasi interamente da lui redatto.
Da lì in avanti, nel giro di pochi anni, prolifereranno le imprese volte a catalogare lo scibile umano, come ad esempio l'"Encyclopèdie" di
Denis Diderot e Jean d'Alembert.
La migliore opera in prosa di Samuel Johnson è il racconto filosofico "Rasselas" (The History of Rasselas, prince of Abyssinia, 1759), caratterizzata da periodi lunghi e ben costruiti.
Johnson cura poi un'edizione di "Drammi di
Shakespeare" (The plays of
W. Shakespeare, 1765) ricca di note esplicative e con un'approfondita prefazione critica.
Johnson è un uomo di vastissime letture, eccezionale conoscitore dei classici: con il suo "Vite di poeti" (Lives of poets, 1779-1781) dimostra in un certo senso che la conoscenza delle biografie degli autori, arricchisce con un significato di valore la letteratura. Le "Vite di poeti" mescolano la critica letteraria con i puri dati biografici - reperiti spesso dallo stesso Johnson in persona - accennando anche al contesto culturale dell'Inghilterra di fine '600 e del '700; tra gli autori oggetto della critica di Johnson vi sono ad esempio John Dryden,
Jonathan Swift,
Joseph Addison,
Alexander Pope.
Samuel Johnson muore a Londra il 13 dicembre 1784.
Nel 1791 James Boswell pubblicherà "Vita di Samuel Johnson" (The life of Samuel Johnson, 1791) che verrà poi considerato un capolavoro nel genere della biografia: il principio di Boswell sarebbe stato quello di Plutarco in qualità di biografo di Alessandro Magno, secondo il quale un accadimento di minor importanza, oppure una breve frase, rivelerebbero molto più efficacemente l'essenza di una personalità rispetto alle sue battaglie più importanti.
Cinquant'anni più tardi, grazie a questa biografia, l'importante critico scozzese
Thomas Carlyle definirà Samuel Johnson come "
capace di superare la sua epoca fino a incorporare l'idea romantica della cultura come processo lungo e ininterrotto".
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