domenica 15 agosto 2010

MOTO GP Brno, dominio Lorenzo Rossi opaco, è quinto

Lo spagnolo, leader della classifica mondiale, prende subito la testa del Gp della Repubblica Ceca e arriva senza problemi fino in fondo. Valentino parte male e perde subito posizioni. Sul podio anche Pedrosa e Stoner


BRNO (Repubblica Ceca) - Vince Lorenzo, la voce del padrone si leva alta, il mondiale è praticamente chiuso. Una sfida non sfida, senza storia, senza emozioni, senza neppure sufficienti rivalità, perché il più forte è anche l'unico determinato. La poltiglia dietro, incluso Valentino che ha altro per la testa, non conta quasi.

Si parte con, appunto, Lorenzo che concepisce l'idea della partenza con una leggera differenza rispetto al resto della truppa: spinge subito come un matto e va a prendersi la testa. A lui la gara interessa, agli altri meno, ad alcuni per niente. Molti fanno solo atto di presenza. Pedrosa ruggisce appena qualche metro poi si rintana. La pista è asciutta, dopo la pioggia del mattino. Valentino conferma le dichiarazioni di ieri: "Parto prudente". Magari sta già riflettendo su ciò che accadrà fra poco, tre ore circa, sui tavolini, negli uffici stampa, nel cuore. Cambiamenti radicali che potrebbero far bene a tutti, nell'ambiente. Comunque sia, Valentino parte cauto. Anzi, più prudente di così tanto varrebbe fermarsi. E' ottavo, quasi disinteressato alle faccende dei primi. Capirossi, che sente la Suzuki ormai come un'estranea (il prossimo anno Loris sarà in Pramac con una Ducati), va per terra senza perdere tempo ulteriore.

Pedrosa al terzo giro, per un senso di umana compresione, decide che non si può lasciare Lorenzo in solitudine: supera Spies e va alla caccia del connazionale. Seguono Dovizioso, Stoner, Hayden e Valentino.
Sempre pensieroso sotto il casco (ma d'altri pensieri). Dovizioso cade. La moto rimane in mezzo alla pista e lui si mette a fare il vigile, rischiando da morire, per evitare che i piloti dietro si schiantino pure loro. Pericolo altissimo per tutti. Poi Andrea riparte ma ovviamente la giornata è andata. Dopo poco più di dieci minuti di corsa, la corsa senza emozioni in attesa dell'annuncio doppio (la rinuncia della Yamaha a Valentino e il "benvenuto" della Ducati) parla spagnolo come spesso è capitato in questi ultimi mesi. Valentino alza il ritmo, leggermente, quanto basta per sopravanzare Hayden. La moto di Dovizioso si è rovinata nella caduta e l'italiano si ritira. Rossi ha davanti Stoner, ma fra lui e l'australiano ci sono più di quattro secondi. I consumi su questa pista sono alti, si tiene aperto il gas per il 70% del tempo, e dunque non sono consigliate follie, non almeno tanto spinte da provocare infarti meccanici o errori di valutazioni sul carburante. Finire senza benzina potrebbe essere buffo, ma anche un po' patetico. Senza contare lo stress delle gomme e il fatto che, soprattutto Valentino, fra venerdì e sabato, abbia denunciato qualche problema di perdita di aderenza dell'anteriore. Rossi gira un secondo più lento di Lorenzo. Non è soltanto un problema di "setting". Lo è anche di testa. C'è chi pensa a vincere adesso e chi pensa a farlo l'anno prossimo. Altrove. Con un altro colore sulla tuta.

Viene da supporre, per paradosso, che al box Ducati si segua anche Valentino, magari col terzo occhio. E che in Yamaha non si dia peso che alla gara di Lorenzo, ormai virtuale campione del mondo. Out anche Kallio, ma sono le briciole del mondiale. Il mondiale di quelli che vedono soltanto la coda del gruppo. Come fosse scritto sul contratto. Che escono, entrano, racimolano punti ogni tanto, e nessuno il più delle volte se ne accorge. Al dodicesimo giro Stoner supera Spies. Valentino rimane del suo parere: "Prudenza". Che equivale a: "Inutile dannarsi l'anima per un presente che non esiste più". Ma una gara, di qui alla fine del 2010, la vincerà ugualmente. Contateci.

Gara che era già cominciata col peso del dopo-gara, più imponente che mai. E che si rivela una barba. Nemmeno Pedrosa, a quanto pare, riesce a provocare scossoni. Lorenzo lo sta seminando, un centesimo alla volta. Il ritmo di Jorge è sistematicamente, anche di soli nove millesimi a intermedio, superiore a quello del rivale. Posizioni cristallizzate. L'unica variante a quadro bloccato è che Spies, per sfinimento psicologico e forse anche un po' fisico, possa venire riacciuffato da Valentino. Mancano però soltanto otto giri alla fine e la questione del buon gestire le risorse potrebbe prevalere sull'azzardo. Prevale al punto che negli ultimi giri Valentino, letteralmente, rialza la testa e decide di chiudere passeggiando. Una lode, mista al massimo dello stupore, per la tranquillità con cui ha corso Randy de Puniet, tornato a soli 26 giorni dalla frattura di tibia e perone, il record dei record. Il prossimo sarà di colui che passa direttamente dal tavolaccio dalla sala operatoria alla sella della moto. Il tempo di vedere Bautista ruzzolare nella sabbia e la gara è finita, Lorenzo esulta, per lui ipoteca sul titolo (ha 77 punti di vantaggio su Pedrosa) e prima vittoria a Brno, con tanto di bandiera della Lorenzo's Land piantata anche in Repubblica Ceca e di palla in buca sul campo da golf. Secondo Pedrosa. Terzo Stoner. Valentino è quinto. Ma la sua giornata, e il futuro della MotoGp, sono appena iniziati

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