Moralista e mistico, Clifford Donald Simak è il massimo esponente americano di quel tipo particolare di
fantascienza che può essere identificata come "pastorale" in quanto radicata nell'amore per la Terra e per la campagna. Nato il 3 agosto 1904 a Millville, località rurale del Wisconsin, da padre emigrato boemo e madre americana, lì trascorre tutta la giovinezza: i paesaggi agresti della fattoria del nonno paterno torneranno frequentemente nelle ambientazioni bucoliche e nei personaggi rurali dei suoi romanzi.
Come Fritz Leiber e Ray Bradbury, Simak ignora sistematicamente le implicazioni scientifiche o speculative della
fantascienza, per dedicarsi ai suoi personaggi, ai loro sentimenti, al loro confrontarsi con realtà più grandi di loro, investigando più volentieri il loro universo personale che quello che sta loro attorno. Sensibile però agli stimoli delle mode, Simak ha toccato nella sua narrativa i temi più classici della
fantascienza: da quello dell'invasione aliena a quello dei viaggi nel tempo, fino ai temi della licantropia, della metamorfosi, della paranormalità e dell'occultismo.
Ma la vocazione professionale che manifesta fin da giovane è quella per il
giornalismo, tanto che a venticinque anni è già redattore di un giornale locale del Michigan. Passione mai esaurita dato che, malgrado i successi letterari e i libri tradotti in tutto il mondo, dal 1949 sino alla pensione lavorerà stabilmente per il "Minneapolis Star".
La febbre per la
fantascienza lo colpisce fin da bambino, scoppiata con virulenza dopo aver sfogliato le pagine della leggendaria rivista "Amazing Stories". Il suo primo racconto, "The Cubes of Ganymede", viene tuttavia rifiutato dalla rivista e non sarà mai pubblicato.
La sua prima opera ad avere l'onore delle stampe è "Il mondo del sole rosso" (sull'altrettanto mitica "Wonder Stories"), un racconto influenzato pesantemente dagli standard del tempo, ancora appiattito sul gusto della prosa pubblicata dalle riviste popolari. Molto più originale e personale come stile e come tema sarà "Il creatore", che appare nel 1935 su "Marvel Tales".
Dopo un certo periodo di lontananza dalla
fantascienza Simak inizia nel 1944 la pubblicazione della serie di racconti che sarà poi raccolta nel volume che darà vita al suo capolavoro: "City" (apparso in Italia anche con il titolo di "Anni senza fine"). Questi racconti apparvero tutti su "Astounding" tra il 1944 e il 1947, tranne uno, "The trouble with ants", rifiutato dal tetragono Campbell, capo della rivista, e messo da parte per poi apparire su "Fantastic Adventure" nel 1951.
Dopotutto i suoi rapporti con John W. Campbell non furono mai idilliaci. Lo scrittore era più che altro innervosito dal fatto che Campbell rispondesse alle opere inviate con lettere che più che di rifiuto erano soprattutto brevi saggi sull'opera.
Tuttavia un racconto finale dal titolo "Epilog", apparve nel 1973 su "Astounding: The John W. Campbell Memoral Anthology" e fu aggiunto poi al libro.
"City" è uno splendido romanzo sulla fine dell'uomo, parla di una terra abbandonata e ripopolata da tecnologiche formiche, mentre la memoria di ciò che è avvenuto viene conservata dai cani che hanno acquistato non solo la parola ma anche un'etica superiore a quella umana: è la proiezione in un futuro impossibile solo da pensare, un tempo in cui realisticamente si ammette la scomparsa della specie umana ma senza catastrofismi, con humour e malinconica ironia.
Simak contribuì al successo della nuova rivista "Galaxy" di Horace Gold, soprattutto con la pubblicazione a puntate di "Oltre l'invisibile", una intricata storia temporale dove un uomo lotta per i diritti degli androidi.
Clifford D. Simak è scomparso il 25 aprile 1988 all'età di 83 anni, presso il Riverside Medical Center di Minneapolis.
Di lui
Isaac Asimov disse: "
E' una delle tre persone a cui devo la mia formazione e carriera di scrittore. Devo ringraziare John Campbell e Fred Pohl di precetto, e Cliff Simak per il suo esempio".
Premi e riconoscimenti:
International Fantasy Award for best science fiction novel, nel 1953 per City
Minnesota Academy of Science Award, nel 1967, for distinguished service to science
First Fandom Hall of Fame Award, nel 1973
Juniper Award for best novel, Instructors of Science Fiction in Higher Education, nel 1977, per A Heritage of Stars
Grand Master Award, Science Fiction Writers of America, nel 1977, for lifetime achievement
Juniper Award, nel 1979, per A Heritage of Stars
Nebula Award 1982 per "Grotto of the dancing deer"
Locus Award 1982, per "Grotto of the dancing deer"
Premi Hugo:
Best science fiction novelette, 1958, per "The big front yard"
Best science fiction novel, 1963, per "Way station"
Best short story, 1982, per "Grotto of the dancing deer"
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