Peterson. La Pepsi Caserta cede a un'Armani Jeans da formula Uno, tutta
rimbalzi e contropriede, esattamente quella richiesta dal coach statunitense.
Alla fine il punteggio raggiunto, 98 a 84, testimonia dell'alto ritmo e
soprattutto della facilità d'esecuzione dei milanesi. Ma non solo la squadra,
anche la tifoseria si è dimostrata all'altezza dell'eccezionale occasione. Ai
botteghini del Forum si sono riviste addirittura le code, e quasi il tutto
esaurito. Dentro una bolgia bianco-rossa e una serie di striscioni inneggianti
al profeta dell'Illinois: «Nano ghiacciato non invecchia mai: bentornato Dan».
Quando poi il coach, giacca color cammello, camicia azzurra e cravatta scura,
ha fatto il suo ingresso sul parquet attorniato dai flash dei fotografi, tutto
il palazzetto è scattato in piedi in una spontanea standing ovation.
AMARCORD - Era il 25 maggio del 1987. E Dan Peterson diceva addio all'Olimpia
Milano regalandole il ventiduesimo scudetto contro l'allora Mobilgirgi Caserta.
Quasi 24 anni dopo, nel giorno del ritorno al basket giocato, l'allenatore
passato per schermi televisivi e set pubblicitari, ha ritrovato proprio la
JuveCaserta. Pronti via, il clima è subito infiammato, quasi da play off. Le
due squadre giocano profonde, andando spesso da Jones e Williams Caserta,
Mancinelli e Rocca Milano. Peterson sperimenta, inserendo Melli e Ganeto, ma
non paga dazio perché dall'altra parte Williams esce, e da Bowers ed Ere non
arrivano segnali di vita. Il primo quarto si chiude con i milanesi avanti, 27 a
21.
RIMBALZI - Nel secondo quarto si rimette in moto la macchina da tiro della
JuveCaserta, che in due minuti è a meno uno. Ci resterà, tra alti e bassi, fino
alla fine del quarto, giovandosi di uno straordinario Jones spalle a canestro,
e del ragionato playmaking di Koszareck. Peterson nel frattempo continua a
sperimentare, ma nonostante la girandola dei cambi, l'attacco milanese macina
punti. Il primo tempo termina 48 a 44.
LA CHIAVE - La mossa del secondo tempo è per Milano tirare fuori dall'area
piccola Williams. È Pecherov la chiave, con i suoi tiri dall'arco costringe il
centro casertano ad allontanarsi dal canestro. E poi si corre a ritmi
altissimi, il punteggio sale come il distacco: al quinto minuto Milano è avanti
di 14 punti, 67 a 53. Caserta prova a rispondere giocando con tre guardie. Ma
il piano riesce a metà: Di Bella e compagni si portano fino a meno 7 a sei
minuti dalla fine. Poi però manca la difesa aggressiva che in altre circostanze
ha premiato gli uomini di Sacripanti, e soprattutto fioccano le palle perse (16
alla fine della partita). Dall'altra parte Peterson continua a spingere
sull'acceleratore e l'alto ritmo li aiuta anche sotto le plance (38 rimbalzi a
31 alla fine della partita). Infine le scorribande di Jabeer e Finley, la
solidità offensiva di Maciulis, e la fisicità di Hawkins annientano le deboli
resistenze della JuveCaserta, che al quarantesimo ammaina le vele e issa
bandiera bianca.
con corriere.it
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