Qualche giorno fa guardavo Skytg24. E' un canale che mi piace. A un certo punto è partito un servizio. E' durato due minuti. Ogni tanto si vedevano due ragazze che parlavano come un cerbero nato dall'unione tra Floriana del Grande Fratello, Mario Brega, Claudia Gerini Famolostranoversion ed Enzo Salvi (con la sua simpatia contagiosa). Uno spettacolo raggelante.
A intervalli regolari, la voce fuori campo ricordava che ormai quelle due ragazze erano assurte a star, protagoniste del tormentone dell'estate. A conferma di tale assunto, il Trio Medusa (che, deducevo, aveva trasmesso spesso in radio la filosofia leibniziana del Duo Neuronico) sottolineava come la forza di quelle ragazze fosse la spontaneità. La sincerità. La schiettezza. Certo. Chissà poi se, nel bel mezzo del "stamo tipo a ffa' 'a colla qqua, se semo prese 'a bira e 'n kalippo e 'na doccetta per rinfrescasse 'a capoccia", avessero pure esalato un sincerissimo rutto. O magari una flatulenza citazionista à la Vitali. Sarebbe venuto giù lo stadio, immagino.
A fine servizio, non ho capito minimamente di cosa si stesse parlando. Qual era il tormentone? Dov'era la notizia? Dov'era l'evento? Di cosa si stava parlando?
I dubbi sono stati fugati il giorno dopo, leggendo Il Fatto e un articolo del bravo Malcom Pagani. Una pagina intera, peraltro di un giornale tutt'altro che popolano e popolare, analizzava sociologicamente (?) quel filmato, nel quale due ragazze si Ostia raccontavano al mondo (tramite Skytg24) come si sopravvive alla canicola estiva. Non poteva mancare il pensiero quasi-provocatorio di Marco Giusti, professione Sdoganatore di Obbrobri, o se preferite Diminutio del Gusto Tarantiniano, instancabile celebratore di commedie sporcaccione, Lino Banfi redenti e Monnezza glorificabili.
Tutti i giornali si sono occupati delle "ragazze di Ostia", che certo vedremo presto in un reality, come opinioniste o come politiche di maggioranza (o magari tutte queste cose insieme). Due milioni di contatti su Youtube. Fiumi e fiumi di inchiostro. Su cosa? Sul nulla.
Si dirà: quanto snobismo. Non tutti possono aver letto Heidegger, ogni estate ha il suo tormentone e non ne possiamo più della sinistra (?) con la puzza sotto al naso. I più colti ricorderanno che anche Pier Paolo Pasolini amava il dialetto e il coatto. Certo. Di grave, anzi di inquietante (ma non stupefacente), in questa vicenda non ci sono le ragazze in sé. Loro, ad alcuni, parranno pure simpatiche (ognuno ha le proprie perversioni). Non è colpa del Duo Neuronico se l'Italia odierna è così desolatamente incolta da aver bisogno, probabilmente per specchiarsi, di contenitori vuoti e possibilmente volgari, su cui imbastire elucubrazioni e dibattiti - di destra e sinistra - protesi al vuoto pneumatico spinto.
L'aspetto inquietante, si diceva, non sono le Filosofe in sé, ma il teatrino costruito attorno. Il problema è un giornalismo che cavalca la notizia che non esiste (magari per non parlare delle notizie vere). E' il messaggio, neanche troppo latente, volto a compiacersi dell'ignoranza crassa, come se questa fosse un vanto (e ormai lo è). E' l'elevazione a Simbolo di un simulacro dentro il quale non c'è niente, se non volgarità e vacuità, cifre stilistiche - si presume - adeguate al contemporaneo.
Senza peccare in bacchettonismo e seriosità (non sono proprio il tipo), si può affermare che questo evento (?) mediatico (?) mette più tristezza che simpatia, rivelandosi ulteriore marker di un giornalismo ai minimi termini e di una società culturalmente ricettiva come una radiolina nel deserto del Mojave?
Il filmato delle due Muse ricorda quasi Pompei dopo l'eruzione. Lo stesso scenario post-atomico, la stessa sensazione di umanità sepolta dalle macerie. Però allegra. Ilare nella sua idiozia conquistata a fatica (cit). Ridotta a rimpiangere quasi un Aserejè qualsiasi. Spensierata e sgambettante, danzante e sghignazzante, mentre balla l'ultimo hit estivo - magari un remix di Dj Prezioso - e si dà di gomito brindando a bordo del Titanic. Prima di farsi un'ultima bira. Oppure un kalippo. Tanto per rinfrescarsi la capoccia, sotto il sole cocente, al grido di battaglia Perché noi s'avemo da diverti'.
lunedì 26 luglio 2010
Il tormentone dell'estate. Calippo e Bira, cronache da uno scenario apocalittico
Come è stato possibile che un servizio qualunque sul caldo in spiaggia sia diventato non solo tormentone, ma addirittura analisi della società contemporanea nonché elogio della sincerità coatta?
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