martedì 22 dicembre 2009

Biografia del giorno: Jean-Michel Basquiat

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Jean-Michel Basquiat


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Raggianti visioni



Jean-Michel Basquiat
Jean-Michel Basquiat nasce a Brooklin, New York, il 22 dicembre 1960, da Gerard, haitiano, e Matilde, di origini portoricane. Sin da piccolo Basquiat mostra interesse per l'arte, spinto dalla madre che lo accompagna in giro per i musei di New York.

Nel 1968 i genitori divorziano. Nel 1976 si iscrive alla "City as A School", istituto sperimentale per ragazzi talentuosi che però trovano difficoltà nelle scuole tradizionali. A 17 anni assieme al suo amico Al Diaz prova per la prima volta l'LSD, e comincia a riempire le strade di Manhattan di graffiti, firmandosi SAMO, acronimo per Same Ol' Shit (la solita vecchia merda). I suoi graffiti contengono spesso frasi rivoluzionarie o apparentemente insensate, come SAMO© SAVES IDIOTS (SAMO© salva gli idioti).

Nel 1978 il settimanale gratuito Village Voice dedica un articolo alle opere di SAMO. Lo stesso anno Basquiat lascia la scuola e la casa paterna, mantenendosi con la vendita di magliette e cartoline per strada. Per molto tempo dorme in un cartone in un parco di New York. Lo stesso anno incontra Andy Warhol in un ristorante di Soho, al quale vende una cartolina per un dollaro, senza suscitare però troppo interesse nel famoso artista.

Nel giro di poco tempo, ottiene un discreto successo negli ambienti culturali dell'Est Village, grazie alle ripetute apparizioni televisive al programma TV Party di Glenn O'Brien. Durante le registrazioni incontra Michael Holman con il quale fonda il gruppo musicale Gray, il cui nome si ispira al famoso libro di illustrazioni scientifiche Gray's Anatomy, pubblicato in Gran Bretagna nel 1860. Due anni dopo si unisce alla band anche Vincent Gallo, musicista e attore di successo. Basquiat appare anche nel documentario Downtown 81, sempre di Glen O'Brien, che uscirà nelle sale cinematografiche solo nel 2001.

La carriera di Basquiat comincia a decollare, come musicista e soprattutto come artista. Nel 1980 partecipa all'esposizione collettiva The Times Square Show, organizzata dal COLAB (Collaborative Projects Incorporated, collettivo di giovani pittori newyorchesi). Nel 1981 partecipa alla retrospettiva New York/New Wave, insieme ad altri artisti come Robert Mapplethorpe e Keith Haring. Nello stesso anno Rene Ricard, poeta e famoso critico, pubblica su Artforum magazine un articolo su di lui, intitolato "The Radiant Child" (letteralmente, Il figlio raggiante).

Basquiat espone le proprie opere nelle più importanti gallerie, entrando in contatto con i famosi artisti che irrompono sulla scena newyorchese di quegli anni, come Francesco Clemente, David Salle e Julian Schnabel. Nell'autunno del 1982 ha una relazione con una giovane cantante italoamericana, all'epoca ancora sconosciuta, di nome Madonna. Nello stesso periodo entra nella Factory di Andy Warhol.

La conoscenza di Warhol influisce profondamente sulle opere di Basquiat; i due infatti intraprendono una proficua collaborazione, tanto che allestiscono assieme una mostra il cui manifesto li ritrae come protagonisti di un incontro di boxe. Intanto il giovane pittore di origini haitiane inizia ad esporre, oltre che a New York, in tutte le capitali mondiali, come la Galerie Bischofberger di Zurigo, la Delta di Rotterdam, la Kestner Gesellschaft di Hannover, o la Akira Ikeda di Tokio. Il 10 febbraio 1985 il New York Times Magazine gli dedica la copertina, con il titolo: "New Art, New Money: The Making of an American Artist" (Arte nuova, nuovi soldi, la nascita di un artista americano), consacrandolo come astro nascente della pittura statunitense.

I lavori di Basquiat riflettono soprattutto la condizione della comunità afroamericana. Le figure semplici, i bambini che giocano sullo sfondo della metropoli nordamericana, in cui le parole, spesso cancellate, irrompono sulla tela come parte integrante, sia concettuali che decorative. Lo stesso Basquiat afferma: "cancello le parole, in modo che le si possano notare - il fatto che siano oscure spinge a volerle leggere ancora di più". Il talento di Basquiat potrebbe essere sintetizzato con le parole di Henry Geldzahle, per anni curatore del Metropolitan Museum of Art: "il suo lavoro nasce come concezione, enigmatica e concettuale di simboli e parole, eseguita con l'incisiva semplicità delle tarde iscrizioni romane".

Basquiat però è un personaggio oscuro, incapace di bilanciare il successo artistico con i propri demoni interiori. Sin da giovane aveva sempre fatto uso di droghe, ma, a quanto scrive la biografa Phoebe Hoban, dopo la morte di Warhol, nel 1987, diventa sempre più depresso e paranoico. Tanto che il 12 agosto 1988, a soli 27 anni, muore nel suo loft newyorkese per un mix di cocaina ed eroina (in slang, speedball). In uno degli ultimi appunti prima della morte lascia una riflessione proprio sul successo: "Da quando avevo 17 anni, ho sempre pensato che sarei diventato una star. Dovrei pensare ai miei eroi, Charlie Parker, Jimi Hendrix… avevo un'idea romantica di come le persone diventassero famose".

Nel 1996 è uscito il film "Basquiat", diretto da Julian Schnabel, interpretato da Jeffrey Wright, e con David Bowie nei panni di Andy Warhol (nel cast anche Benicio Del Toro, Dennis Hopper, Gary Oldman, Christopher Walken, Willem Dafoe e Courtney Love). Il 14 maggio 2002 la casa d'asta Christie's ha battuto per 5.509.500 dollari il quadro "Profit I", opera di Basquiat in precedenza appartenuta al batterista dei Metallica Lars Ulrich. È la cifra più alta per un una sua opera, ma il 15 maggio del 2007, la casa d'asta newyorchese Sotheby's ha venduto un'opera senza titolo di Basquiat per 14.6 milioni di dollari. Il 12 novembre 2008, Lars Ulrich ha venduto "Untitled (Boxer)" per 12 milioni di dollari.

Testo originale a cura di Milena Cannavacciuolo
ultimo aggiornamento: 17/12/2008


 


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