Giallo di Garlasco, l'accusa dei pm:
"Stasi uccise con sevizie e crudeltà"
"Stasi uccise con sevizie e crudeltà"
Chiuse le indagini per l'omicidio
di Chiara Poggi. La procura: «Fu
delitto efferato». Manca movente
di Chiara Poggi. La procura: «Fu
delitto efferato». Manca movente
MILANO
È accusato di omicidio volontario con l'aggravante di aver adoperato sevizie e aver agito con crudeltà verso la vittima Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi e unico indagato per l'omicidio avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto 2007. Oggi la Procura di Vigevano ha notificato un avviso di chiusura indagini, lungo tre pagine, che punta il dito contro il neolaureato 25enne.
Un atto in cui si sottolinea l'efferatezza dell'omicidio per il numero e l'entità delle ferite inferte sul viso e sulla testa della vittima. Nemmeno una parola, invece, per spiegare il presunto movente o fornire un'indicazione dell'arma utilizzata per uccidere Chiara. Solo un generico riferimento a un «oggetto contundente» che, a tutt'oggi, manca all'appello. La chiusura indagini precede, di norma, la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura. Una richiesta che potrà arrivare dopo che saranno esauriti i tempi tecnici previsti dalla legge per consentire alle parti di presentare memorie e documenti o chiedere nuovi interrogatori.
«Aspettiamo». Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, si limita a commentare così l'avviso di chiusura indagini notificato a Stasi. Mamma Rita non appare per nulla sorpresa della decisione del pm, ma preferisce non sbilanciarsi: «Aspettiamo solo di vedere cosa sarà» aggiunge. Su Alberto, però, non vuole dire nemmeno una parola: «Non è nè il momento nè la sede per farlo» spiega. "Soddisfatto" l'avvocato Gianluigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi: «È la giusta evoluzione procedurale determinata dall'attività degli inquirenti che, da oltre un anno, vede come unico indagato il signor Stasi». «A questo punto ci aspettiamo un vaglio ponderato che tenga in debito conto anche dei diritti delle persone offese» ha aggiunto Tizzoni. Il legale ha poi detto che «nei prossimi giorni depositeremo anche la relazione del nostro consulente, quale nostro contributo all'accertamento della verità».
http://www.lastampa.it/redazione/default.asp
È accusato di omicidio volontario con l'aggravante di aver adoperato sevizie e aver agito con crudeltà verso la vittima Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi e unico indagato per l'omicidio avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto 2007. Oggi la Procura di Vigevano ha notificato un avviso di chiusura indagini, lungo tre pagine, che punta il dito contro il neolaureato 25enne.
Un atto in cui si sottolinea l'efferatezza dell'omicidio per il numero e l'entità delle ferite inferte sul viso e sulla testa della vittima. Nemmeno una parola, invece, per spiegare il presunto movente o fornire un'indicazione dell'arma utilizzata per uccidere Chiara. Solo un generico riferimento a un «oggetto contundente» che, a tutt'oggi, manca all'appello. La chiusura indagini precede, di norma, la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura. Una richiesta che potrà arrivare dopo che saranno esauriti i tempi tecnici previsti dalla legge per consentire alle parti di presentare memorie e documenti o chiedere nuovi interrogatori.
«Aspettiamo». Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, si limita a commentare così l'avviso di chiusura indagini notificato a Stasi. Mamma Rita non appare per nulla sorpresa della decisione del pm, ma preferisce non sbilanciarsi: «Aspettiamo solo di vedere cosa sarà» aggiunge. Su Alberto, però, non vuole dire nemmeno una parola: «Non è nè il momento nè la sede per farlo» spiega. "Soddisfatto" l'avvocato Gianluigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi: «È la giusta evoluzione procedurale determinata dall'attività degli inquirenti che, da oltre un anno, vede come unico indagato il signor Stasi». «A questo punto ci aspettiamo un vaglio ponderato che tenga in debito conto anche dei diritti delle persone offese» ha aggiunto Tizzoni. Il legale ha poi detto che «nei prossimi giorni depositeremo anche la relazione del nostro consulente, quale nostro contributo all'accertamento della verità».
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