Tensione tra i magistrati di Napoli e Milano. Il capo dell'ufficio partenopeo: nessuna connessione tra inchieste
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Tensione tra i magistrati di Napoli e Milano. Il capo dell'ufficio partenopeo: nessuna connessione tra inchieste
NAPOLI - Le perquisizioni scattano all'alba e l'inchiesta sul giro di prostituzione napoletano che incrocia le feste del presidente del Consiglio vive una nuova giornata di alta tensione. Perché per ordine dei magistrati partenopei i poliziotti della squadra mobile entrano nelle case dei due presunti «reclutatori» e in quella della starlette Sara Tommasi, che frequentava Silvio Berlusconi e nello stesso periodo avrebbe accettato incontri a pagamento con facoltosi clienti in alcuni hotel della Campania. Portano via computer, agende. Poi interrogano per oltre due ore Giosuè Amirante, uno degli indagati, che accetta di collaborare, tanto che il suo verbale viene secretato. Nuovi sviluppi potrebbero arrivare dall'esame del materiale sequestrato, ma sui rapporti con la Procura di Milano cala il gelo. Perché il procuratore Edmondo Bruti Liberati appare quasi infastidito quando si ipotizza un'attività in comune con i pubblici ministeri partenopei, e questo costringe il capo dell'ufficio di Napoli a diramare una nota per precisare che «nessuna connessione emerge tra le due indagini e dunque è destituita di ogni fondamento la notizia di una riunione di coordinamento che si terrà nei prossimi giorni».
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