Missiva giunta all'Eco di Bergamo: «Yara è nel cantiere di Mapello, ho paura»
MILANO - Mille piste ma nessun indizio decisivo. Dopo quella del furgone, le attenzioni degli investigatori alla ricerca di Yara Gambirasio, la ragazzina scomparsa il 26 novembre scorso, si stanno incentrando sull'ormai celebre cantiere di Mapello, a seguito di una segnalazione anonima. A destare l'attenzione degli inquirenti le parole inquietanti spedite per posta alla redazione de «L'Eco di Bergamo» da un anonimo: «Yara è nel cantiere di Mapello, ho paura».
LA LETTERA - La redazione del quotidiano bergamasco ha ricevuto una lettera questa mattina, 8 gennaio, in una busta timbrata al centro di smistamento postale di Milano Borromeo nella giornata di venerdì. All'interno un cartoncino nero in formato A4, con sopra un messaggio scritto non a mano, ma con caratteri ritagliati da altre riviste e pubblicazioni: «Yara è nel cantiere di Mapello, ho paura». La redazione ha chiamato il 113: sul posto è intervenuta la squadra mobile e la polizia scientifica. Il messaggio sul cartoncino è stato sequestrato. A Brembate Sopra, proprio oggi, sono ancora in corso alcune ricerche. I carabinieri stanno utilizzando il georadar messo a disposizione dai carabinieri del Ros: strumento in grado di rilevare eventuali anomalie nel terreno e nei manufatti, fino a 12 metri di profondità.
POLIZIA - Il cantiere di Mapello, non sarà, allo stato, nuovamente ispezionato dalla polizia. Il dirigente della Squadra Mobile di Bergamo Gianpaolo Bonafini ha infatti spiegato che è «già stato controllato in modo approfondito e più volte dai carabinieri» sin dai giorni successivi alla scomparsa di Yara. Il cantiere a cui si riferisce la lettera, che è stata sequestrata dalla polizia, è quello dove lavorava Mohammed Fikry, il giovane marocchino fermato e poi risultato estraneo alla vicenda e in cui i cani, a qualche giorno dalla scomparsa di Yara, sembravano aver trovato tracce della ragazza. Si tratta, ha spiegato Bonafini, di «non replicare un' attivitàgià svolta in modo approfondito» e gli investigatori torneranno quindi nel cantiere «se sarà ritenuto utile e d'intesa con i carabinieri».
INDAGINI - La nuova lettera, hanno spiegato gli investigatori, è una tra le tante della «valanga» di segnalazioni anonime e non su dove si possa trovare la ragazza che è arrivata e probabilmente continuerà ad arrivare a polizia, carabinieri, procura, e alla stessa famiglia. Già a dicembre una lettera di una medium, indirizzata alla famiglia, era stata sequestrata a Genova da dove era stata spedita. Nella drammatica vicenda hanno infatti fatto la loro comparsa anche medium e sensitivi che gli investigatori hanno comunque sentito per scrupolo come testimoni.
con corriere.it
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