della cugina, confermata
la custodia cautelare
Al tribunale del Riesame sono bastate poco più di 24 ore per decidere di rigettare il ricorso presentato dai legali di Sabrina Misseri, in cui chiedevano la scarcerazione della loro assistita, accusata col padre Michele di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona della cugina quindicenne Sarah Scazzi. Questa mattina, cinque minuti dopo le 9, è stato depositato in cancelleria soltanto il dispositivo della sentenza in cui si conferma la misura di custodia cautelare. Non sono contenute, invece, le motivazioni per che hanno indotto il collegio giudicante a tenere in carcere la ventiduenne.
La seconda udienza davanti i tre giudici del Riesame si era, infatti, conclusa intorno le 22 di giovedì scorso, dopo un'intera giornata di lavoro. Tra varie sospensioni, ha messo in chiaro le posizioni di accusa e difesa: circa tre ore di discussione ciascuno per la Procura della Repubblica di Taranto, rappresentata dal procuratore aggiunto Pietro Argentino e dal pubblico ministero Mariano Buccoliero, e per il collegio difensivo della Misseri, gli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri.
Diciannove le eccezioni sollevate dalla difesa per scagionare Sabrina Misseri: nell'elenco ci sono i tentativi della ventiduenne di depistare le indagini inviando un sms al cellulare della cugina Sarah Scazzi e di indicare false piste; la costruzione di un alibi; la convalida del fermo eseguita con notevole ritardo, da parte del gip Martino Rosati; l'uso delle dichiarazioni di Sabrina nel corso di precedenti interrogatori, ai quali la ragazza era stata sottoposta come persona informata sui fatti. Punto particolarmente controverso è poi l'ultimo interrogatorio in carcere di Michele Misseri, svolto con delle modalità fuori dal normale. In particolare, è stata contestata la presenza della criminologa Roberta Bruzzone, che secondo la difesa non aveva titolo a partecipare all'interrogatorio, ma soprattutto non poteva fare domande e suggerire risposte allo stesso Misseri.
Sabrina, però, continua a dichiararsi non colpevole. "Io sono innocente, fino alla fine lo provero": è quanto ripete in carcere la ragazza, anche dopo la conferma della sua detenzione, secondo quanto raccontano i suoi difensori, Vito Russo e Emilia Velletri, all'uscita dal carcere di Taranto dove oggi hanno incontrato la giovane. «Sabrina ha avuto la reazione di una persona che è estranea ai fatti. Non sta bene, è normale, però è ancora molto più combattiva e ripete la sua innocenza e anche noi le crediamo».I due legali hanno raccontato, parlando con i giornalisti, che quando sono andati a far visita a Sabrina, la giovane sapeva già della decisione dei giudici, perchè il provvedimento le era stato notificato. Circa l'eventualità che venerdì prossimo Sabrina Misseri assista all'incidente probatorio del padre Michele, Russo e Velletri hanno detto che «è una valutazione soggettiva che deve fare Sabrina». I due legali hanno poi riferito che «secondo tabulati telefonici non può essere oggettivamente ritenuta credibile» la testimonianza, depositata dalla Procura ai giudici, di un'amica di famiglia di Sabrina, alla quale la ragazza, la sera della prima confessione del padre, avrebbe sussurrato 'papà ha confessato, io sono stata più brava'. «Non capiamo il movente per cui Sabrina è dentro - hanno concluso Russo e Velletri - e anche il motivo».
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