Alla Roma il derby più atteso
Ranieri nella ripresa toglie Totti e De Rossi e rovescia la partita. La Lazio aveva infatti dominato il primo tempo andando in vantaggio con Rocchi. Floccari sbaglia un rigore al 2' mentre Vucinic all'8' lo realizza e raddoppia su punizione al 18'. Finale a nervi tesi con l'espulsione di Ledesma e qualche spintone di troppo dopo il triplice fischio
- A fine partita Totti mostra il pollice verso. Reuters
ROMA, 18 aprile 2010 - Era da 8 anni che la Roma non si aggiudicava entrambi i derby di campionato. E questa accoppiata profuma di scudetto, perché la capolista giallorossa la ottiene sul filo dei nervi di una prestazione non eccellente e per certi verso anche fortunata. Il pollice verso di Francesco Totti, stavolta protagonista fuori dal campo, farà discutere parecchio ma fa capire che questo possa essere davvero l'anno della Roma, piaccia o meno. Perché la Lazio gioca assai meglio il primo tempo e all'inizio del secondo rischia di andare sul 2-0, se lo sciagurato Floccari non tirasse malamente il rigore del k.o. A quel punto Ranieri, abile e coraggioso a rigirare la sua Roma, viene baciato dalla dea bendata e trova il rigore del pari e poi sempre con Vucinic, 12 centri in questo torneo, trova il colpo per ribaltare la gara. Peccato per la rissa finale in mezzo al campo, poco edificante e assai rischiosa per entrambe le squadre per le conseguenze disciplinari. La Lazio infatti ora si ritrova l'Atalanta, terz'ultima, a soli tre punti mentre la Roma bisognerà vedere con quali forze affronterà la Samp che insegue la Champions.
out stendardo — Sfortunato il difensore della Lazio che solo dopo 4' è costretto a uscire per una brutta ferita al volto provocata da un contrasto abbastanza fortuito con Toni, che lo colpisce in faccia con la scarpa destra. Stendardo viene poi portato alla clinica Paideia dove viene operato per la frattura al setto nasale. Reja si vede obbligato al primo cambio con Biava che diventa il centrale di destra, mentre Dias passa centrale.
- La rete di Rocchi al 14' del primo tempo. Reuters
il marchio di rocchi — La Roma che tiene le tre punte alte e larghe, pronte a interscambiarsi, in maniera quasi minacciosa. Ma la Lazio non si lascia intimorire, Reja organizza una squadra cortissima, con gli esterni molto bassi e pronta a ripartire negli spazi. E alla prima occasione colpisce con le sue armi migliori: un grande lancio di Ledesma che coglie in controtempo Burdisso e mette Rocchi nelle condizioni migliori per battere freddamente sull'uscita Julio Sergio. Per l'attaccante veneziano il quinto gol personale ai giallorossi in 12 derby.
fasce biancocelesti — Il gol galvanizza la Lazio, messa tatticamente in maniera più accorta da Reja, cui riesce la doppia mossa da arrocco: mediani aggressivi che tolgono spazio e tempo a Pizarro e De Rossi e soprattutto il blocco delle fasce. Molto bene Lichtsteiner a tener basso Riise e a marcarlo quando prova ad affondare. Bravo anche Kolarov che vince il duello con Cassetti, che aveva deciso con la sua rete la sfida d'andata. E quando Totti torna più in mezzo a cercar palla, ecco che Brocchi e C. non gli consentono mai di girarsi, aiutati da quel Rocchi eccellente nel dare una mano in mezzo, creando superiorità numerica, oltre a essere micidiale sotto porta. E così quando la Roma senza sbocchi cerca la sua torre Toni, questi si ritrova spesso anticipato da un Dias sorprendente in marcatura. Alla fine del tempo non è un caso che Muslera rimanga disoccupato, mentre qualche brivido attraversa la schiena di Julio Sergio, visto che soprattutto Burdisso, già colpevole sul gol, non è in giornata e sbaglia anche disimpegni semplici.
fuori le bandiere — Claudio Ranieri capisce che così non va da nessuna parte e ha il coraggio di ridisegnare la Roma con un 4-3-1-2 che esclude i giocatori più rappresentativi, e decisamente in ombra: Totti e De Rossi. Scopo principale: riappropriarsi delle fasce e del pallino del gioco: Perrotta che rimane basso in mediana con Pizarro e soprattutto Taddei vero esterno di destra e chiave del match, con un pizzico di fortuna per i giallorossi.
- La Roma esulta dopo la rete di Vucinic. Ansa
RIGORI DOUBLE FACE — Ma la tattica è un optional in una gara di nervi e in 5 minuti il derby sembra strizzar l'occhio ai laziali, per poi invece sorridere ai romanisti. Accade tutto sulla stessa fascia, con protagonisti Taddei e Kolarov: atterrato in area da Cassetti proprio dopo aver saltato il brasiliano. Dal dischetto Floccari tira malissimo e Gastone-Julio Sergio si ritrova il pallone addosso. La Roma svegliata dalla paura trova nuovo slancio e il duello si ripropone sul lato opposto: Taddei dribbla Kolarov che gli aggancia il piede d'appoggio. Per la seconda volta Tagliavento vede bene: e dal dischetto Vucinic è perfetto, nonostante l'intuizione di Muslera.
punizione roma — Intuizione che il portiere uruguaiano non ha quando in un calcio piazzato dal limite piazza male la sua barriera e rimane impietrito dal siluro tirato ancora da Vucinic. E incredibilmente la partita viene ribaltata. Da sottolineare che la punizione dalla lunetta arriva per l'inserimento efficace di un Menez, trequartista intelligente, che diventa arma in più e sfiora anche il 3-1.
tridente laziale — Reja capisce che i suoi, condannati da episodi, hanno bisogno di una scossa e inserisce Zarate, passando al 4-3-3. Maurito fa la differenza sulla destra facendo ammattire Riise, ma i suoi pericolosi cross non trovano mai puntuale all'appuntamento Cruz, subentrato a un Floccari distrutto per l'errore dal dischetto. La Roma si chiude con un 4-4-2 che concede poco. E finisce così.
lo squarcio — È quello che resta vuoto nella tribuna Tevere, circa 5 mila seggiolini che non possono essere occupati perché lì i violenti hanno deciso di scontrarsi. Già più di un'ora prima della gara. Nulla di particolarmente grave. Ma quello è uno squarcio alla tradizione civile della città eterna. Una sconfitta per tutti.
Maurizio Nicitahttp://www.gazzetta.it/
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