WASHINGTON - Twitter per arrivare ad Assange. E' questa la strada decisa dal ministero della Giustizia statunitense che ha ottenuto dalla Corte federale della Virginia un'ingiunzione affinché il colosso di San Francisco di fornisca informazioni personali, indirizzi di posta e messaggi privati di alcune utenze collegate al profilo di Wikileaks, tra cui quella del suo fondatore australiano. La decisione del tribunale americano impone a Twitter di fornire al dipartimento di Giustizia di Washington oltre ai "nomi, nomi utenti, indirizzi di posta elettronica, indirizzi di casa dei utenti", anche i dati relativi al militare Bradley Manning, in carcere perché sospettato di aver fornito informazioni riservate al sito.
Nell'ordinanza inviata a Twitter in data 14 dicembre e pubblicata dall'agenzia France Presse, la Corte indica come richiedente "gli Stati Uniti d'America": "La Corte ritiene che il richiedente abbia offerto fatti specifici e articolati che dimostrano come ci siano fondati motivi per credere che i dati richiesti siano rilevanti per un'inchiesta criminale in corso", si legge nel documento. Oltre a Manning e Assange, nell'ordinanza si chiedono a Twitter informazioni anche sugli account dell'hacker olandese Rop Gongrijp e della parlamentare islandese Birgitta Jonsdottir, dal primo novembre 2009 a oggi.
Ad annunciare l'ordinanza del giudice è stato lo staff di Wikileaks, secondo il quale la richiesta della Corte dimostra "l'esistenza di un'inchiesta per spionaggio da parte di un Grand Jury segreto del governo americano". Secondo il sito "il Dipartimento di Stato americano ha reclamato i messaggi privati, i contatti, gli indirizzi Ip e i dettagli personali di Julian Assange e di altre tre persone associate a WikiLeaks", dei quali però non cita i nomi.
Se venisse in possesso dell'account ufficiale del sito di Assange, che su Twitter conta oltre 634mila iscritti ("followers"), alle comunicazioni riservate, possibili su Twitter attraverso la funzione dei 'messaggi privati', gli indirizzi Ip che indentificano la rete a cui si è connessi, il Grand Jury potrebbe conoscere tutti gli spostamenti degli utenti.
La deputata islandese Birgitta Jonsdottir, ex volontaria del sito di Assange, ha promesso battaglia proprio attraverso il suo account Twitter. "Il governo americano vuole conoscere tutti i miei twit dal 1 novembre del 2009. Non si rendono conto che sono un membro del Parlamento islandese?", ha denunciato indignata la parlamentare in un messaggio in cui si è detta convinta del fatto che "Facebook e Google hanno ricevuto ingiunzioni simili". Anche Wikileaks ha spiegato di sospettare che altre aziende 'web-based' americane siano state contattate da funzionari Usa per fornire informazioni: "Google e Facebook rivelino il contenuto di ogni ingiunzione degli Stati Uniti che abbiano ricevuto", ha chiesto Wikileaks alle due aziende statunitensi
La parlamentare ha fatto sapere di aver ricevuto la notifica da parte dello staff di Twitter e di avere 10 giorni di tempo per ottenere una sospensiva dell'ordinanza prima che il sito consegni le informazioni richieste. Nel frattempo, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Pais, l'amministrazione degli Stati Uniti ha iniziato già da questa settimana una revisione delle procedure di sicurezza con cui operano tutti gli organismi coinvolti nella gestione delle informazioni riservate, al fine di evitare il ripetersi degli errori che hanno permesso a Qikileaks di entrare in possesso di migliaia di documenti riservati del dipartimento di Stato Usa.
con repubblica.it
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