Tanto Abruzzo e scene hot con la Placido per Clooney killer passionale e innamorato George Clooney nel film
ROMA - Ci sono molti motivi d'interesse, almeno da parte del pubblico italiano, per il thriller passionale The American, diretto da Anton Corbijn, dal 10 settembre nelle nostre sale. Primo: è stato girato nell'Abruzzo post-terremoto. Secondo: il paesaggio della regione - la natura impervia e inesplorata, i tornanti che si arrampicano sulle montagne, il silenzio di alcuni piccoli centri abitati - ha un ruolo assolutamente centrale. Terzo: il film ruota intorno alla coppia formata dalla superstar planetaria per eccellenza, George Clooney, e dalla nostra Violante Placido. Uniti sullo schermo da una passione fatale, con tanto di scene di sesso hot (almeno per la media hollywoodiana). Quarto: il film ha provocato una una disputa tra i realizzatori e il direttore della Mostra di Venezia, Marco Muller.
Aspettative alte, dunque. Ma non è detto che l'opera - che si inserisce nella serie "il killer si innamora, vuole cambiare vita, ma il passato lo perseguita - riuscirà a soddisfarle. Nell'attesa di sondare le reazioni del pubblico, diciamo subito che la storia, tratta dal romanzo A very private gentleman di Martin Booth, ha come protagonista l'enigmatico Jack (Clooney), gelido assassino su commissione e talentuoso costruttore di armi da fuoco "modificate". Un uomo schivo, silenzioso, e che però ha un debole: affezionarsi alle donne che frequenta. Quando una missione in Svezia finisce male, viene mandato in Abruzzo a nascondersi: passa per il paesino di Castelvecchio, poi trova alloggio a Castel Del Monte. Qui fa amicizia con un prete che nasconde un segreto (Paolo Bonacelli), utilizza Sulmona per gli appuntamenti d'affari, e si innamora della prostituta Clara (Violante Placido). Cosa che finisce per metterlo in contraddizione con ciò che è sempre stato...
Il tutto in una pellicola che punta moltissimo, oltre che sul carisma del protagonista, sul fascino aspro dell'Abruzzo: una cornice fatta per sorprendere il pubblico americano, abituato alle città d'arte italiane o alle più morbide campagne umbre e toscane. E poi i silenzi e la solitudine dei luoghi, i bellissimi tornanti di Popoli che vengono spesso inquadrati, sono un perfetto contraltare al carattere chiuso e laconico del personaggio di Clooney. "Si tratta di una regione - ha dichiarato Corbijn - ricca di zone selvagge, un paesaggio genuino che raramente si vede nei film ".
Insomma, da parte del divo e dei realizzatori, verso la zona c'è stato un vero colpo di fulmine. Con una coincidenza incredibile: George ha detto sì alla sua partecipazione al progetto proprio il 6 aprile 2009, il giorno in cui il terremoto ha squassato l'Aquila. Da qui l'impegno anche umanitario dei partecipanti alle riprese: "Sapevamo - ha spiegato il regista - che girare The American in Abruzzo avrebbe contribuito a risollevarne le sorti economiche, sia grazie al denaro speso in loco durante la produzione ma favorendo anche il turismo in futuro". Certo, la presenza di troupe e cast hanno portato anche su quei luoghi un altro tipo di attenzione: quella gossippara. Con la presenza di Elisabetta Canalis a Sulmona, per stare accanto al fidanzato, che ha trasformato la località in una babele di paparazzi.
Resta il fatto - positivo - che c'è tanta Italia nel film. Attori importanti - come Filppo TImi - in ruoli minori. Ma anche una vera protagonista: Violante Placido. Cosa davvero rara: di solito le nostre attrici vengono utilizzate in pellicole americane girate nel Belpaese in particine, o in funzione quasi esclusivamente decorativa. Lei no, lei ha grande spazio. Anche nella lunga sequenza di sesso con Clooney: "Qui - ha raccontato Corbijn - ho deliberatamente puntato l'obiettivo su Clara; guardando lei, il pubblico vede quello che Jack vede in lei ed avverte il cambiamento in atto nel personaggio. Volevo venisse comunicata sensualità, senza tagli". "Sono riprese difficili - ha ammesso Violante, già 'allenata' dalla sua performance nella fiction su Moana - ma ogni scena può esserlo; in un certo senso, quando reciti sei sempre nudo. George mi ha messo a mio agio; l'ho apprezzato moltissimo perché mi è capitato invece di lavorare in passato con attori insicuri che provavano a farmi sentire come loro".
E poi c'è il capitolo - mancato - di Venezia. Perché all'inizio dell'estate la presenza di questo film alla Mostra era data per certa, anche per la storica collaborazione tra Clooney e Muller. Invece, il forfait. Spiegato con chiarezza dal direttore del festival: "Loro volevano venire solo come film d'apertura, ma noi per l'apertura volevano Black Swan (di Darren Aronofski con Natalie Portman protagonista, ndr)". E allora: addio George, per una volta la kermesse della Laguna farà a meno di te.
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