Ogni mattina all'alba il reclutamento dei clandestini nelle principali piazze di Milano. Poi via al cantiere.
MILANO — Sulla sicurezza sul lavoro c'è un'idea che mette d'accordo il sindaco di Roma di An, Gianni Alemanno, con il segretario generale della Cgil lombarda, Susanna Camusso. Poco prima di conquistare il Campidoglio, Alemanno si era appellato a Confindustria: «L'associazione estrometta le imprese che non rispettano le norme di sicurezza. Proprio come accade con chi paga il pizzo». «Una strada interessante — approva oggi Camusso —. Non vedo perché le aziende non l'abbiano ancora seguita: dopotutto così si combatte chi fa concorrenza sleale».
L'ennesima giornata nera del lavoro spinge a fare autocritica e a proporre modi nuovi di affrontare il problema. «Ogni morto è una sconfitta », ammette Camusso. «Certo, il fatto che a Settimo Milanese l'incidente mortale sia avvenuto in un cantiere in cui l'impresa all'inizio della catena degli appalti è controllata dai vertici Assimpredil (l'associazione dei costruttori milanesi, ndr) è una tragedia nella tragedia — continua la sindacalista —. Sorge il sospetto che troppi predichino bene e razzolino male. Chi guida le associazioni di categoria dovrebbe dare l'esempio».
La lunga giornata del muratore clandestino a Milano inizia alle 4,30 del mattino. Sveglia nel cuore della notte per arrivare all'appuntamento col caporale. In piazzale Loreto, come Hassan e Omar, gli egiziani che ieri hanno perso la vita. Ma anche in piazzale Lotto, a Famagosta, al Corvetto, in Maciachini. O alle fermate della metropolitana di Bisceglie, Inganni, San Donato. Il caporale porta i lavoratori in cantiere alle prime luci del giorno. Paga: 3,5-4 euro l'ora per i clandestini, il doppio per i regolari. Considerando una media di 250 ore lavorate al mese (200 d'inverno, 300 d'estate) il clandestino in nero guadagna 600-650 euro. Di questi, 200-300 vanno al caporale. Altri 150-200 servono a pagare un posto letto: otto- dieci persone in 50 metri quadrati.
«Di fronte a un quadro così drammatico, in Italia si discute del reato di clandestinità. Abbiamo perso di vista la realtà — attacca Susanna Camusso —. Come se questi lavoratori fossero clandestini per scelta». Non è l'unica frecciata al governo: «Il ministro Sacconi non alleggerisca le sanzioni alle imprese introdotte da Prodi. Le leggi si fanno rispettare anche punendo chi trasgredisce». Secondo la sindacalista della Cgil il punto è «rimettere al centro il lavoro»: «Per troppo tempo si è privilegiato il fatturato al punto da trascurare la vita umana. Ora tutto il Paese dovrebbe porsi l'obiettivo "incidenti zero"». A Milano, poi, presto i cantieri si moltiplicheranno in vista dell'Expo 2015. «Arriveranno migliaia di manovali e carpentieri migranti, serve un piano per affrontare la situazione», sollecita Camusso. Veramente negli ultimi tempi le ricette (e gli interventi) si sono moltiplicati. Ma nei cantieri si continua a morire. «Bisogna aumentare gli ispettori delle direzioni provinciali del lavoro e dare più personale alle Asl per le ispezioni. E poi basta con gli appalti al massimo ribasso».
Rita Querzé
14 giugno 2008
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