Somala offesa, Maroni: chiederò i danni
E Gasparri: credo agli agenti, non a lei
Il Viminale si costituirà parte civile nel processo contro la donna che ha denunciato maltrattamenti a Ciampino
MILANO - Resta in primo piano la vicenda di Amina Sheikh Said, la 51enne italiana di origini somale, che ha denunciato di essere stata «umiliata, maltrattata e oltraggiata, tenuta nuda per ore all'aeroporto di Ciampino». In un'intervista al quotidiano La Padania, Roberto Maroni ha annunciato che il ministero dell'Interno di cui è a capo si costituirà parte civile contro la donna somala. Amina Sheikh Said (Eidon)
«CLAMOROSA MONTATURA» - «È una clamorosa montatura, fatta anche dalla stampa, che non c'entra nulla col razzismo e non c'entra nulla con la prevaricazione della Polizia. Anzi - ha spiegato Maroni - direi che è tutto il contrario. La Polizia, infatti - sottolinea il titolare del Viminale - ha applicato con rigore la legge. Per questo motivo è stata presentata un querela contro questa signora, alla quale io aggiungerò una richiesta di danni, costituendomi, come ministero, parte civile. Non si può permettere - continua Maroni - che si infanghi la Polizia accusandola di comportamenti razzisti. Ed è veramente incredibile che i giornali - ha sottolineato anche il ministro leghista - diano credito a queste affermazioni senza nemmeno riportare correttamente ciò che è stata l'azione della polizia».
GASPARRI - La decisione di Maroni è stata accolta con soddisfazione dal Sap, il sindacato autonomo di polizia. Nel frattempo la denuncia di Amina tiene banco nel dibattito politico. Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, invita a fare attenzione alle campagne montate sulle menzogne, come quella sul razzismo. «Fa bene il Viminale a reagire alla somala che probabilmente mente attaccando la polizia. Tra la sua parola e quella degli agenti non ho dubbio a credere alla seconda. Così come a Castelvolturno prima di parlare di razzismo bisogna far luce tra le cosche di varia nazionalità, tutte da spazzare via, locali o immigrate». A Gasparri replica Giuseppe Giulietti, portavoce Articolo21, secondo il quale le frasi del presidente dei senatori del Pdl «hanno il germe del razzismo. Le parole della signora somala e degli agenti hanno lo stesso valore . Non sta a noi giudicare, ma ad una autorità terza come accade nello stato di diritto».
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