Dopo Massimo, Pietro e Matteo
ora anche il muratore bolognese
L'Adoc: «Chiudete il reality»
Nathan Lelli è stato espulso dalla casa del Grande Fratello 11. Anche questa volta per una bestemmia pronunciata ieri davanti alle telecamere. E' il quarto solo in questa edizione. In precedenza le polemiche contro il programma avevano spinto l'editore Mediaset a prendere una decisione senza precedenti eliminando in un sol colpo Massimo, Matteo e Pietro. Di lì in poi sarebbe stata linea dura. E così è stato con il muratore bolognese cacciato dalla Casa la sera stessa del «deprecabile episodio» come lo definiscono gli autori del programma.
Nathan, dalle polemiche alla squalifica
La figura di Nathan Lelli era già finita al centro delle polemiche. Lui era entrato a far parte del reality perchè scelto dai telespettatori. Almeno teoricamente. In effetti lui era uno fra i cinquanta concorrenti più votati del "casting on line", ma alla fine la scelta definitiva l'aveva fatta il Grande Fratello. Per questo ne era nata qualche polemica, poi sedata da un comunicato degli autori in cui si spiegava meglio il meccanismo e, soprattutto, che l'ingresso dei concorrenti è comunque legato all'«insindacabile giudizio» del Grande Fratello. In quell'occasione la produzione del reality aveva anche specificato che Nathan non risulta non avere legami con nessuna agenzia di management, cosa peraltro non vietata, ed era al 25esimo posto nella graduatoria di gradimento dei telespettatori. La scelta di farlo entrare era dunque legittima.
Annullato il televoto settimanale
Così come era accaduto nel caso di Pietro e Massimo, anche la squalifica di Nathan ha spinto il Grande Fratello ad annullare il televoto settimanale. Il 24enne era infatti, insieme a Roberto e Biagio, tra i concorrenti in nomination a rischio eliminazione. «Tutti i telespettatori che hanno partecipato al televoto di questa settimana - conclude la nota di Mediaset saranno integralmente rimborsati».
L'Adoc attacca: «Chiudete il reality e restituite i soldi»
Sulla vicenda è intervenuto anche l'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori). In un nota, Carlo Pileri, presidente dell'associazione, dice «basta volgarità, basta imprecazioni, basta Grande Fratello, chiediamo all'Agcom di intervenire immediatamente per far chiudere una trasmissione che quest'anno ha superato il limite della decenza».
Dunque l'attacco è più che mai diretto e mira alla chiusura del programma e alla restituzione di tutti i soldi spesi dai telespettatori in questa edizione: «Le continue bestemmie e i turpiloqui non possono essere puniti con la semplice squalifica dei concorrenti - continua Pileri -, si deve annullare l'intera edizione, prevedendo il rimborso integrale ai telespettatori di quanto finora speso per il televoto, che stimiamo essere in media tra i 150 e i 200 euro a persona».
L'associazione sottolinea di apprezzare «il pronto intervento della produzione che ha deciso di squalificare il concorrente e di rimborsare i telespettatori che hanno votato in settimana», ma lo ritiene «non sufficiente» perchè «In questa edizione, trasmessa in orari accessibili ai minori, sono stati ripetutamente violati linguaggi e comportamenti, violazioni che stanno minacciando l'integrità del nucleo familiare e dei minori».
Di qui l'esposto al Comitato Media e Minori e all'Agcom evidenziando il fatto che «si stanno violando l'art.21 della Costituzione, dove si afferma il divieto di tutti gli spettacolo contrari al buon costume, e le norme relative alla tutela dei minori, chiedendo anche l'applicazione delle procedure sanzionatorie previste dal decreto legislativo n.177/2005, dove viene enunciato che sono "... vietate le trasmissioni che contengono messaggi cifrati o di carattere subliminale o incitamenti all'odio comunque motivato o che inducono ad atteggiamenti di intolleranza basati su differenze di razza, sesso, religione o nazionalità o che, anche in relazione all'orario di trasmissione, possono nuocere allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori o che presentano scene di violenza gratuita o insistita o efferata ovvero pornografiche (...)"».
con lastampa.it
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