MILANO - «Chi non c'è? Spin o Papi?». «Papi viene sabato». «Tu hai qualche amica carina che possiamo portare?». «Sì, trovo qualcuna. Fatto! Lei studia a Riccione e fa la modella, è una affidabile, sai che io sono molto attenta a queste cose...». L'ultima delle feste di Arcore è, paradossalmente, quella che non si è potuta tenere perché rovinata dai guastafeste togati. Se infatti il 14 gennaio non ci fosse stata l'incriminazione del presidente del Consiglio, l'ultima delle molte feste al centro dell'inchiesta non sarebbe stata quella svoltasi il 6 gennaio e descritta in versione hard dalla teste T.N., ma quella che appena il giorno prima dell'invito a comparire al premier, e cioè il 13 gennaio, la consigliere regionale Nicole Minetti, la brasiliana Marystelle Polanco (ex fidanzata del dominicano arrestato e condannato a 8 anni per 12 chili di cocaina) e l'amica Floriana Marincea (starlette in tv de «La Pupa e il Secchione») stavano organizzando per la sera del sabato successivo, 15 gennaio.
L'ASSEGNO - La circostanza emerge dall'intercettazione la mattina del 13 gennaio non di telefonate ma di sms fra tre ragazze, che inizialmente vertono su questioni di soldi. Polanco informa la Minetti: «Sono andata da Spin», diminutivo con il quale le ragazze chiamano Giuseppe Spinelli, il non indagato amministratore del «portafoglio» personale del premier emerso come erogatore di buste di denaro contante e compensatore delle spese logistiche anticipate dalla Minetti per gli affitti delle case delle ragazze e le necessità spicciole di molte delle ospiti delle notti di Arcore. «Sono andata da Spin e mi ha dato giusto per l'assicurazione se tu mi dai l'assegno tu non puoi firmare dietro e lo porto in banca cavolo ho bisogno», scrive nel messaggino la brasiliana alla consigliere regionale, che le risponde: «Non dovevamo fare a metà? Anch'io ho bisogno. Ho speso un sacco di soldi ultimamente. Non puoi girarlo (l'assegno, ndr), è intestato a me, domani lo cam... Se vuoi stasera puoi passare da me e io ti anticipo i contanti!». Polanco è contenta, «domani devo pagare la visita medica e anche il lavandino», ma Minetti le suggerisce di «non pagarla la visita, fatti dare il preventivo e lo porti da Spin».
L'AMICA CARINA - Esaurito questo tema, la brasiliana informa la Minetti: «Papi viene sabato». Minetti allora manda subito due sms. Alla Polanco chiede «come fai a saperlo che c'è sabato?». A Floriana Marincea invece scrive «Lui c'è sabato! Dobbiamo andare assolutamente. Tu hai qualche amica carina che possiamo portare?». Floriana le assicura: «Sì, trovo qualcuna». E pure «bella». Detto fatto: passano solo 5 minuti e una nuova ragazza è stata reclutata. «Chi è?», domanda Minetti sempre per sms. «La mia amica molto affidabile bella figa», le risponde Marincea, «la conosco da quando aveva 14 anni, lei ne ha 25». L'aspetto curioso è dunque che - come in passato già la Minetti con una sua amica di Rimini, o come una sudamericana con la giovane T.N. -, quando si tratta di trovare nuove ospiti per il premier, le ragazze del giro di Arcore puntualmente pensano di ricorrere a loro ex compagne di scuola. Ma anche tra le reclutatrici c'è chi dà maggiore o minore importanza alle credenziali. A differenza ad esempio della brasiliana Polanco, che una notte ad Arcore si era portata un «imbucato» cubano che aveva fatto infuriare Emilio Fede e che era stato notato mentre raccontava per telefono a chissà chi di essere nel bagno di casa del presidente del Consiglio, Floriana Marincea vanta alla Minetti le virtù della propria prescelta: «Lei abita a Riccione, studia e fa la modella. È una affidabile tranquilla piace siguro. Sai che io sono molto attenta a queste cose».
BARBARA GUERRA - Quel 15 gennaio, come si è appreso sempre dalle intercettazioni, dopo l'invito a comparire del 14 a Berlusconi non vi fu la prevista festa, ma la convocazione da parte del premier di tutte le ragazze perquisite, in un vertice con imprecisati «avvocati». E a proposito di indagini difensive, venerdì ha parlato (sebbene con contenuti diversi nel corso della giornata) Barbara Guerra, la ragazza il cui verbale di dichiarazioni difensive raccolto il 25 ottobre dai legali del premier Ghedini e Longo è stato trovato in una perquisizione a un'altra ragazza (la Polanco), non firmato dalla Guerra, e non firmato dagli avvocati (i cui cognomi mancano persino in dattiloscritto). Ghedini aveva rimarcato che nessuna norma penale o deontologica vieta al difensore di rilasciare copia del verbale difensivo alla teste, e per il resto aveva osservato che, se poi la teste lo passa ad altre persone, «questi sono affari loro». Ieri in mattinata Guerra ha affermato al Corriere di non essere stata lei a passare alla Polanco quei fogli. Poi di pomeriggio all'Ansa ha detto: «Non so di che verbali si parla, non so nulla di verbali, quello che è stato trovato a casa della Polanco potrebbe anche essere un mio biglietto del Gratta e Vinci...».
Nessun commento:
Posta un commento