Per i più è prematuro ad oggi trarre conclusioni. Ma poiché la tensione in nord Africa rischia di aumentare la volatilità dei mercati, anche per il piccolo investitore è arrivato il momento di fare qualche aggiustamento al suo portafoglio. Ecco cosa suggeriscono gli esperti.
Azioni. «I disordini nell'Africa settentrionale, così come in Medio Oriente, incrementano il profilo di rischio delle azioni dei mercati emergenti nel loro complesso – spiega Sebastian Kahlfeld, gestore di DWS Investments. Non mi aspetto tuttavia forti ondate di vendita per periodi prolungati su questa classe di azioni a condizione che il prezzo del petrolio torni presto ai livelli pre-crisi.
Per Fabrizio Quirighetti, macroeconomista di Banca Syz se il prezzo del petrolio dovesse arrivare a 150 dollari al barile è bene ridurre l'esposizioni azionaria verso i mercati emergenti (eccezione per il comparto oil in Russia), evitare i settore più ciclici (turismo e leasure, compagnie aeree) e posizionarsi sui settori più difensivi sia in Usa sia in Europa (alimentare, farmaceutico, Telecom). Per quanto riguarda le azioni del settore petrolifero meglio puntare a società meno esposte verso il nord Africa (quindi meglio l'americana Total dell'italiana Eni). Gli analisti di Credit Suiss restano positivi sulle azioni americane (Cocacola, Pfizer), europee (bene anche il settore finanziario), giapponesi. «Attenzione – avverte John Velis di Russell Investments – se dovesse concretizzarsi lo scenario peggiore, gli asset rischiosi si potrebbero svalutare e i settori difensivi e quelli che non dipendono direttamente dall'energia come il pharma e i servizi (trasporti esclusi) potrebbero essere considerati meno interessanti. Ovviamente ne beneficerebbero le società petrolifere»
Bond. Semaforo verde per i corporate bond di società con alto merito di credito e sul fronte dei governativi ai titoli di stato emessi dai paesi meno indebitati (Germania, paesi scandivani, Canada, Svizzera) dando priorità alle scadenze più lunghe sempre in vista di un rialzo del prezzo del petrolio. E per Andreas Riegler, di Raiffeisen C.M.in uno scenario di spinta inflazionistica non vanno trascurati i bond legati all'inflazione.
Materie prime. Se il petrolio è sotto i riflettori, in realtà è l'oro la vera asset class in cui rifugiardi.
Settore immobiliare. Il mercato americano ha del potenziale ma secondo qualcuno potrebbe non essere il giusto il timing dell'investimento. In Italia non c'è stata bolla ma è limitato lo spazio di crescita dei valori.
Fondi specializzati. Per Mark Mobius di Templeton è bene avere sempre investimenti bilanciati tra paese sviluppati e paesi in via di sviluppo, quindi con più prodotti e avere un orizzonte di medio/lungo termine. Quindi, chi ha investito non deve uscire rischierebbe una perdita.
Etf. Secondo Emanuele Bellingeri di iShares, proprio in queste fasi di mercato si può beneficiare delle peculiarità degli Etf: essendo strumenti quotati gli investitori possono operare in tempo reale in base al succedersi degli eventi. «La crisi nordafricana può avere sicuramente un impatto sul petrolio come si è visto dagli aumenti di questi ultimi giorni, mentre quello sulle altre materie prime dovrebbe essere limitato. Ma anche in questo caso l'orizzonte di investimento è di almeno cinque anni».
Portafoglio e andamenti
Borsa
Secondo i gestori gli investimenti in azioni potrebbero rappresentare un'opportunità in questo periodo : in particolare sono consigliati i titoli dei gruppi statunitensi
Titoli di stato
Per quanto riguarda i titoli di stato, bisogna tener presente che i rendimenti dei bond dei paesi meno indebitati andranno sempre più verso lo zero al netto dell'inflazione.
I bond societari
I bond emessi dalle società per finanziarsi devono essere valutati con estrema attenzione. Forte è il rischio che si corre con i gruppi a basso merito di credito
Fondi di investimento
Il consiglio è quello di avere investimenti bilanciati fra i vari paesi e un orizzonte di medio-lungo termine: chi ha investito ed esce ora rischia una forte perdita
Etf
In questa fase di turbolenza gli Etf risultano fra gli strumenti preferiti: gli investitori possono operare in tempo reale in base al succedersi degli eventi giorno per giorno
Metalli
Se il petrolio continua a essere sotto i riflettori (e taluni «vedono» quotazioni a 220 dollari al barile), è l'oro il bene-rifugio per eccellenza che non cessa di rafforzarsi. Anche qui, però, occorre prudenza
Valute
Con il dollaro sotto pressione, gli operatori consigliano di puntare su altre valute forti: franco svizzero, corona norvegese e dollaro canadese. L'euro va «maneggiato» con cautela
Immobiliare
Il settore immobiliare rialza la testa: in Italia negli ultimi mesi c'è un ritorno di interesse per seconde case e appartamenti da destinare principalmente all'affitto
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