| La democrazia in Italia non c'è più. Non è attraverso un nuovo partito che le cose cambieranno, come alcuni, anche nel blog, credono. Tutto cambierà quando cambieremo noi. Nella nostra vita quotidiana, in quello che mettiamo nella borsa della spesa, nei nostri comportamenti. I partiti sono il passato. I cittadini sono il futuro. la democrazia deve essere partecipata, attuata. Attuata da me, da te, da tutti. La delega a Veltroni o a Berlusconi produce solo mostri. E' il sonno della democrazia. E', ormai, una pagliacciata. Non c'è nessuno dall'altra parte del muro. Troverete interessi economici, bancarottieri, mafiosi in doppiopetto, massoni, scarichi industriali, centrali nucleari, inceneritori e ignoranza.Non possiamo più voltarci dall'altra parte di fronte alla distruzione della nostra società, dobbiamo voltarci da QUESTA parte ... [continua]
| | di monica c., FRATTAMAGGIORE NAPOLI (Voti: 71) leggi il post BEPPE QUESTO POST ERA CIO' CHE VOLEVAMO TUTTI DA GIORNI. GRAZIE... LA RICORDO ANCORA QUELLA SERA. E' stata l'unica volta che ho visto mio padre piangere di dolore ma soprattutto di rabbia. L'ho hanno ammazzato ha urlato, sbattendo i pugni sul tavolo con violenza. ERO NELL'ALTRA STANZA MA HO CAPITO SUBITO. « Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola. » QUESTA FRASE L'HA DETTA GIOVANNI FALCONE MA COME SEMPRE AL NOSTRO AMATO PREMIER RIESCE FACILE USARE A PROPRIO PIACIMENTO LE PERSONE CHE NON HANNO PIU' LA POSSIBILITA' DI GUARDARLO IN FACCIA E DIRGLI CHE RAZZA DI MERDA RAPPRESENTA. COME HA FATTO CON MONTANELLI. Ma possibile che a QUESTO ESSERE IMMONDO non basti prendere per il culo i vivi e lo debba fare anche con i morti? QUANDO CAZZO RINASCERANNO PERSONE COME GIOVANNI FALCONE O COME BORSELLINO A TENERE TESTA A QUESTI MORTI DI FAMA? VERGOGNA. | | di E.Q. Caro Beppe, siamo nel 2008 e tanto si parla di tutela della maternità. Ho 31 anni e sono in attesa della mia prima figlia. Lavoro da quasi 3 anni in un'azienda distributrice di acqua, luce e gas, per intenderci un'ex municipalizzata. Sono laureata con, in più, un master universitario. Sono sicura di aver sempre lavorato con coscienza nonostante l'ambiente, come si può ben immaginare, non sia dei più meritocratici. Ma eccoci al dunque: dopo 2 contratti di stage a 300 al mese, 2 contratti a progetto a 500 (lordi) e 2 contratti a tempo determinato (quindi ben 6 in 2 anni e mezzo), ho scoperto di essere incinta durante il secondo contratto a tempo determinato...all'inizio del terzo mese di gravidanza ho ritenuto opportuno comunicare all'azienda il mio stato "interessante", assicurando che, comunque, sarei rimasta a casa solo per i 5 mesi che, per legge, spettano alle neomamme. Conseguenze: il giorno successivo (nel senso letterale del termine) sono stata demansionata delle mie attività...nonostante il mio inquadramento al livello impiegatizio più basso, lavoravo con quadri e dirigenti, affiancandoli in lavori di notevole responsabilità
non ho più ricevuto mail, non sono più stata convocata alle riunioni...mi sono ritrovata praticamente "esiliata"...senza più nulla da fare...alle mie richieste di spiegazioni, nessuno "trovava il tempo" per dirmi cosa mi sarebbe successo....visto che pochi mesi più tardi sarebbe scaduto il mio contratto, ho cominciato a preoccuparmi seriamente. Sono caduta in uno stato di depressione molto forte. Per fortuna ho avuto vicino la mia famiglia e mio marito che, essendo dirigente in una grossa multinazionale, ha saputo come affrontare la situazione anche da un punto di vista legale. A nulla sono valsi inizialmente i sindacati per una trattativa "amichevole" della questione. L'azienda voleva terminare il rapporto di lavoro. Due giorni prima della scadenza del contratto, il mio avvocato ha inviato una lettera di ben 11 pagine sia all'azienda che al tribunale per iniziare così una causa di lavoro. Ebbene, due giorni dopo, con una raccomandata, è arrivata la lettera di assunzione a tempo indeterminato. Ora, davanti al giudice, si discuteranno tutti gli altri punti...i danni morali, esistenziali, la violazione dei diritti di pari opportunità e gli arretrati retributivi e contributivi dei vari finti contratti di stage e a progetto, quando in realtà rispettavo gli stessi orari dei dipendenti e svolgevo lavori impiegatizi...Però mi chiedo... se non avessi avuto vicino una persona forte e decisa... cosa avrei fatto? Probabilmente ora sarei in attesa di un figlio senza un lavoro...sono molto triste nel pensare che possano capitare ancora queste cose...che una donna si ritrovi davanti ad una psichiatra per trovare una via d'uscita alla depressione che un sistema sbagliato ha provocato durante quello che dovrebbe essere il momento più felice della sua vita... Grazie. E. di I.S. Ciao Beppe, ti giro la mail che ho inviato alla Presidenza della Repubblica...non ti sto neanche a dire che non ho ricevuto neanche un prestampato di risposta. Grazie, Iva. "Buongiorno Presidente, con la presente sono a GRIDARE il mio sdegno in merito al silenzio che attornia le malattie professionali che portano alla morte degli operai che non riescono neanche ad arrivare all'età pensionabile; uno di questi era MIO PADRE... S. S., 50 anni, morto il 15/02/2008 dopo 1 anno e mezzo di lotta contro il carcinoma al polmone indicato come EFFETTO COLLATERALE di una professione potenzialmente pericolosa: il saldatore! Ho visto mio padre trasformarsi da metalmeccanico infaticabile alto 1,80m e del peso di 90kg a pensionato coatto indigente di 60kg; solo gli occhi sorridenti potevano ricordare l'uomo forte, testardo, sensibile, carismatico, innamorato della moglie, delle figlie e della vita che era prima che fosse travolto dallo tsunami CANCRO e dal ciclone INDIFFERENZA ISTITUZIONALE. Egli non aveva scelto una professione né pericolosa né remunerativa ma era soddisfatto ed orgoglioso di essere un OPERAIO; certo, lo stipendio immutato per anni, non gli ha certo risparmiato ansie famigliari e lotte sindacali ma tutto sommato "a casa non mancava niente" e lui era riuscito a far prendere il diploma a me e a far continuare gli studi a mia sorella N. che "sarà la prima S. con una laurea". Mi manca da morire mio padre, sono incazzata con il mondo per la sua morte; poteva dare ancora così tanto sia alla sua famiglia che alla società nonostante quest'ultima si sia dimenticata che senza gli operai saremmo solo un paese di affaristi. Presidente Napolitano, ho deciso di scriverle perché ho ancora la forte ILLUSIONE (ahimè eredità di mio padre) che da "vecchio" sindacalista sia interessato alla storia della mia famiglia che si sente sempre più abbandonata a sé stessa. Pensi, che non siamo ancora riusciti, nonostante l'ausilio del Patronato ad ottenere la rendita ai superstiti NECESSARIA AD UNA VITA DECENTE nella quale si riesca a pagare l'affitto e le spese di casa con le giuste scadenze. Mio padre ha sempre ottemperato alle scadenze con i modi e i tempi dovuti ed é INTOLLERABILE che le istituzioni INAIL E INPS non riescano a fare altrettanto...Lui é morto per provvedere alla sua famiglia in modo onesto e NON CI SONO GIUSTIFICAZIONI per le quali QUESTO STATO non debba riconoscere pubblicamente quanto fatto nella sua breve vita...e per riconoscimento intendo sia quello economico necessario a mia madre per sopravvivere sia quello MORALE necessario a far vivere me e mia sorella senza ODIO VERSO QUESTA ITALIA che invia i suoi rappresentanti di governo solo AI FUNERALI DEGLI OPERAI ma che fa finta di non conoscere la mancanza di strutture di controllo sicurezza nei cantieri e nelle aziende in generale e soprattutto SI ATTORNA DI OMERTA' DI FRONTE A CHI E' AMMALATO DI CANCRO SOLO PER AVER FATTO IL PROPRIO DOVERE. Consapevole di averle scritto una e-mail piena di rabbia, spero comunque che lei mi risponda e che veda, come me, il lato positivo di tutta questa storia: le scrive una figlia che continua a seguire le orme del padre, che porterà gli insegnamenti ricevuti ai figli che verranno. La ringrazio per l'attenzione e buona giornata." | | | | |
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