Cene e serate gratis nei privé ai dirigenti comunali e regionali in cambio di favori: 5 arresti, 19 indagati
MILANO - Sigilli a due dei «templi» del divertimento notturno milanese. L'autorità giudiziaria ha disposto il sequestro delle discoteche «Hollywood» e «The Club», e cinque persone sono finite agli arresti domiciliari, mentre altre 19 risultano indagate, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano su presunte mazzette per «addomesticare» i controlli nei locali notturni milanesi. Anche Belen Rodriguez è tra i testimoni dell'inchiesta: nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque persone, tra cui il presidente del Sindacato italiano dei locali da ballo, Rodolfo «Rudy» Citterio, compare infatti anche la testimonianza della showgirl e conduttrice televisiva, che nel 2007, interrogata per l'inchiesta «Vallettopoli», ha raccontato agli inquirenti che all'interno dell'«Hollywood» veniva consumata abitualmente droga, in particolare cocaina. Diverse starlette, tra cui Alessia Fabiani e Fernanda Lessa, sentite dal pm Di Maio, hanno ammesso di aver fatto uso di cocaina all'interno della discoteca. Secondo le accuse, all'interno delle discoteche era prassi che vip e industriali ordinassero champagne nel privè e che le consumazioni venissero accompagnate da uso di cocaina. Tra i 19 indagati risultano esserci diversi funzionari, dirigenti e dipendenti del Comune e della Regione, oltre ai pusher della discoteca.
I FOTORICATTI DI CORONA - L'inchiesta, coordinata dal pm di Milano Frank Di Maio, è nata da uno stralcio di quella che ha riguardato Fabrizio Corona in relazione a presunti fotoricatti ai danni di vip. Gli investigatori hanno anche piazzato delle microcamere per filmare il via vai nei bagni dell'Hollywood, dove alcuni vip e frequentatori della discoteca hanno sniffato cocaina. Nelle carte dell'inchiesta ci sarebbe anche una intercettazione nella quale Emiliano Bezzon, ex comandante della polizia locale di Milano, parla con Citterio, chiedendogli di fargli sapere quali sono i locali dove si spaccia, in modo da intervenire con un blitz delle forze dell'ordine. Bezzon risulta indagato nell'inchiesta, per abuso d'ufficio e rivelazione di segreto d'ufficio.
GLI ARRESTATI - I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare sono in tutto cinque. Tre sono legati alla proprietà dell'«Hollywood» e del «The Club», e sono accusati di agevolazione dell'uso di droga. Si tratta di Alberto Baldaccini, socio della Vimar Srl, società proprietaria dell'«Hollywood», di Davide Guglielmini, gestore della nota discoteca di corso Como, e di Andrea Gallesi, responsabile del privè. Alle altre due persone sono contestati i reati di corruzione, concussione e falsità materiale. Si tratta del 42enne Aldo Centonze, dipendente dell'ufficio del demanio del Comune di Milano, arrestato, e di Rodolfo «Rudy» Citterio, in passato membro della commissione comunale di vigilanza sui locali e presidente del Sindacato dei locali da ballo (Silb) - non ricopre più incarichi nel sindacato da marzo 2009-, già coinvolto in un'inchiesta per licenze «facili». Inizialmente era stato riferito che si trovava all'estero: invece è finito in manette alle 13.30 in Stazione Centrale, appena sceso da un treno in arrivo da Roma. A Centonze, Citterio avrebbe offerto la «partecipazione gratuita a serate e cene in locali notturni, quale compenso corrisposto» affinché compisse o per aver compiuto «atti contrari ai doveri d'ufficio».
DIRIGENTI E POLITICI - Indagata per abuso d'ufficio anche la ex vice direttrice generale del Comune di Milano, Rita Amabile. In particolare, nell'ordinanza si parla di «rapporti di amicizia e conoscenza» tra Citterio e la stessa Amabile. Citterio, secondo l'accusa, avrebbe chiesto una tangente da 40 mila euro ad Alberto Savoca «per fargli ottenere» il «parere di agibilità» dalla commissione comunale di vigilanza per aprire il locale «Qin» nella zona del parco Lambro. Citterio, sempre stando all'ordinanza, avrebbe manifestato a Savoca i suoi «rapporti di amicizia e conoscenza» con la Amabile, che all' epoca dei fatti era alla direzione generale del Comune, e con Maria Teresa Broggini Moretto, «direttore centrale delle attività produttive». Rodolfo Citterio avrebbe chiesto aiuto anche ad altri politici «di intercedere per lui con De Corato». «Citterio - annota il gip - chiede ad alcuni politici, quali Pasquale Salvatore, capogruppo dell'Udc a Palazzo Marino, di intercedere per lui con De Corato». Il 28 gennaio 2008, Pasquale scrive a Marino in un sms: «Ciao Rudy parlo con De Corato in questi giorni, poi ti dico». Pochi giorni dopo, Citterio dice a Pasquale di aver già parlato con De Corato, ma aggiunge: «Ti sarei grato comunque se insistessi nell'azione in modo tale che si convinca totalmente vista la tua autorevole posizione». Salvatore, in consiglio comunale lunedì pomeriggio, ha subito smentito: «Io parlo con tutti come atto di cortesia ma non ho esercitato nessuna pressione a favore di Rodolfo Citterio nei confronti di chicchessia, né politici né tecnici, rispetto a qualunque tipo di pratica amministrativa legata a locali da ballo».
Un'immagine ripresa dalle «cimici» della polizia (Fotogramma )
Un'immagine ripresa dalle «cimici» della polizia (Fotogramma )
LA COCA NEI BAGNI: ANCHE I VIP - Nel corso delle indagini e degli interrogatori, volti della televisione e veline avevano ammesso di fare uso personale di cocaina anche in diversi locali tra cui i bagni o i privé dell'«Hollywood» e del «The Club». Proprio nelle aree riservate e controllate dalla security delle discoteche, gli agenti in borghese della prima sezione della mobile milanese hanno documentato (anche con fotografie e filmati) tra il 2007 e il 2008 la continua cessione e il consumo di cocaina, che ha portato i magistrati, per la prima volta nel capoluogo lombardo, a contestare ai soci e ai gestori dei due locali (attivi attraverso le società Vimar Srl e B&N and Company Srl) il reato di agevolazione all'uso di stupefacenti. Secondo il gip infatti, «più persone e in più tempi ed occasioni, avendovi accesso quali clienti» avevano fatto dei privé e dei bagni dei due locali «luogo abituale di convegno utile al consumo di sostanza stupefacente». Dalle intercettazioni sullo spaccio e il consumo di droga si è aperto un altro filone d'inchiesta, questa volta curato dagli agenti della Quinta sezione della Mobile dedicata ai reati contro la pubblica amministrazione, in cui sarebbe emerso come Centonze e altri dipendenti e funzionari del Comune e della Regione Lombardia (sono una decina quelli indagati), dietro presunte mazzette, si fossero attivati per far aprire o per impedire la chiusura coatta di alcuni locali milanesi. Non solo: secondo l'accusa avrebbero anche avvertito i gestori che ci sarebbero stati dei controlli o posticipavano i controlli per permettere alle discoteche di effettuare i lavori necessari per essere in regolare, che sarebbero stati dati in appalto sempre agli stessi studi «amici». Nella notte tra domenica e lunedì gli agenti della mobile hanno fatto tra l'altro alcuni controlli, in cui sarebbero emerse piccole irregolarità, anche al «Just Cavalli», al «The Beach» (location estiva del «The Club»), e all'«Hollywood Bar» tutti locali di gran moda gestiti direttamente o indirettamente dalle società Vimar Srl e B&N and Company Srl.
IL RACCONTO DI BELEN - «È notorio che all'Hollywood circoli cocaina, un po' come in altri locali, e mi è capitato anche domenica scorsa di vedere all'interno del bagno esterno al privè tre ragazze cubane che assumevano cocaina»: così la testimonianza di Belen Rodriguez nell'ambito dell'indagine «Vallettopoli» davanti al pm di Milano, Frank Di Maio. Una deposizione, era il 27 marzo 2007, che ha dato impulso alle indagini che ora hanno portato al sequestro delle note discoteche Hollywood e The Club. «Ho fatto uso di cocaina - prosegue la Rodriguez - insieme a Francesca Lodo, a casa sua, solo due volte nei primi giorni di gennaio 2007. In entrambe le occasioni la droga me l'ha data Francesca. Non so dove Francesca la prenda, ma sono certa del fatto che ne fa assai uso. Lei mi invitava spesso ad andare nei bagni dell'Hollywood, le domeniche sere in cui stavamo insieme con tutti i componenti del gruppo Lele Mora, ma io non la seguivo perché temevo l'effetto della cocaina». Fernanda Lessa, sentita come testimone il 27 marzo 2007, aveva detto: «Ho assunto cocaina insieme a Tavallini parecchie volte, in diverse circostanze e talvolta all'interno di qualche locale come l'Hollywood o il The Club». La stessa versione è stata data da Francesca Lodo, sentita dieci giorni prima. Pietro Tavallini, arrestato tempo fa, interrogato sempre nel marzo 2007, aveva affermato di aver visto anche «Aida Yespica e Annalaura Ribas assumere cocaina e so che l'hanno fatto insieme».
FRANCESCA LODO: LA QUERELO - Dopo aver appreso delle dichiarazioni di Belen, l'ex «letterina» Francesca Lodo ha annunciato querela tramite il suo avvocato, Francesco Murgia: «Le dichiarazioni di Belen al riguardo sono da considerarsi false, diffamatorie e calunniose. Ho dato mandato al mio legale di perseguire in ogni sede, sia civile sia penale e con i mezzi più appropriati, l'autrice di tali affermazioni». In sostanza, la Lodo ha intenzione di avviare un'azione civile e penale nei confronti della sua ex amica Belen perché quest'ultima l'ha accusata, come ha precisato l'avvocato Murgia, «di averle ceduto droga e questo è un reato». Reato che la Lodo nega di aver mai commesso.
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