Santanchè: «Sono stati momenti orribili»
«Lerner ha alzato il livello dello scontro. Poi due neri mi hanno detto di tutto, con una violenza ingiustificata»
MILANO - «Ho passato dei momenti veramente brutti, sono ancora scossa». Daniela Santanchè, ormai ex portavoce della Destra di Storace, racconta la disavventura che le è capitata ad Annozero, durante una pausa pubblicitaria. «Gad Lerner ha fatto di tutto per alzare il livello dello scontro, dicendo che cavalco la paura - ha spiegato -. Ho detto "via i clandestini a calci nel sedere" e lo penso ancora oggi, proprio perché sono dalla parte degli immigrati regolari che hanno un lavoro e rispettano le nostre leggi. Ho detto anche che un delinquente è un delinquente, qualunque sia il colore della sua pelle».
L'AGGRESSIONE - È stata questa frase, secondo l'ex candidata premier, a scatenare l'ira furiosa di due neri. «Nella pausa pubblicitaria sono piombati da me, mi hanno insultata: "bastarda, delinquente, figlia di puttana, troia", con una tale violenza verbale che sono stata incapace di reagire sul momento. Poi ho chiesto che venissero allontanati e Santoro lo ha fatto». E non è tutto. «Finita la trasmissione si avvicina un signore dicendomi che i due ragazzi vogliono chiedermi scusa e io dico benissimo. Per fortuna ho la scorta perché i due ragazzi non volevano affatto scusarsi: sono tornati da me, uno soprattutto, per castigarmi con la stessa arroganza di prima».
«CONTRO IL RAZZISMO» - La puntata del programma, «Italiani brutta gente», era dedicata alla strage di Castelvolturno e agli ultimi episodi di razzismo, come l'omicidio di Abdul, ucciso a Milano per aver rubato un pacco di biscotti; il cinese malmenato da una baby-gang a Roma; l'ambulante senegalese picchiato al mercato a Milano. «È stato un gesto inaccettabile perché io voglio insegnare ai giovani che non bisogna essere razzisti e sono sempre stata dalla parte degli immigrati regolari facendo anche delle battaglie a favore delle donne musulmane - sottolinea Santanchè -. L'intolleranza viene anche da queste persone. Dico basta alla finta solidarietà: i clandestini mi devono spiegare come fanno a vivere, dato che girano tutti con macchine e collane d'oro al collo. Non vorrei che si scatenasse un razzismo al contrario». Daniela Santanchè (Newpress)
«CONTINUO AD ANDARE IN TV» - Giusto poche ore prima di Annozero il premier Berlusconi aveva detto basta con le trasmissioni non imparziali, invitando tutti gli esponenti del Pdl a non partecipare a talk-show in cui si fa «insulto e mendacio». Ma Santanché, nonostante il suo ormai noto avvicinamento alla maggioranza, fa dei distinguo: «Non sono d'accordo, non getto la spugna e lo faccio perché voglio che i nostri figli siano uomini liberi». In ogni caso, sottolinea, «non bisogna alzare il livello di scontro nelle trasmissioni, perché basta guardare la popolazione carceraria nel nostro paese, la maggioranza sono stranieri. Sono stufa del politically correct, essere solidali vuol dire garantire a queste persone un lavoro, una soglia di dignità».
«ITALIA NON È RAZZISTA» - E soprattutto basta dire che l'Italia è un paese razzista, continua l'onorevole. «La camorra non è razzismo, è solo delinquenza - sottolinea parlando di Castelvolturno -. Però gli italiani hanno paura e la paura è dettata dalla malapolitica, al fatto che domina l'illegalità e non c'è la certezza della pena. Gli italiani non sono razzisti, pensano però che la patria debba essere di chi la ama. Allora il governo deve avere il coraggio di prendere provvedimenti più duri introducendo il reato di clandestinità ed eseguendo le espulsioni con accordi bilaterali. Un paese con regole certe può permettersi di essere ospitale».
Laura Cuppini
Corriere.it
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