Elia Kazan è uno dei grandi maestri del cinema del XX secolo. Promotore del metodo Stanislawski e fondatore del laboratorio teatrale per eccellenza, l'
Actors Studio, a lui si deve fra i tanti meriti anche l'affermazione di molti divi hollywoodiani poi diventati vere icone. Come dimenticare il
Marlon Brando di "Fronte del porto" (era il lontano 1954), o il
James Dean de "La valle dell'Eden"? E come dimenticare pellicole immortali, tutte dirette dalla sua mano, come "Un tram che si chiama desiderio", "Viva Zapata" o "Splendore nell'erba"?
Elia Kazan nasce il 7 settembre 1909 a Costantinopoli (la moderna Istanbul) da una famiglia di origine greca. Il suo vero nome è il quasi impronunciabile Kazanjoglous, poi "addolcito" per facilitarsi la vita, ed ha solo quattro anni quando la sua famiglia emigra negli Stati Uniti per stabilirsi a New York. Qui il padre riesce ad aprire una dignitosa attività come commerciante di tappeti che consente alla famiglia di vivere in modo agiato. Elia riesce anche a portare avanti gli studi e dopo essersi diplomato al Williams College studia teatro a Yale. Una scelta da privilegiati. Negli anni '30 Kazan recita così con il New
York's Group Theater, finchè nel 1947 fonda, insieme ad altri appassionati, l'
Actor's Studio, che diverrà la celeberrima scuola di recitazione che oggi tutti conoscono.
Divenuto uno dei maggiori talenti di Broadway, famoso soprattutto per le sue messe in scena delle commedie di Tennessee Williams, Kazan esordisce come regista cinematografico con alcuni documentari e nel 1947 con "Un albero cresce a Brooklyn", premiato con due premi Oscar (per la sceneggiatura e per l'interpretazione dell'attore James Dunn), che procura al regista un lucroso contratto di nove anni con la Fox. L'anno successivo è lo stesso Kazan a vincere l'Oscar per la miglior regia con "Barriera invisibile" (Oscar anche come miglior film e per l'interpretazione femminile di Celeste Holm), film-denuncia contro l'antisemitismo interpretato da Gregory Peck.
Ma Elia Kazan è anche un vero e proprio talent-scout: negli anni '50 inizia il sodalizio con
Marlon Brando, prima in teatro e poi sul grande schermo. Il 1951 è l'anno di "Un tram che si chiama desiderio": la trasposizione cinematografica del lavoro di Williams segna la consacrazione di Kazan e la scoperta di
Marlon Brando, che riceve la prima nomination in "Viva Zapata" del 1952 (sarà
Anthony Quinn ad essere premiato con la statuetta). Nel 1954 "Fronte del porto" suggella il successo di
Marlon Brando con l'Oscar e porta a Kazan il secondo riconoscimento per la regia.
Non passa neppure un anno e il suo fiuto da pioniere trova ulteriore conferma nella scommessa su
James Dean. Il film è "La valle dell'Eden" e per il giovane e affascinante attore è subito nomination. Sempre dal vivaio di Kazan uscirà poi tra gli altri anche Warren Beatty, affiancato nel 1961 a
Natalie Wood in "Splendore nell'erba". Il film viene premiato dagli Academy per la sceneggiatura di William Inge. L'ultimo grande successo (prima del declino) arriva due anni più tardi, nel 1963, con le tre nominations e il premio per la scenografia ottenuti dal dramma autobiografico "America, America".
In quegli anni Elia Kazan è invischiato in grandi polemiche per la sua collaborazione con le autorità scatenate dal senatore repubblicano Joseph McCarthy, sempre in caccia di artisti ed intellettuali comunisti (o presunti tali). Kazan a metà degli anni '50 aveva denunciato otto attori al Comitato per le Attività Antiamericane, un gesto che per loro significava la fine della carriera. Per Kazan invece quello è stato l'inizio di un tormentato rapporto con la comunità di Hollywood. E' proprio per quell'antica polemica infatti che quando nel 1999 gli venne assegnato l'Oscar alla carriera, alcuni attori e registi non applaudirono durante la cerimonia.
Dagli anni '70 in poi Kazan ha affiancato alla sua carriera nel mondo dello spettacolo una luminosa carriera di scrittore, che ha portato in libreria ben sei romanzi ed una autobiografia.
Sposato per tre volte (con Molly Day Thatcher, morta nel 1963, con Barbara Loden, morta nel 1980, e con Frances Rudge dal 1982), nella sua autobiografia Kazan confessa anche molte avventure sentimentali, fra le quali anche una con
Marilyn Monroe. Onusto d'anni, di allori e di gloria, il grande regista è morto il 28 settembre 2003 nel suo appartamento di Manhattan, all'età di 94 anni.
Nessun commento:
Posta un commento