Tremonti: da Irlanda segnale di paura
Il ministro dopo la vittoria dei no: «È un messaggio irrazionale». Sarkozy:«Il processo deve continuare»
ROMA - Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non nasconde la sua preoccupazione per la bocciatura, con un referendum, del Trattato di Lisbona da parte dell'Irlanda. «È un messaggio dei cittadini, i popoli ci trasmettono segnali di paura e di incertezza - ha detto al termine della riunione del G8 di Osaka -. Si può dire che questo non è razionale, ma riceviamo un messaggio e dobbiamo agire perché sono segni di difficoltà alla tenuta democratica». (Eidon)
SEGNALE IRRAZIONALE - «Il mercato finanziario è importante - ha aggiunto Tremonti - ma la stabilità politica è più importante per il mercato. Su questo hanno convenuto più o meno tutti i ministri». Quello dell'Irlanda, è un voto «molto forte, che viene dalle aree più popolari, da un paese beneficiario dell'Europa. È un segnale irrazionale e proprio per questo pericoloso». Bisogna cambiare schemi di valutazione, secondo Tremonti, «occorrono modelli diversi, che non sono quelli degli illuminati che dovrebbero lasciare la scena per limiti d'età».
SARKOZY: «ANDARE AVANTI» - «L' incidente del no irlandese non deve diventare una crisi - è invece l'opinione del presidente francese, Nicolas Sarkozy, espressa nel corso della conferenza stampa congiunta al termine della visita in Francia di George W. Bush -, e nello stesso tempo deve spingerci a riflettere insieme sul modo in cui viene portata avanti la politica europea». Il processo di ratifica del Trattato di Lisbona, secondo il capo dell'Eliseo, «deve continuare». «Molti europei - ha spiegato Sarkozy, che dal primo luglio assumerà la presidenza dell'Ue - non comprendono come si sta costruendo l'Europa. Occorre essere più efficaci sulla vita quotidiana dei cittadini». Sarkozy ha citato, in particolare, la questione dell' immigrazione e dell'aumento del costo del petrolio.
STEINMEIER - Un invito a non lasciarsi prendere dallo sconforto arriva anche dalla Germania, secondo cui l'Ue potrà portare avanti il processo di integrazione nonostante il no irlandese. «La questione è se l'Irlanda potrà, per un certo periodo, aprire la strada a un'integrazione degli altri 26 Stati membri», ha spiegato il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, a margine di una visita in Cina. Steinmeier ha spiegato che i ministri degli Esteri ne discuteranno lunedì a Lussemburgo per risolvere una questione complessa sotto il profilo giuridico. Berlino ha definito «un duro colpo» per l'integrazione la vittoria del no nel referendum in Irlanda, ma ha invitato gli altri Stati membri a portare avanti il processo di ratifica.
Corriere.it--
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