Incontri a pagamento organizzati a Napoli, ma anche a Roma e a Milano. Si muovono all'ombra del clan camorrista dei Mallardo i «gestori» del giro di prostituzione che incrocia le feste del presidente del Consiglio. Fissano gli appuntamenti con facoltosi clienti per Sara Tommasi, ospite assidua di Silvio Berlusconi. E proprio intercettando le loro conversazioni si scopre che almeno in un'occasione la starlette sarebbe stata prelevata sotto la sua casa nella capitale dalla scorta del capo del governo, anche se Palazzo Chigi ha nettamente smentito la circostanza. Lei con Berlusconi mostra di avere familiarità, gli manda quindici sms sul suo telefonino personale. Ma il 15 gennaio, quando diventa pubblica la notizia dell'avviso a comparire spedito dai magistrati milanesi, in cinque ore gli manda nove messaggi di insulti e minacce. L'informativa consegnata dalla squadra mobile ai magistrati partenopei che indagando su un traffico di euro falsi sono arrivati alle feste, mostra come la ragazza rappresenti ormai l'anello di congiunzione tra la scuderia di Lele Mora e la criminalità organizzata. Un legame alimentato da Fabrizio Corona che ai «reclutatori» propone anche di mandare da un nuovo cliente Cecilia Rodriguez, la sorella della sua fidanzata Belen, soubrette diventata ormai famosa tanto da essere stata chiamata a presentare il Festival di Sanremo. Personaggio chiave dell'inchiesta si conferma Vincenzo Seiello, conosciuto come «Bartolo», che si muove con disinvoltura nel mondo dello spettacolo e fissa incontri a pagamento per le ragazze anche mentre si trova a Roma nella villa dell'Olgiata del cantante Gigi D'Alessio.
«È arrivata la macchina e se l'è portata»
È il 9 settembre scorso, Bartolo e il suo socio Giosuè Amirante sono a casa di D'Alessio. Contattano la Tommasi per avvisarla che un imprenditore la aspetta per la serata all'hotel Hilton. Lei accetta. Ma un paio d'ore dopo richiama per dire che non andrà all'appuntamento. «Mi ha chiamata una persona che non vedo da tempo», spiega. Loro si agitano, le dicono che il cliente è già in albergo, insistono. Poi vanno sotto casa per convincerla. Ma non fanno in tempo a fermarla. Il motivo lo raccontano subito dopo a un tale «Checco» che contatta al telefono.
Giosuè: «Guaglio' in vita mia non mi è mai capitata una cosa del genere... Mentre stiamo aspettando giù al palazzo che scende ci ha mandato un messaggio: "Giosuè adesso scendo!"... È arrivata due macchine con le guardie del corpo di Berlusconi! Se la sono venuta a prendere a questa e se la sono portata... guarda è una incredibile!».
Checco: «Ho capito».
Giosuè: «Mannaggia... ma poi è scesa senza bagagli quindi deve ritornare per forza là. Io adesso sono per corso Francia dopo che sono andato a spiegare a Gino quello che era successo e torno là un'altra volta perché devo cercare di capire... Adesso lei non risponde al telefono... Checco sono rimasto allibito di quello che ho visto stasera...».
Bartolo prende il telefono e aggiunge i dettagli: «Ci ha fatto andare là e poi abbiamo visto arrivare queste due macchine, un'Audi A8 e un Audi A6».
E Corona chiede 4.000 euro per Cecilia
Dopo qualche settimana Sara Tommasi fa sapere a Bartolo che non vuole più lavorare e in un sms gli scrive: «Mi spiace non voglio più avere niente a che fare con Corona, né con Lele, né con questo mondo. Addio». In un successivo messaggio tira in ballo Marina Berlusconi, in un altro rifiuta «i manager di Mediaset come voleva la vostra amica Susanna Petrone, i trenini con Fede e Moschillo». Lui la chiama, cerca di convincerla ma lei appare categorica: «Le marchette non le voglio fare, fate conto che Sara Tommasi è morta». E così, forse per sostituirla, Corona pensa alla Rodriguez. Ma quando gli dicono che il cliente rifiuta di pagare 4.000 euro e vuole spenderne al massimo 1.500, sbotta: «Ma che fai, che stai a fare l'elemosina, vuoi fare l'elemosina a Cecilia Rodriguez, mia cognata. 1.500 euro, ma chi sei tu, ma me lo compro questo locale e lo chiudo anche. Hai capito, me lo compro, lo sputtano e lo chiudo».
con corriere.it
Sara e gli sms a «Silvio»
Il telefono della Tommasi viene intercettato a partire da dicembre proprio per trovare riscontro alle accuse di induzione alla prostituzione nei confronti di chi la recluta per gli incontri. Annotano i poliziotti nell'informativa: «Le comunicazioni telefoniche danno un quadro indicativo dei tanti contatti prestigiosi che può vantare, ma anche una rappresentazione inquietante della sua personalità fragile e spregiudicata». I primi sms inviati a Berlusconi sul cellulare personale sono molto affettuosi. «Amore ti ho mandato un pensiero da Licia. Spero tu capisca questa volta», scrive il 5 gennaio scorso. Ma pochi giorni dopo usa un tono ben diverso: «Silvio vergognati! Mi hai fatta ammalare... paga i conti dello psicologo». Una settimana dopo torna docile forse perché ha ricevuto una telefonata dal presidente: «Amore perdonami ho visto solo ora la tua chiamata... Se posso fare qualcosa... Bacio grande». E dopo sette secondi: «Mi sei mancato tanto. Spero tu mi possa richiamare presto. Ti amo ancora sai? Lady X». Ma tre giorni dopo, quando per Berlusconi arriva l'accusa di prostituzione minorile, la rabbia della Tommasi esplode. Il primo sms lo spedisce alle 18.24 del 15 gennaio e va avanti fino alle 23.18. «Spero che crepi...»; «Spero che il governo americano inizia a dare lustro a quello ignobile nostrano... la politica è una cosa seria non una barzelletta come l'hai intesa tu». E poi minacce che appaiono farneticanti tipo «riprendi subito Ron (Ronaldinho ndr) nella tua squadra di m... o ti faccio escludere da Obama dai Grandi del mondo» oppure «ci vuole una buona reputazione per governare!!! Anche tu fai festini Dinho deve tornare» e ancora: «Stai abusando di potere... immeritato tra l'altro, vedi processi e quant'altro». Quattro giorni dopo parla con la madre e piangendo le dice: «Non so più dove scappare... sono perseguitata da Berlusconi e da tutti, non so dove mettere le mani».
Del Noce, il Marocco e la fiction Rai
Alla vigilia di Natale, la Tommasi invia al direttore di Rai Fiction Fabrizio Del Noce un sms molto confidenziale che si riferisce ad un loro incontro. Il giorno dopo i due parlano al telefono. Annotano i poliziotti: «Sara dice di essere in partenza per il Marocco, ospite dei reali marocchini, amici di Gheddafi. Sara dice che deve capire di che morte deve morire, nel senso lavorativo, e in particolare quando la farà partecipare alle riprese della serie televisiva "Un posto al sole". Lui le risponde che ne riparleranno quando torna dal Marocco». Il 6 gennaio, appena torna, invia un sms al ministro La Russa e lo chiama «amore». Poi gli telefona, ma lui le spiega che dovranno risentirsi «perché sono appena tornato dall'Afghanistan».
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