ragazze di Arcore: "Per 5 minuti in copertina, poi non le conosce più nessuno".
Su se stessa: "So anche suonare la chitarra, ma interessa più il mio lato B". E
sul suo successo: "Anch'io passo delle giornate tristi"
Dal gossip al cinema, ciclone Belén "Ruby? Adesso fa la posta a Corona..."
Belén Rodriguez
ROMA - E' un fiume in piena, Belén Rodriguez. Sul cinema, sul gossip, sul
circo mediatico, su se stessa: un ciclone di analisi tutte impietose, tutte
lucide, sull'Italia di oggi e sullo showbiz. A partire dal giudizio su una dei
personaggi del momento: la giovanissima protagonista marocchina dell'ultimo
scandalo berlusconiano. "Ieri parlavo con Fabrizio (Corona, ndr) e mi ha detto
che questa ragazza, Rudy o Ruby, come si chiama, telefona in continuazione in
agenzia, ed è da tre giorni che sta facendo su e giù sotto il suo ufficio. Gli
fa la posta. Come funziona il mondo dello spettacolo? Se Fabrizio scende a
prendere un caffè gli fanno uno scatto insieme e succede quello che potete
immaginare. Ma sono fenomeni che non durano: per cinque minuti sei in
copertina, poi non ti conosce più nessuno".
L'occasione per incontrare Belén - bella come sempre, magrissima, pantaloni
neri e top monospalla che cede durante il photocall, lasciandole scoperto il
seno - è un incontro all'hotel Exedra di Roma, sul set di Se sei così ti dico
di sì: commedia sofisticata diretta da Eugenio Cappuccio, interpretata da
Emilio Solfrizzi e - appunto - dalla Rodriguez. Lui è un cantante pugliese
famoso degli anni Ottanta che si ritrova catapultata in tv, lei una star
mediatica ("una specie di Paris Hilton ma più bella", spiega il regista) che un
po' sembra ispirata a colei che la interpreta. Il film prodotto dalla società
di Antonio Avati e da Medusa, dovrebbe uscire nella primavera 2011. Coronando
un periodo d'oro, per la protagonista: gli spot, il cinepanettone, la
conduzione di Sanremo accanto a Morandi. Ecco come la neo-attrice risponde ai
cronisti.
Belén, tra lei e questo personaggio ci sono molte somiglianze...
"Si, mi si avvicina molto, leggendo la prima volta il copione ho pensato
subito alle nostre caratteristiche simili: abbiamo lo stesso successo
mediatico. Anch'io, come lei, sono un'azienda, che dà da mangiare a se stessa e
alla gente che la circonda. Per questo mi sembrava facile interpretarlo. Poi
quando Eugenio mi ha spiegato meglio il ruolo, ho capito che avrei dovuto
trovare un'altra chiave. Anche fisicamente: sullo schermo sarà molto diversa,
capelli scuri e corti, trucco pesante. Quando mi sono rivista sono rimasta
scioccata. Quanto alla recitazione, io tendo a prendere tutto di petto, sono
molto spontanea: invece qui sto lavorando per uscire da me stessa. Di lasciare
Belén da parte".
Cosa le consigliano, sul set, Solfrizzi e Capuccio?
"Non essere così frizzante come sono nella vita. Io sono una che strafa in
continuazione, loro invece mi insegnano a modulare i gesti della faccia (i
primi piani sono difficilissimi da reggere) e di immedesimarmi nel personaggio.
Infatti in questo periodo, per non pensare a Belén, non compro i giornali e non
guardo internet".
Rispetto all'ultimo cinepanettone, Natale in Sudafrica, ha maggiore ansia da
prestazione?
"Sì, stavolta gli spettatori sono più intellettuali, per questo sono molto
spaventata. Mi auguro di ricevere piccole buone critiche".
Come descriverebbe il senso del film?
"Il succo è la mancanza di ogni essere umano, il sentirsi sempre incompleti:
perciò cerchiamo sempre l'adrenalina. Anche il mio personaggio, Talita Cortez,
che sembra avere tutto, si innamora di una persona completamente improbabile,
perché in lui trova ciò che le manca: il fallimento, lo sbracare. Lei invece
deve essere sempre perfetta. Per assurdo, nei nostri successi ci mancano gli
insuccessI; e nei nostri insuccessi ci mancano i successi. Cerchiamo qualcosa
che ci sorprenda. Anch'io, avendo avuto un grosso successo negli ultimi due
anni, trascorro a volte delle giornate molto tristi. Sembra banale, ma è cose:
non è tutto oro quello che luccica".
Le piacerebbe dedicarsi solo al cinema, lasciando le sue altre molteplici
attività, dalla tv agli spot?
"No, mi annoierei, a me piace fare un po' di tutto. Ad esempio mi piace
cantare, mio padre è un musicista bravissimo, io so suonare la chitarra: anche
se non lo ho mai fatto in pubblico, interessa di più il mio lato B che sentirmi
suonare la chitarra!".
Ieri in una vignetta di Sette lei ed Elisabetta Canalis siete rappresentate
senza testa: questo tipo di immagine le dà fastidio o ci convive serenamente?
"Non mi offende assolutamente, la trovo un'accusa molto ignorante. Quando ho
cominciato mi venivano mal di pancia allucinanti, ora ho imparato a fregarmene.
Non mi sembra di essere mai sembrata una ragazza tonta, una che non dice il suo
parere. Certo, ho solo 25 anni, non so che si aspettano da me: forse che reciti
la Divina Commedia? La realtà è che i media hanno bisogno di spazzatura, anche
i telegiornali sono diventati gossip, è un meccanismo di vendite che fa
guadagnare sia voi che noi. Quindi sta a me realizzarmi come donna e non essere
completamente stupida: il giorno che diventerò stupida mi preoccuperò. E
comunque finora un paio di cose le ho fatte, e ne sono fiera".
In questo senso, crede che il film di Cappuccio rappresenti per lei una forma
di sdoganamento?
"Credo che le tappe si debbano bruciare piano piano, ad esempio non mi
piacciono i bambini che si comportano come gli adulti, come il fratello di
Valentino Rossi che ho visto a Chiambretti night. Io in questi due anni ho
cercato di crescere, così ora mi sento pronta a giocare come il cinema. Ma non
penso a me come a un'attrice: altrimenti dovrei anche prendermene la
responsabilità. Comunque è vero che questo film è uno sdoganamento, mi dà la
possibilità di mostrare sentimenti, emozioni".
Torniamo al discorso sui media spazzatura...
"Prendiamo il caso di Avetrana: se ne parla tanto perché fa audience, è un
meccanismo macabro: ma ci viviamo tutti dentro e cerchiamo di sopravvivere".
Conosce Berlusconi, è mai stata ad Arcore? Cosa pensa del Rubygate?
"Il presidente lo conosco perché ero fidanzata con Marco (Borriello, ndr) che
era nel Milan: è una persona supresimpatica e col potere della parola. Su Ruby
quello che dico é che è facile avere cinque minuti di successo, ma questo è un
successo chedura poco. Il popolo è molto facile da prendere in giro, ci sono
sempre argomenti per distrarre noi dai problemi reali. Ma il successo vero è
quello di gente come Emilio Solfrizzi o come Avati, che dura nel tempo".
Nessun commento:
Posta un commento