giovedì 9 ottobre 2008

Eluana, la Corte Costituzionale boccia i ricorsi di Camera e Senato; La Consulta: sono inammissibili

Eluana, la Corte Costituzionale boccia i ricorsi di Camera e Senato
Eluana Englaro


La Consulta: sono inammissibili
MILANO
Tutto rimandato tra un mese alla Cassazione. Mentre la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi di Camera e Senato sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello stato, i giudici di Milano hanno deciso per il non luogo a provvedere sulla richiesta della Procura Generale di sospendere l'esecutività del decreto con cui, lo scorso luglio, Beppino Englaro, il padre di Eluana, era stato autorizzato a sospendere l'alimentazione e l'idratazione artificiali che tengono in vita la figlia, in stato vegetativo permanente dal gennaio 1992.

Ma i giudici della Consulta, nell'escludere che l'autorità giudiziaria abbia menomato l'esercizio del potere legislativo e che quelle decisioni abbiano «efficacia solo per il caso di specie», lasciano aperta la porta indicando la possibilità di una nuova legge: «Il parlamento - è scritto nell'ordinanza dei giudici costituzionali depositata in tarda serata - può in qualsiasi momento adottare una specifica normativa della materia, fondata su adeguati punti di equilibrio fra i fondamentali beni costituzionali coinvolti». È stata dunque una giornata in cui il caso di Eluana si è snodato fra Milano e Roma. E non sono mancate le polemiche politiche: tra gli altri, il senatore Vincenzo Quagliarello (Pdl) ha definito «pilatesca» la decisione dei giudici costituzionali, mentre Rosi Bindi (Pd) si è augurata che la decisione sproni ora il Parlamento a legiferare.

A Milano la decisione della prima Corte d'Appello civile, presieduta da Flavio Lapertosa, è arrivata in tarda mattinata, dopo meno di un'ora d'udienza, e rappresenta un'altra tappa di una vicenda che va avanti da parecchi anni e sulla quale la Cassazione fra non molto - l'11 novembre - dovrebbe dare l'ultima parola e legittimare o meno definitivamente il padre di Eluana a interrompere il trattamento. Certo è che oggi, dichiarando il non luogo a provvedere, è caduto il presupposto dell'urgenza prospettato dal pg Maria Antonietta Pezza con la sua richiesta di sospensiva, depositata ai primi di settembre, dopo il ricorso davanti alla Suprema Corte contro il decreto che dava il via libera a "staccare la spina".

A portare al provvedimento di questa mattina è stata anche la conferma di Beppino Englaro di quanto lui stesso, dal giorno dell'impugnazione del pg, va dicendo, e cioè di non avere alcuna intenzione di interrompere il trattamento vitale per Eluana fino a quando non ci sarà una pronuncia definitiva della Cassazione. Anche perchè, come ha sottolineato il legale di Englaro, il prof. Vittorio Angiolini, «non ha potuto eseguire il provvedimento nei modi dovuti, per l'atteggiamento di rifiuto tenuto dalla Regione Lombardia e, a questo proposito, si è riservato di fare qualsiasi azione contro la stessa Regione. Lo abbiamo messo a verbale». Già a settembre, del resto, il legale, insieme alla curatrice speciale di Eluana, l'avv. Franca Alessio, aveva annunciato di voler chiedere i danni al Pirellone dopo il rifiuto opposto alla richiesta di Englaro di individuare una struttura dove poter interrompere il trattamento vitale ad Eluana.

Oggi, comunque, dopo che il pg aveva chiesto il rinvio dell'udienza in attesa del verdetto della Cassazione e dopo che i legali si erano opposti, si è arrivati all'accordo di non provvedere sull'istanza di sospensione. «Non ha perso e non ha vinto nessuno - si è lasciato sfuggire uno dei giudici del collegio - Hanno prevalso la sensibilità e il senso pratico». Quanto all'inammissibilità decisa dalla Consulta, il prof. Angiolini si è dichiarato soddisfatto e ha commentato: «Ha prevalso la ragione». Stesso commento di papà Beppino: «Sì, ha prevalso la ragione, ora c'è un ostacolo in meno. Diciamo che è il massimo».

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200810articoli/37160girata.asp

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