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Politico e giurista, Giulio Tremonti nasce a Sondrio il 18 agosto 1947. Dopo aver frequentato il Liceo classico "Piazzi" della sua città natale, consegue la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Pavia: suo insegnante è Gian Antonio Micheli, successore di Piero Calamandrei alla cattedra di Diritto processuale civile a Firenze. Cresciuto in una famiglia liberale, Giulio Tremonti si avvicina alle idee socialiste dopo l'università, durante il servizio militare.
Nella prima metà degli anni '70, diviene a soli ventisette anni docente di Diritto tributario nell'università in cui era stato allievo. Alla fine degli anni '70 inizia la sua attività professionale in una società di consulenza e revisione internazionale. Soltanto a partire dagli anni '80 si avvicina alla politica. Comincia a collaborare per il "Corriere della Sera" chiamato da Piero Ostellino (collaborerà per dieci anni dal 1984 al 1994) e a scrivere alcuni libri politici per editori quali Laterza, Mondadori, Il Mulino.
Vicino a Gianni De Michelis, alle elezioni politiche del 1987 si candida nelle liste del Psi (Partito Socialista Italiano): tra il 1979 e il 1990 sarà uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze Franco Reviglio e Rino Formica.
Per un breve periodo, negli anni '90, Tremonti entra a far parte di Alleanza Democratica, e poi del Patto Segni (movimento politico di estrazione democristiana fondato da Mario Segni), con il quale viene eletto deputato nel 1994. Appena eletto, Tremonti passa a Forza Italia e vota la fiducia al primo governo Berlusconi, nel quale diviene Ministro delle Finanze.
Rieletto alla Camera dei Deputati nel 1996 e nel 2001 nelle liste di Forza Italia, è chiamato nel secondo governo Berlusconi alla guida del neonato Ministero dell'Economia e delle Finanze, risultato dell'accorpamento del "Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica" e del "Ministero delle Finanze". Dopo più di tre anni nell'incarico è costretto alle dimissioni il 3 luglio 2004: in quel periodo la maggioranza va incontro ad un periodo di crisi, dovuta alle forti divergenze in materia di economia con Gianfranco Fini, allora vice-premier. Tremonti rassegna le dimissioni, e l'interim del suo ministero viene assunto dal Presidente del Consiglio Berlusconi. In seguito il dicastero sarà assegnato a Domenico Siniscalco cui spetterà il compito di impostare la legge finanziaria per il 2004.
Il terzo governo Berlusconi nato il 23 aprile 2005, all'indomani della crisi politica che aveva investito la Casa delle Libertà dopo la sconfitta delle elezioni regionali del 2005, vede inizialmente ancora Siniscalco, confermato all'economia e finanze. Silvio Berlusconi in quella occasione sceglie Giulio Tremonti come vicepresidente del Consiglio insieme a Gianfranco Fini, ma, pochi mesi dopo, Siniscalco si dimette, sia per divergenze sulle scelte finanziarie, sia per non avere ottenuto l'appoggio del Governo per la sua richiesta di dimissioni del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Così, il 22 settembre 2005, Tremonti viene nuovamente richiamato al ministero dell'Economia e delle Finanze per la stesura dell'ultima legge finanziaria prima delle elezioni per il sopraggiunto termine temporale della legislatura.
Terminata la legislatura in cui la formazione politica di centro-destra rimane all'opposizione del Governo Prodi II, Tremonti torna il giorno 8 maggio 2008 al vertice del ministero economico, per la quarta volta, con il Governo Berlusconi IV.
Oltre ad aver scritto e pubblicato diversi saggi, durante la sua carriera Giulio Tremonti è stato vicepresidente della Camera dei Deputati (nella XV Legislatura, dal 4 maggio 2006 al 28 aprile 2008), vicepresidente di Forza Italia (dal 2004), presidente dell'"Aspen Institute Italia", visiting professor a Oxford.
Di lui Tony Blair ha detto: "E' il ministro europeo più colto che abbiamo".
Nella prima metà degli anni '70, diviene a soli ventisette anni docente di Diritto tributario nell'università in cui era stato allievo. Alla fine degli anni '70 inizia la sua attività professionale in una società di consulenza e revisione internazionale. Soltanto a partire dagli anni '80 si avvicina alla politica. Comincia a collaborare per il "Corriere della Sera" chiamato da Piero Ostellino (collaborerà per dieci anni dal 1984 al 1994) e a scrivere alcuni libri politici per editori quali Laterza, Mondadori, Il Mulino.
Vicino a Gianni De Michelis, alle elezioni politiche del 1987 si candida nelle liste del Psi (Partito Socialista Italiano): tra il 1979 e il 1990 sarà uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze Franco Reviglio e Rino Formica.
Per un breve periodo, negli anni '90, Tremonti entra a far parte di Alleanza Democratica, e poi del Patto Segni (movimento politico di estrazione democristiana fondato da Mario Segni), con il quale viene eletto deputato nel 1994. Appena eletto, Tremonti passa a Forza Italia e vota la fiducia al primo governo Berlusconi, nel quale diviene Ministro delle Finanze.
Rieletto alla Camera dei Deputati nel 1996 e nel 2001 nelle liste di Forza Italia, è chiamato nel secondo governo Berlusconi alla guida del neonato Ministero dell'Economia e delle Finanze, risultato dell'accorpamento del "Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica" e del "Ministero delle Finanze". Dopo più di tre anni nell'incarico è costretto alle dimissioni il 3 luglio 2004: in quel periodo la maggioranza va incontro ad un periodo di crisi, dovuta alle forti divergenze in materia di economia con Gianfranco Fini, allora vice-premier. Tremonti rassegna le dimissioni, e l'interim del suo ministero viene assunto dal Presidente del Consiglio Berlusconi. In seguito il dicastero sarà assegnato a Domenico Siniscalco cui spetterà il compito di impostare la legge finanziaria per il 2004.
Il terzo governo Berlusconi nato il 23 aprile 2005, all'indomani della crisi politica che aveva investito la Casa delle Libertà dopo la sconfitta delle elezioni regionali del 2005, vede inizialmente ancora Siniscalco, confermato all'economia e finanze. Silvio Berlusconi in quella occasione sceglie Giulio Tremonti come vicepresidente del Consiglio insieme a Gianfranco Fini, ma, pochi mesi dopo, Siniscalco si dimette, sia per divergenze sulle scelte finanziarie, sia per non avere ottenuto l'appoggio del Governo per la sua richiesta di dimissioni del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Così, il 22 settembre 2005, Tremonti viene nuovamente richiamato al ministero dell'Economia e delle Finanze per la stesura dell'ultima legge finanziaria prima delle elezioni per il sopraggiunto termine temporale della legislatura.
Terminata la legislatura in cui la formazione politica di centro-destra rimane all'opposizione del Governo Prodi II, Tremonti torna il giorno 8 maggio 2008 al vertice del ministero economico, per la quarta volta, con il Governo Berlusconi IV.
Oltre ad aver scritto e pubblicato diversi saggi, durante la sua carriera Giulio Tremonti è stato vicepresidente della Camera dei Deputati (nella XV Legislatura, dal 4 maggio 2006 al 28 aprile 2008), vicepresidente di Forza Italia (dal 2004), presidente dell'"Aspen Institute Italia", visiting professor a Oxford.
Di lui Tony Blair ha detto: "E' il ministro europeo più colto che abbiamo".
ultimo aggiornamento: 11/05/2009
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