Domani in Italia le salme dei soldati La Russa: "Gigli ha salvato altre vite" Katia De Lucia, moglie del caporal maggiore De Cillis
ROMA - Torneranno in Italia domani i corpi dei due soldati morti ieri 1 a 8 chilometri da Herat, mentre stavano disinnescando degli ordigni lungo la strada. E intanto, si apprendono nuovi dettagli sulla dinamica dei fatti: sSecondo la ricostruzione fornita dal ministro della Difesa La Russa, dopo il primo intervento di disinnesco, uno dei due militari ha ordinato agli altri soldati presenti nell'area di allontanarsi. Un sacrificio che ha salvato altre vite.
Il rientro in Italia e i funerali. Il primo maresciallo Mauro Gigli e il caporal maggiore capo Pierdavide De Cillis sono stati ricordati questo pomeriggio con una cerimonia funebre a Herat, e rientreranno domani a Roma con un aereo militare. Ad accompagnarle ci sarà il generale di Corpo d'Armata Giorgio Cornacchione, comandante del Comando operativo di vertice interforze, L'arrivo è previsto alle 9 presso l'aeroporto di Ciampino. Domani pomeriggio, sempre a Roma, sarà allestita al Celio la camera ardente e subito dopo ci saranno i funerali nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.
La Russa riferisce in Parlamento. Secondo la ricostruzione del ministro della Difesa Ignazio La Russa, che ha riferito in aula al Senato sulle dinamiche dell'attentato, il capo del team di bonifica Gigli, dopo il primo intervento, ha fatto allontanare gli altri militari, rimanendo sul posto per intervenire insieme all'altro specialista, il caporal maggiore capo De Cillis. Quest'accortezza, molto probabilmente, ha evitato ulteriori danni ai nostri soldati.
Sempre secondo la ricostruzione del ministro, i militari si sono recati sul posto dopo aver ricevuto la notizia del ritrovamento di un ordigno improvvisato dalla polizia afghana nel pomeriggio di ieri, alle 17.10 locali (le 14.40 in Italia). Il comando provinciale della polizia afghana in Herat ha comunicato al comando italiano il ritrovamento della bomba nei pressi del villaggio di Sali Patra, a circa 8 chilometri a Nord Ovest di Herat, e i due specialisti si sono precipitati lì per disinnescarlo.
D'Alema: "Situazione difficile". E intanto continua il dibattito sulla missione italiana in Afghanistan. "La situazione è molto, molto difficile", ha detto Massimo D'Alema, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). "Abbiamo ricevuto informative molto preoccupanti - ha detto nel corso della conferenza stampa per la presentazione della relazione annuale al Parlamento - con indicazioni di pericoli che si sono poi purtroppo verificati. La situazione è lungi dall'aver trovato una sua sicurezza". Ma la missione, per quanto rischiosa per i nostri uomini, resta "necessaria". E D'Alema ha precisato che "un eventuale ritiro non sarebbe un bene per nessuno"
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