mercoledì 8 ottobre 2008

Biografia del giorno: Antonio Cabrini

Giorno per giorno i profili di star, miti e personaggi famosi che si sono meritati un posto nella nostra storia oggi: 08/10/08 » S. Ivio
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Antonio Cabrini 8 ottobre 1957
Bell'Antonio vinci tutto

Antonio Cabrini
Oltre 350 partite in serie A, 35 reti in 15 stagioni. Tredici anni passati indossando la maglia della Juventus. Con la nazionale azzurra: 9 reti, 73 partite giocate, 10 volte con la fascia da capitano, campione del mondo nel 1982. Questi sono i numeri che riassumono la prestigiosa carriera calcistica di Antonio Cabrini, terzino sinistro, uno dei più longevi e affidabili difensori che la Juventus e la Nazionale italiana abbiano contato nella loro storia.

Nato a Cremona il giorno 8 ottobre 1957, esordisce appena sedicenne nella Cremonese, squadra della sua città; inizialmente gioca nel ruolo di Ala, poi Nolli, allenatore degli Allievi, cambia il suo ruolo. In questi anni gioca assieme ad altri ragazzi che arriveranno in serie A; tra questi vi sono De Gradi, Azzali, Gozzoli, Malgioglio e Cesare Prandelli, che Antonio considererà sempre come un fratello. Cabrini esordisce con la prima squadranel campionato di Serie C del 1973-74: gioca solo tre volte ma diventa titolare l'anno dopo. Viene notato dalla Juventus che nel 1975 lo acquista ma lo manda a giocare un anno a Bergamo, nell'Atalanta, in Serie B, dove disputa un discreto campionato. Poi Antonio Cabrini approda alla Juventus, dove rimarrà come detto a lungo. L'esordio con la maglia bianconera arriva quando non è ancora ventenne, il 13 febbraio 1977, nella gara contro la Lazio, terminata con una vittoria juventina per 2-0. Nella sua prima stagione a Torino, Cabrini colleziona 7 presenze e una rete, conquistando subito il suo primo scudetto; è anche il primo scudetto bianconero per Giovanni Trapattoni, il nuovo allenatore che tanto vincerà con questa squadra.

Nella stagione successiva (1977-78) vince nuovamente il campionato: Cabrini diventa un titolare inamovibile e si afferma ben presto anche con la maglia azzurra. L'esordio in nazionale arriva ai campionati del mondo in Argentina, il 2 giugno 1978, quando entra in campo in sostituzione di Aldo Maldera.

Le sue caratteristiche di terzino con propensione all'attacco e al gol, unite ad una grande espressione di solidità difensiva e alla sua continuità negli anni, fanno di Cabrini uno dei più grandi calciatori italiani di ogni tempo. Alla sua popolarità contribuisce anche il suo bell'aspetto, tanto che verrà soprannominato il "Bell'Antonio".

Con la Juventus arrivano altri due scudetti (1980-81 e 1981-82), poi l'attesissimo appuntamento in agenda è quello dei mondiali di Spagna 1982. Il CT della nazionale italiana Enzo Bearzot schiera il ventiquattrenne Cabrini come titolare. Cabrini sarà protagonista di questo storico mondiale: tra gli eventi salienti si ricordano il suo gol del 2-1 contro l'Argentina e il rigore sbagliato (sul punteggio di 0-0) contro la Germania Ovest, durante la finalissima, poi comunque vinta dagli azzurri.

Tronato in bianconero con la Juventus conquista altri due scudetti, la Coppa Italia del 1982-83, la Coppa delle Coppe nel 1983-84, la Coppa dei Campioni nel 1984-85, la Coppa Intercontinentale nel 1985. Cabrini ha occasione di vestire la fascia di capitano, sia in bianconero che in azzurro, succedendo al suo compagno di squadra Gaetano Scirea.

Cabrini gioca nella Juventus fino al 1989, anno in cui passa al Bologna. Chiude la carriera con gli emiliani nel 1991.
Gioca l'ultima partita in azzurro nell'ottobre del 1987 con 9 reti all'attivo, un record per un difensore: Cabrini lascia il posto di difensore sinistro a Paolo Maldini, un altro giocatore che per molti anni sarà protagonista azzurro in quella zona del campo.

Cabrini non si allontana dal mondo del calcio e lavora come commentatore in tv, fino al 2000 quando intraprende la carriera di allenatore. Allena l'Arezzo in serie C1 (2001-2001), poi il Crotone (2001) e il Pisa (2004). Nella stagione 2005-2006 siede sulla panchina del Novara. Nel 2007 e fino al mese di marzo 2008 diviene Commissario Tecnico della nazionale di calcio della Siria.

Nel'autunno del 2008 tornerà alla ribalta, almeno mediatica, come uno dei concorrenti protagonisti del programma tv "L'isola dei famosi".


«La Juventus non è solo la mia squadra del cuore. Non sono solo un tifoso mi sento un suo amante. Con la Juve sono cresciuto, lì ho passato gli anni più belli della mia vita. Ho dato il meglio di me e a volte, con grande incoscienza, sono anche andato oltre.»
«Mi divertivo a fare diversi sport, ma era il calcio la mia passione vera. Non ho mai pensato al fatto di diventare qualcuno: ho giocato per divertirmi, quello che manca ai ragazzi di oggi. Spesso i genitori sono deleteri, perchè esercitano troppa pressione.»
«Il carisma dell'Avvocato Agnelli lo si percepiva in lontananza. Stava sempre vicino alla squadra, era informatissimo. E quando parlavi con lui ti accorgevi che di calcio ne capiva tantissimo.»
«L'unico rimpianto del mondiale del 1982 è quello di esserci accorti con ritardo di essere davvero forti, di poter arrivare in finale.»
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