Addio a Damato, giornalista
sempre a caccia di nuove sfide
Aveva 73 anni. Dal 1988 al 1990 ha ideato, realizzato e condotto "Alla ricerca dell'Arca", trasmissione che ha ricevuto tre Telegatti. Abbandonata la televisione, ha dato assistenza ai bambini malati di AIDS creando la Fondazione Bambini in Emergenza
ROMA - Si è spento venerdì scorso, all'età di 73 anni, Mino Damato, popolare giornalista e conduttore televisivo. La famiglia lo ricorda come un anticonformista: "Era un uomo che guardava in alto cercando la sua luna senza fare come quelli che si fissano il dito. Il suo sogno era quello di interpretare questo mondo scoprendone di nuovi sia che fossero nello spazio - quello spazio da lui tanto amato e che simboleggiava il futuro e dunque la speranza - sia che scavasse con gli occhi e con la coscienza nei drammi della storia contemporanea". La carriera di Damato ha conosciuto varie fasi, dall'esperienza nella carta stampata all'impegno da inviato di guerra, alla conduzione di popolari programmi tv. Sempre alla ricerca di nuove sfide, di nuove dimensioni. L'ultima è stata la lotta contro l'Aids con l'adozione di una bambina romena, Andreia, morta nel 1996, e la fondazione di una onlus per l'assistenza ai piccoli abbandonati e ammalati.
Napoletano, nato nel 1937, il suo vero nome era Erasmo. Giornalista professionista dal 1965, lavorò nei giornali - in particolare per il Tempo, che lasciò dopo un litigio con il direttore dell'epoca, l'attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta - e nel 1986 entrò alla Rai, diventando uno dei giornalisti di punta del Tg1 e realizzando reportage dalle zone di guerra, fra cui la Cambogia, il Vietnam, l'Afghanistan da dove tenne la prima diretta durante l'invasione sovietica.
Negli anni Settanta e Ottanta fu autore e conduttore di programmi tv come Avventura, Racconta la tua storia, In viaggio tra le stelle, che aprì la strada alla divulgazione scientifica dell'astronomia e dell'astrofisica, e Tam Tam. Ma la sua carriera prese il volo nel 1983 con l'approfondimento quotidiano diItalia sera, condotto in collaborazione con Enrica Bonaccorti cui seguì la Domenica in del 1985-86 con Elisabetta Gardini, Gina Lollobrigida e il trio Lopez-Marchesini-Solenghi, con cui diede al varietà un'impronta più culturale e giornalistica, un taglio da approfondimento innovativo. Di quella edizione si ricorda anche la sua camminata sui carboni ardenti, che ispirò la parodia di Ezio Greggio "Mino D'Amianto" e una camminata su una pizza calda di Beppe Grillo.
Approfondimento, cultura, ricerca e mistero sono stati gli ingredienti di Esplorando nel 1987 e successivamente di Alla ricerca dell'Arca, premiata con tre Telegatti. Programmi che ispirarono trasmissioni simili su Telemontecarlo, fra cui I.T - Incontri televisivi, dove scoppiò la polemica per la messa in onda di una finta esecuzione di un condannato a morte sulla sedia elettrica. Su Tmc si ricordano anche i suoiSpeciali Tg, alcuni ideati e condotti con Antonio Lubrano.
Damato tornò in Rai nel 1995 con Sognando Sognando programma poco fortunato sui sogni degli italiani, in prima serata su RaiUno, cui seguì Gran Tour nel 1997 su RaiTre.
Spesso ospite del Maurizio Costanzo Show nella seconda metà degli anni Novanta, lasciò il piccolo schermo e cominciò una nuova sfida nel campo della solidarietà e del volontariato: nel 1995 creò l'Associazione Bambini in Emergenza, adottò una bambina romena malata di Aids, morta nel 1996, e promosse la legge per il Garante dell'Infanzia nel Lazio. Calcò anche la scena politica: nel 1999 si candidò alle elezioni europee nelle liste di Alleanza Nazionale nel collegio Centro, e risultò primo dei non eletti. Nel 2000 fu eletto nel consiglio regionale del Lazio, sempre per An. Un anno dopo uscì dal gruppo consiliare e si iscrisse al gruppo misto di cui divenne capogruppo.
Fra i numerosi riconoscimenti che Damato ha ricevuto quello a cui era particolarmente legato è il Premio Motta per una diretta di sei ore dedicata all'Aids. Fra gli altri, anche il Premio della critica radiotelevisiva come migliore conduttore.
Il ricordo dei familiari. Tra i drammi indagati da Damato, i suoi cari citano "quelli dell'assurdità delle guerre, che lui ha testimoniato in prima persona, e quelli individuali che lo hanno portato a scegliere con amore assoluto la sorte dei bambini meno privilegiati". Breve e doloroso, vissuto con grande intensità, il rapporto con Andreia, che, "per una scelta non formale ma di cuore", diventò sua figlia e la cui breve esistenza "illuminò la sua, anche quando gli occhi di Mino lasciavano trapelare la sua malinconia".
Damato, sottolinea ancora la famiglia, "ha molto vissuto da esploratore e pioniere mediatico, scientifico e anche politico e si è esposto al giudizio e alle critiche, spesso ingiuste, che vengono indirizzate solo a chi non vive di conformismo e banalità. Ha sempre indicato una strada davanti a sé. Non tutti hanno avuto il coraggio di seguirla. La sua solitudine è stata un segno distintivo di questi tempi aridi".
'''Guardare oltre con coraggio, determinazione e passione è l'esempio che ha lasciato a tutti noi. Qualunque sia la meta da raggiungere, anche quella più desiderata, ci sono viaggi che vorresti non finissero mai. Per Mino e per tutti quelli che gli vogliono bene - concludono - questo viaggio non avrà mai fine".
Repubblica.it
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