resta fortemente in bilico. Dopo l'innaturale quiete di ieri, quello di oggi
sarà un giorno decisivo per capire il destino tecnico della squadra nerazzurra,
che torna ad allenarsi (senza nazionali). Rispetto a domenica sera, dopo la
sconfitta nel derby, lo scenario non è molto cambiato: il senso di precarietà
generale non si è attenuato e Moratti non è ancora convinto che tenere Benitez
sia la migliore soluzione possibile.
TOUR DE FORCE - Il tempo stringe ed è venuto il momento di sciogliere le
riserve sulla questione
Rafa Benitez tecnica, perché o si cambia in queste ore oppure diventa
difficile procedere a un cambio, visto che, dopo il Chievo (domenica), c'è il
Twente (mercoledì 24, con la qualificazione alla Champions League da
conquistare), poi Parma (28 novembre), Lazio (3 dicembre), Werder Brema (7
dicembre) e la partenza per Abu Dhabi, dove i nerazzurri giocheranno il 15 e il
18. Cambiare ora significherebbe dare al nuovo tecnico la possibilità di
preparare in tempi accettabili il Mondiale per club (poco meno di un mese), ma
è anche vero che l'ultima volta in cui Moratti ha cambiato allenatore (2003, da
Cuper a Zaccheroni), la situazione non è molto migliorata, per mille motivi. Al
contrario, quando Moratti avrebbe voluto sostituire Mancini con Scolari
(ottobre 2006, dopo l'1-1 di Cagliari), la continuità ha prodotto l'inizio del
ciclo virtuoso dei due scudetti sul campo, prima di Mourinho. A colpire
Moratti, quattro anni fa, era stata una battuta folgorante di Mancini:
«Presidente, non commetta l'errore di cambiare tecnico. Stia tranquillo che
vinciamo lo scudetto, quest'anno e anche il prossimo». Come se parlasse di un
altro invece che di sé. Bisognerà vedere se Benitez oggi avrà argomenti per
resistere alla voglia di cambiamento di Moratti, che non vede chiaro nella
situazione attuale, soprattutto sulla questione degli infortunati, a cominciare
da Milito. La spiegazione più sbagliata che potrà fornire il tecnico nel
vertice di oggi è il riferimento ai possibili acquisti di gennaio. Moratti
vuole un allenatore concentrato sul presente, che non cerchi alibi e che
dimostri di avere la squadra in pugno.
CANDIDATI - Questa valutazione è persino più importante della ricerca del
successore. Gli allenatori liberi non sono tanti: Leonardo resta la soluzione
più praticabile, poi ci sono Dunga, Rijkaard e (forse) Spalletti.
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