Che fine hanno fatto i somali richiedenti asilo politico, che si erano rifugiati nell'ex ambasciata somala in via dei Villini e dalla quale sono stati sgomberati domenica scorsa?
Di loro non si hanno più notizie, dopo che erano stati portati via da una situazione di estremo degrado, resa visibile a seguito dello stupro che sarebbe avvenuto proprio in quella palazzina, sabato scorso. Il sindaco di Roma Alemanno aveva avanzato una proposta choc, di rimpatriare cioè tutti gli occupanti della struttura. Ma l'idea è stata bocciata e questa mattina sono iniziati i lavori di muratura dell'edificio. Un muro di mattoni è stato innalzato dietro ogni ingresso del piano terra, finestre comprese, ad eccezione del portone principale e della cancellata sulla strada che resterà presidiata da due guardie armate. "E' importante che alla fine si sia raggiunto un accordo tra Farnesina e Ambasciata somala - ha spiegato Alemanno - erano 10 anni che via dei villini era in questa situazione, fino ad oggi non potevamo intervenire: questo è un territorio fuori dalla giurisdizione non solo del comune ma anche dello stato italiano.
Solo ora quindi stiamo procedendo alla muratura e alla messa in sicurezza, in attesa che l'ambasciata o venda l'edificio o ripristini la sede. L'intesa con l'ambasciata- ha concluso Alemanno- è comunque di non tornare a situazioni simili in cui la tolleranza nei confronti di connazionali ha portato all'occupazione".
Ma dei richiedenti asilo non si sa nulla. Dove sono stati portati? Vivono ancora in condizioni di enorme degrado in cui erano stati lasciati in via dei Villini? Domande alle quali nessuno, però, sa rispondere.
mercoledì 2 marzo 2011
Roma/Rifugiati Somali: Se uno stupro punisce 100 innocenti
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